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  La Voce 40 del (nuovo)Partito comunista italiano

Perché dobbiamo assolutamente studiare
la concezione comunista del mondo

 

Se le cose continuassero ad andare come vanno ora, il mondo è avviato a una catastrofe e il nostro paese con esso. La borghesia promette e annuncia di giorno in giorno la fine della crisi solo per soffocare l’opposizione alla sue manovre. In realtà la crisi del capitalismo è un processo che sfugge al controllo della borghesia, delle sue istituzioni e delle sue autorità. Le loro manovre mirano solo a sopravvivere, a perpetuare il loro sistema di relazioni sociali nonostante la crisi del capitalismo. La sostanza di queste manovre consiste nel peggioramento delle condizioni delle masse popolari, per estorcere ad esse una parte maggiore del prodotto sociale e per ridurre la loro libertà d’azione. La disoccupazione e la precarietà aumentano, il potere d’acquisto e i servizi pubblici diminuiscono, i diritti democratici vengono ridotti, l’arbitrio e la prepotenza delle autorità aumentano.

Se le cose procedono come sono avviate, la catastrofe è inevitabile. Ogni persona onesta che ha una certa conoscenza dell’andamento delle cose può avere dubbi sul quando e sulle forme concrete della catastrofe, ma non ha dubbi sul fatto che una minaccia oscura e grave incombe su di noi e che le manovre della borghesia e delle sue autorità l’avvicinano. Come non vi erano dubbi sul fatto che la crisi del capitalismo iniziata a metà degli anni ’70 del secolo scorso avrebbe portato alla fase terminale in cui siamo entrati alla fine del 2007, così non vi sono dubbi sul fatto che questa fase terminale sfocerà in una catastrofe se le cose dovessero seguire il corso degli ultimi quattro anni.

Il corso su cui il sistema imperialista mondiale e con esso la Repubblica Pontificia hanno portato il mondo porta a una catastrofe. Noi comunisti possiamo evitarla cambiando il corso della cose. In particolare noi comunisti italiani possiamo evitarla cambiando il corso delle cose nel nostro paese. Data la posizione che il nostro paese e la Repubblica Pontificia occupano in Europa e nel mondo, con la nostra opera condotta con successo qui nel nostro paese, daremo un contributo potente, con buoni motivi direi irresistibile alla rinascita del movimento comunista in Europa e nel mondo e la rinascita del movimento comunista cambierà il corso delle cose in tutto il mondo.

Questa è la situazione in cui svolgiamo la nostra attività. Questo è il nostro internazionalismo. Questo indica il senso di responsabilità con cui dobbiamo considerare il lavoro che svolgiamo.

 

Per quanto riguarda il nostro paese noi abbiamo fissato una linea: creare le condizioni perché le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari costituiscano un loro governo d’emergenza (lo abbiamo chiamato Governo di Blocco Popolare) composto dalle persone che già oggi più godono della fiducia delle OO e OP e che sono decise a dare forma e forza di legge ai provvedimenti che caso per caso le OO e OP indicano per fare immediatamente fronte agli effetti più gravi della crisi, provvedimenti che devono essere coerenti con le Sei Misure Generali che costituiscono il programma del GBP. Sbagliano i partiti e gruppi comunisti che alimentano le denunce e le proteste in attesa di quando saranno abbastanza forti per prendere il governo del paese: così facendo non ci arriveranno mai. La costituzione del GBP, la sua opera e la difesa della sua esistenza e della sua opera da parte delle OO e OP accelereranno la rinascita del movimento comunista fino a consentire l’instaurazione del socialismo. Solo questa porrà fine alla crisi del capitalismo perché avvierà la fine del capitalismo stesso. L’instaurazione del socialismo porrà fine alla fase di decadenza e riaprirà una nuova fase di progresso per il nostro paese nel contesto della ripresa e del progresso di tutto il mondo.

 

Questo è il quadro generale dell’attività di noi comunisti. È un quadro a grandi linee. Alcune delle singole parti sono già definite in maggiore dettaglio e le altre lo saranno man mano che la nostra opera avanzerà. Si tratta infatti dell’opera che  sarà nella realtà compiuta dagli operai organizzati e con loro dal resto delle masse popolari organizzate. Quindi essi daranno e solo essi possono dare forme definite al nuovo corso delle cose. Sarebbe sbagliato oltre che impossibile volere definire oggi in ogni dettaglio il corso delle cose. Ma sarebbe sbagliato anche non avere una concezione a grandi linee del corso delle cose, limitarsi a far fronte alle situazioni come il buon senso detta, improvvisando, reagendo caso per caso alle manovre della borghesia e delle sue autorità. Ed è proprio questo il rischio maggiore cui siamo esposti, data l’influenza che la sinistra borghese esercita nelle nostre file, tra i nostri simpatizzanti e su noi stessi, data l’atmosfera da cui siamo ancora circondati.

 

Ciò che ci consente di avere una visione d’insieme e a grandi linee del percorso che l’umanità deve compiere e di stabilire cosa fare oggi e subito e cosa può essere fatto solo successivamente, è la concezione comunista del mondo. Essa ci spiega anche come l’umanità (e il nostro paese come parte di essa) è venuta a trovarsi nella situazione attuale. La concezione comunista del mondo è la filosofia della storia dell’umanità, la scienza della storia dell’umanità. Illustra il corso del passato che ha generato il presente e indica nel presente i presupposti del futuro che dobbiamo costruire. È la scienza fondata da Marx ed Engels attorno alla metà del secolo XIX. Su questa scienza si è costruito il movimento comunista cosciente e organizzato. È la scienza che da allora il movimento comunista cosciente e organizzato usa come guida della sua azione e che il movimento comunista cosciente e organizzato migliora, corregge e arricchisce man mano che procede la sua azione, facendo tesoro dei suoi successi e delle sue sconfitte. È la scienza della costruzione del nuovo mondo, del mondo del futuro prossimo degli uomini. Tanto più prossimo, quanto maggiore e imminente è la catastrofe verso cui ci porterebbe il corso delle cose se esso dovesse continuare a svolgersi come avviato.

 

Il (nuovo) Partito comunista italiano si è costituito (nel 2004) per decisione del gruppo di comunisti che, dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, avevano ricomposto il patrimonio di questa scienza, facendo il bilancio dei successi e dell’esaurimento della prima ondata e dell’esperienza complessiva del movimento comunista. Esso è stato fondato sulla base della comune adesione a questa scienza e dell’adozione di essa come guida per la propria azione. Questa scienza è esposta nel Manifesto Programma del nuovo Partito comunista italiano. Tutti quelli che entrano a far parte del Partito devono studiarla e assumerla come guida per la propria azione individuale e degli organismi di cui fanno parte.

Di fronte all’aggravarsi della crisi del capitalismo, al marasma in cui la borghesia e il clero hanno gettato il mondo e alla catastrofe verso cui lo portano, il Partito ha in questi mesi lanciato una campagna di corsi sulla concezione del mondo tra i membri delle organizzazioni in qualche modo facenti parte della carovana del Partito o legate ad essa e tra i simpatizzanti del Partito per reclutare nuovi membri del Partito e così potenziare l’opera per porre fine alla crisi e al capitalismo sopra descritta. Di conseguenza si sono poste e si pongono alcune questioni, che si riassumono in quattro.

La concezione comunista del mondo è un corpo di dottrine definito e compiuto da apprendere, una guida analoga alle “istruzioni per l’uso” che i fabbricanti forniscono ai clienti o al catechismo che i preti insegnano ai loro fedeli?

Il compito di noi comunisti è conquistare nuovi “credenti”, aumentare il numero delle persone che condividono la concezione comunista del mondo? L’instaurazione del socialismo diventa possibile, diventerà realtà perché e quando avremo aumentato il numero dei “credenti”?

Che relazione c’è tra l’insegnamento della concezione comunista del mondo e la trasformazione pratica del mondo?

Che relazione c’è tra la concezione comunista del mondo esposta nel Manifesto Programma del Partito e le tesi che via via il Partito viene elaborando ed esponendo nella sua propaganda (rivista, comunicati, scritti, discorsi, riunioni)?

 

1. La concezione comunista del mondo è un corpo di dottrine, di tesi sul passato e sul presente dell’umanità. Queste tesi  vanno studiate: non sono tesi di buon senso, di senso comune, che ognuno può con qualche approssimazione dedurre dalla sua esperienza, che illustrano la realtà immediata che ci circonda, che vengono impresse in noi dalla pratica corrente. Sono il risultato di una ricerca e dell’applicazione in essa dei migliori strumenti conoscitivi che l’umanità ha elaborato. Nello stesso tempo è un sistema di dottrine aperto in due sensi.

In primo luogo, aperto nel senso che queste dottrine sono traducibili da ogni compagno e da ogni organismo nella realtà immediata che lo circonda (traduzione del generale nel particolare): da qui ogni compagno e organismo parte per definire nel particolare la linea che applicherà nel concreto. In questo senso non sono “istruzioni per l’uso” e regole da seguire, ma principi e criteri per trovare cosa fare nel particolare e come.

In secondo luogo, aperto nel senso che man mano che avanziamo nella trasformazione del mondo, nella distruzione del vecchio mondo e nella costruzione del nuovo, scopriamo nuove dottrine, principi e criteri che arricchiscono, trasformano o sostituiscono le singole dottrine. Un esempio: la prima organizzazione internazionale degli operai aveva come asse della sua attività mettere in contatto tra loro le organizzazioni operaie e gli organismi che si erano formati nei primi paesi capitalisti. Il compimento di quest’opera mise in luce che l’asse dell’azione dei comunisti doveva essere la formazione di organizzazioni di classe in ognuno dei paesi capitalisti: su questo venne costruita la Seconda Internazionale. Il lavoro compiuto dalla Seconda Internazionale mise in luce che i comunisti dovevano formare partiti basati sull’adesione alla concezione comunista del mondo e sulla sua assunzione come guida della loro azione: su questa base venne costituita l’Internazionale Comunista i cui partiti furono alla testa della prima ondata della rivoluzione proletaria e dei primi paesi socialisti. Lo svolgimento della prima ondata della rivoluzione proletaria ha messo in chiaro che la rivoluzione socialista che culmina nell’instaurazione del socialismo non è un’insurrezione popolare che scoppia e nel corso della quale il partito comunista prende il potere, ma è una guerra popolare rivoluzionaria nel corso della quale il partito comunista costruisce attorno a sé il Nuovo Potere. Questa è l’opera che stanno compiendo i partiti comunisti che hanno assunto come guida il marxismo-leninismo-maoismo.

 

2. Noi comunisti dobbiamo aumentare il numero dei membri e degli organismi del Partito. Dobbiamo fare di ogni lotta particolare delle masse popolari e in primo luogo della classe operaia una “scuola di comunismo” (vedi MP pag. 262, nota 30). Un aspetto di questo compito è individuare gli uomini e le donne più generosi e più capaci e spingerli in avanti insegnando loro la concezione comunista del mondo, in modo che la apprendano e conoscano, l’assimilino e la applichino. Ma la forza del movimento comunista e l’avanzamento della sua opera non è dato dal numero dei comunisti. È data dalla larghezza e dalla profondità con cui essi applicano la concezione comunista del mondo nella trasformazione del mondo e da quanto sono capaci di applicarla su larga scala: nel mobilitare, organizzare e guidare la classe operaia e il resto delle masse popolari nella rivoluzione socialista, ossia alla costruzione del Nuovo Potere e all’abbattimento del potere della borghesia e del clero. Entra qui in gioco la relazione tra la quantità e la qualità. Noi comunisti siamo assolutamente contrari a pensare che le cose non avanzano perché “gli altri non capiscono”. Se le cose non avanzano, significa che noi non abbiamo ancora individuato le mosse da fare per far avanzare la situazione concreta in cui operiamo. Quelli che si ostinano a pensare che il mondo non avanza perché “gli altri non capiscono ... gli altri non fanno”, non combinano granché e non è affatto escluso che per sopravvivere finiscano addirittura per fare cose turpi, convinti che “gli eletti” devono imporre la loro volontà “agli altri”. La qualità dei comunisti deve tradursi (si misura da quanto si traduce) in accrescimento del numero dei comunisti e l’accrescimento del numero dei comunisti determina una nuova qualità: la mobilitazione, l’organizzazione della classe operaia e del resto delle masse popolari attorno al Partito comunista, il Nuovo Potere. L’obiettivo e il fattore decisivo non è il numero dei comunisti, ma la formazione del Nuovo Potere. Stante le condizioni pratiche in cui la società borghese costringe gli operai e il resto delle masse popolari, il numero di operai e di elementi delle altre classi delle masse popolari che diventano comunisti è per forza di cose  limitato. Ma esso basta  a determinare la nuova qualità, i comunisti agiscono come il lievito nella pasta del pane. Solo nel socialismo la concezione comunista del mondo diventerà patrimonio e strumento diffuso della massa della popolazione nel socialismo. Questo sarà reso possibile dalle nuove condizioni sociali che implicheranno su scala crescente l’accesso in massa degli uomini e delle donne alle attività specificamente umane: accesso che è un tratto caratteristico e decisivo del socialismo e della transizione al comunismo (vedi MP pag. 249, nota 2).

 

3. Quanto appena detto spiega anche che relazione c’è tra l’insegnamento della concezione comunista del mondo e la trasformazione pratica del mondo. Con l’insegnamento della concezione comunista del mondo (nei corsi che chiamiamo corsi MP di 1° livello) mettiamo in moto il processo di formazione di nuovi comunisti che guidano la trasformazione pratica del mondo. La trasformazione pratica del mondo è la rivoluzione socialista, l’instaurazione del socialismo e la transizione al comunismo. Questo processo non avviene spontaneamente. A differenza dei modi di produzione che lo hanno preceduto e dei vari sistemi di relazioni sociali costruiti sulla base di ognuno di essi, il socialismo e il comunismo implicano un livello crescente di partecipazione cosciente e organizzata della massa della popolazione alla gestione della vita sociale. L’insegnamento della concezione comunista del mondo è quindi il primo gradino della trasformazione pratica del mondo. Questo contrasta con la mentalità corrente della sinistra borghese, con la mentalità del “fai da te”, con la tendenza allo spontaneismo, al rifiuto dell’attività cosciente e organizzata, dell’attività collettiva, degli sforzi e delle difficoltà che essa implica che sono però elemento costitutivo della sua efficacia. L’esaurimento della prima ondata e l’apparente vittoria della borghesia imperialista (che in realtà con questa “vittoria di Pirro” faceva un passo avanti nella nuova crisi generale del capitalismo) hanno comportato l’egemonia della borghesia sulla piccola borghesia, il dilagare del rifiuto dell’organizzazione, della “forma partito” e il dilagare dello spontaneismo (e dell’impotenza sociale del proletariato che esso trascina con sé). Un certo grado di apprendimento della concezione comunista del mondo è quindi indispensabile per ogni membro del Partito comunista, fa parte del programma della sua candidatura al Partito. L’adesione identitaria al Partito, determinata dal prestigio del Partito e dalla volontà di farla finita con il marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno immerso, deve essere punto di partenza per l’apprendimento della concezione comunista del mondo. Il Partito può consolidarsi e svilupparsi in modo sano (centralismo democratico e lotta tra le due linee) solo se tutti i suoi membri hanno almeno una certa conoscenza della concezione comunista del mondo, esposta nel Manifesto Programma del Partito. Il Partito deve mettere ogni candidato nella condizione di apprendere al meglio delle sue capacità la concezione comunista del mondo (corsi MP, alfabetizzazione, ecc.).

 

4. Le tesi che via via il Partito viene elaborando ed esponendo nella sua propaganda (rivista, comunicati, scritti, discorsi, riunioni) sono di due tipi. Alcune fanno parte della traduzione del generale nel particolare delle classi, delle categorie, delle zone, dei settori di lavoro. Sono l’aspetto intellettuale della trasformazione del mondo che compiamo, dell’ampliamento della nostra attività pratica di trasformazione del mondo. Altre fanno parte dell’elaborazione dell’esperienza della rivoluzione socialista che avanza, dell’ampliamento delle nostre relazioni con il resto del Movimento Comunista Internazionale da cui impariamo, dell’approfondimento della nostra conoscenza del passato per cui sulla base della crescita dei nostri compiti e della nostre capacità scorgiamo in esso elementi e aspetti che finora non avevamo rilevato. Sono il modo in cui la concezione comunista del mondo si arricchisce e si trasforma.

 

Queste quattro questioni hanno una certa importanza per promuovere un accesso libero, attivo e creativo all’apprendimento della concezione comunista del mondo, per evitare un accesso dogmatico. Il dogmatismo, cioè prendere il sistema delle dottrine comuniste come verità rivelata, come un sistema di dottrine chiuso e definito una volta per tutte, è una tendenza che esiste tra le masse popolari, effetto dell’influenza della concezione clericale-feudale del  mondo e alimentata dalla tendenza alla delega, alla passività, all’ozio, alla rassegnazione, all’indolenza, ecc. che sono aspetti della condizione di soggezione cui la società divisa in classi relega le masse popolari e in particolare le donne. Nella situazione attuale è particolarmente importante porre delle discriminanti chiare contro il dogmatismo perché lo spauracchio del dogmatismo viene largamente agitato dalla borghesia e da persone, gruppi e tendenze della sinistra borghese da essa influenzate: è un’arma per distogliere dallo studio della concezione comunista del mondo. Una componente del primo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva consiste nel fomentare, propagandare ed esaltare l’indifferenza, l’insofferenza e il rifiuto di tutte le teorie. Per la sua natura di classe in decadenza e il suo ruolo la borghesia imperialista è incapace di elaborare e difendere una concezione del mondo all’altezza della fase attuale della storia dell’umanità, ha ben la sensazione di non poter conquistare la mente delle masse, come per il suo ruolo sociale e per il sistema di relazioni sociali che difende e perpetua ha ben la sensazione di non poterne conquistare il cuore. Di conseguenza essa approfitta del suo ruolo di direzione della società (degli strumenti e delle istituzioni di formazione delle coscienze, di istruzione, di ricerca, di informazione e delle forme di uso del tempo libero dal lavoro) per alimentare la moda dell’ostilità o almeno dell’indifferenza verso ogni teoria ben ponderata, sistematica, che pone scelte precise ed è premessa per una efficace opera di trasformazione della società per darle forme adeguate alle forze materiali e alle conoscenze più avanzate e ai sentimenti migliori di cui oggi l’umanità dispone.

Ernesto V.

 

La Voce n. 40
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