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  La Voce 40 del (nuovo)Partito comunista italiano

Prendere l’iniziativa in mano, con coraggio e intelligenza!
 

La borghesia e il clero devono far fronte alla crisi del capitalismo. Il loro sistema di relazioni sociali e il loro ordinamento sociale è in una fase di equilibrio instabile tra istituzioni e tra gruppi. Il loro sistema di relazioni internazionale è in una fase di equilibrio instabile tra Stati, istituzioni e gruppi. Essi devono continuamente prendere nuove misure che aumentano lo sfruttamento e la miseria dei proletari, spremono ricchezza ai ceti medi, riducono i diritti democratici di tutti.

 

Quanto al nostro campo, al campo delle masse popolari, dobbiamo considerare quattro parti.

Una prima parte è costituita da persone che si agitano e lottano, alcune si organizzano ma per lo più solo contro le misure che la borghesia ha preso o vuole prendere. L’economicismo è ancora imperante.

Una seconda parte è costituita da persone malcontente ma che non si ribellano: mal sopportano la situazione, ma non si mobilitano ancora, sono sfiduciate o indolenti, comunque rassegnate.

Una terza parte è costituita da persone così abbrutite e succubi della borghesia o del clero da non rendersi neanche conto dell’oppressione e dell’emarginazione che subiscono, da non pensare neanche di poter stare meglio. L’influenza del clero e della borghesia è tale che considerano il loro stato come ordine naturale delle cose.

Una quarta parte è costituita da persone che non sono ancora direttamente colpite dalla crisi, ma ne risentono principalmente tramite gli effetti che essa ha sugli altri. Questa parte è principalmente campo d’azione delle operazioni che conduciamo tramite la “seconda gamba” e qui non ne tratto.

 

Se noi comunisti agiamo, prendiamo l’iniziativa di orientare l’attività di quelli che si agitano (attività vuol dire quello che fanno, consapevolmente o meno) a fare non solo rivendicazioni (non solo contro...), ma oltre che rivendicazioni (contro è la spontaneità e comunque questa è - può essere - l’inizio della presa di coscienza, indica barlumi di coscienza nella persona, organismo o gruppo che si agita), ma anche azioni costruttive del Nuovo Potere, a percorrere tappe di un processo (v. VO 39 pagg. 49-50) di costruzione del Nuovo Potere, mettiamo ogni loro collettivo su una strada che non ha altro limite che la sua capacità di vedere le occasioni (gli appigli) e di agire (avere iniziativa). Questo aumenta le nostre forze, indebolisce quelle della borghesia.

Cosa vuol dire “azioni costruttive del Nuovo Potere”? Il Nuovo Potere significa che le masse popolari (gli operai) sono organizzate in collettivi che si muovono in conformità alla linea del Partito (è il livello più elementare di “aggregazione attorno al Partito”): quindi non solo partecipano a tutte le lotte contro le misure della borghesia e del clero e le promuovono, ma partecipano e promuovono anche lotte che creano le 3 + 1 condizioni per la costituzione del GBP e raccolgono nuove forze rivoluzionarie.

 

Tra quelli che sono rassegnati e quelli che sono abbrutiti, alcuni si sveglieranno a causa di questa nostra attività e dei suoi risultati. Una guerra ben condotta, alimenta la combattività e risveglia e crea fiducia. Altri li sveglieranno la borghesia e il clero che li vorranno attivi, li chiameranno a difesa del loro sistema sociale, con la propaganda contro di noi e incitandoli all’azione contro di noi. In un modo o nell’altro li metteranno in moto, li scuoteranno dalla passività, dalle occupazioni e azioni abituali, dall’isolamento. Li chiameranno ad un’azione sociale e storica. Una azione sociale al servizio della borghesia o del clero? Certo, ma a quel punto noi con le nostre posizioni, con la forza delle nostre ragioni che sono anche le loro (degli oppressi e abbrutiti) e con la ragione della nostra forza già organizzata (dieci persone organizzate hanno la forza di mille non organizzati), li tireremo tutti o in parte dalla nostra parte.

Marco Martinengo

 

 

La Voce n. 40
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