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La Voce 47

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVI

luglio 2014

Cura e formazione degli uomini e delle donne


Ancora sulla cura e formazione degli uomini e delle donne


Nel numero precedente di La Voce, il 46 dello scorso marzo, abbiamo introdotto la rubrica Cura e formazione degli uomini e delle donne dicendo che il compito più delicato e complesso della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che il Partito promuove contro la borghesia e il clero è la formazione dei membri del Partito e la trasformazione in comunisti dei membri della Carovana del (n)PCI e di tutti quelli che oltre ad aspirare ad instaurare il socialismo nel nostro paese, sono capaci di compiere lo sforzo necessario per trasformarsi, nonostante l’attuale avverso contesto sociale creato dal declino in cui il movimento comunista è incorso nella seconda parte del secolo scorso a causa dei limiti che non ha saputo superare e del profitto che la borghesia e il clero ne hanno tratto. Questa opera di formazione e di trasformazione è il campo decisivo per lo sviluppo della nostra impresa: sono infatti gli uomini che fanno la storia. Senza un partito comunista all'altezza dei compiti che la situazione pone, non è possibile condurre vittoriosamente la GPRdiLD. Il partito comunista per essere adeguato ai suoi compiti deve essere composto da compagni che assimilano e applicano la concezione comunista del mondo e contribuiscono alla sua ulteriore elaborazione. Ma la concezione comunista del mondo è una dottrina che si apprende, si assimila e si usa per la trasformazione del mondo, la si applica. È una guida per l’azione. Quindi la sua esistenza e ulteriore elaborazione implicano uomini e donne capaci di usarla e applicarla nella loro attività. Essa quindi non implica solo un’attività intellettuale, ma anche una condotta, una morale, come l’arte del muratore esiste e si sviluppa grazie a persone che oltre che conoscere e pensare, sono anche fisicamente capaci di costruire.

In altre parole, il problema fondamentale, decisivo della costruzione del Partito comunista nei paesi imperialisti, quindi del “consolidamento e del rafforzamento del Partito” che abbiamo fondato dieci anni fa, nel 2004, è il problema della riforma intellettuale e morale dei suoi membri e di quelli che lo diventano. I membri del Partito affrontano in questi anni, con un particolare sforzo individuale guidato dal Partito, compiuto da ogni individuo nell’ambito e con l’aiuto del collettivo di Partito di cui è membro, un processo di trasformazione della propria concezione del mondo, della propria mentalità e in una certa misura anche della propria personalità: quel processo che la massa della popolazione compirà invece sulla base della propria esperienza, nell’ambito della rivoluzione socialista e della transizione al comunismo nella fase socialista della storia dell’umanità; quel processo attraverso il quale le masse popolari diventeranno capaci di gestire la propria vita senza più classi dominanti e senza più gruppi e apparati dirigenti, senza Stati, nell’ambito di quella associazione in cui il libro sviluppo di ogni individuo sarà la condizione del libero sviluppi di tutti (K. Marx e F. Engels, Manifesto del partito comunista, 1848 - conclusione del II capitolo). I tempi di questa trasformazione sono anche i tempi dello sviluppo della nostra impresa, della rivoluzione socialista. A quanti ci chiedono e si chiedono come mai avanziamo “cosi lentamente”, noi in sintesi rispondiamo: “guardatevi allo specchio”, chiedetevi come mai faticate tanto a trasformarvi e avete la risposta alla domanda che giustamente vi ponete.

Continuiamo in questo numero il tema della rubrica con la pubblicazione di altri cinque tra articoli e lettere stesi dal compagno Federico nel corso del processo di critica-autocritica-trasformazione (CAT) il cui prologo il compagno stesso ha descritto nella lettera aperta alla redazione che ha dato il via alla rubrica (La Voce 46, pagg. 17-21).

Rosa L.