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  La Voce 39 del (nuovo)Partito comunista italiano

Comunisti, non cassandre

 

“...come noi abbiamo denunciato da sempre ...”. Quante volte leggiamo espressioni simili in documenti di compagni di gruppi settari e impotenti!

La sindrome di Cassandra è particolarmente diffusa tra compagni di sindacati alternativi. Dalla nascita si sono confrontati a sindacati di regime più grossi di loro che compiono nefandezze, tuttavia gli alternativi con tutte le loro ragioni non riuscivano a scalzarli.

La sindrome di Cassandra è particolarmente diffusa tra compagni di gruppi comunisti che inutilmente hanno cercato di togliere terreno prima ai revisionisti moderni e poi alla sinistra borghese che ha preso il posto dei revisionisti. Ma non sono mai riusciti a prendere la direzione del movimento pratico delle masse popolari benché i revisionisti e la sinistra borghese le portassero alla sconfitta.

Ma la sindrome di Cassandra è diffusa anche tra dissidenti del movimento comunista, come i bordighisti e i trotzkisti che inutilmente da sempre oppongono le loro “ragioni” al movimento comunista nella sua buona (quando avanza) e nella sua cattiva (quando arretra) sorte.

Sapere ma non ricavare dalla conoscenza strumenti per provvedere, per trasformare la realtà. Secondo il materialismo dialettico, una conoscenza che, neanche a lungo andare, nonostante tentativi e prove, fornisce strumenti per trasformare la realtà, è fantasia, non è scienza. A chi si culla o si arrovella nella sindrome di Cassandra consigliamo vivamente di occuparsi dei pezzi di conoscenza o dei mezzi operativi (organizzazione) che gli mancano perché il suo sapere diventi capacità di trasformazione. Un sapere che non diventa capacità di trasformazione, è accademia, gioco, evasione, ozio; non differisce dalla fantasia. In definitiva la prova della verità di una conoscenza, sta nel successo nella pratica conseguito da chi la usa. Conosciamo la realtà per trasformarla. Certo non nel senso pragmatico, empirista per cui tutto è immediato: funziona, non funziona. Ma in definitiva la prova della verità della conoscenza è il successo. Dobbiamo sviluppare senza riserve la nostra conoscenza, finché diventa guida al successo nell’azione.

Anna M.

 

La Voce n. 39
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