La Voce 51

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII - novembre 2015

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Uno scossone salutare nella Carovana del nuovo PCI

Dall’adesione identitaria e dalla professione di fede all’adesione reale

Bisogna praticare la concezione comunista del mondo: non basta professarla!

Per realizzare i nostri obiettivi dobbiamo imparare a fare quello che non sappiamo ancora fare, dobbiamo fare quello che i comunisti dei paesi imperialisti finora non hanno mai fatto!

 

La lotta di classe si aggrava nel nostro paese, in tutti i paesi imperialisti e nel mondo intero.

I gruppi imperialisti allargano e aggravano la devastazione e la guerra nei paesi oppressi e costringono milioni di persone a emigrare, arruolano soldati che devono fare la guerra e missionari nelle ONG che devono assecondarla.

Nei paesi imperialisti imperversano la crisi economica, la crisi ambientale e l’eliminazione delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia imperialista e al suo clero nella prima parte del secolo scorso, quando nel mondo il movimento comunista era forte e avanzava, durante la prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, dalla costituzione dell’Unione Sovietica, dai suoi grandi progressi e dalla generosa attività che fino al 1956 ha svolto come base rossa della rivoluzione proletaria mondiale.

Oggi chi si ostina a non combattere è travolto dagli avvenimenti. Lo è anche chi nei paesi imperialisti si ostina a combattere secondo i metodi dei vecchi partiti comunisti che non a caso durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, nella prima parte del secolo scorso, nonostante la grande crisi in corso, non hanno instaurato il socialismo.

Nel mondo intero le condizioni generali diventano sempre più favorevoli a una seconda ondata della rivoluzione proletaria. Essa si solleverà tanto più rapidamente e sarà tanto più potente, quanto prima e più i comunisti si mettono all’altezza del loro ruolo. I comunisti devono imparare: trarre dal bilancio della prima ondata superiori strumenti per conoscere la realtà che devono trasformare e per fare la rivoluzione.

Nel nostro paese le condizioni generali diventano sempre più favorevoli alla rivoluzione socialista, alla costituzione del Governo di Blocco Popolare che previene la mobilitazione reazionaria e porta la rivoluzione socialista a un livello superiore a quello attuale, alla formazione di Organizzazioni Operaie e Popolari che costituiranno il GBP. Ma per conquistare vittorie e avanzare, noi comunisti dobbiamo imparare a fare cose che non abbiamo mai fatto, a fare cose che non sappiamo ancora fare; dobbiamo imparare a vedere quello che ancora non vediamo, dobbiamo imparare a vedere quello che vede solo chi guarda la realtà con la concezione comunista del mondo, chi la assimila.

Individualmente ogni compagno è di fronte alla scelta: trasformarsi per avanzare o arretrare e abbandonare la lotta?

Questo provoca irrequietezza nelle nostre file. Trasformarsi è doloroso. Bisogna superare il dubbio che non saremo capaci, che manca l’esperienza; bisogna lanciarsi in attività che non abbiamo mai fatto. Bisogna essere generosi, mettere l’adesione alla causa davanti a tutto, darsi i mezzi della propria politica. Chi si accontentava di agitarsi in proteste e lotte rivendicative, a livello sindacale o al modo dei gruppi movimentisti, chi resta al livello del vecchio PCI, se si ostina a non migliorare, viene travolto dagli avvenimenti. Sente il terreno franare sotto i piedi. È sempre più esperienza comune che le proteste e le lotte rivendicative non bastano, è sempre più raro che diano risultati immediati: gli insuccessi producono sfiducia e scoraggiamento. Per far fronte agli avvenimenti, bisogna avanzare; per avanzare i comunisti devono trasformare le proprie idee e la propria condotta.

Non è un caso che la Carovana del (n)PCI ha registrato recentemente la diserzione di uno dei suoi più vecchi promotori (ne abbiamo illustrato i motivi e le forme nel Comunicato CC 24/2015 del 20 ottobre). Non a caso vari altri compagni  sono tormentati. Si rendono conto che non possono continuare alla vecchia maniera, ma esitano ad adottare il materialismo dialettico, a praticare la concezione comunista del mondo.

La Carovana del (nuovo) PCI ha accumulato le conoscenze e le risorse necessarie per fare un salto in avanti. Il (n)PCI è innanzitutto una scuola di materialismo dialettico ed è l’organizzazione di chi lo pratica. Ogni membro di organizzazioni della Carovana deve approfittarne, deve esigere dal Partito la formazione e la direzione necessarie per approfittarne. Questa è la democrazia proletaria.

Chi condivide la concezione e la linea generale del Partito deve passare a metterla in pratica, a tradurla nelle linee d’azione adatte alla situazione particolare in cui opera, ad attuarle. Deve studiare e fare meglio: imparare a fare cose che finora non ha fatto, che non sa ancora fare. Deve avere la modestia di ammettere di dover imparare, affidarsi alla direzione del Partito, esigere dal Partito direzione e formazione, impegnarsi a capire e a fare.

Ogni situazione, ogni evento, ogni movimento, ogni organismo, ogni individuo è particolare. Per trasformarlo, il comunista deve capire in cosa consiste la sua particolarità e il legame tra questa e il generale. Ogni compagno e ogni organismo del Partito deve imparare ad analizzare la realtà con cui ha a che fare (che sia un ambiente, un evento, un movimento, un organismo o un individuo), scomporla negli elementi che la compongono, capire le relazioni che li legano l’uno all’altro, usando il materialismo dialettico come metodo per conoscere. Il metodo dell’economia politica di Marx è un’ottima esposizione del nostro metodo, sia pure limitata al campo particolare dell’economia, a disposizione di chi vuole imparare e applicarlo alla realtà che lo circonda.

Ogni compagno e ogni organismo del Partito deve intervenire a trasformare la realtà che lo circonda, deve far leva sulle cause interne della sua trasformazione, applicando il materialismo dialettico come metodo di trasformazione. Sulla contraddizione di Mao Tse-tung è un’ottima guida per chi vuole trasformare la realtà che lo circonda.

Negli opuscoli Problemi di metodo 1 e Problemi di metodo 2 sono indicate applicazioni in alcuni campi particolari.

La borghesia e il clero fanno di tutto per distogliere dal pensare, per impedire agli sfruttati e agli oppressi di imparare a pensare. In Italia l’accoppiata Bergoglio-Renzi ricorre a manovre e trucchi d’ogni genere: i due si dividono i compiti. Nel mondo e nel nostro paese il potere della borghesia e del clero è debole, non hanno buone ragioni con cui convincere, sempre meno riescono a imporre la loro volontà, non sono in grado di fare altro che confondere le acque, deviare dal mondo reale le menti e i cuori di larghe masse e racchiuderle in mondi virtuali, devastare, distruggere e uccidere.

Le masse popolari invece possono costruire un nuovo mondo, il socialismo. Possono sostituire alle aziende capitaliste che operano per fare profitti, aziende pubbliche che operano secondo un piano pubblicamente riconosciuto per produrre quello di cui hanno bisogno e su questa base possono riorganizzare ogni aspetto della vita del paese. Ma per costruire questo nuovo mondo, devono organizzarsi e fare. Per organizzarsi e fare bisogna pensare come e cosa fare.

I comunisti sono quelli che già oggi si impongono la disciplina necessaria per imparare a pensare e si danno i mezzi per pensare e i mezzi per fare. Il primo principale mezzo è organizzarsi, coalizzarsi con chi è anche lui deciso a imparare la concezione comunista del mondo e a usarla per trasformarlo.

Chi non applica il materialismo dialettico nelle lotte che conduce, chi si ostina a lavorare alla vecchia maniera dei gruppi rivendicativi e protestatari, alla maniera del vecchio PCI che non ha instaurato il socialismo nonostante l’illimitata devozione alla causa e l’eroismo di tanti compagni, facilmente si scoraggia perché i suoi sforzi non danno risultati. Ogni compagno che si scoraggia, si demoralizza e abbandona la lotta, è una vittoria per gli oppressori del nostro popolo, una sconfitta per gli oppressi e gli sfruttati di tutto il mondo. Dobbiamo mobilitare i forti e unirci strettamente con loro, aiutare i deboli (non confonderli con i disertori) e combattere le diserzioni. Essere accomodanti con i disertori, professare comprensione e amicizia per loro, vuol dire favorire le diserzioni.

La masse popolari possono vincere! Dipende da noi. Ma non basta combattere con generosità e coraggio: bisogna darsi i  mezzi per vincere. Bisogna imparare a fare la guerra contro la borghesia imperialista e il suo clero.

Oggi nel nostro paese la creazione delle condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare è la linea per avanzare nella rivoluzione socialista.

I comunisti possono e devono creare le condizioni perché la classe operaia, alla testa delle altre classi delle masse popolari, costituisca il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e marci verso l’instaurazione del socialismo.

Bisogna costituire Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni azienda pubblica (scuola, università, ospedale, ente, unità amministrativa, unità produttiva) e in ogni zona d’abitazione.

Il (nuovo) Partito comunista italiano chiama tutti gli elementi avanzati del nostro paese, in particolare gli operai avanzati, i giovani, le donne e gli immigrati a contribuire a questo compito; chiama i più avanzati ad arruolarsi nelle file del Partito e costituire Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nelle zone d’abitazione per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare.

Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di OO e OP ed essere il loro retroterra sicuro e lungimirante sul piano ideologico e politico e sul piano organizzativo, è la terza.

Avanti compagni, con coraggio e intelligenza! Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

Il Comitato Centrale

del nuovo Partito comunista italiano