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Il metodo delle leve

Oggi nel nostro paese, grazie alla sua storia e alla sua composizione di classe, nel campo delle masse popolari esistono già numerosi organismi che raccolgono elementi avanzati di una delle 4 categorie e altri elementi delle masse popolari. Che i suoi membri, i suoi dirigenti e i suoi promotori ne siano o meno consapevoli, ogni organismo svolge un ruolo (principalmente positivo o principalmente negativo) nella contraddizione che oppone il campo delle masse popolari al campo della borghesia imperialista (borghesia imperialista, clero, altre classi reazionarie e dirigenti). Questa contraddizione è la contraddizione dirigente della nostra società. Essa caratterizza e determina lo sviluppo corrente degli avvenimenti. Essa diventa più acuta nella fase terminale della crisi generale del capitalismo in cui siamo entrati nel 2008.

La contraddizione dirigente si riflette in ogni organismo delle masse popolari e influenza il sistema di contraddizioni proprio di ogni organismo che costituisce la sua particolare natura. All’interno di ogni organismo esiste sempre una sinistra, un centro e una destra.

Il Partito comunista può indurre ognuno di questi organismi a fare quello che corrisponde agli interessi effettivi dei suoi membri, che in un modo o nell’altro è connesso a quello che le masse popolari hanno bisogno che quell’organismo faccia. A questo fine il Partito fa leva sul fatto che i membri dell’organismo (per lo meno la massa dei membri) fanno parte delle masse popolari, sul fatto che l’orga nismo dipende dalle masse popolari (da cui trae forza, risorse e reclute), sul fatto che in esso c’è una sinistra, un centro e una destra, sul fatto che anche la destra deve almeno mostrare e fingere di fare gli interessi dei membri dell’organismo e quindi in qualche modo delle masse popolari, sul fatto che le nostre forze attuali già ci consentono una diretta azione di propaganda e reclutamento nelle sue file.

 

Ai fini dell’azione del partito, distinguiamo gli organismi del campo delle masse popolari in tre livelli.

Il primo livello è quello più direttamente influenzabile dal Partito. Fanno parte di questo livello gli organismi della “carovana” del (n)PCI (Partito dei CARC, ASP, SLL, ecc.) e quelli prossimi ad essa. Gli organismi appartenenti al primo livello sono diretti da membri del Partito e da elementi per qualche verso vicini al Partito e raggiunti dalla propaganda del Partito. I dirigenti di questi organismi sono ampiamente permeati dalla concezione comunista del mondo e accolgono favorevolmente le nostre parole d’ordine.

Il secondo livello è composto da organismi prossimi al movimento comunista: Proletari Comunisti, Rete dei Comunisti, Coordinamento Comunista, altre FSRS; da sindacati di base o alternativi come ad esempio Federazione Cobas, Slai-Cobas, Rappresentanze di Base, Sindacato dei Lavoratori e altri; da associazioni della sinistra sindacale (dei sindacati di regime), come Rete 28 Aprile, Lavoro e Società, ecc.; da organizzazioni di massa, comitati di resistenza, comitati elettorali, organismi anticapitalisti e comitati di lotta come No TAV, No dal Molin, No VAT, centri sociali; da forze intermedie (vedasi La Voce n. 24 pag. 11-12 e pagg. 33-40), ecc. ecc.

Il terzo livello è costituito dalle organizzazioni sindacali di regime, da organizzazioni di massa del regime, dai partiti della sinistra borghese.

 

Oggi le forze del Partito sono ancora ridotte.

Il Partito dirige o influenza in modo determinante solo piccoli organismi delle masse popolari (organismi del primo livello). La sfera della sua influenza diretta oggi è ancora poco estesa.

Ma ognuno degli organismi influenzati direttamente dal partito (quindi del primo livello), a sua volta ha relazioni di vario genere con organismi più ampi dove il Partito non esercita ancora un’influenza diretta (organismi del secondo livello). Di regola in questa fase in ognuno di questi organismi è la destra che dirige. In questa fase questi organismi di regola sono ostili al Partito, ma lo sono più o meno fortemente e attivamente. Anche quelli più ostili, lo sono più o meno apertamente: in alcuni la destra deve camuffare la sua ostilità, o almeno deve mentire sui motivi della sua ostilità. Per quanto ostili al Partito, questi organismi non possono tagliare completamente i ponti con gli organismi del primo livello, per quante manovre faccia la destra. Quanto più la crisi diventa acuta, tanto più le masse popolari sono favorevoli all’unità per far meglio fronte alla crisi e lottare con più forza contro la borghesia, il clero e il resto delle classi dominanti.

Questi organismi del secondo livello a loro volta hanno relazioni di vario genere con organismi lontani dal Partito e apertamente ostili al Partito (organismi del terzo livello). Per quanti sforzi faccia la destra che di regola dirige gli organismi del terzo livello (spesso qui la destra è composta da elementi collusi con le classi dominanti o addirittura facenti parte delle classi dominanti, in alcuni casi addirittura della destra delle classi dominanti), questi non possono tagliare completamente i ponti con gli organismi del secondo livello. In alcuni casi neanche con quelli del primo livello. Per il motivo già indicato.

Questa situazione determina un sistema di leve: il Partito muove la leva più piccola, la leva più piccola muove la leva intermedia, la leva intermedia muove la leva più grande. Il sistema di leve mobilita le masse popolari. L’utilizzo del sistema delle leve per determinare la trasformazione voluta è il metodo delle leve. Il metodo delle leve oggi è il metodo principale per il lavoro politico esterno del Partito: permette di arrivare più lontano anche di dove possiamo arrivare con la propaganda.

Con il metodo delle leve il Partito potenzia di molto il suo lavoro principale in questa fase: l’accumulazione delle forze rivoluzionarie. Esso permette al partito di raggiungere in modo più largo gli elementi avanzati, di promuovere la loro formazione, di mostrare loro la forza formidabile e irresistibile, l’“onnipotenza” del marxismo-leninismo-maoismo, del comunismo e, tramite esso, della classe operaia. Avvicina e conquista al comunismo gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari.

Il metodo delle leve permette quindi già oggi al nostro Partito di dirigere le masse popolari, milioni e milioni di individui, benché le sue forze siano ancora di gran lunga inferiori al livello che può e deve raggiungere. Abbiamo detto (La Voce n. 20, nell’articolo Elevare la qualità del nostro Partito per porre le basi del suo sano sviluppo quantitativo) che il numero dei membri del nostro Partito dovrà arrivare a un livello compreso tra 70 e 300 mila, perché il partito possa dirigere direttamente le masse popolari. Oggi ne siamo ben lontani. Con il metodo delle leve il Partito mette in valore la natura della formazione economico-sociale e politica del nostro paese (la situazione concreta in cui oggi operiamo) per svolgere in questa fase nel modo più efficace il suo compito. Oggi non è il Partito che dirige direttamente le masse popolari, sono altri organismi. Con il metodo delle leve, il Partito dirige in qualche modo gli altri organismi e in questo modo dirige l’insieme delle masse popolari a lottare più efficacemente contro la borghesia imperialista e il resto delle classi dominanti.

Applicando la linea di massa in ogni organismo, il Partito influenza gli organismi del campo delle masse popolari di ogni livello direttamente o passando attraverso gli organismi più vicini per arrivare a quelli più lontani (dal 1° al 2°, dal 2° al 3°).

Per alcuni organismi, a fianco del metodo delle leve, già possiamo e dobbiamo avvalerci anche del fatto che esercitiamo direttamente un’influenza nelle loro file. Tutta la sopradescritta catena che il Partito muove con il metodo delle leve, non va infatti intesa in modo gradualista: ad esempio arriviamo alla sinistra sindacale anche direttamente oltre che tramite i sindacati alternativi.

Man mano che l’accumulazione delle forze avanza, sempre meno dovremo servirci del metodo delle leve. Ma oggi è il metodo principale con cui il Partito mobilita l’insieme delle masse popolari contro la borghesia imperialista, il Vaticano con la sua Chiesa e il resto delle classi dominanti.

 

L’uso del metodo delle leve nel campo delle masse popolari produce effetti anche nel campo della borghesia imperialista.

Con il metodo delle leve il Partito, passando attraverso i vari livelli, arriva fino a condizionare la borghesia imperialista, il clero e il resto delle classi dominanti, fino a render loro la vita impossibile, a costringerli a fare quello che non vorrebbero fare perché contrario ai loro progetti, piani, interessi, ma che devono fare perché costretti a fare i conti con una mobilitazione crescente delle masse popolari.

Noi costringiamo la borghesia a fare quello che è utile alle masse popolari (contro i suoi stessi interessi: a concedere alcune cose, a non farne altre, ecc.), sfruttando il regime di controrivoluzione preventiva e mobilitando le masse popolari contro di essa tramite il metodo delle leve.

In regime di controrivoluzione preventiva, la borghesia deve mediare con le masse popolari, dato che non ricorre al terrore e alla guerra civile. La borghesia media con le masse popolari perché teme la loro mobilitazione rivoluzionaria, perché se le masse popolari sono in agitazione ciò nuoce agli affari, perché se le masse popolari sono inquiete “non si sa dove andranno a parare e fin dove arriveranno”, perché se le masse popolari sono in movimento proteggono e favoriscono l’opera dei comunisti e degli altri oppositori, ecc. Se le masse popolari hanno iniziativa (e noi gliela possiamo imprimere per ora principalmente con il metodo delle leve), la borghesia imperialista finché può media. Fino a che punto può mediare dipende da varie circostanze: media, finché arriva al punto che “la corda si rompe” e passa dal regime di controrivoluzione preventiva alla dittatura e alla guerra civile. Passeremo allora alla seconda fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.

 

Dario B.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Manchette

 

 

Indice Analitico dei Comunicati del (n)PCI

 

Il Centro del Partito ha terminato l’indice analitico dei Comunicati prodotti dal 2005 al 2008: i primi quattro anni di vita del (n)PCI, dalla sua costituzione ad oggi.

L’indice analitico aiuta la ricerca, lo studio e l’utilizzo degli argomenti trattati nei 100 comunicati pubblicati in questi 4 anni.

L’indice analitico raccoglie i termini e le categorie più importanti usati nei comunicati. È facilmente consultabile. La versione su file permette la navigazione da ogni voce dell’indice al paragrafo del comunicato in cui questa è trattata. Insieme all’indice analitico diamo anche l’indice dei nomi.

L’elenco dei 100 comunicati, i comunicati stessi, l’indice analitico e l’indice dei nomi sono contenuti in un unico file scaricabile dal sito http://lavoce-npci.samizdat.net.

Usate l’indice analitico dei comunicati per lo studio, per la produzione di materiale di propaganda, per conoscere e per capire la realtà che vi circonda e la lotta di classe in corso.

Contribuite al suo miglioramento segnalando al Centro del Partito gli eventuali errori e limiti, suggerendo miglioramenti.

Il patrimonio teorico del Partito è lo strumento fondamentale per fare del movimento di trasformazione dello stato di cose presente un movimento rivoluzionario cosciente e organizzato!