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  La Voce 42 del (nuovo)Partito comunista italiano

Viva il III Congresso del P. CARC

Saluto del segretario generale del (nuovo) PCI, compagno Ulisse, al III Congresso del P. CARC.

8° Anniversario della fondazione
3 ottobre 2004

Viva il nuovo
Partito Comunista Italiano!

 

Il nuovo PCI è stato fondato e vive nella clandestinità.

Il (n) PCI così è libero dalle autorità della Repubblica Pontificia: quali che siano le loro manovre, ostacolano ma non possono impedire la sua attività. Dalla clandestinità il Comitato Centrale, i Comitati di Partito e le Commissioni di Lavoro svolgono su larga scala l’attività necessaria per mobilitare gli operai e le masse popolari a organizzarsi e per orientare, organizzare e dirigere le masse popolari organizzate a fare la rivoluzione socialista.

Lo sviluppo della rivoluzione socialista dipende da quanto giustamente e quanto profondamente noi comunisti comprendiamo la realtà, da quanto giustamente l’analizziamo e dal metodo con cui svolgiamo la nostra attività.

L’essenza del partito comunista consiste 1. nell’essere depositario, elaboratore e personificazione della concezione comunista del mondo e 2. guidandosi con essa promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari che il Partito dirige a trasformare l’attuale società fino a instaurare il socialismo e compiere la transizione al comunismo.

Il Partito comunista è un’organizzazione ideologica, cioè fondata sull’adesione alla concezione comunista del mondo. Ma è anche una organizzazione che da subito esercita il suo ruolo di organizzare, mobilitare, dirigere le masse popolari nella lotta di classe che si svolge attorno a noi, in ogni sua espressione, facendone una scuola di comunismo. Cioè è eminentemente un’organizzazione politica.

Il vostro Congresso si svolge in un momento grave ma proprio per questo ha una grande importanza. Voi potete fare di questo Congresso un evento decisivo.

Chi oggi guarda al nostro paese, se riflette su dove le classi dominanti lo stanno portando, se non è comunista è preso dal panico. Il peggio è che la situazione degli altri paesi in Europa, dalla Grecia alla Germania, non è migliore ed è una situazione da incubo. E questo vale per tutto il mondo.

L’enorme potenziale scientifico, le grandi risorse e le potenti forze produttive di cui oggi l’umanità dispone, le classi dirigenti le impiegano non per alleviare la fatica dei lavoratori, non per migliorare le miserabili e precarie condizioni in cui ancora vive gran parte dell’umanità, non per rendere più bello e sicuro da vivere il pianeta su cui viviamo. Le adoperano per fare profitti e peggiorano la situazione. Saccheggiano il pianeta. Inquinano l’ambiente. Rendono più precaria e misera la vita anche di quella parte dei lavoratori che avevano conquistato un po’ di benessere, di diritti e di sicurezza, in sostanza i lavoratori dei paesi imperialisti. Sottomettono la popolazione degli altri paesi a fatiche, ad aggressioni e a una miseria tale che a milioni rischiano la vita e sfidano le polizie che presidiano le frontiere dell’Europa e del Nord America.

L’enorme potenziale scientifico, le grandi risorse e le potenti forze produttive di cui oggi l’umanità dispone, le classi dominanti le adoperano per il lusso e lo spreco dei ricchi e del clero, per le conquiste planetarie e, peggio ancora, per produrre armi, per suscitare guerre e inviare soldati, sabotatori e intriganti in ogni angolo del mondo e per costringere a una corsa forsennata a nuovi oggetti e spettacoli creati a getto continuo, la cui principale

 

 ragione di nascita e il cui senso principale è che il sistema capitalista non potrebbe continuare ad esistere senza produrre sempre più cose da vendere, non importa cosa. Armi, nuovi giocattoli, grandi opere, lusso e sprechi sono i campi in cui più vengono profuse e sfoggiate le risorse scientifiche. I signori della Terra costringono miliardi di uomini ad assistere allo sfoggio dei loro grattacieli ogni giorno più alti e a subire di giorno in giorno più controlli e più miseria, esposti a maggiori rischi nucleari, sismici, climatici, militari e sociali e a maggiori umiliazioni. Essi cercano di corrodere dall’interno gli uomini e le donne, in particolare i giovani, di coinvolgerli in una gara a competere. La nuova fede che propinano è la produttività per la competizione e per la concorrenza: vorrebbero costringerci a subordinare ad essa tutta la nostra vita, la nostra civiltà e noi stessi. In nome della crisi e del debito stanno distruggendo le conquiste di civiltà e di benessere che avevamo loro strappato e che nemmeno cinquanta anni fa a miliardi di uomini sembravano a portata di mano, la condizione che tutti avremmo raggiunto e anche oltrepassato. Ma non c’è proprio modo di porre fine a questa follia?

Voi siete riuniti a Congresso non solo per rafforzare in ognuno di voi la convinzione che l’umanità può porre fine a questa follia, non solo per proclamarlo, ma, più importante ancora, per mettere a punto e rendere più efficaci i mezzi e le vie della lotta per dare un altro corso alla vita dell’umanità, a partire dal nostro stesso paese. Non c’è infatti dubbio che proprio per le strette relazioni che ai loro fini miserabili e folli i capitalisti hanno creato tra tutti i paesi del mondo, ogni paese che avanza nell’emancipare se stesso, indica la strada e aiuta anche gli altri paesi ad emanciparsi dalla follia degli attuali signori della Terra, a spezzare le catene del loro sistema imperialista e a costruire un nuovo mondo.

Il nuovo mondo che l’umanità può e quindi deve costruire per liberarsi dall’incubo con cui i signori di oggi l’opprimono, è il comunismo. Il socialismo è la via per arrivarci a partire dal rovesciamento delle classi che attualmente dominano l’umanità. Noi, voi e altri lo stiamo facendo nel nostro paese, per noi e per tutta l’umanità. Altri lo stanno facendo in ogni angolo del mondo. È certamente un’impresa difficile, si tratta di scoprire paese per paese e zona per zona i passi da compiere giorno dopo giorno: infatti anche la più lunga marcia è fatta di tanti passi. Anche se l’obiettivo è chiaro, il percorso va aperto secondo le condizioni particolari e concrete di tempo e luogo.

Ma è un percorso possibile e l’obiettivo è certo. È il percorso sul quale l’umanità a partire dalla Rivoluzione d’Ottobre quasi cento anni fa ha costruito i primi paesi socialisti e ha diffuso slancio, fiducia in se stessi e speranza tra gli sfruttati e gli oppressi di ogni angolo del mondo. È la scoperta più grande che i fondatori del movimento comunista hanno fatto, gettando luce sul percorso fatto dall’umanità nel passato, mostrando il senso del cammino apparentemente vario e scombinato che essa aveva fatto nei secoli e nei millenni e indicando dove l’umanità doveva andare, quale futuro poteva costruirsi sviluppando e facendo valere nella sua attività pratica, in particolare negli ordinamenti e nelle relazioni che formano la società, il meglio di quello che aveva fin qui creato e delle sue potenzialità che la sua stessa storia mostrava, nonostante i tormenti, le sconfitte e gli errori attraverso cui l’umanità era passata.

Ma allora, ci dicono oggi in molti, perché siamo nell’incubo attuale? Perché l’impresa che l’umanità aveva incominciato quasi un secolo fa rompendo con la prima guerra mondiale imposta dai capitalisti e benedetta dai loro preti, perché questa impresa non è proseguita, perché non ha vinto, ma anzi le grandi masse dell’umanità ne hanno quasi perso perfino il ricordo?

Compagni, abbiamo subito una sconfitta proprio perché era una nuova grande impresa dell’umanità sfruttata e oppressa! Proprio perché è un’impresa che l’umanità sfruttata e oppressa deve compiere essa stessa ed è un’impresa radicalmente nuova rispetto alle precedenti, perché nei millenni passati il grosso dell’umanità ha solo lavorato e combattuto agli ordini dei si gnori, dei loro preti e dei loro amministratori!

Non abbiamo quindi imparato quello che oggi abbiamo bisogno di sapere e di fare. Dobbiamo impararlo. È certo che possiamo impararlo, come tutti hanno imparato a leggere e a scrivere, cosa che per secoli era riservata ai preti e ai ricchi: dobbiamo imparare come emanciparci dai capitalisti e dalle relazioni e ordinamenti sociali che essi impongono, come vivere senza di loro. Questo sta a noi, è un’impresa che ha le sue proprie difficoltà come ogni impresa nuova. È inoltre un’impresa che i signori della Terra cercano di impedire in ogni modo. Contro i primi paesi socialisti hanno mobilitato tutte le forze del cielo e della terra, per “soffocare il bambino nella culla” come disse uno dei loro capi, Winston Churchill, riferendosi all’Unione Sovietica appena nata.

Noi comunisti non siamo riusciti a tenere il passo dei nostri successi, non abbiamo capito abbastanza a fondo e in tempo utile cosa dovevamo fare per continuare. Per questo l’umanità è nuovamente finita nelle mani dei capitalisti e dei loro preti, per questo siamo nell’incubo attuale. Ma sappiamo che possiamo uscirne. Ne usciremo, perché possiamo farlo e lo faremo. Quanto più ognuno di noi e di voi ci metterà di sforzo e di intelligenza e quanto più porteremo su larga scala questo messaggio a quelli che ne hanno bisogno e susciteremo il loro slancio, tanto più presto usciremo a vedere la luce del nuovo mondo, tanto minori saranno le rovine che i capitalisti e i loro preti riusciranno a fare.

Organizzare le masse popolari a resistere in ogni campo e su ogni terreno alle malefatte della giunta Monti-Napolitano, passare alla riscossa e all’offensiva fino a costituire un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e Popolari, il Governo di Blocco Popolare, è il tratto immediato della strada che dobbiamo fare nel nostro paese. Il Partito dei CARC si batte da tempo e con onore su questa strada. Esplora e pratica tutte le vie praticabili alla luce del sole. Il Partito comunista lo sostiene dalla clandestinità, assicura la continuità della sua opera quali che siano le misure illegali e legali, palesi e segrete a cui le Autorità della Repubblica Pontificia ricorreranno per soffocare la vostra opera. Noi siamo il vostro retroterra e saremo un retroterra sicuro. La vittoria che abbiamo insieme conquistato a Bologna il 17 ottobre contro la Repubblica Pontificia dopo i quasi dieci anni di scaramucce dell’Ottavo Procedimento Giudiziario, è una vittoria per tutte le masse popolari.

La grande partecipazione alla manifestazione del No Monti Day ha confermato che le masse popolari rispondono quando un centro autorevole chiama alla lotta. Voi avete dato un grande contributo a far costituire questo centro e a fargli lanciare l’appello. Ora si tratta di partire dal risultato raggiunto e passare a un livello superiore: rafforzare e moltiplicare Organizzazioni Operaie e Popolari e costituire al più presto il Comitato di Salvezza Nazionale.

 

Avanti quindi compagni. Con coraggio, con tenacia, con generosità e con fiducia. Noi vinceremo, perché conquisteremo il cuore e la mente di una parte crescente dei lavoratori e delle masse popolari e insieme non daremo tregua ai padroni e ai loro servi, italiani e stranieri. Instaureremo il socialismo, collaboreremo con i lavoratori degli altri paesi, di tutto il mondo e faremo del nostro paese un giardino fiorente. Nessuno vivrà più nella paura delle scosse di terremoto, nessuno vivrà più nell’insicurezza e nella miseria, vittima della sopraffazione, esposto ai rischi di guerre e attentati, ai rischi climatici, dell’inquinamento, del nucleare!

Questa è l’opera che insieme stiamo compiendo. Questa è l’opera a cui chiamiamo tutti i lavoratori, i giovani, le casalinghe, gli immigrati e i pensionati del nostro paese a collaborare e a organizzarsi.

 

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

Viva il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza, per il Comunismo! *

 

 

La Voce n. 42
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