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Promuovere in Italia l’internazionalismo proletario

Diffondiamo gli insegnamenti universali della rivoluzione nepalese

 

 Prosegue in Nepal la rivoluzione di nuova democrazia guidata dal Partito Comunista del Nepal (maoista) Unificato (NCP(M)U). La rivoluzione di nuova democrazia è un rivolgimento popolare guidato dal partito comunista che elimina i rapporti di dipendenza personali propri dei regimi schiavisti e feudali e libera il paese dalla dipendenza dall’imperialismo. In questo modo il partito comunista apre la via al socialismo.

La popolazione del Nepal era schiacciata dalle vecchie istituzioni e relazioni sociali feudali, dalle oppressioni nazionali, di casta, di clan, clientelari, patriarcali e familiari che si aggiungevano all’oppressione di classe, dall’invadenza dell’imperialismo USA ed inglese e dall’espansionismo della borghesia compradora e burocratica che nel 1947 ha ereditato dall’impero britannico il potere in India.

La convocazione dell’Assemblea Costituente era un mezzo coerente e adeguato per cancellare in maniera definitiva le vecchie istituzioni feudali, sbarazzarsi dell’ingerenza politica straniera e definire l’ordinamento del nuovo Nepal. Il Partito comunista è riuscito a farla convocare, a fare in modo che fosse eletta con voto universale, uguale, diretto e segreto e ad assicurare di fatto la libertà di propaganda e di voto nel corso della campagna elettorale e delle elezioni. Il Partito ha conquistato un peso importante in seno all’Assemblea eletta nell’aprile 2008 (circa 40% dei voti). Nel Nepal da 250 anni regnava un re che vantava un diritto divino a comandare, come fa il Papa da noi e come facevano tutte i monarchi feudali. L’Assemblea Costituente lo ha destituito e ha abolito la monarchia.

A questo punto si trattava di creare le condizioni perché l’Assemblea avesse il potere e la forza di creare nuovi ordinamenti. Tra i partiti che hanno concorso nella formazione dell’Assemblea Costituente il passaggio principale previsto per creare queste condizioni era la fusione delle due forze armate esistenti nel paese, le vecchie della monarchia e le nuove dell’Armata Popolare di Liberazione formata dal NPC(m) nei dieci anni di guerra nelle campagne. La controrivoluzione ha il suo principale punto di forza nelle vecchie forse armate reali, ribattezzate nazionali e si oppone alla fusione. Infatti le vecchie forze armate hanno rifiutato di obbedire al governo espresso dall’Assemblea Costituente. Si tratta quindi di indurle a sottomettersi o spazzarle via.

Il Partito comunista ha chiaramente definito che la questione chiave ora è affermare la supremazia del potere civile sul potere militare e sta mobilitando le masse popolari per imporre la supremazia del potere civile. Questo è ora il passaggio che la rivoluzione deve compiere. La fermezza sulla strategia e la flessibilità nella tattica dimostrate dal Partito comunista nel passato ci induce a ritenere che la rivoluzione lo supererà con successo.

 

Tuttavia già il percorso fatto finora dalla rivoluzione in Nepal dà al mondo alcuni importanti insegnamenti di valore universale. I principali a nostro avviso sono tre.

1. È possibile fare la rivoluzione anche nell’attuale situazione internazionale, persino in un paese relativamente piccolo (25 milioni di abitanti, 140 mila kmq) e accerchiato da paesi con regimi controrivoluzionari (India e Cina).

2. Il fattore chiave per riuscire a fare la rivoluzione è la formazione di un partito comunista avanzato, dotato di una concezione del mondo e di una linea giuste, fermo sulla strategia e flessibile nella tattica.

3. Il maoismo è la terza superiore tappa del pensiero comunista: la seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale deve avere il marxismo-leninismo-maoismo come teoria guida.

Il Nepal è diventato un faro della rivoluzione proletaria mondiale, un punto di forza e di orientamento della rivoluzione proletaria mondiale grazie al NPC(M)U che ha impugnato saldamente il marxismo-leninismo-maoismo e lo ha applicato e lo applica alle condizioni concrete del Nepal. Il NCP(M)U insegna al movimento comunista che bisogna avere una strategia giusta ed essere fermi nel seguirla, mentre bisogna contemporaneamente essere flessibili nella tattica onde sfruttare tutte le condizioni concrete favorevoli alla rivoluzione che si presentano in seno alle masse popolari da una parte e dall’altra in seno alle classi dominanti e nelle relazioni internazionali, neutralizzare i fattori negativi e far leva sui fattori positivi per la rivoluzione, strappare successi e avanzare passo dopo passo.

Il movimento comunista mondiale ha estremo bisogno di questo insegnamento, perché il dogmatismo è, assieme all’economicismo, uno dei due principali freni della rinascita del movimento comunista. Questo vale anche per il movimento comunista del nostro paese. Il (n)PCI deve essere all’avanguardia nell’assimilare gli insegnamenti universali della rivoluzione nepalese.

Per quello che sta in noi, dobbiamo fare di tutto perché la rivoluzione nepalese goda del massimo sostegno a livello internazionale e in particolare nel nostro paese, onde essa si consolidi e progredisca e le forze controrivoluzionarie incontrino seri ostacoli e resistenze a intervenire in Nepal dall’estero, in particolare dai paesi imperialisti (principalmente gli USA con i loro manutengoli, i sionisti d’Israele) e dall’India.

 

Un altro compito internazionalista particolarmente importante, che va oltre questo quadro, è sviluppare nel nostro paese la conoscenza e il sostegno alla rivoluzione di nuova democrazia che si sta sviluppando con vigore in India, con alla testa il Partito comunista dell’India (maoista). Essa ha una particolare importanza per il successo della rivoluzione in Nepal, ma soprattutto è un fattore di enorme importanza per la seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale. È una smentita clamorosa della propaganda borghese e clericale che “il comunismo è morto”.

Di particolare importanza è anche la resistenza all’occupazione imperialista e all’invadenza sionista (Israele è dappertutto il manutengolo degli USA, fa il lavoro più sporco per conto degli USA) e indiana, resistenza che si sta continuamente sviluppando nei paesi dell’Asia mediorientale, dalla Palestina al Pakistan. L’imperialismo USA è inchiodato in Iraq e in Afghanistan: questo è un grande contributo che le masse popolari di quei paesi danno alla seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Bisogna che le masse popolari italiane ne siano informate.

Ogni Comitato di Partito deve con creatività spronare i gruppi e personaggi operanti nella sua zona d’azione a indire conferenze, mostre, spettacoli, concerti e altre iniziative di massa che facciano conoscere nel nostro paese, alle masse popolari del nostro paese, a quelle italiane di nascita e a quelle immigrate, le forze rivoluzionarie operanti in Asia, nei singoli paesi dell’Asia e a organizzare la presentazione in Italia di delegazioni e di gruppi culturali e musicali provenienti dagli ambienti rivoluzionari di ognuno di questi paesi. Deve approfittare delle libertà politiche conquistate con la Resistenza e non ancora soppresse, per svolgere questo lavoro su larga scala. Esso giova alla rivoluzione socialista nel nostro paese e alla rinascita del movimento comunista a livello internazionale.

In molti paesi islamici oggi la resistenza all’aggressione imperialista è diretta principalmente dalla parte rivoluzionaria del clero islamico. Per sua natura esso non è in grado di mobilitare le masse popolari dei paesi imperialisti a sostegno della resistenza antimperialista dei paesi islamici. Esso contribuisce alla rivoluzione proletaria mondiale solo in quanto indebolisce l’imperialismo. Ma altre forze rivoluzionarie dei paesi islamici e di altri paesi asiatici e africani possono contribuire a dare alle masse popolari italiane una visione più giusta della rinascita del movimento comunista in corso nel mondo e della nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

 

Il sostegno internazionalista alle forze rivoluzionarie, la lotta per far uscire il movimento comunista internazionale dalle secche del dogmatismo e dell’economicismo che frenano la rinascita, la lotta contro la partecipazione del nostro paese all’aggressione imperialista dell’Afghanistan e contro il sostegno che la Repubblica Pontificia dà ai sionisti d’Israele sono, assieme alla rivoluzione socialista che costruiamo nel nostro paese, i nostri contributi al successo della rivoluzione in Nepal.

Nell’intervista che ha rilasciato lo scorso 12 ottobre ai compagni britannici del WPRM (World Peoples’ Resistance Movement) in visita nel Nepal, il compagno Gaurav, membro della Segreteria Nazionale del NCP(M)U, ha detto: “Se noi conquistiamo dei successi, i comunisti di tutto il mondo devono accoglierli con gioia e celebrare la nostra vittoria. Ma ancora più importante è il contributo che essi possono dare. Fare la rivoluzione, questo è il vostro contributo principale. I comunisti devono persistere nel costruire la rivoluzione nel loro proprio paese. Senza alcuna presunzione di insegnare, è questo che noi chiediamo ai comunisti di tutto il mondo”. Noi condividiamo pienamente il pensiero del compagna Gaurav e facciamo nostro il suo suggerimento.

 

Ernesto V.


 CPI(Maoist) Information Bulletin

 

Sito: http://www.bannedthought.net/India/CPIMIB/

 

 

 


  Peoples' Truth

Voice of the Indian Revolution

No. 8 (October 2009)

 

Sito: http://www.bannedthought.net/India/PeoplesTruth/