Ritorna all'indice de La Voce 35 /-/ Ritorna all'indice completo dei numeri de La Voce


  Lavoro interno

Concezione, mentalità e personalità
Lettera alla redazione e risposta di Umberto C.

Un compagno del Partito ci scrive.

1. - L’articolo di Umberto C. Per diventare comunisti dobbiamo trasformare la nostra concezione del mondo, la nostra mentalità e la nostra personalità modellate dalla Repubblica Pontificia pubblicato su VO 33 (pagg. 47-60) fa comprendere che la trasformazione tocca tre ambiti: concezione, mentalità e personalità. Questo è molto, molto importante. Ho avuto però delle difficoltà in termini di comprensione, sicché alcune parti dell’articolo non saprei applicarle e nemmeno spiegarle a un altro con parole mie, adatte al compagno con cui parlo. Le illustro.

1. Non mi è chiara la differenza tra concezione e mentalità. Comunemente dico, ad esempio, “mentalità comune” e altre volte “mentalità arretrata” pensando che concezione e mentalità siano sinonimi. Nell’articolo emerge che non lo sono. Non capisco però le caratteristiche dell’uno e dell’altro aspetto e quindi non riesco ad afferrare parte del ragionamento fatto nell’articolo.

2. Non sono sicuro di aver capito bene cosa si intende per personalità. Nell’articolo si dice “(…) In particolare ad un certo punto della loro evoluzione gli uomini hanno scoperto che l’esperienza pratica delle relazioni sociali influiva sulla formazione di ogni individuo. Non solo sulle sue idee (sulla sua concezione del mondo), ma anche sul suo carattere, sui suoi sentimenti, sulle sue tendenze, sui suoi comportamenti: in breve sulla sua mentalità e sulla sua personalità”. Sbaglio se ritengo che per personalità intendiamo le caratteristiche psicologiche di un individuo (ad es. impulsivo, riflessivo, introverso, estroverso, ecc.)?

Ricapitolando:

- studiando l’articolo non capisco la differenza tra concezione e mentalità;

- non sono sicuro di cosa si intende con il termine personalità;

- non capisco bene, quindi, neanche cosa si intende quando si dice che “concezione, mentalità e personalità: l’aspetto successivo contiene l’aspetto precedente”.

A mio avviso era opportuno spiegare all’inizio dell’articolo cosa si intende per ognuno dei tre aspetti (oppure si poteva mettere una manchette). Si danno per scontate delle nozioni che non sono patrimonio comune e su cui ci sono varie interpretazioni. Potreste spiegarmi?

(...)

2. - Un’altra domanda, sullo stesso tema.

Per quanto riguarda la concezione dei comunisti, il (n)PCI ha definito tre criteri di valutazione: dedizione alla causa, capacità di orientare e capacità di orientarsi (VO n. 20 pag. 5-8). Per quanto riguarda invece la mentalità e la personalità, quali sono i criteri che possiamo usare per analizzarli e valutarli? Oppure dedizione alla causa, capacità di orientarsi e di orientare sono tre criteri validi sia per concezione, mentalità e personalità?

Non ho risposte a queste due domande e il mio porle vuol essere un contributo allo sviluppo della direzione collettiva. Definire meglio questi aspetti serve anche per comprendere meglio fin dove è possibile arrivare nel processo di trasformazione di un compagno e, quindi, dirigerlo meglio riducendo il margine di “sperimentazione sul campo”. Le pongo, dunque, con senso di responsabilità, per svolgere meglio il compito di cui sono incaricato e, più in generale, per migliorare il lavoro di formazione condotto dagli altri compagni dirigenti nei loro settori e negli ambiti in cui operano.

 

Risposta di Umberto C.

1. Premetto che il significato dei termini non è definito univocamente. Su ogni vocabolario è possibile trovare per ogni termine più significati e in parte, per i suoi significati, un termine si sovrappone a un altro, anche se i due termini non sono sinonimi. A volte (ed evidentemente era qui il caso) conviene che un autore che usa tre termini che per i loro significati nell’uso corrente possono in parte sovrapporsi, indichi chiaramente perché li distingue e il significato che dà a ognuno di essi, a meno che la differenza il lettore la possa facilmente dedurre dal contesto dello scritto stesso.

Nell’articolo in questione i tre termini sono usati nel significato appresso indicato.

Concezione del mondo - complesso delle idee, delle teorie e opinioni che un individuo (o un gruppo di individui) professa, esprime o può esprimere. Quando uno discute, cerca di convincere, ecc. egli mette in gioco la sua concezione del mondo. La concezione è per sua natura universale: una affermazione è giusta o sbagliata per tutti i membri di una classe, la verità è di classe (vedere VO 33 pag. 49 e ricordare le tre contraddizioni nel campo della conoscenza), ma non è individuale o di gruppo. Una concezione del mondo è fatta di parole e di proposizioni, di affermazioni. Si comunica con parole. Si verifica nella pratica. La concezione comunista del mondo è una scienza sperimentale.

Mentalità - modo di vedere le cose, di interpretare la realtà, di ragionare. In esso si combinano idee e teorie (la concezione del mondo, opinioni assunte, usate e combinate più o meno criticamente [o più o meno passivamente assimilate]) e rappresentazioni, sentimenti e orientamenti impressi nell’individuo dalla pratica sociale che ha alle spalle, che lo ha formato, acquisiti per abitudine o costruite tramite esercizio. La mentalità è per sua natura di un gruppo sociale.

Personalità - l’insieme dei tratti intellettuali, morali e psicologici caratteristici di un individuo, integrati in modo da costituire un’unità tipica che l’individuo manifesta nelle varie situazioni in cui opera o si trova. Quindi nella personalità di un individuo si combinano tratti coscienti e tratti incoscienti, idee e metodi, approccio alla realtà, elementi psicologici e nervosi. In altri scritti mi riferisco alla personalità con l’espressione “formazione fisico-psichico-morale-intellettuale”. La personalità è per sua natura individuale. I materialisti tendono a ridurre unilateralmente la personalità alle sue basi biologiche, chimiche e fisiche. Su questa riduzione si basano le teorie razziali e anche alcune teorie che giustificano la divisione in classi. È riferendosi alla personalità che Marx ed Engels in La sacra famiglia (capitolo Battaglia critica contro il materialismo francese) dicono: “se l’uomo è plasmato dalle circostanze, allora bisogna plasmare le circostanze umanamente”.

I tre termini quindi indicano strati via via più profondi e più complessi (più ricchi di determinazioni) dell’individuo. Un individuo messo di fronte a una situazione nuova in qualche modo reagisce sempre, anche se non ha mai pensato e riflettuto su di essa. Pensando e riflettendo arriva a una concezione e mette in gioco la sua concezione del mondo. Nella reazione che ha pur non avendoci mai pensato, entrano in gioco la sua mentalità e più ancora la sua personalità.

 

2. I tre criteri di valutazione non riguardano la concezione del mondo. La nostra concezione del mondo è il marxismo-leninismo-maoismo aggiornato per quello che ci riguarda nel nostro Manifesto Programma. Una concezione del mondo o è giusta o è sbagliata, è più avanzata o più arretrata di un’altra, rappresenta il mondo dal punto di vista di una o dell’altra delle classi antagoniste. La concezione del mondo è una scienza. Ovviamente una concezione del mondo si arricchisce, si allarga e si approfondisce: come una scienza. Quindi non è un corpo di dottrine chiuso.

I tre criteri di valutazione (v. VO 20 pag. 5 e segg.) si riferiscono alla personalità e alla mentalità (che è compresa nella personalità, è una componente e un aspetto della personalità) di un compagno [e, in un senso un po’ diverso ma analogo, di un organismo: infatti diciamo che ogni organismo ha una sua personalità, forgiata dal suo ruolo sociale, dalla sua storia e dalla sua composizione].

La concezione del mondo è di fatto anche una questione individuale, ma solo nel senso che ogni individuo mischia in modo e in misura “originali” idee giuste e idee sbagliate, idee aggiornate e idee antiquate, idee proletarie e idee borghesi o clericali, che ogni individuo ha una concezione del mondo più o meno vasta e profonda, ecc. È la questione che tratta A. Gramsci nella nota pubblicata dalle Edizioni Rapporti Sociali nella raccolta Sulla filosofia e i suoi argomenti (da pag. 8 in avanti - Punti preliminari di riferimento per una introduzione e un avviamento allo studio della filosofia e della storia della cultura).

Ma come non esiste una chimica individuale, nello stesso senso non esiste una concezione del mondo (essa comprende anche la chimica) individuale. Invece la mentalità è caratteristica di un gruppo sociale (quando diciamo che ogni collettivo e ogni compagno deve tradurre nel particolare il generale del Partito, vogliamo anche dire che lo deve esprimere secondo la mentalità del gruppo sociale a cui parla e per cui agisce, che deve mobilitare). La concezione del mondo è un aspetto della mentalità, ma non esaurisce la mentalità. I meridionali sono più estroversi dei nordici, i toscani sono più arguti dei lombardi, ecc. Dobbiamo studiare e capire la mentalità degli abitanti della zona in cui operiamo.

La personalità è individuale. Noi esigiamo che ogni membro del partito aderisca al marxismo-leninismo-maoismo e al nostro Manifesto Programma, cioè alla concezione comunista del mondo. Un po’ come si esige che un chimico impieghi nel suo lavoro la scienza chimica. Non esigiamo (e sarebbe assurdo esigere) che tutti gli individui abbiano la stessa mentalità. Tanto meno esigiamo che abbiano la stessa personalità [quella di uno]. La mentalità è un aspetto della personalità, ma non esaurisce la personalità. Dobbiamo studiare la personalità dell’individuo che dobbiamo dirigere o con cui dobbiamo lavorare, o che dobbiamo combattere.