Ritorna all'indice de La Voce 47  /-/ Ritorna all'indice completo dei numeri de La Voce


La Voce 47

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVI

luglio 2014


Dalla protesta contro il corso delle cose e dalla lotta contro la borghesia e il clero che lo impongono, alla mobilitazione e organizzazione delle masse popolari perché costituiscano un loro governo d’emergenza!


Il corso delle cose ha indotto Asor Rosa a piangere che delle speranze da lui e da altri illustri personaggi riposte nell’“esperimento bersaniano ... dopo appena un anno e mezzo non resta nulla”, Alberto Burgio a scrivere che “c’è materia per varare un governo di salute pubblica”. Beppe Grillo dopo la lezione salutare delle elezioni europee di maggio esita tra il ricordo del 20 aprile 2013 (la mobilitazione contro il golpe bianco da cui si ritrasse precipitosamente impaurito da autorevole suggerimento) e rivolgersi alle masse popolari presso cui ha ancora prestigio e seguito. Giorgio Cremaschi pochi giorni fa ha proclamato che “così andiamo al disastro” anche se pare che con l’USB e altri organismi insista nell’impostazione rivendicativa del Controsemestre Popolare. “Abitare nella Crisi” e gli organismi affini preparano scadenze, manifestazioni e occupazioni.

Nei mesi a venire possiamo e dobbiamo far compiere un importante passo avanti alla rivoluzione socialista. Renzi ha creato attese, fatto promesse e messo in moto processi che gli ricadranno come pietre sui piedi. La borghesia imperialista e il suo clero, italiani e stranieri, europei, americani e sionisti opprimono, sfruttano, emarginano, spremono e spingono alla miseria, all’abbrutimento, alla disperazione e alla guerra: non possono che peggiorare. La sfiducia nella borghesia imperialista e nel suo clero è già grande tra le masse popolari e crescerà ancora. Questo crea un terreno prezioso per lo sviluppo delle forze rivoluzionarie. Sta a noi comunisti valorizzare tutti questi fattori. È la verifica di quanto abbiamo assimilato la concezione comunista del mondo e di quanto siamo già capaci di usarla per promuovere la guerra popolare rivoluzionaria.

Oggi tra tutti quelli che si professano amici e sostenitori delle masse popolari vi è una discriminante principale, decisiva ai fini pratici, che li divide in due gruppi.

1. Da una parte quelli che mobilitano e organizzano le masse popolari, le spingono a formare Organizzazioni Operaie nelle aziende capitaliste e Organizzazioni Popolari nei pubblici servizi, nelle amministrazioni pubbliche, negli enti ufficialmente senza fini di lucro, nei centri abitati (caseggiati, paesi, quartieri e città), a prendere in mano la situazione a livello locale nelle forme caso per caso più avanzate di cui sono capaci e a far fronte subito con i mezzi di fortuna di cui possono impadronirsi e con misure di emergenza almeno agli effetti più gravi della crisi, a imparare a essere via via capaci di forme più avanzate, a coordinarsi tra loro e con gli esponenti democratici della società civile e delle amministrazioni locali, con la sinistra sindacale e con i sindacati alternativi e di base, con gli esponenti della sinistra borghese non accecati dal loro anticomunismo, per formare un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare.

2. Dall’altra quelli che chiedono, elemosinano, rivendicano, propongono, contrattano o esigono rimedi agli effetti della crisi generale del capitalismo, dai governi dei vertici della Repubblica Pontificia asserviti all’UE, o agli USA e ai sionisti d’Israele, o oscillanti e incerti tra UE e USA ma comunque asserviti alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

Noi comunisti siamo decisamente promotori e fautori del primo gruppo. Tra i secondi svolgiamo principalmente azione di propaganda per spiegare la situazione e le prospettive favorevoli alla costituzione del Governo di Blocco Popolare, a quelli di loro che non si danno alla mobilitazione e all’organizzazione delle masse popolari solo per sfiducia nella rivoluzione socialista, per quella maledetta e mortificante sfiducia diffusa a larghe mani nel nostro paese da cinquanta anni di “movimento di massa” diretto prima dai revisionisti impostisi alla testa del PCI e poi dai loro successori del PRC e della sinistra borghese. Il corso delle cose conferma al di là di ogni dubbio che la rivoluzione socialista in Europa e negli USA è possibile e necessaria. Quindi cerchiamo e pratichiamo da subito qui nel nostro paese tutte le sue vie di sviluppo, con scienza e coscienza, per vincere.

Nel Controsemestre Popolare, in tutte le mobilitazioni, manifestazioni e assemblee, le parole d’ordine degli esponenti del secondo gruppo saranno:

costruire il conflitto! allargare il conflitto! costruire l’alternativa!

Le parole d’ordine che noi dobbiamo portare sono:

creiamo le condizioni per costituire il GBP! organizzatevi e coordinatevi! rendiamo il paese ingovernabile dai vertici della Repubblica Pontificia! rendiamo la vita impossibile alle autorità della Repubblica Pontificia! Facciamo fronte subito con misure d’emergenza almeno agli effetti peggiori della crisi del capitalismo!

La discriminante è chiara. Per svolgere un’azione efficace bisogna che noi comunisti siamo convinti

che la linea della costituzione del GBP è realistica, è nell’ordine delle cose, è giusta ed è il passo oggi necessario per avanzare verso l’instaurazione del socialismo: bisogna venire a capo di ogni dubbio in proposito;

che le difficoltà che le OO e OP già esistenti hanno ad agire e crescere derivano principalmente dalla mancanza in loro di mobilitazione e di slancio verso la costituzione del GBP.

Non è perché una cosa non c’è già ancora, che non è possibile. Chi si accontenta di quello che c’è già, è alla coda degli avvenimenti. Chi si limita all’attività sindacale, non fa neanche una buona attività sindacale: perderà seguito e prestigio.

Chi invece è convinto che la linea della costituzione del GBP è possibile ed è giusta, che è l’unica praticabile nella situazione attuale, che è la più adatta a trasformare la condizione attuale delle masse popolari, smetterà di contenere le OO e OP già esistenti in limiti difensivi, rivendicativi, sindacali, nei limiti ognuna della sua nicchia: limiti che sono spontanei perché determinati dal senso comune e dall’influenza della sinistra borghese; userà tutta la propria influenza per spingere in avanti le OO e OP già esistenti e per farne sorgere di nuove.

Ernesto V.