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La Voce 47

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVI

luglio 2014


Promuovere la democrazia proletaria!

Il Partito comunista clandestino è l’elemento chiave della lotta contro la repressione


Siamo in guerra!” dicono Marchionne, Berlusconi e Renzi. La concorrenza si combina sempre più largamente con la guerra, sfocia in guerra. Per fare la guerra i vertici della Repubblica Pontificia vogliono serrare i ranghi. Al loro interno divampa la lotta. Ogni gruppo afferma i suoi interessi e il suo ruolo. Per questo cerca appoggio anche presso le masse popolari. Chi crede di aver il mestolo in mano deve impedire che altri vi ricorrano. Nessuno dei notabili PD accetta di perdere la sua clientela e il suo seguito. Persino la destra dei sindacalisti di regime esita a perdere autonomia e potere. I gruppi di potere locali resistono alla riduzione dei finanziamenti alle autonomie locali. La lotta nei vertici della RP si combina con la lotta tra gruppi imperialisti a livello internazionale.

Sfruttiamo in ogni modo le contraddizioni in campo nemico. Contro l’eliminazione di quanto resta dei diritti democratici conquistati con la Resistenza, contro la cancellazione della Costituzione, contro il dilagare della repressione, contro il  regime della criminalità organizzata e del clero, è giusto protestare, è utile la denuncia. Resistiamo con ogni mezzo alla repressione, rendiamo difficile la vita agli agenti della repressione. Ma le proteste, le denunce, la resistenza alla repressione, la solidarietà con i compagni colpiti dalla repressione, saranno tanto più efficaci quanto più forte, attivo e onnipresente sarà il Partito comunista clandestino, quanto più l’azione delle masse popolari sarà spalleggiata dal suo lavoro clandestino. L’attività del Partito comunista non deve dipendere dalle decisioni della borghesia imperialista e del suo clero. Non deve dipendere da quanto con denunce e proteste riusciamo a intralciare e frenare l’azione della borghesia. Dipende solo da noi, da quante forze riusciamo a raccogliere, dal livello a cui siamo capaci di agire. E questo possiamo sempre migliorarlo.

A conforto della nostra posizione riportiamo quanto nel 1915, a un anno dall’inizio della prima Guerra Mondiale, scrive Lenin dell’azione del partito comunista in Russia.

Il clandestino Partito operaio socialdemocratico della Russia ha fatto il suo dovere di fronte all'Internazionale. La bandiera dell'internazionalismo non ha tremato nelle sue mani. Da lungo tempo il nostro partito era giunto alla rottura organizzativa con i gruppi e gli elementi opportunisti. La palla di piombo dell'opportunismo e della "legalità ad ogni costo" non pesava ai piedi del nostro partito. Questa circostanza l'ha aiutato ad assolvere il suo compito rivoluzionario (...).

All'inizio della guerra, il governo zarista ha arrestato ed esiliato migliaia e migliaia di operai avanzati, membri del nostro POSDR clandestino. Questa circostanza, e la proclamazione dello stato d'assedio nel paese, la soppressione dei nostri giornali, ecc., hanno ostacolato il movimento. Ma, ciononostante, il lavoro clandestino rivoluzionario del nostro partito procede ugualmente. A Pietrogrado, il comitato del nostro partito fa uscire un giornale clandestino: il Proletarski Golos.

Gli articoli dell'organo centrale Sozial-Demokrat, che si pubblica all'estero, sono riprodotti a Pietrogrado e diffusi nella provincia. Si stampano volantini illegali che vengono distribuiti nelle caserme. Nei dintorni della città, in varie località isolate, si tengono riunioni clandestine di operai. In questi ultimi tempi, a Pietrogrado, sono incominciati grandiosi scioperi di operai metallurgici. In rapporto a questi scioperi, il nostro Comitato di Pietrogrado ha diffuso manifestini fra gli operai.

(da Lenin, Il socialismo e la guerra, autunno 1915 in Opere vol. 21)