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  La Voce 41 del (nuovo)Partito comunista italiano

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e
Liste Civiche disgregano i partiti di regime.
Movimento dei Forconi, Movimento dei Pastori Sardi:
mobilitazione dei lavoratori autonomi

 

La costituzione della Giunta Monti-Napolitano non ha rallentato, forse addirittura ha accelerato la disgregazione del regime della Repubblica Pontificia; anche gli avvenimenti internazionali hanno stimolato e stimolano la disgregazione.

Nella grande borghesia industriale e finanziaria crescono i contrasti: Squinzi presidente Confindustria dichiara una boiata la “riforma del lavoro” che Fornero e Monti portano come un trofeo a Bruxelles. In Vaticano i cortigiani litigano apertamente e coinvolgono la società civile. Il taglio della spesa pubblica attizza la rivolta negli Enti Locali. Grande fermento nella società civile e nella sinistra borghese: referendum, ALBA, Comitato No Debito. M5S prospera e le Liste civiche si moltiplicano anche se è improbabile che il regime arrivi alle elezioni di primavera. I lavoratori autonomi si organizzano e scendono in lotta. La destra sindacale finge di protestare (perfino Angeletti minaccia lo sciopero generale come se fosse un fantasma spaventa-bambini) ma involontariamente offre mille occasioni per promuovere la protesta popolare, l’organizzazione delle masse popolari e l’elevamento della loro coscienza politica e ideologica. Noi comunisti dobbiamo sostenere con tutte le nostre forze ogni movimento di protesta e disgregazione: senza la distruzione del vecchio ordine non ci può essere costruzione. Nello stesso tempo dobbiamo promuovere gli elementi della costruzione che sfocerà nell’instaurazione del socialismo. Creazione delle tre condizioni, formazione del governo ombra, rendere il paese ingovernabile da governi emanazione dei vertici della RP, promuovere la formazione di ACE e in generale di ALE, costituzione del GBP con le Sei Misure Generali come suo programma. Le nostre tattiche a livello nazionale sono adeguate e ben definite. La concezione comunista del mondo ci fornisce gli strumenti per tradurle nel particolare e promuoverle nel concreto di ogni zona, di ogni movimento, di ogni organismo, di ogni individuo, di ogni ambiente. Non è facile, ma impareremo a tradurre nel particolare e nel concreto. Sappiamo che dobbiamo farlo e il resto è questione di esperienza. Non bisogna aver paura di sbagliare. Basta correggere gli errori: ne faremo molti, ma avanzeremo.

Si creerà una grande confusione. Non dobbiamo avere paura del disordine. È inevitabile ed è la premessa della costruzione del futuro ordine, dell’instaurazione del socialismo. I promotori e i membri del GBP non avranno esperienza, è inevitabile, ma governeranno della direzione giusta, appoggiati dalle OO e OP e al loro servizio, impareranno. Il grande vantaggio di noi comunisti è che sappiamo dove andare. Dobbiamo infondere fiducia e indicare la strada.

 

Certamente aumenteranno anche le prove di fascismo e i tentativi di mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Possiamo impedire che la mobilitazione reazionaria prevalga. Non possiamo impedire prove e tentativi. Dobbiamo non temere prove e tentativi: combattiamoli e impareremo a rivoltarli a vantaggio della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari.

La borghesia che cerca di promuovere movimenti di massa (i fascisti, i promotori delle prove di fascismo, i promotori della mobilitazione reazionaria, in una parola gli agenti della borghesia, gli agenti cui la borghesia deve ricorrere, i personaggi su cui deve appoggiarsi, la malavita territoriale) devono ognuno partire dall’interno delle masse popolari, da una contraddizione che le masse vivono, che opera al loro interno. Avranno soldi e altri appoggi dalla borghesia, dal clero e dal loro Stato, ma devono far leva su una contraddizione interna alle masse, devono conquistare egemonia tra le  masse: questa è la principale differenza, ai nostri fini, tra la promozione della mobilitazione reazionaria delle masse popolari e la repressione che la borghesia e il clero esercitano con la polizia e altri apparati dello Stato (questi vengono dall’esterno delle masse popolari, operano come corpi estranei).

Nei movimenti di massa la borghesia riesce a occupare solo lo spazio che noi le lasciamo, solo quello che noi non occupiamo. Pur con questo, la borghesia non può “andare a fondo”, perché direttamente o indirettamente la contraddizione su cui fa leva per promuovere la mobilitazione reazionaria, è un risultato della sua dominazione. Se andasse a fondo finirebbe per colpire se stessa. I nazisti mobilitavano i disoccupati a svaligiare i negozi degli ebrei. Ma non potevano mobilitare i disoccupati a svaligiare tutti i negozi, tanto meno a partire dai più ricchi e ben forniti! Il fascismo del ventennio ha dovuto annegare le istanze di rinnovamento su cui aveva fatto leva, nelle pastoie della monarchia sabauda, della Corte Pontificia, delle relazioni generali della borghesia e degli agrari, delle banche e delle istituzioni finanziarie e dei loro legami internazionali. È in definitiva per questo che la Lega Nord è finita ad annaspare nelle sabbie mobili del marciume della Repubblica Pontificia. Chi fa leva sul bisogno delle masse di cambiare ma è legato alla borghesia e al clero, non può andare fino in fondo e finisce per invischiarsi nel vecchio. Tanto più rapidamente quanto più noi comunisti siamo presenti e lo incalziamo.

Ovunque la borghesia, per mano di fascisti, promotori di prove di fascismo, reazionari e conservatori come la destra sindacale alla Camusso, deve conquistare egemonia tra le masse, ovunque non si basa sulla repressione fatta direttamente e apertamente dalla polizia e da altri apparati statali, lì noi comunisti non dobbiamo mai cedere il terreno, dimetterci, ritirarci. Sarebbe un aiuto dato a loro. Dobbiamo impugnare la contraddizione su cui la borghesia fa leva. Noi possiamo svilupparla fino in fondo, fin dove la borghesia stante la sua natura non può arrivare. In questo modo non solo la isoliamo (isoliamo i suoi agenti), ma rivoltiamo contro di lei la sua opera, l’opera dei suoi agenti. Dobbiamo solo avere il coraggio e l’intelligenza di sviluppare la contraddizione fino in fondo, senza paura delle forme in cui si presenta, tanto meno della presenza e dell’opera degli agenti della borghesia. Noi dobbiamo gettarci sulla contraddizione e metterci all’avanguardia nello svilupparla. Non dobbiamo concentrare i nostri sforzi e i nostri attacchi principalmente contro gli agenti della borghesia. La masse li isoleranno perché essi non oseranno arrivare, spingersi fin dove esse per opera nostra vengono. Non dobbiamo concentrare le nostre critiche sui difetti del movimento, ma piuttosto sui limiti che i reazionari non osano superare.

 

Questo criterio illumina la nostra strada, è un principio ispiratore delle nostre tattiche anche di fronte a movimenti come il Movimento dei Forconi, il Movimento dei Pastori Sardi, il Movimento 5 Stelle (Grillo & C). Non dobbiamo basarci principalmente su quello che dicono, sulle parole d’ordine che lanciano, sui simboli che inalberano. Tanto meno dobbiamo basarci principalmente su quello che dicono i promotori e i capi. Dobbiamo principalmente basarci sulle contraddizioni che muovono i seguaci, il grosso del movimento. Queste contraddizioni dobbiamo individuarle e su di esse dobbiamo far leva impugnandole noi comunisti.

Se agiremo con coraggio e con intelligenza certamente vinceremo!

Riccardo A.

 

 

 

La Voce n. 41
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