La Voce 4 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno II - marzo 2000

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Costruire l’organizzazione del partito

Il lavoro di preparazione del congresso di fondazione del partito consiste essenzialmente della elaborazione del Programma (e dello Statuto) del partito e della costituzione di comitati (clandestini) di partito i cui delegati terranno il congresso. Per promuovere, coordinare e dirigere (nei limiti e al modo in cui è possibile dirigere prima che il congresso elegga un organismo dirigente vero e proprio che agisca con i poteri riconosciutigli a termini di statuto) la CP deve costruire una rete di fiduciari e di collaboratori. È in questo ambito che si compie oggi sulla scala più ampia la messa a punto e la verifica dei criteri e dei metodi del lavoro cospirativo.

Migliaia e anche milioni di uomini e di donne, un numero vasto di organizzazioni non clandestine svolgeranno un lavoro efficace e crescente perché saranno sostenuti dall’organizzazione clandestina del nuovo partito comunista. Il lavoro clandestino del partito comunista è l’asse portante e il perno indispensabile e sicuro di tutto il movimento di trasformazione dello stato presente delle cose. Questo movimento può svilupparsi oltre un livello elementare solo se il partito comunista svolge il suo lavoro clandestino. Il lavoro clandestino richiede che alcuni gruppi e singoli militanti si specializzino in determinati settori di attività e che la funzione unificatrice venga affidata a un nucleo centrale del partito, molto piccolo. Occorrono centinaia di compagni ognuno dei quali svolge un lavoro semplice, alla sua portata, che in generale può essere compiuto senza destare sospetti e senza attirare l’attenzione perché è alla portata di migliaia di persone. L’importanza di questo lavoro ai fini della lotta per porre fine all’attuale stato delle cose e per instaurare un nuovo superiore ordinamento della società deriva dal fatto che esso contribuisce a rafforzare l’organizzazione che lotta per questo obiettivo, il (nuovo)Partito Comunista Italiano.

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Come iniziare, simultaneamente, da più parti, la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

Preparare il congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano vuole dire in sostanza due cose:

1. definire il Programma (e lo Statuto) del partito;

2. creare le organizzazioni del partito, i cui delegati terranno il congresso che approverà il Programma e lo Statuto ed eleggerà il comitato centrale del partito.

L’unità tra i due compiti consiste nel fatto che sono organizzazioni di partito solo quelle che collaborano alla determinazione del Manifesto Programma e che il congresso di fondazione si riunirà quando attraverso la ricerca, il dibattito, la critica e l’autocritica le organizzazioni clandestine avranno realizzato una larga convergenza su una proposta di programma e di statuto e ridotto le eventuali residue divergenze a pochi punti chiaramente definiti.

Le FSRS e i lavoratori avanzati che condividono questo progetto devono costituire organizzazioni clandestine e iniziare il lavoro seguendo le indicazioni date nel n. 1 di La Voce e le altre che darà sulla base dell’esperienza che via via raccoglierà. Non aspettare di stabilire il rapporto con la CP per iniziare il lavoro. Il rapporto si stabilirà successivamente, col tempo e nei modi opportuni, sulla base del lavoro che ogni organizzazione locale avrà iniziato a svolgere. È inevitabile che in questa fase di preparazione del congresso, quando non esiste ancora un programma, uno statuto e un’autorità comune a tutti, le organizzazioni saranno varie e i rapporti con la CP differenti e particolari. Questa situazione sarà migliorata e superata solo dopo il congresso di fondazione. È un passaggio inevitabile che ci servirà ad accumulare l’esperienza per il periodo successivo.

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Una delle difficoltà che incontriamo in questo campo è la divisione del lavoro. I compagni nuovi, lavoratori, casalinghe, studenti o pensionati che iniziano a “fare politica” ora, collaborando a questa rete, non hanno molti problemi. Con loro si tratta soprattutto 1. di far comprendere meglio possibile la linea e gli obiettivi dell’organizzazione, 2. di far in modo che ognuno impari bene il lavoro che deve fare, 3. di curare la definizione accurata degli aspetti specifici della clandestinità relativi al particolare lavoro (le precauzioni da prendere, gli accorgimenti da adottare, gli inconvenienti e le “bucce di banana” del particolare lavoro), 4. di definire accuratamente i contatti, di creare anche nello specifico un rapporto del singolo con l’organizzazione tale che combini una ferrea disciplina con la creatività e il bilancio delle esperienze, al livello massimo compatibile con la disponibilità e le capacità del compagno.

Ma attualmente la maggior parte dei collaboratori e dei fiduciari non sono compagni nuovi. Sono compagni che in tempi più o meno lontani hanno già fatto parte di FSRS. Sono quindi compagni profondamente impregnati di spirito di lavoro artigianale e spontaneista. L’abitudine ovvia era che ogni compagno o ogni organismo si occupava di tutto, ognuno faceva un po’ di tutto, meglio che poteva e in un rapporto di apparente eguaglianza e democrazia. Apparentemente tutti sapevano tutto e ognuno aveva voce in capitolo su tutto, anche indipendentemente dalla sua effettiva esperienza e formazione. Oggi chiediamo a un compagno (a volte a un piccolo nucleo di compagni) di eseguire pazientemente, metodicamente, disciplinatamente un lavoro molto delimitato. L’adesione di un compagno al piano di lavoro per la preparazione del congresso di fondazione non si manifesta solo nella sua dichiarazione e nell’impegno che sottoscrive. Essa è confermata dal fatto che egli cessa di sentirsi e di comportarsi come un individuo che “fa politica a 360 gradi” e si sente e comporta come un ingranaggio di una organizzazione che “fa politica a 360 gradi”. Spesso un compagno deve lavorare da solo e resta periodi abbastanza lunghi senza avere una riunione di bilancio, senza sapere quello che l’organizzazione sta facendo (ma esposto a tutte le voci che la borghesia fa girare e che le FSRS amplificano), senza poter dire la sua neanche sul lavoro che svolge. Anche quando c’è un contatto o una riunione le informazioni sull’attività del resto dell’organizzazione (dall’alto in basso) si limitano ai temi generali, mentre contemporaneamente a lui chiediamo (dal basso in alto) resoconti dettagliati. La giustezza dell’orientamento dell’organizzazione egli la verifica in primo luogo nel compito specifico che gli viene assegnato e nel metodo con cui è diretto, in secondo luogo dalla stampa che l’organizzazione diffonde e dalle sue parole d’ordine. Ma lo verifica in linea generale a posteriori, non a priori (nella fase della decisione e nell’organismo dirigente), salvo certi momenti della vita dell’organismo. A volte la collaborazione alla rete obbliga il compagno a non frequentare altri compagni, a non svolgere attività politica pubblica, insomma a un certo isolamento. Prima o poi il compagno si sente usato. È inevitabile che la fiducia nella capacità dell’organizzazione di raccogliere ed elaborare le esperienze e di indicare una linea giusta non è ancora confermata da una pratica abbastanza lunga; le capacità di chi gli affida e gli illustra il lavoro e i criteri spesso non sono ancora verificate e ciò si sente, nonostante tutta la buona volontà delle due parti. All’inizio non è confermata neanche la fiducia che mentre lui fa la sua parte del lavoro, altri stanno, più o meno nelle stesse condizioni, ognuno facendo la parte di lavoro loro assegnata in modo che assieme costituiscono un collettivo potente e inarrestabile.

L’organizzazione illustra e spiega ampiamente le ragioni delle sue scelte di linea e raccoglie accuratamente tutte le osservazioni, critiche, elementi di esperienza relativi ad essa; al contrario a volte proprio sulle scelte e sulle direttive di dettaglio il fiduciario deve dire al collaboratore che per ragioni di compartimentazione non può dare spiegazioni, non può giustificare le scelte che gli trasmette.

Ciò si scontra con l’assoluta necessità di avere dal collaboratore e dal fiduciario non solo il lavoro che gli abbiamo affidato, ma anche rapporti fedeli e dettagliati sul come l’ha sbrigato, sui problemi che sono sorti, sugli stati d’animo che hanno accompagnato il lavoro. Questa esperienza è preziosa quanto il risultato diretto del lavoro. Ci permette di definire e affinare i nostri criteri e le misure cospirative e di elaborare piani di lavoro migliori.

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Storia del programma del Partito Comunista (bolscevico) Russo

Impariamo dall’esperienza del movimento comunista

 

La storia del programma del PC(b)R inizia nel 1885 quando il gruppo Emancipazione del lavoro a Ginevra pubblica il Progetto di programma dei socialdemocratici russi elaborato da Plekhanov (Lenin, Opere vol. 4 pag. 473 nota 62). Il progetto servì per la propaganda del marxismo, ma non venne ulteriormente elaborato perché la costituzione del partito come organizzazione non era ancora possibile. Dieci anni dopo, nel 1895 Lenin in carcere scrive Progetto e spiegazione del programma del partito socialdemocratico (Lenin, Opere vol. 2 pag. 83). Esso viene inviato anche all’estero al gruppo Emancipazione del lavoro. Nel 1898 a Minsk 9 delegati di 6 organizzazioni fondano il partito: approvano un Manifesto (Lenin, Opere vol. 4 pag. 476 nota 67), eleggono un Comitato Centrale di 3 membri e decidono la pubblicazione di un organo di stampa del partito. Verso la fine del 1899, ancora al confino in Siberia, Lenin rilancia l’agitazione per l’elaborazione del programma con un articolo ai redattori dell’organo del partito (Rabociaia Gazieta) e con lo scritto Progetto di programma del nostro partito (Lenin, Opere vol. 4 pag. 211 e pag. 229) che viene fatto conoscere sia in Russia che all’estero. In questo scritto Lenin inizia prendendo in esame il progetto di Plekhanov del 1885 e propone una serie di modifiche motivandole.

Nell’estate del 1901 la redazione di Iskra inizia l’elaborazione del progetto definitivo. Plekhanov stende un nuovo progetto che viene criticato da Lenin che nel gennaio-febbraio 1902 ne scrive un altro (Lenin, Opere vol. 5 pag. 11). La redazione di Iskra nomina allora una commissione per redigere un progetto definitivo in base ai due progetti di Plekhanov e di Lenin. Iskra pubblica il nuovo progetto nell’estate del 1902. Nell’agosto del 1903 il secondo congresso del POSDR lo approva con emendamenti elaborati da una commissione congressuale.

Il programma del 1903 guidò l’attività del partito fino al 1917. Allora, dopo la rivoluzione di febbraio, venne messo all’ordine del giorno la revisione del programma (Lenin, Opere vol. 24 pag. 49) che si concluse nel marzo del 1919 quando l’ottavo congresso del partito approvò un nuovo programma (Lenin, Opere vol. 29 pag. 83)

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Tutto questo fa sì che il collaboratore e il fiduciario vivono una situazione difficile. La via d’uscita a questa situazione è il superamento della fase iniziale. Man mano che il lavoro procede la maggior parte dei compagni svilupperà le sue capacità. Capiremo meglio di ogni compagno cosa sa effettivamente fare, quali sono le sue doti migliori e quali i suoi limiti. L’assegnazione del lavoro sarà meno casuale, più corrispondente alle capacità del compagno. La formazione del compagno acquisterà un peso maggiore. Questo eviterà che alcuni compagni si sentano valorizzati al di sotto delle loro effettive capacità. Ogni compagno si troverà a dare il meglio di sé e sarà convinto, sulla base dell’esperienza, che l’organizzazione sa apprezzare le doti, lo sforzo e le capacità dei compagni e svilupparle al massimo. Ogni singolo acquisterà sulla base dell’esperienza maggiore fiducia nel fatto che tutta l’organizzazione lavora per attuare la linea e che l’organizzazione nel suo complesso riesce a dirigersi, a correggere i propri errori e superare i propri limiti. I metodi di lavoro cospirativo più sviluppati consentiranno contatti migliori e quindi una migliore raccolta delle esperienze e valorizzazione dei contributi. Infine la coscienza comunista di ogni compagno sarà più forte, minore la tensione alla propria valorizzazione e al proprio prestigio, maggiora la tensione al progresso e al successo dell’organizzazione, maggiore la fiducia nella vittoria della nostra causa comunista. L’individuo sarà più disposto a sacrificarsi per l’organizzazione e l’organizzazione più capace di valorizzare ogni individuo.

Questo è il percorso del nostro sviluppo. È importante che fin da oggi ogni compagno sia consapevole del cammino che faremo. Anche se questo allevierà solo in parte le difficoltà del presente: esse restano, sono una manifestazione della sfiducia diffusa nella classe operaia e nelle masse popolari nella nostra causa, che supereremo solo grazie allo sforzo tenace e duraturo a cui chiamiamo tutti i nostri collaboratori e i nostri fiduciari.

Il responsabile del lavoro organizzativo