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  La Voce 40 del (nuovo)Partito comunista italiano

La repressione non ci fermerà

 

Il governo Monti è il governo più autorevole (nelle istituzioni della UE e nella comunità internazionale dei finanzieri e speculatori, che di fatto costituiscono un governo mondiale di tipo particolare) che i vertici della Repubblica Pontificia sono riusciti a mettere insieme. È conseguentemente anche il governo più reazionario (contro le masse popolari) e più autoritario dei suoi predecessori. Il regime di controrivoluzione preventiva (Manifesto Programma cap. 1.3.3.) è fortemente incrinato. Vacillano i pilastri due (la partecipazione delle masse popolari alla vita politica borghese è sempre più ristretta, la sinistra borghese è fuori dal Parlamento), tre (le condizioni economiche delle masse popolari peggiorano di giorno in giorno) e quattro (i sindacati complici sono meno autorevoli e cresce l’autorità della sinistra sindacale (FIOM), dei sindacati di base, delle OO e OP). La Repubblica Pontificia ricorre quindi su scala crescente alla mistificazione e diversione (pilastro uno) e alla repressione (pilastro cinque).

 

 Il sito Caccia allo Sbirro

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è sempre attivo.

Al servizio delle masse popolari e dei loro diritti democratici, per la difesa della Costituzione.

Per mettere alla gogna gli agenti che imperversano contro le masse popolari e si distinguono per zelo al servizio dei padroni e per mentalità e condotta fascista e criminale.

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La repressione delle manifestazioni di piazza e di strada di proletari e di lavoratori autonomi, il divieto di organizzazione e di manifestazione sindacali, le intimidazioni e le cariche di polizia contro cortei e presidi, gli arresti e le perquisizioni contro i militanti e sostenitori del movimento NO TAV, l’occupazione militare della Val di Susa, il maggiore attivismo di carabinieri, guardia di finanza e forze armate (il ministro della Difesa è un alto graduato delle forze armate per molto tempo dirigente NATO come Monti lo è stato di Goldman Sachs e della Commissione UE) testimoniano il ricorso crescente alla repressione per mantenere l’ordine pubblico (che per la borghesia e il clero significa sostanzialmente tenere sottomesse le masse: che il paese vada a pezzi, che un po’ di neve faccia decine di morti, che migliaia di persone siano alla fame e alla disperazione, che milioni di uomini e donne siano senza lavoro e senza un ruolo nella società, sono tutti effetti collaterali del loro ordine pubblico).

In questo contesto si collocano i numerosi procedimenti giudiziari contro il nostro Partito e le organizzazioni della sua Carovana. In particolare è ripreso a Bologna l’Ottavo Procedimento Giudiziario per far dichiarare il (n)PCI organizzazione criminale (prima udienza l’8 febbraio con rinvio al 2 maggio) e continua il suo corso il procedimento contro compagni presunti collaboratori del sito Caccia allo Sbirro: ultima udienza il 21 febbraio con rinvio a settembre.

La repressione si aggraverà. Gli obiettivi che il governo Monti è incaricato di raggiungere rendono necessario che ricorra sempre più alla repressione. Non può tollerare iniziative da parte delle masse popolari, non può tollerare la vita autonoma di centri di orientamento e di organizzazione. Siccome la resistenza alla crisi e alle manovre della borghesia e del clero aumenterà, aumenterà la repressione. Bisogna contrastare la repressione e intralciarla in ogni modo.

Contro l’aggravarsi del ricorso delle autorità alla repressione, occorre rafforzare

- la resistenza alla repressione delle organizzazioni e dei compagni e in generale dei lavoratori: non cedere a pressioni e ricatti, non lasciarsi prendere dal panico, non isolarsi ma rafforzare i legami con i compagni e con le organizzazioni in  occasione di ogni operazione repressiva: è una questione politica ma anche di dignità e igiene personale;

- la lotta contro la repressione: ogni azione repressiva del regime deve essere denunciata su larga scala e dare luogo a proteste e manifestazioni pubbliche. Quanto al processo di rottura (usare le iniziative repressive e i procedimenti giudiziari per mettere il regime, le sue istituzioni e le sue autorità, individui e gruppi, sul banco degli accusati, passare da imputati e accusati ad accusatori, indebolire il legalitarismo tra le masse popolari e nella sinistra borghese sollecitando prese di posizione pubbliche e rifiuto della collaborazione), bisogna allargare il ricorso ad esso e portare ad un livello superiore la sua pratica;

- la solidarietà delle masse popolari con i compagni e le organizzazioni che il regime colpisce con le sue operazioni repressive: solidarietà su tutti i piani e a tutti i livelli.

In questo quadro e su queste premesse è importante anche rafforzare le tendenze all’insubordinazione e all’opposizione all’interno delle Forze Armate e della polizia. I sintomi ci sono: si tratta di rafforzare una tendenza in atto. Maggiore sarà la resistenza che incontreranno nella loro azione al servizio dei ricchi, degli speculatori, del clero e delle loro autorità, maggiore sarà la resistenza anche all’interno delle Forze Armate, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza a svolgere lo sporco lavoro che la borghesia e il clero richiedono e le autorità commissionano. Anche nella magistratura e in tutto il corpo degli agenti e servitori della borghesia imperialista e del clero aumenteranno il dubbio, l’incertezza e la preoccupazione per il futuro, man mano che constateranno che le manovre dei loro mandanti non hanno esito, che la crisi del capitalismo si aggrava e, soprattutto, che il centro di raccolta del Nuovo Potere è indistruttibile, continua la sua opera e si rafforza.

Il nuovo Partito comunista si è costruito su basi ideologiche, politiche e organizzative previste per continuare la sua attività quali che siano le operazioni a cui ricorrerà il regime. Sconfitte isolate sono certamente possibili, molte cose dobbiamo ancora impararle, soprattutto sul piano organizzativo abbiamo bisogno di rafforzarci. La crescita dei legami del Partito con le masse popolari rafforzerà la nostra azione.

La continuità dell’attività del Partito, quali che siano le manovre e i delitti a cui la borghesia ricorrerà per soffocarla, è della massima importanza per lo sviluppo della guerra popolare rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia. Il Nuovo Potere è costituito dalle organizzazioni operaie e popolari che si moltiplicano, si rafforzano e si aggregano attorno al Partito. Questa è la rinascita del movimento comunista, questo è il tessuto connettivo della costruzione del Nuovo Potere. La continuità dell’attività del Partito è il fattore portante di tutto il processo.

Questo è quindi il cuore della resistenza alla repressione, per la classe operaia e per le masse popolari. Oggi milioni di uomini e donne non hanno più posto nella società borghese, non hanno alcuna prospettiva di un avvenire dignitoso. I disoccupati ufficiali sono circa tre milioni, i giovani che né lavorano né studiano sono circa altrettanti, i lavoratori precari e in nero sono milioni, i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato vivono nella minaccia di perdere il lavoro

e la borghesia e le autorità diminuiscono giorno dopo giorno i loro redditi reali (il potere d’acquisto), peggiorano le loro condizioni di lavoro e riducono i loro diritti. Noi comunisti miglioreremo costantemente le nostre capacità di mobilitare e organizzare e il nostro numero crescerà. A questi milioni di esseri umani che la borghesia e il clero gettano ai margini della società, daremo una speranza: meglio ancora, daremo uno scopo di vita e la convinzione di essere capaci di costruire essi stessi il loro futuro. Recluteremo così le forze che faranno piazza pulita di questo sistema di relazioni sociali costruendo il nuovo mondo del socialismo e del comunismo. Nessuna manovra repressiva, nessun crimine della borghesia e del clero, per efferato che possa essere, ci fermerà. La vittoria dipende principalmente dalla nostra capacità di elevare il livello della nostra comprensione della realtà e della nostra abilità nel mobilitare, organizzare e dirigere milioni di esseri umani che hanno bisogno del mondo che noi vogliamo costruire.

Dario B.

  

 

La Voce n. 40
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