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  La Voce 40 del (nuovo)Partito comunista italiano

Abbasso le leggende metropolitane!
 

Il berlusconismo delle masse popolari
e l’appoggio delle masse popolari al governo Monti
 

Molti intellettuali, compresi alcuni compagni delle nostre file, pretendono di conoscere qual è l’orientamento della massa della popolazione italiana, altri addirittura pretendono di parlare a nome delle masse. Pretendono di sapere come le masse popolari sono schierate su questa o quella questione, per cosa sono disposte a battersi e fino a che punto. Cosa che presuppone che la massa della popolazione italiana abbia sulla questione un orientamento ben definito, una convinzione ben radicata. 

I governi della Repubblica Pontificia nei 20 anni dell’“era Berlusconi”

Centro-destra e centro-sinistra hanno governato circa per lo stesso tempo. Ma il centro-sinistra ha seguito la linea impersonata dalla banda Berlusconi, il “programma comune” della borghesia imperialista.

 

28.04.93 – 10.05.94 Ciampi          (13 mesi)

10.05.94 – 17.01.95 B&B             (8 mesi)

17.01.95 – 18.05.96 Dini               (16 mesi)

18.05.96 – 21.10.98 (Prodi)          (29 mesi)

21.10.98 – 25.04.80 (D’Alema)    (18 mesi)

25.04.80 – 11.06.01 (Amato)        (14 mesi)

11.06.01 – 17.05.06 (B&B)           (59 mesi)

17.05.06 – 08.05.08 (Prodi)          (24 mesi)

08.05.08 – 16.11.11 (B&B)           (42 mesi)

 

Riassumendo, su 223 mesi:

(B&B)                            109 mesi/223          49%

Centro-sinistra                85 mesi/223            38%

        di cui: Prodi            53 mesi/223            (24%)

Dini                                16 mesi/223            7%

Ciampi                            13 mesi/223            6% 

Noi comunisti siamo modestamente consapevoli che senza organizzazione un orientamento ideale comune, una comune valutazione delle cose, un comune giudizio e un proposito comune, in linea generale non esistono tra le masse. L’orientamento delle masse è il risultato della lotta. Solo quando partiti e gruppi conducono un’aperta battaglia tra orientamenti opposti e chiamano le masse, in forme loro accessibili, a schierarsi e organizzano la loro partecipazione alla lotta, si determina tra le masse un orientamento.

Di un orientamento delle masse possiamo parlare con qualche fondamento, quando parliamo di masse organizzate, oppure quando nella vita della società esistono le condizioni per cui le masse sono chiamate ad esprimersi e a schierarsi attorno a determinate proposte. E anche in questo caso bisogna tener conto di vari elementi della situazione per dare giudizi su cui fondare un’azione politica.

Nelle condizioni in cui attualmente si svolge la vita sociale, di norma è sbagliato parlare di un orientamento delle masse  e tanto più è sbagliato chiamarlo a giustificazione del proprio orientamento. Noi comunisti aspiriamo a determinare un orientamento e uno schieramento delle masse a favore dell’instaurazione del socialismo e tutta l’esperienza politica dei paesi imperialisti ci dice che la nostra opera è possibile. Si tratta però di uno schieramento che non abbiamo affatto la pretesa, e anzi diciamo che è sbagliato sostenere che esiste già. Sosteniamo che è un orientamento e uno schieramento che possiamo costruire e che una volta costruito sarà una forza irresistibile che determinerà il corso delle cose nel nostro paese.

La diffusione e la forza delle convinzioni e degli stati d’animo tra le masse popolari si distinguono solo quando un centro autorevole chiama con continuità e determinazione alla raccolta attorno a un obiettivo. Chi aspetta di vedere come tira il vento (i sondaggi) per prendere posizione, è fuori strada, non combinerà niente, si condanna a sbandare ora da una parte ora dall’altra.

Se non è possibile attribuire un dato orientamento alle masse popolari non organizzate, se non dopo che si è condotto una lotta di una certa intensità che ha costretto a schierarsi e a impegnarsi personalmente, è invece del tutto possibile affermare con sicurezza e dimostrare che è arbitraria l’attribuzione alle masse di un dato orientamento.

 Non è vero che le masse popolari sono berlusconiane o leghiste

La destra di Berlusconi-Bossi-Fini ha sempre raccolto molto meno voti di quanti ne raccogliesse la DC con i suoi satelliti e alleati dichiarati (PSI di Craxi) e non dichiarati (MSI-AN), quando la DC era il braccio politico della Corte Pontificia.

La banda Berlusconi, nel massimo del suo successo, non è riuscita a racimolare neanche il voto del 30% degli elettori aventi diritto: i risultati delle elezioni del 13 aprile 2008 hanno dato per il PdL 13.629.000 voti su 47 milioni di elettori aventi diritto (meno del 29%) e su 36.5 milioni di voti validi (37.3%). Le cifre diventano rispettivamente 17.1 milioni (36.4% e 47%) se al PdL si aggiungono Lega Nord e alleati minori e 19.15 milioni (40.7% e 52.3%) se si aggiungono anche i voti di Casini.

Questi risultati elettorali della destra Berlusconi-Bossi-Fini, erede del regime DC e nuovo braccio politico prediletto della Corte Pontificia dopo la dissoluzione della DC, sono ben poca cosa, tenuto conto

1. della vergognosa attività antipopolare del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti (più Epifani) e di tutti i governi di centro-sinistra che dal 1993 a oggi si sono alternati circa alla pari con i governi Berlusconi;

2. delle correnti relazioni di dipendenza e di soggezione dei membri arretrati delle masse popolari, vigenti nella società in particolare nei confronti della Corte Pontificia e della sua Chiesa;

3. della grande macchina mediatica messa in campo da Berlusconi e delle suggestioni che le macchine elettorali dei candidati suscitano (il costo delle campagne elettorali è un indice della forza di queste suggestioni);

4. del buon “senso comune” che la struttura stessa della società (il vigente sistema di relazioni sociali) crea nelle masse popolari con azioni più o meno mirate e anche spontaneamente;

5. della mancanza di orientamento e di direzione in cui la dissoluzione del vecchio PCI e la vergognosa condotta della sinistra borghese (PRC e PdCI) hanno lasciato le masse popolari e la stessa classe operaia.

Il berlusconismo e il leghismo della popolazione italiana è una favola tipo “la scomparsa della classe operaia” in Italia, una favola inventata da Marco Revelli e teste d’uovo simili. È una costruzione dell’immaginario con cui le teste d’uovo della sinistra borghese travestono la sconfitta del tentativo fatto da questa di continuare ad abbindolare gli operai e le masse popolari come erano riusciti a fare per oltre trenta anni i revisionisti del PCI. Questi però usavano (e dilapidarono) il credito, il seguito e l’organizzazione ereditati dalla lunga lotta contro il fascismo e dalla Resistenza.

Le masse popolari oggi sono prive di ruolo, rappresentanza e influenza nella politica borghese, perché non hanno più il vecchio vertice e non hanno ancora il nuovo: questo si formerà col movimento per la costituzione del GBP. Per avere un ruolo nella politica borghese le masse popolari devono essere capeggiate da un partito che lotta per instaurare il socialismo, cioè che fa una (più o meno efficace) politica rivoluzionaria. La loro forza e influenza nella lotta politica borghese dipendono dalla forza della lotta politica rivoluzionaria, della lotta per instaurare il socialismo. Da lì era partito il vecchio PCI fino ad esaurirsi tramite il processo per cui alla sua testa i comunisti si sono trasformati in revisionisti e questi a loro volta in sinistra borghese. Dobbiamo quindi rimontare la china. O riusciamo a rimontare con il movimento per la costituzione del GBP o dovremo rimontare facendo fronte alla mobilitazione reazionaria che avrà prevalso su di noi.” (Comunicato CC 01/11 - 1° gennaio 2011).

Elezioni politiche: voti raccolti da DC e suoi satelliti (PRI, PLI, PSDI) e alleati (PSI) + MSI (DN, AN) e Lega Nord fino al 1992 e poi a partire dal 1994 dai gruppi dirigenti della stessa area (Berlusconi, Fini, Bossi e Casini)

                DC + satelliti e alleati                             di cui Bossi

1979                       22.8 milioni

1984                       23.5

1987                       24.6                                        0.2 milioni

1992                       26.4                                        3.4

           Berlusconi + Bossi   Berlusconi+Bossi+Casini

1994        19.2 milioni            19.2 milioni            3.2 milioni

1996        17.7                        19.9                        3.8

2001        16.9                        18.0                        1.5

2006        16.4                        19.0                        1.7

2008        17.1                        19.1                        3.0  

In questi ultimi anni molti esponenti della sinistra borghese si sono rifugiati dietro la tesi che le masse popolari italiane (per motivi che questi esponenti lasciavano nell’ombra) si erano date al berlusconismo, erano diventate seguaci e condividevano le tesi, la politica e gli obiettivi proclamati e impersonati da Berlusconi o quelli proclamati dalla Lega Nord che da dieci anni a questa parte è stata politicamente al seguito della banda Berlusconi.

Dopo che i vertici della Repubblica Pontificia hanno indotto Berlusconi a dare le dimissioni e lo hanno rimpiazzato prontamente con la squadra di professori bocconiani e di sacrestani che il cardinal Bagnasco aveva riunito nel convegno di Todi del 17 ottobre 2011, gli esponenti della sinistra borghese hanno lanciato la leggenda che le masse popolari vedrebbero con favore la squadra raccolta attorno a Monti insediata al governo. Qual è il fondamento di questa leggenda? Il fatto che in Parlamento il governo Monti raccoglie il voto favorevole della stragrande maggioranza dei partiti. Ma fatto è questi stessi partiti sono stati da più mesi sfiduciati dalle masse popolari ogni volta che si sono presentati chiedendo un pronunciamento in loro favore: nei referendum, nelle primarie, nelle elezioni amministrative del 2011. La tesi che il governo Monti gode della fiducia delle masse popolari è una leggenda in alcuni casi buona per giustificare l’inerzia, in altri per nascondere i veri motivi dell’insuccesso di alcune iniziative. Essa nella testa di alcuni ha preso il posto, nella testa di altri si è aggiunta alle leggende del berlusconismo o del leghismo.

Tonia N.

 

La Voce n. 40
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