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Prendere i cacciatori in trappola!

Il 22 gennaio la banda Berlusconi ha firmato con la  CISL, la UIL e la UGL (l’ex CISNAL - sindacati fascisti) un accordo sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Se attuato, l’accordo porterebbe alla riduzione dei salari, peggiorerebbe le condizioni di lavoro, ridurrebbe i diritti sindacali ed eliminerebbe la solidarietà che tramite il CCNL lega i lavoratori delle aziende sindacalmente più deboli a quelli delle aziende più forti.

Ma l’obiettivo principale e immediato dell’accordo è isolare la CGIL. Nel regime di controrivoluzione preventiva del nostro paese, la CGIL resta l’anello debole del sistema di controllo sui lavoratori che la borghesia attua attraverso i sindacati di regime. Il potere della destra sindacale, nella CGIL è più precario che negli altri sindacati di regime. La crisi si aggrava e la borghesia non può più continuare a governare con i vecchi sistemi. La banda Berlusconi ha messo la destra (impersonata da Epifani) che dirige la CGIL di fronte all’alternativa: o rompere con la sinistra interna e fare un ulteriore passo nella trasformazione della CGIL in agenzia governativa e corporativa o rompere con gli altri sindacati di regime. Grazie all’abile linea seguita dalla sinistra sindacale (in particolare dalla FIOM e dalla FP), Epifani ha dovuto rompere con gli altri sindacati di regime.

Firmato solo da CISL, UIL e UGL, il nuovo accordo non ha più forza del Patto per l’Italia che la banda Berlusconi ha fatto firmare alla CISL nel 2002. Può anzi diventare un boomerang. La destra che dirige la CGIL è isolata dagli altri sindacati di regime ed è ora più facile per la sinistra costringerla a partecipare alla mobilitazione dei lavoratori contro gli effetti più devastanti della crisi del capitalismo.

Il referendum contro l’accordo del 22 gennaio e la serie di manifestazioni già programmate dalla CGIL e dai sindacati di categoria fino alla manifestazione del 4 aprile al Circo Massimo di Roma rientrano in questo percorso. La sinistra dei sindacati di regime e i sindacati alternativi possono e devono fare in modo che la destra sindacale non faccia passi indietro. Ci riusciranno a due condizioni:

1. se promuoveranno autonomamente la mobilitazione e l’organizzazione tra i lavoratori e le masse popolari, se non si accoderanno alla destra sindacale: in tal caso sarà infatti la destra sindacale che dovrà seguire la sinistra per non perdere prestigio presso i lavoratori;

2. se batteranno le tendenze settarie al loro interno. La crisi precipita e i lavoratori devono far fronte a una situazione nuova e diversa. In questo contesto saltano le divisioni e i contrasti che nel passato la borghesia ha fomentato. Bisogna che la sinistra eviti di mantenerli artificialmente in vita per settarismo e raccolga invece il frutto del lavoro che ha condotto negli anni passati. Che le buone ragioni di ieri non diventino oggi un ostacolo alla raccolta dei frutti del buon lavoro di ieri.

Questa è la linea che noi comunisti dobbiamo portare nei sindacati alternativi e nella sinistra sindacale! Questa è la linea di cui dobbiamo convincere i lavoratori avanzati a farsi portatori!

 

 

In copertina - Con la lotta, verso il potere!

                               - non ci sono più segreti per noi!

                               - siamo noi a decidere!

                               - siamo noi a fare!