La Voce 50 - IndiceLa Voce 50 in versione PDF

La Voce 50 del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII - luglio 2015


Ancora sul Governo di Blocco Popolare

Note e commenti all’intervento di FM al IV Congresso del P.CARC

 

Capita spesso che le obiezioni servono a far meglio chiarire i concetti e le proposte. Come ben fa notare Stalin nelle prime pagine di Il marxismo e la linguistica, lo scontro delle idee di fatto è un mezzo indispensabile per lo sviluppo del pensiero. È il caso delle obiezioni che un compagno, che indichiamo con la sigla FM, ha fatto alla nostra tattica, alla linea del Governo di Blocco Popolare (GBP), nell’intervento che ha presentato al IV Congresso del P.CARC. Premetto che noi invitiamo tutti quelli che hanno riserve e dubbi rispetto al piano d’azione che il nuovo PCI e il P.CARC propongono e che perseguono, a esporle apertamente, ad “andare fino in fondo” nell’argomentazione e nell’esame del corso delle cose di cui hanno conoscenza ed esperienza. Questo vale ancora di più per quelli che già appartengono alle nostre file: non si combatte con tenacia e dedizione se si ha il tarlo del dubbio nella mente e nel cuore. La lotta che dobbiamo condurre è difficile e richiede molta spregiudicatezza tattica. Per condurla alla vittoria bisogna avere salde convinzioni fondate sulla concezione comunista del mondo e non avere riserve mentali. Vediamo quindi le obiezioni di FM (il suo intervento è riportato qui accanto(*), omettendo solo parti non rilevanti - il testo integrale è disponibile sul sito del P.CARC - www.carc.it).

(*)

Intervento di FM al IV Congresso del P.CARC (Firenze 14 luglio 2015)

(...)

Se oggi sono qui è perché condivido gran parte del Manifesto Programma e dello Statuto, soprattutto apprezzo il tentativo, lo sforzo che il Partito dei CARC sta facendo per tirare fuori dal pantano, dalle sabbie mobili il movimento comunista  in Italia. Dai documenti congressuali e da quelli costitutivi appare chiara la natura rivoluzionaria del partito e chiaro il fine ultimo: il comunismo. Ho qualche riserva sulla tattica che vi state dando...

Se ho ben capito il GBP viene imposto dalle organizzazioni operaie e popolari, esautora il parlamento e quindi la costituzione repubblicana, accentra nelle sue mani potere legislativo e potere esecutivo, e attua un programma di riforme molto radicali (pagg. 15 e 19 dell'opuscolo sul GBP). “Non sarà governo di partiti del sistema politico borghese. Sarà il governo costituito principalmente dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari.” Il tutto con il coinvolgimento di dirigenti sindacali ed esponenti della società civile come Rinaldini, Beppe Grillo, Bernocchi, Cremaschi, ecc. (Il governo di BP non è un governo costituito da noi comunisti, non è un governo che creiamo noi, ispirato da noi, guidato da noi, generato da noi. Noi sosteniamo che le organizzazioni operaie e popolari oggi esistenti e che chiedono una risposta efficace alla crisi (quindi organismi oggi capeggiati da gente come Landini, Rinaldini, Cremaschi, Bernocchi, Leonardi, Grillo, Gino Strada, perfino Di Pietro, Vendola, ecc.) devono formare un governo di emergenza, devono esigere di formare loro il governo, un governo d’emergenza che chiamiamo per dargli un nome Governo di Blocco Popolare).

Il problema è, anzi la contraddizione è che questi dirigenti, le loro organizzazioni, i militanti o gli iscritti di queste organizzazioni sono i più convinti e tenaci difensori del parlamento, della costituzione e della via elettorale. Pertanto come si può chiedere proprio a questi di far piazza pulita delle attuali istituzioni??!! In pratica voi dite che per risolvere l'attuale crisi serve un governo d'emergenza e che questo governo dovrà essere costituito da questo governo dovrà essere costituito da Landini & Co. Ma questi signori cosa dicono? Mi sembra che state acendo i conti senza l'oste!

Purtuttavia io non sono contrario al GBP (inteso come governo delle OO e OP), anzi ritengo sia una tappa necessaria e imprescindibile del processo di transizione verso il socialismo. Ma questo tipo di governo, secondo me, dovrà essere preceduto da un altro tipo di governo. Ovvero da un governo di Fronte Popolare, cioè formato da partiti che utilizzano la via elettorale. E questo perché le OO e le OP sono poche e poco coordinate tra loro. In pratica non sono in grado e non lo saranno ancora per molto di assumere tutto il potere nelle loro mani.

Il compagno (...) mi ha ricordato che l'esperienza novecentesca dei fronti popolari è stata fallimentare. È vero, ma questo perché i partiti comunisti che li sostenevano non erano all'altezza della situazione. Non bisogna buttare il bambino con tutta l'acqua sporca! Io ritengo che un partito come il vostro sia in grado, anche sulla base delle esperienze passate, di sostenere dall'interno o dall'esterno un governo di fronte popolare.

Nei primi mesi del 1917 la parola d'ordine dei bolscevichi non era “Tutto il potere ai soviet”, ma era “Via lo Zar. Tutto il potere alla Duma”, cioè al parlamento. E così fu. Per quella che passò alla storia come la “rivoluzione di febbraio” serviva un ampio fronte politico e sociale, e la priorità assoluta era cacciare lo zar. E così dobbiamo fare in Italia, cacciare dai posti di comando la grande borghesia (imperialista e compradora allo stesso tempo). Attraverso una politica di Fronte Popolare che veda sulla stessa barricata sindacati di base, movimenti e comitati di lotta, partiti borghesi radicali (vedi M5S) ed organizzazioni rivoluzionarie. In realtà i comunisti non necessariamente devono stare in un governo di fronte popolare, lo possono sostenere e stimolare dall'esterno. Solo in caso di fallimento di un governo di questo tipo i comunisti e le OO e le OP si assumono la responsabilità di prendere il potere superando il sistema partitico e parlamentare. Solo nell'estate del '17 infatti i bolscevichi -di fronte alla manifesta incapacità della Duma di risolvere i problemi del paese - lanciarono la parola d'ordine tutto il potere ai soviet.

So benissimo che l'attuale sistema elettorale è antidemocratico, che tutti i mezzi d''informazione sono in mano alla grande borghesia, ma nonostante ciò negli ultimi anni abbiamo assistito a partiti e movimenti che hanno ottenuto gradi exploit elettorali (M5S in Italia, Podemos in Spagna, Syriza in Grecia). Non sono un comunista legalitario, ne un opportunista. Sto cercando solo di delineare un percorso realistico per un cambiamento radicale, considerando l'oggettiva arretratezza del movimento operaio e del movimento comunista, e la poca influenza dei rivoluzionari sulle masse popolari. (...)

 

FM giustamente dice che secondo il piano d’azione del (n)PCI e del P.CARC il GBP è un governo che “viene imposto dalle organizzazioni operaie e popolari, esautora il parlamento e quindi la costituzione repubblicana, accentra nelle sue mani potere legislativo e potere esecutivo e attua un programma di riforme molto radicali”, il programma riassunto nelle Sei Misure Generali. Questo è infatti un governo d’emergenza, costituito per far fronte a una situazione d’emergenza, con mezzi e procedure d’emergenza. Un tratto caratteristico del sistema di potere di cui il GBP sarà alla testa è che la sua forza ed efficacia non starà nella capacità delle istituzioni statali di imporre e far accettare alle masse popolari le loro misure, non si fonderà quindi sulla sottomissione delle masse popolari allo Stato e al suo governo. La sua forza starà

1. nell’organizzazione e nell’iniziativa delle masse popolari che si servono delle istituzioni statali dove è possibile e le scavalcano e si sostituiscono ad esse dovunque necessario,

2. nella capacità del GBP di assecondare, stimolare e coordinare l’attività delle OO e OP.

Quindi è una tesi vera quella che FM enuncia, ma che va inserita nel corso concreto delle cose. Nel senso che i vertici della Repubblica Pontificia (RP) stanno già da tempo violando la Costituzione repubblicana ed esautorando il Parlamento, anche se in qualche misura mantengono in piedi la forma delle relazioni e l’apparenza delle cose. Se guardiamo alla forma delle relazioni e all’apparenza delle istituzioni, il GBP porterà a fondo apertamente quello che i vertici della RP fanno in modo subdolo. Ma se abolirà apertamente la forma e distruggerà l’apparenza, il GBP attuerà invece la sostanza positiva della Costituzione (i diritti dei lavoratori) e del Parlamento (la partecipazione delle masse popolari alla direzione del paese). Il GBP attuerà i principi della Costituzione e “darà la parola” alle masse popolari organizzate. È sbagliato vedere solo che il GBP nega Costituzione e Parlamento e passare sotto silenzio che il GBP afferma quello che di positivo per le masse popolari la Costituzione e il Parlamento contemplavano.

È importante mettere ben in chiaro questo aspetto, perché esso mostra la continuità con il passato dove invece FM  vede solo la rottura. La costituzione del GBP può persino presentarsi come il ristabilimento della Costituzione repubblicana del 1947 che la Repubblica Pontificia ha sistematicamente eluso, aggirato o violato fin dalla sua creazione: e in effetti la Costituzione repubblicana non nacque per via elettorale, ma tramite la Resistenza. Il nostro piano è dialettico: implica che le Organizzazioni Operaie e Popolari (OO e OP) costituiranno il GBP pur essendo ancora animate dal senso comune oggi dominante e prevalentemente dirette da esponenti dei “tre serbatoi”. Lo costituiranno convinte di poter porre rimedio ai risultati più catastrofici della crisi con misure di buon senso che non implicano l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione (ma solo la limitazione del loro uso, anche questo in conformità con la Costituzione del 1947) e la direzione degli operai organizzati (insomma non implicano la dittatura del proletariato e, più in generale, il socialismo). Le OO e OP decise a instaurare il socialismo (che vedono nell’instaurazione del socialismo l’unica via di salvezza) sono organismi del futuro, si formeranno nella lotta per attuare le Sei Misure Generali contro il sabotaggio e l’aggressione della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e dei vertici della RP.

 

FM ci obietta: voi dite (e cita dall’opuscolo Governo di Blocco Popolare elaborato nel 2012 dal Settore Agitazione e Propaganda del P.CARC che il nPCI ha diffuso allegato all’Avvisto ai naviganti 7 del 16 marzo 2012) “che le organizzazioni operaie e popolari oggi esistenti e che chiedono una risposta efficace alla crisi (quindi organismi oggi capeggiati da gente come Landini, Rinaldini, Cremaschi, Bernocchi, Leonardi, Grillo, Gino Strada, perfino Di Pietro, Vendola, ecc.) devono formare un governo di emergenza, devono esigere di formare loro il governo, un governo d’emergenza” mentre, fa osservare FM, “questi dirigenti e le loro organizzazioni, i militanti o gli iscritti di queste organizzazioni sono i più convinti e tenaci difensori del parlamento, della costituzione e della via elettorale. Pertanto come si può chiedere proprio a questi di far piazza pulita delle attuali istituzioni??!! ... state facendo i conti senza l’oste!”.

FM ritiene anche lui (benché non dica su quale base) che un governo come il GBP (inteso come governo delle OO e OP) è “una tappa necessaria e imprescindibile del processo di transizione verso il socialismo”, ma che esso “dovrà essere preceduto da un governo di Fronte Popolare, cioè da un governo formato da partiti che utilizzano la via elettorale. E questo perché le OO e le OP sono poche e poco coordinate tra loro. In pratica non sono in grado di assumere tutto il potere nelle loro mani e non lo saranno ancora per molto tempo”.

Che oggi le OO e OP sono ancora poche, poco coordinate tra loro e non in grado di assumere immediatamente il potere è un dato di fatto che noi comunisti non contestiamo affatto. Anzi lo assumiamo come punto di partenza del nostro piano d’azione, per definire i nostri compiti immediati.

Che, esse e i loro attuali dirigenti, cioè i personaggi che godono della loro fiducia, siano “tenaci difensori del parlamento, della costituzione e della via elettorale” è invece una tesi che rispecchia una realtà che sta già disfacendosi sotto i nostri occhi, vista la diffusione dell’astensionismo tra i lavoratori, crescente di elezione in elezione e il comportamento di quelli che votano e vista in particolare la dissoluzione delle reti di organismi provenienti dal vecchio movimento comunista, la rete di circoli, case del popolo, cooperative e istituzioni affini che, anche se per lo più da tempo trasformata in rete clientelare, continuava a rendere in termini di opinione e di voti.

Ma la questione è secondaria. L’importante è che esistono già e che possono sorgere OO e OP che vogliono e cercano “una risposta efficace alla crisi” e che su questo verificheranno l’efficacia “del parlamento, della costituzione e della via elettorale”. Aggiungo anche che sono ancora poche, se mai ve ne sono, le OO e OP già oggi convinte che per cambiare il corso delle cose devono assumere esse la direzione del paese con un loro governo d’emergenza. Le condizioni che noi comunisti ci proponiamo di creare per la costituzione del GBP consistono appunto nel moltiplicare il numero delle OO e OP, nel promuovere tra esse l’orientamento a costituire un proprio governo d’emergenza, nel portarle a coordinarsi tra loro a livello locale su su fino al livello nazionale, nell’indurle ad agire localmente come nuove autorità pubbliche e ren dere così il paese ingovernabile a ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia.

Che riusciamo a creare queste condizioni è la parte del nostro piano d’azione più contestabile, ma il corso delle cose e l’esperienza del passato ci danno ragione. La combattività delle masse popolari cresce man mano che esse trovano dirigenti adeguati e perseguono obiettivi che realizzano: di vittoria in vittoria. Il livello dei nostri organismi e di ognuno di noi comunisti (il grado reale della nostra riforma intellettuale e morale) si misura in definitiva dalla capacità di vedere e indicare a ogni OO e OP obiettivi adeguati e portarla a perseguirli e raggiungerli. La nostra capacità può aumentare (dipende da noi) e di conseguenza crescerà la combattività delle masse popolari.

Il punto non è se le OO e OP sono pronte già oggi ad assumere il governo del paese costituendo il GBP: non lo sono! Il punto è che la realtà si trasforma e noi guardiamo ogni realtà, e in particolare la società, come qualcosa che si trasforma e deve trasformarsi. La guadiamo come qualcosa che certamente e inevitabilmente si trasformerà. Ma si trasformerà non in modo arbitrario (secondo i multiformi desideri arbitrari e del tutto soggettivi di questo o quell’individuo, come è d’uso nella sinistra borghese dove ognuno formula i suoi desideri e indica cosa gli piacerebbe), bensì si trasformerà seguendo una delle strade implicite nella sua natura attuale (di un uovo possiamo fare un pulcino o una frittata, ma non un bicchier d’acqua). La guardiamo come qualcosa che noi possiamo e vogliamo trasformare in modo da passare a una fase superiore della rivoluzione socialista, vale a dire della guerra popolare rivoluzionaria che è la via (la strategia) della rivoluzione socialista. È la concezione dialettica della realtà: ogni cosa è quello che è, ma è anche quello che ancora non è ma che per la sua natura può diventare se intervengono condizioni e circostanze adeguate. Noi comunisti siamo promotori della trasformazione della società capitalista secondo la linea di sviluppo che le è propria, messa in luce dall’analisi che Marx ne ha fatto: da qui il ruolo decisivo che gioca la concezione del mondo nell’attività di noi comunisti. Il punto è se la strada che noi promuoviamo è una strada possibile (compatibile con la natura della realtà attuale) e se noi facciamo quanto necessario perché le masse popolari la imbocchino e la seguano.

Sulla base dell’analisi marxista della società capitalista e della nostra analisi della crisi in corso, noi diciamo che di fronte alla società attuale vi sono solo due vie: mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari (ed è quella che noi comunisti promuoviamo) e mobilitazione reazionaria delle masse popolari (è quella promossa dalla borghesia e dal clero ed è il motivo per cui prima o poi, in un modo o nell’altro, in ogni paese i personaggi e gruppi della borghesia e del clero, chi giubilando e chi lamentandosi, finiscono tutti con il seguire le indicazione dei più reazionari e antipopolari di essi; nella borghesia e nel suo clero la sinistra è a rimorchio della destra: il percorso del PD è esemplare).

Mobilitazione rivoluzionaria significa seguire una strada che porta all’instaurazione del socialismo, perché questa è l’unica soluzione dell’attuale crisi. Attenzione che noi non diciamo (e il fatto che ci attribuisca questa posizione implica che FM ha una visione distorta della nostra linea) che “per risolvere l’attuale crisi serve un governo d’emergenza e che questo governo dovrà essere costituito da Landini & Co”. Noi diciamo al contrario che un simile governo non risolverà la crisi. La sola soluzione che l’attuale crisi ammette è l’instaurazione del socialismo. Il GBP è un governo che OO e OP concepiranno e instaureranno sulla base del senso comune oggi dominante e dei dirigenti che oggi si ritrovano, come eredità della storia che abbiamo alle spalle. Costituito il GBP, le OO e OP constateranno che con esso riescono solo a porre rimedi precari e contraddittori ad alcuni effetti della crisi e che per porvi fine occorre andare oltre. Grazie a noi comunisti la realizzazione del programma del GBP sarà per loro una scuola pratica di comunismo.

La crisi attuale finirà solo con l’instaurazione del socialismo. Per sua natura il socialismo esige un governo costituito dalla classe operaia organizzata, quindi che si è dotata di proprie organizzazioni che noi chiamiamo OO (e possiamo chiamarle come vogliamo proprio perché ancora non esistono e quindi tanto meno si sono date anche un nome: vi fu un tempo in cui si chiamarono Consigli di Fabbrica) attorno al suo partito comunista, quindi OO che vogliono instaurare e decise a instaurare il socialismo e da masse popolari organizzate al seguito della classe operaia, quindi OP che vogliono e decise anch’esse a instaurare il socialismo. L’instaurazione del socialismo richiede quindi OO e OP guidate da una  concezione del mondo che non rientra nell’attuale senso comune: è la concezione comunista del mondo impersonata dal partito comunista.

Proprio perché OO e OP simili ancora non esistono o esistono in numero irrilevante, noi diciamo che il primo salto di qualità sulla strada che perseguiamo, è la costituzione del GBP. Cioè promuovere sistematicamente e su larga scala quello che in qualche misura la classe operaia e la masse popolari stanno già facendo sotto la spinta delle circostanze, del progredire della crisi del capitalismo, mosse dal senso comune con cui si ritrovano (dettato dalle condizioni pratiche della loro vita, dall’azione ideologica e psicologica dell’apparato di diversione e di intossicazione gestito dalla borghesia e dal clero, dall’eredità della prima ondata della rivoluzione proletaria, dalla nostra attività). Le OO e OP che oggi promuoviamo sono questo: sono animate dall’aspirazione a “una risposta efficace alla crisi” e presso loro hanno seguito e prestigio (quindi esercitano direzione) personaggi come quelli sopra citati come esempio. A queste OO e OP di oggi noi comunisti indichiamo la costituzione di un loro governo d’emergenza come via per prendere le misure che a loro, in base al loro attuale senso comune, appaiono necessarie per porre rimedio almeno agli effetti più gravi della crisi. A queste OO e OP noi comunisti indichiamo come possibili ministri del loro governo d’emergenza i personaggi che più godono della loro fiducia (che oggi non siamo noi comunisti, ma quelli che noi in gergo chiamiamo “esponenti dei tre serbatoi”). Che questi oggi vogliano o no fare i ministri di un governo d’emergenza delle OO e OP è cosa di secondaria importanza, perché di certo comunque non sono persone che si battono con determinazione, con scienza e coscienza per promuovere la costituzione di un governo d’emergenza delle OO e OP. Per la loro mentalità, le loro analisi della situazione, i rimedi che vedono e propongono, rientrano tutti nel calderone della sinistra borghese. Ci interessa quindi solo in seconda istanza quello che loro oggi pensano e vogliono, le loro opinioni e aspirazioni. Siamo invece certi che quanta maggiore sarà la forza con cui OO e OP vorranno costituire un loro governo d’emergenza, tanto più rapidamente i personaggi che oggi presso le masse popolari godono di fiducia, seguito e credito, o lo faranno o perderanno la fiducia, il seguito e il credito di cui oggi godono e altri prenderanno il loro posto (e prima o poi arriverà l’ora di noi comunisti). Per questo noi lavoriamo principalmente sulle OO e OP, proprio perché la mobilitazione e l’organizzazione della classe operaia (e del resto delle masse popolari al suo seguito) è la premessa imprescindibile dell’instaurazione del socialismo.

FM ci attribuisce l’idea che la costituzione del GBP “inteso come governo delle OO e OP” è tappa imprescindibile del processo di transizione al socialismo. Ma la nostra concezione del GBP non è questa. Anzitutto il GBP di cui noi parliamo non è “governo delle OO e OP”: è governo imposto dalle OO e OP all’intera società ma composto da esponenti dei “tre serbatoi” e che di fatto ha nelle OO e OP le sue autorità locali. In secondo luogo la costituzione di un tale governo è la via più rapida e diretta e meno distruttiva e dolorosa per arrivare all’instaurazione del socialismo, ma non è l’unica possibile. Infatti non è ai futuri membri (ministri) del GBP che noi principalmente rivolgiamo oggi le nostre cure. È agli operai e alle masse popolari che, sulla base di mille esperienze diverse, mostriamo ogni giorno che non hanno altra strada; che i governi emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia non soddisfano e non possono soddisfare i bisogni della classe operaia e delle masse popolari. Noi non nascondiamo affatto che siamo comunisti, che solo con l’instaurazione del socialismo gli operai e il resto delle masse popolari porranno fine alla crisi generale del capitalismo. Al contrario lo propagandiamo a tutti quelli da cui riusciamo a farci ascoltare, lo insegniamo a tutti quelli che sono disposti a capirlo e a studiarlo. Ma prendiamo atto della realtà come è. L’esperienza mostra giorno dopo giorno che con i governi emanazione dei vertici della RP le cose vanno di male in peggio: sulla base di questa esperienza porteremo OO e OP a volere ad ogni costo costituire un loro governo e a “vederne” la possibilità. Il governo d’emergenza che OO e OP costituiranno sarà il GBP e non ancora un governo comunista, quindi non ancora un governo della dittatura del proletariato: questo avrebbe come obiettivo principale la repressione della controrivoluzione, l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e la loro gestione secondo un piano generale e l’inizio della transizione al comunismo (che comporta l’universale partecipazione della popolazione organizzata alla gestione della propria vita sociale e l’eliminazione  del potere del denaro e dell’economia mercantile). Non ci siamo ancora, ma proprio le misure che il GBP adotterà, le forze che dovrà mettere in campo per adottarle e imporle, gli ostacoli che dovrà superare per farle valere, porteranno gli operai e il resto delle masse popolari a schierarsi sempre più dietro le parole d’ordine e nelle organizzazioni comuniste. La costituzione del GBP e la sua opera contribuiranno potentemente alla rinascita del movimento comunista. Ma ora stiamo trattando del primo passo: della costituzione di un governo d’emergenza di OO e OP che vogliono non il socialismo, ma “una risposta efficace alla crisi”.

 

Il GBP si costituirà per via elettorale o forzando la situazione, imponendosi in altro modo? Oggi è una questione del tutto oziosa, rispondiamo noi. Già abbiamo visto che anche i governi emanazione dei vertici della RP hanno poco o nulla a che vedere con elezioni, costituzione e parlamenti: nella Repubblica Pontificia elezioni, costituzione e parlamenti sono sempre meno la via obbligata per costituire il governo. Non saremo noi a formalizzarci. L’importante è che si costituisca e a questo fine è decisivo che siano tante, autorevoli e decise le OO e OP che lo vogliono costituire a ogni costo, che non vedono altra via possibile e che la borghesia e il clero non siano in condizioni di poterle schiacciare con la forza militare. Quindi che borghesia e clero (e i loro padrini: gli imperialisti americani, i sionisti, le autorità dell’UE, la NATO, ecc.) siano dall’ingovernabilità del paese e dalla volontà delle masse popolari organizzate indotte a cedere il potere al GBP. Certamente lo cederanno contando di riuscire a riprendere in mano la situazione grazie al fallimento del GBP: cosa che effettivamente nel passato è più volte avvenuta, ad esempio quando negli anni ’30 del secolo scorso borghesia imperialista, banche e monopoli, forze armate e istituzioni dello stato borghese ingoiarono la costituzione dei governi di Fronte Popolare.

Potrebbe il GBP essere un governo come quelli di Fronte Popolare del novecento, andati al potere per via elettorale? Difficile perché per la costituzione dei governi di FP del novecento furono decisivi fattori che oggi non ci sono e che non si possono creare come condizioni preliminari del GBP: l’Unione Sovietica, la rivoluzione praticamente montante in tutto il mondo, la forza sociale ma anche elettorale e parlamentare dei partiti comunisti, la spaccatura in seno alla borghesia tra fascismo e democrazia. Noi abbiamo imparato dall’esperienza, ma anche la borghesia e il clero hanno imparato. Tuttavia se in qualche paese si presentasse la possibilità di formare un governo di FP, noi comunisti dobbiamo approfittarne, non esiteremo ad approfittarne, niente della impostazione pratica e teorica che diamo alla nostra lotta per costituire il GBP ostacolerebbe nell’approfittarne. Anzi, un governo elettorale e parlamentare che cercasse di “dare una risposta efficace alla crisi” avrebbe nelle OO e OP le sue valide agenzie e autorità locali, capillarmente diffuse in ogni angolo del paese e capaci di indirizzare, controllare, insomma adempiere alle funzioni di autorità pubbliche locali ovunque le istituzioni del vecchio Stato (prefetture, questure, forze armate, comuni, province, regioni, ecc.) che il GBP erediterebbe, non adempissero lealmente e con iniziativa ai loro compiti, agli ordini del GBP. Al contrario un governo di FP che dovesse costituirsi senza un valido supporto di OO e OP nel paese contro l’immancabile boicottaggio e sabotaggio della bi e del clero, delle FFAA e delle istituzioni del vecchio Stato e contro l’aggressione dall’estero, non avrebbe vita lunga: naufragherebbe nel suo fallimento.

Se invece già ora ci precludiamo la costituzione di un governo che “viene imposto dalle organizzazioni operaie e popolari, esautora il parlamento e quindi la costituzione repubblicana, accentra nelle sue mani potere legislativo e potere esecutivo, e attua un programma di riforme molto radicali” e optiamo per “un governo formato da partiti che utilizzano la via elettorale” come FM propone e ci suggerisce, fiducioso nel fatto che “negli ultimi anni abbiamo assistito a partiti e movimenti che hanno ottenuto gradi exploit elettorali (M5S in Italia, Podemos in Spagna, Syriza in Grecia)”, di fatto cosa implicherebbe questa scelta? Che noi comunisti oggi e nel prossimo futuro dovremmo occuparci principalmente degli organismi suscettibili di ottenere grandi exploit elettorali, invece che occuparci della mobilitazione di operai e masse popolari a costituire OO e OP. Questa è la differenza sostanziale tra la nostra linea del GBP e la linea proposta da  FM. Non importa discutere se la linea proposta da FM è una via legalitaria o opportunista o qualcosa d’altro. Sarebbero discussioni nominalistiche o discussioni sulle intenzioni di FM che lui solo conosce. L’importante è che noi comunisti dovremmo occuparci principalmente di M5S e degli emuli italiani di Syriza e Podemos, invece che occuparci principalmente di OO e OP. La nostra via non preclude di far buon uso dell’eventuale successo elettorale di M5S, Syriza e Podemos. Anzi a questi fin da oggi indichiamo una strada che promuove e mette alla prova la loro volontà e capacità di formare un governo che dia “una risposta efficace alla crisi” (quella che abbiamo chiamato il ruolo di Comitato di Salvezza Nazionale). Noi diciamo: guardate Syriza in Grecia, guardate Mitterrand in Francia nel 1981, guardate i governi di FP del 1936-1939 in Spagna e in Francia, guardate il governo Parri del 1945: tutti governi che hanno cercato di migliorare le condizioni delle masse popolari, si sono trovati impotenti contro la borghesia e le sue vecchie istituzioni statali e hanno dovuto cedere o soccombere proprio perché non si erano dati i mezzi per attuare la loro politica, anche se ne avevano la volontà: non vi era una struttura di autorità pubbliche capace e decisa a imporre l’attuazione delle misure decise dal governo contro il sabotaggio e l’ostruzionismo della borghesia e del clero, delle istituzioni civili e militari del vecchio Stato su cui il nuovo governo doveva fare affidamento (è la condizione in cui si trova oggi in Grecia il governo Tsipras).

Dice FM: “l'esperienza novecentesca dei fronti popolari è stata fallimentare. È vero, ma questo perché i partiti comunisti che li sostenevano non erano all'altezza della situazione. Non bisogna buttare il bambino con tutta l'acqua sporca!”. Ma in che senso i partiti comunisti non sono stati all’altezza della situazione? Non nel senso che erano andati al governo con le elezioni anziché con un’insurrezione. Bensì nel senso che non avevano previsto la controrivoluzione e non si erano dati i mezzi per farci fronte (mezzi che potevano essere solo una rete di OO e OP in grado di controllare e neutralizzare elementi della borghesia e del clero, istituzioni del vecchio Stato e gruppi da questi promossi che sabotavano le misure del governo di Fronte Popolare). I partiti comunisti di allora erano passati dalla preparazione cospirativa dell’insurrezione (vedi Neuberg, L’insurrezione) al “tutto attraverso il Fronte Popolare”. Non avevano una strategia per instaurare il socialismo, per approfittare degli avversari e delle circostanze per muovere i rapporti di forza fino a vincere. Anche per questo la borghesia li ha accettati come partner. Le intese con lo Stato Maggiore e le banche in Francia erano le premesse della sconfitta: non puoi far dipendere la tua vittoria sui nemici di classe dalla collaborazione dei nemici di classe con te. Che i partiti comunisti mancassero di strategia, lo si è ben visto nel seguito della storia dei governi di Fronte Popolare. Ma è proprio quello che FM ci propone ancora oggi: fare affidamento su M5S, Syriza, Podemos, ecc. anziché sulle OO e OP.

Il nostro metodo di avvicinamento all’instaurazione del socialismo consiste nell’individuare nella società come è oggi quali sono gli organismi già esistenti (formatisi spontaneamente, cioè senza il nostro intervento a promuoverli) e quelli che per la natura del corso delle cose possiamo far costituire alle varie classi delle masse popolari (intese nel senso indicato nel nostro MP cap. 2.2.2.) che siano organismi che per la loro natura possiamo condurre a trasformarsi fino a instaurare il socialismo. Su questo percorso sta la costituzione del GBP come noi l’abbiamo posta e illustrata (rimandiamo all’opuscolo citato all’inizio di questo articolo). Quello che è indispensabile e che sta a noi essere, è un partito comunista capace di leggere il corso delle cose e quindi ricco della concezione comunista del mondo. Su questa base la nostra vittoria è sicura.

Tonia. N.