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Comitati di Partito

  La Voce 38 del (nuovo)Partito comunista italiano

 

Comitato “14 Dicembre 2010”

del (nuovo) Partito Comunista Italiano

 

Comunicato n.1 - 3 luglio 2011

 

Con questo Comunicato rendiamo nota
l’avvenuta costituzione del Comitato di Partito
“14 Dicembre 2010” del (nuovo) Partito Comunista Italiano.

 

 

Siamo un gruppo di compagne e compagni che da anni seguono l’elaborazione teorica e i risultati dell’applicazione pratica della linea e della strategia rivoluzionaria indicata dal (nuovo)Partito Comunista Italiano. Il bilancio dell’esperienza da noi compiuta in questi ultimi anni e il suo confronto con i compiti che il (nuovo)PCI indica ai comunisti d’Italia ci porta oggi alla scelta di rafforzare il Partito e così facendo rafforzare l’azione che conduciamo per contribuire alla lotta per il socialismo, sola e definitiva via d’uscita dalla seconda crisi generale del capitalismo, la sola e possibile via di progresso per le masse popolari del nostro paese.

Ci uniamo al (nuovo)PCI perché è il Partito con le carte in regola per essere lo Stato Maggiore della classe operaia nella sua lotta per il superamento dell’ordinamento sociale borghese e l’instaurazione del socialismo. La carovana del (nuovo)PCI ha innalzato la bandiera rossa del fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista negli anni del marasma della seconda crisi generale del capitalismo e della putrefazione dei lasciti negativi del vecchio movimento comunista, dell’inconcludente sinistra borghese e del suo inutile riformismo senza riforme. Ha indicato che la crisi determinava una situazione rivoluzionaria in sviluppo e l’acutizzarsi dello scontro tra mobilitazione reazionaria e mobilitazione rivoluzionaria. Ha invitato a rompere gli indugi e a sviluppare il dibattito per formulare la concezione del mondo, la strategia e il metodo su cui fondare un nuovo Partito Comunista rivoluzionario. Soprattutto ha messo a frutto un lungo lavoro di studio ed analisi della fase e dei compiti che spettano ai comunisti, giungendo all’elaborazione di una concezione del mondo, di una strategia e di un metodo per avanzare nella rinascita del movimento comunista e portare a compimento l’opera iniziata dai primi socialisti, poi sviluppata dal Partito Comunista d’Italia di Gramsci, passando per la gloriosa Resistenza Antifascista e l’eroica lotta condotta dalle Organizzazioni Comuniste Combattenti negli anni ‘70. Dunque il (nuovo)PCI fin dai suoi passi di genesi ha messo mano ad un limite storico della sinistra del movimento comunista italiano e dei paesi imperialisti: la disattenzione e la scarsa capacità di elaborazione della via rivoluzionaria, della strada particolare che i comunisti devono percorrere per fare la rivoluzione nel concreto di un paese imperialista come l’Italia.

Con la pubblicazione del Manifesto Programma il (nuovo)PCI ha illustrato il bilancio dell’esperienza, la concezione del mondo, la strategia e le caratteristiche del Partito di cui deve dotarsi la classe operaia per fare la rivoluzione socialista. Nel Manifesto Programma sono stati illustrati gli insegnamenti che ci derivano dal vecchio movimento comunista, si è sintetizzato nel marxismo-leninismo-maoismo la concezione del mondo su cui i comunisti della seconda ondata rivoluzionaria devono costruire la propria unità ideologica e a partire da cui devono sviluppare la propria strategia e tattica rivoluzionaria.

 Il (nuovo)PCI indica la via rivoluzionaria e l’esperienza concreta della lotta di classe nel nostro paese ne conferma la giustezza. Per questa ragione riconosciamo nel (nuovo)PCI lo Stato Maggiore della lotta che la classe operaia deve condurre nel nostro paese per liberarsi dell’oppressione borghese e instaurare un ordinamento sociale superiore, l’ordinamento sociale conforme alla libertà e agli interessi della classe operaia e delle masse popolari ovvero il socialismo. Senz’altro il (nuovo)PCI non è ancora lo Stato Maggiore effettivo della classe operaia nel senso che ancora non integra al suo interno la parte migliore, più generosa e più combattiva della classe operaia. Spetta a tutte le comuniste e i comunisti, agli elementi avanzati e combattivi della classe operaia cogliere l’opportunità di contribuire a rafforzare e consoli dare il (nuovo)PCI rendendolo Stato Maggiore della classe operaia non solo perché indica la via rivoluzionaria ma anche perché diventa il Partito che organizza al suo interno e mobilita in misura via via crescente gli operai avanzati del nostro paese. Il Comitato di Partito “14 Dicembre 2010” si impegna a contribuire a questo obiettivo!

Facciamo appello a tutti i compagni e le compagne, ai comunisti e alle comuniste ovunque collocati che dicono di essere tali e da tali si comportano, a tutti coloro che impiegano forze ed energie nella rinascita del movimento comunista, a cimentarsi nello studio, nell’apprendimento e nell’assimilazione della concezione del mondo, della strategia e della linea del (nuovo)Partito Comunista Italiano.

Compagne e compagni, la situazione è oggi favorevole per i comunisti. Siamo nel pieno di una situazione rivoluzionaria in sviluppo iniziata con la fine del “capitalismo dal volto umano” (1945-1975) e che l’entrata della seconda crisi generale del capitalismo (1975-in corso) nella sua fase terminale (avviata tre anni fa con la crisi finanziaria degli USA) rende ancor più acuta e foriera di grandi sconvolgimenti e trasformazioni. La seconda crisi generale del capitalismo pone le masse popolari di fronte alla necessità di rivoluzionare l'attuale assetto della società. Il mondo deve cambiare e cambierà! Dai paesi oppressi ai paesi imperialisti, dal Nord Africa alla Grecia, dal cuore del sistema imperialista mondiale alle periferie neocoloniali una spinta oggettiva dettata dall’avanzare della crisi pervade e agita le masse popolari. Sta solo all’azione dei comunisti e delle forze progressive della società assecondare e sviluppare questa spinta nella direzione della mobilitazione rivoluzionaria. Questa è l’essenza della situazione rivoluzionaria in sviluppo. Nel nostro paese mille eventi ne sono una dimostrazione positiva. Anzitutto vengono il movimento sviluppatosi a partire dalle lotte in FIAT contro il Piano Marchionne e che ha avuto il suo culmine nelle grandi mobilitazioni di quest’ultima stagione e il voto sanzionatorio del programma comune della borghesia nel referendum sui beni comuni e nelle ultime tornate elettorali che hanno portato a Milano, Cagliari e soprattutto a Napoli all’affermazione di Amministrazione Comunali sorrette dal sostegno del movimento popolare e in rottura con il teatrino della politica borghese. Questi esempi e molti altri ci indicano le caratteristiche e l’essenza della situazione rivoluzionaria in sviluppo, del suo approfondirsi e del suo divenire via via più favorevole per l’azione dei comunisti e dei rivoluzionari man mano che va ad aggravarsi la crisi.

Oggi come fu per la prima crisi generale del capitalismo (1910-1945) l’intera umanità è al bivio: o mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria, o socialismo o barbarie! I rapporti di produzione del capitalismo hanno prodotto l’attuale crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale. L’umanità può tornare a progredire soltanto con il superamento del capitalismo e con la transizione dal capitalismo al socialismo, con la costruzione ad ondate di nuovi paesi socialisti e da qui, su scala internazionale, con l'avanzata verso il comunismo. La costruzione di nuovi paesi socialisti è la soluzione definitiva al marasma determinato dalla crisi del capitalismo: occorre abbattere questo putrido ordinamento sociale che sacrifica il progresso sociale in nome  del profitto di pochi ricchi e straricchi. Occorre porre fine a tutto ciò e costruire un nuovo ordinamento sociale il cui fine e parametro guida sia il benessere della classe operaia e delle masse popolari, la loro emancipazione dall’oppressione borghese, la loro trasformazione in classe dirigente di nuovi rapporti sociali basati sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Occorre costruire una società socialista diretta dai lavoratori e in cui nessuna libertà sia garantita all’attuale casta di parassiti che immiserisce e affama le masse popolari dell’Italia e del mondo.

Mai come oggi c’è grande disponibilità di denaro e tanta miseria, fame, inedia diffuse tra le masse popolari del mondo (da quelle dei paesi imperialisti a quelle dei paesi oppressi). Il dominio della borghesia sulla società, i rapporti di produzione basati sul profitto e sulla proprietà capitalista dei mezzi di produzione sono il freno e l’impedimento all’ulteriore sviluppo delle forze produttive, alla loro valorizzazione al servizio del progresso sociale. Nel capitalismo, fin dall’entrata nella sua fase imperialista, lo sviluppo delle forze produttive soggiogato ai rapporti di produzione capitalisti è diventato una catena per l’intera umanità: lo stesso sviluppo delle scienze e delle tecnologie da volano di progresso sociale è divenuto fattore di calamità naturale, fattore che alimenta la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista per effetto del mantenimento del suo ordinamento sociale conduce contro le masse popolari di tutto il mondo.

Come fu per la prima crisi generale la borghesia imperialista non ha altra via d’uscita dal vicolo cieco in cui ha ricacciato l’umanità che non sia il ricorso alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari e dunque alla guerra inter-imperialista come condizione per ricreare le condizioni per l’accumulazione e la valorizzazione del capitale. Questo è il futuro che ci preparano i Marchionne di casa nostra quando si appellano agli operai FIAT affinché producano di più e si arruolino al suo seguito nella “competizione” con la classe operaia degli altri paesi. Oggi pretendono e cercano di imporre alla classe operaia e alle masse popolari l’eliminazione di ogni conquista di civiltà e benessere in nome del funzionamento del “sistema Italia” e della sua competizione con gli operai e le masse popolari degli altri paesi. È in questo modo che oggi vanno preparando la strada affinché gli operai e le masse popolari li seguano domani (in un futuro affatto lontano stante l’evolversi della crisi) a combattere al loro seguito e in nome dei loro lussi e privilegi contro altri popoli, come accadde nella guerra del 1915-1918 e allo stesso modo in cui i fascisti riuscirono a trascinare le masse popolari italiane nelle tragiche imprese coloniali e alla guerra contro i popoli dell’Unione Sovietica prima che la gloriosa Resistenza Antifascista li spazzasse via. Questo è il futuro che ci prepara la ricetta Marchionne: miseria, barbarie e guerra! Questo il programma della borghesia per uscire dalla crisi! Le vicende recenti dell’aggressione alla Libia e i contrasti tra gruppi imperialisti a colpi di scandali e colpi bassi (ad esempio la vicenda dello stupratore-boss del FMI Dominique Strauss Kahn è ricca di implicazioni in questo senso) sono i prodromi dello scontro interimperialista che va già determinandosi. L’approfondirsi della crisi economica, politica e ambientale del capitalismo e i suoi effetti rendono l’idea della barbarie che la prosecuzione del dominio della borghesia imperialista sulla società già determina e sempre più determinerà.

E’ tempo di rompere gli indugi! Il capitalismo è un cadavere appestato e superato dalla storia, l’umanità deve liberarsene per proseguire il suo percorso di progresso. Come la borghesia abbatté il potere dei signori feudali e del clero e instaurò i propri rapporti sociali, oggi la classe operaia nelle forme e nei modi della propria rivoluzione (che non può avvenire allo stesso modo della rivoluzione borghese) abbatterà il potere reazionario della borghesia e instaurerà i rapporti sociali confacenti al benessere proprio e delle masse popolari. Il successo  di questa impresa dipende dai comunisti e dai rivoluzionari: bisogna osare sognare, osare lottare, osare vincere! Il futuro dipende da noi!

La situazione oggettiva pone i comunisti di fronte alle proprie responsabilità. Dai paesi oppressi ai paesi imperialisti la rivoluzione proletaria (che è combinazione di rivoluzione di nuova democrazia nei paesi oppressi e rivoluzione socialista nei paesi imperialisti) è il compito affrontando il quale maturerà la rinascita del movimento comunista internazionale. Il (nuovo)PCI propone al movimento comunista italiano e internazionale un bilancio dell’esperienza del vecchio movimento comunista, ne trae degli insegnamenti e ne fa derivare una concezione del mondo, una linea di costruzione e azione del Partito, una strategia per fare la rivoluzione in un paese imperialista: la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata applicata al particolare concreto del nostro paese. Il (nuovo)PCI oltre a proporre la via rivoluzionaria, la pone in essere consolidando la costruzione del Partito a partire dalla clandestinità, elaborando e traducendo in operazioni e piani tattici lo sviluppo della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata per fare dell'Italia un nuovo paese socialista.

La rivoluzione socialista non è un processo che scoppia e culmina in un’insurrezione. La rivoluzione socialista nella sua essenza è il prodotto di una guerra che la classe operaia diretta dal suo Partito Comunista conduce e sviluppa battaglia dopo battaglia. In altri termini è mobilitazione politica, sindacale, militare, culturale della classe operaia e delle masse popolari sotto la direzione del Partito Comunista finalizzata a costruire e consolidare passo dopo passo, battaglia dopo battaglia il Nuovo Potere operaio e popolare fino all'abbattimento del potere reazionario della borghesia.

Il Partito è lo Stato Maggiore della rivoluzione socialista. Il (nuovo)PCI si assume il compito e la responsabilità di essere lo Stato Maggiore che promuove, dirige e organizza la guerra che la classe operaia e le masse popolari devono combattere per instaurare il socialismo. La clandestinità del Partito sulla base del bilancio dell’esperienza e dell’analisi della fase è la condizione affinché lo Stato Maggiore della classe operaia (che il (nuovo)PCI aspira e si candida a diventare in termini effettivi) possa elaborare i passaggi tattici, in cui deve articolarsi la guerra rivoluzionaria, nella più completa autonomia e libertà dal controllo e dagli attacchi polizieschi del nemico, affinché nella più completa autonomia e libertà possa sviluppare la propria direzione sulle organizzazioni operaie e popolari al fine di costruire e sviluppare la guerra rivoluzionaria.

Chiunque oggi voglia contribuire alla lotta per fare dell'Italia un nuovo paese socialista deve farlo sostenendo la battaglia per rendere ingovernabile il paese ad ogni governo emanazione di Mafia, Confindustria, USA e Vaticano, per l'instaurazione di un Governo d'Emergenza delle Organizzazioni Operaie e Popolari (OO e OP) che ponga rimedio agli effetti peggiori della crisi, che sbarri la strada al governo d'emergenza reazionario della parte più retriva della borghesia radunata attorno alla ricetta Marchionne, che crei le condizioni più favorevoli per la rinascita di un forte movimento comunista (condizione soggettiva basilare per l'instaurazione del socialismo) e per rispondere alla guerra civile che la borghesia inevitabilmente scatenerà contro il GBP passando ad una fase più avanzata della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata per il socialismo.

Il fattore decisivo per far fronte agli effetti più gravi della crisi e avviare l’uscita del nostro paese dal marasma in cui la Repubblica Pontificia lo ha condotto, è la moltiplicazione delle OO e OP in tutto il paese, il loro coordinamento e la loro determinazione a costituire un loro governo d’emergenza (le 3 condizioni da sviluppare per l’instaurazione di un Governo d’Emergenza Popolare) formato da persone di loro fiducia e decise a dare forma e forza di legge ai provvedimenti indicati caso per caso dalle stesse OO e OP che garantiranno anche la loro esecuzione. Ci vuole un governo d’emergenza costituito dalle OO e OP deciso ad attuare le sei misure  generali del programma del GBP anche se i singoli provvedimenti violano gli interessi e le abitudini dei ricchi e del clero, ledono le istituzioni del sistema imperialista mondiale e comportano l’abolizione del Debito Pubblico e altre analoghe misure rivoluzionarie.

Il programma immediato del GBP si riassume nelle seguenti sei misure generali:

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato.

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

 

Questa è la tattica elaborata dal (nuovo) Partito Comunista Italiano per sviluppare la guerra popolare rivoluzionaria nel contesto dell'approfondirsi della fase terminale della crisi, della situazione rivoluzionaria in sviluppo e delle condizioni concrete del movimento comunista italiano (debole ma in fase di rinascita e di cui il (nuovo)PCI è la punta avanzata).

Intitoliamo il Comitato di Partito che andiamo a fondare alla storica giornata del 14 Dicembre 2010 in cui nella città di Roma le OO e OP anche con il contributo delle organizzazioni della “carovana” (P-CARC, ASP e SLL) hanno risposto  con una giornata di sommossa alla fiducia accordata dal Parlamento della Repubblica Pontificia alla banda Berlusconi. Il 14 Dicembre 2010 le OO e OP, in connessione con le rivolte di piazza del Maghreb e di altri paesi europei, hanno spiazzato gli apparati di polizia e il teatrino della politica della Repubblica Pontificia dando un avanzata e combattiva sfiducia dal basso al governo di Mafia-Vaticano-USA e al programma comune del teatrino sintetizzato nelle ricette di Marchionne.

Il 14 Dicembre 2010 assieme al movimento NO TAV, ai movimenti campani per l’ambiente e a tante altre esperienze indica una parte della strada da seguire per rendere ingovernabile il paese ad ogni cricca di affaristi che sia emanazione dei responsabili del marasma attuale, degli USA, del Vaticano, della Mafia, di Confindustria, delle banche. L’ingovernabilità del paese è già alimentata dagli scontri e dagli attriti nei vertici della Repubblica Pontificia. Le Organizzazioni Operaie e Popolari devono aggravarla promuovendo l’ingovernabilità dal basso del paese. Occorre che moltiplichino nella forma più organizzata di cui sono capaci l’insubordinazione e la disobbedienza, le rivolte di piazza in stile 14 Dicembre, le proteste, le dimostrazioni, gli scioperi, le occupazioni, le espropriazioni dei ricchi, le spese proletarie nei supermercati, la sospensione del pagamento di bollette, imposte, multe, mutui bancari, pedaggi, tickets, affitti delle case delle immobiliari, della Chiesa e di capitalisti. Bisogna organizzare le masse popolari a usufruire gratuitamente dei servizi. Bisogna moltiplicare le azioni di  solidarietà con i disoccupati, con i lavoratori minacciati di licenziamento, con gli immigrati, con i precari. Bisogna moltiplicare le attività alternative di produzione e di distribuzione e le attività culturali autorganizzate.

Allo stesso modo contribuiamo all’ingovernabilità del paese anche lavorando alla costruzione di Amministrazioni Comunali d’Emergenza Popolare che territorio per territorio mobilitino le strutture comunali, le OO e le OP, le associazioni e le organizzazioni sindacali e di ogni altro genere, gli organismi e i personaggi della società civile, gli organismi pubblici e privati, le aziende e le chiese della zona per usare le risorse, l’autorità e il sostegno di cui dispongono per realizzare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”! La costruzione di AC di emergenza popolare che adottino e traducano in misure pratiche la parola d’ordine “un lavoro dignitoso e utile per tutti” attraverso l’elaborazione e l’attuazione di un Piano del Lavoro è la strada obbligata che devono percorrere le Amministrazioni Comunali salite al potere a Napoli e altrove sull’onda del vento di cambiamento che soffia nel paese, sorrette dal movimento di resistenza delle OO e OP e in antagonismo con il programma comune del teatrino della politica borghese. È questa anche una strada in cui trova forza e alimento la lotta affinché le Organizzazioni Operaie e Popolari instaurino un proprio Governo d’Emergenza Popolare su scala nazionale perché in definitiva solo combinandosi con un movimento generale per l’affermazione di un simile Governo del paese le singole AC d’Emergenza Popolare possono oltre una certa misura trasformare in misure concrete l’investitura loro fornita dal movimento di resistenza delle OO e OP. Le vicende recenti dell’emergenza rifiuti a Napoli, riesplosa successivamente all’elezione di Luigi De Magistris, indicano chiaramente che questa qui indicata è la sola via costruttiva che le AC salite al potere sull’onda del vento di cambiamento, possono percorrere per avanzare e non arretrare sotto i colpi delle azioni di sabotaggio poste in essere dalla Repubblica Pontificia e dalle sue Autorità.

 

Dunque la linea generale del (nuovo)PCI per avanzare oggi nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata per fare dell’Italia un nuovo paese socialista consiste nel creare le tre condizioni del GBP e rendere il paese ingovernabile da ogni governo borghese ordinario, investito dal Vaticano e dagli altri padrini della Repubblica Pontificia. Questa è la condizione indispensabile per indurre con le forze di cui disponiamo oggi gli stessi vertici della Repubblica Pontificia e i suoi padrini a ingoiare il rospo della costituzione del GBP, a rassegnarsi alla costituzione del GBP benché dispongano ancora delle forze armate, della polizia e di altri numerosi corpi di repressione, ufficiali e non ufficiali. Si rassegneranno perché la costituzione del GBP apparirà loro come una possibile via d’uscita, una misura temporanea in attesa che si  creino nel paese e a livello internazionale le condizioni per riprendere in mano la situazione, cercheranno di corrompere e normalizzare il GBP e vi scateneranno contro la guerra civile se il GBP persevererà nell’attuazione delle misure urgenti per far fronte alla crisi. Ma a quel punto il movimento comunista potrà in una condizione favorevole passare all’attacco. Forte della scuola di comunismo che vaste masse faranno con l’esperienza del GBP, il movimento comunista si sarà rafforzato e avrà consolidato le sue posizioni tra le masse al punto di poter passare in una condizione favorevole ad una nuova fase d’offensiva della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata: quella della formazione delle proprie forze armate e della creazione delle condizioni per passare dall’equilibrio all’offensiva strategica per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Questa su illustrata è la via possibile da percorrere nella lotta per il socialismo nel nostro paese stante quantità e qualità attuali delle forze nel campo delle OO e OP. Questa è la sola via che è possibile percorrere oggi per  arrivare alla costruzione del socialismo. Non è scritto che è la linea che vincerà, ma senz’altro è una linea la cui realizzazione è possibile e il cui successo dipende dall’iniziativa dei comunisti e dei rivoluzionari.

Fuori dall’attuazione della tattica del GBP, le OO e OP soccomberanno sulla difensiva e saranno inevitabilmente travolte dalla mobilitazione reazionaria. A quel punto la lotta per il socialismo sarà resa più difficile e dovrà fare i conti con un contesto di tipo diverso. Dovremo avanzare nel contesto della barbarie della via d’uscita dalla crisi imposta dalla borghesia più reazionaria, una via che oggi come ieri è nella sua sostanza guerra contro altri popoli, fascismo e dominio della borghesia più reazionaria. A quel punto il piano tattico per progredire nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata dovrà inevitabilmente essere diverso e adattarsi a nuove e più difficili condizioni d’agibilità per i comunisti.

Ad oggi, contrariamente a quanto dicono i gruppi che parlano di moderno fascismo, la partita è ancora tutta da giocarsi.

Compagne e compagni, all’attacco! Creiamo le condizioni affinché le principali Organizzazioni Operaie e Popolari del paese, gli intellettuali e le forze della società civile, chi dispone del seguito e della fiducia della classe operaia e delle masse popolari si metta alla testa di un movimento generale per l’instaurazione di un Governo d’Emergenza Popolare.

Che ciascuno dalla sua postazione di lotta contribuisca al fine che la FIOM riprenda il percorso avviato il 16 Ottobre 2010, rompa con il difensivismo e il codismo verso la destra CGIL e si metta alla testa della lotta per il GBP e per la rinascita del paese.

Che ciascuno dalla sua postazione di lotta contribuisca al fine che l’USB e il resto del sindacalismo di base rompano con l’autoreferenzialità e la concorrenza con la CGIL e sfruttino la loro forza per agire come leva sulle sue contraddizioni, per spingere in avanti la FIOM dei Landini, Airaudo, Cremaschi & co. ad assumersi le responsabilità della fase.

Che ciascuno dalla sua postazione di lotta contribuisca al fine che la parte più avanzata della base operaia e popolare e delle dirigenze della sinistra borghese, dell’associazionismo di base, dei centri sociali, delle reti per i beni comuni, ecc. rompano gli indugi, spazzino via i settarismi di sinistra e il codismo di destra e si mettano sul sentiero della lotta per un Governo d’Emergenza Popolare del paese.

Percorrendo questa strada avanzeremo nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata e faremo dell’Italia un nuovo paese socialista.

Il Comitato di Partito “14 Dicembre 2010” lanciandosi in questa impresa invita tutti i comunisti e i rivoluzionari ad unirsi al (nuovo)Partito Comunista Italiano, a moltiplicare la costituzione di Comitati di Partito clandestini e a rafforzare lo Stato Maggiore della rivoluzione socialista nel nostro paese.

 

Compagne e compagni, osiamo sognare, osiamo vincere, osiamo lottare:

il futuro dipende da noi!

 

Viva le guerre popolari rivoluzionarie di lunga durata che sotto la direzione

di partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti marciano impetuose in Nepal e India:

esse sono la punta più avanzata della rinascita del movimento comunista internazionale e assieme ai processi di rivoluzione di nuova democrazia in corso in Nord-Africa e in Sud America indicano il tempo della seconda ondata rivoluzionaria a tutti i popoli del mondo!

 

Sviluppiamo la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata anche nel nostro paese:

rendiamolo ingovernabile ad ogni governo borghese ordinario,

 creiamo le condizioni affinché le Organizzazioni Operaie e Popolari instaurino
un proprio Governo d’Emergenza che ponga immediatamente rimedio agli effetti peggiori della crisi!

 

Avanziamo nella rinascita del movimento comunista!

 

Avanziamo nella guerra popolare rivoluzionaria

per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Viva il (nuovo)Partito Comunista Italiano e la sua carovana!

 

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!