La Voce

Indice del La Voce n. 3

Sul partito

 

Per comprendere il significato e l’importanza del lavoro che dobbiamo compiere oggi costituendo le prime organizzazioni clandestine del (nuovo)Partito Comunista Italiano, occorre avere una concezione chiara e pratica del partito necessario per instaurare il socialismo in un paese come l’Italia.

Il partito sarà una rete che a maglie più o meno strette coprirà l’intero paese. I nodi della rete saranno costituiti dalle cellule (organizzazioni di base) e dai comitati del partito.

Il legame che unisce i nodi di questa rete (che fa sì che tutti lavorino in sintonia e nello stesso tempo con iniziativa, libertà, creatività ed autonomia) sarà costituito dalla comune concezione del mondo, dai comuni metodi di lavoro, dalla linea e dal programma comuni, dagli ordinari strumenti della vita di partito (riunioni, congressi, stampa, circolari, rapporti, dibattiti) e dalle attività degli organismi dirigenti. Il centralismo democratico è il principio organizzativo della rete (quindi divisione dei compiti e gerarchia ben definiti).

Cellule e comitati saranno entrambi composti in larga misura da operai (il Progetto di Manifesto Programma pag. 91 indica chiaramente chi intendiamo per operai). Non bastano una concezione del mondo e un programma comunisti: per riuscire a essere l’animatore dell’attività della classe operaia e il massimo livello di sintesi della sua attività (il suo “gruppo dirigente”, la sua “classe dirigente”, il suo Stato Maggiore), il partito dovrà essere composto in larga misura da operai e riunire in sé quanto di più vivo e di più maturo la classe operaia ha al suo interno. Il partito è la “classe dirigente” della classe operaia, parte organizzata e d’avanguardia della classe operaia. Infatti il partito deve raccogliere, elaborare, sintetizzare, tradurre in linea, misure e metodi, portare alle masse, dirigere l’attuazione, raccogliere i risultati e fare il bilancio. A questo livello “le masse” sono i collettivi operai di reparto, di azienda, di fabbrica o di zona (cioè territoriali: questo aspetto è importante per il ruolo che dovranno svolgere gli operai delle piccole aziende che nel nostro paese sono numerose). Il partito compie senza fine il movimento “dalle masse alle masse”. Il partito compie però questo movimento non secondo la concezione deformata della linea di massa propria dei movimentisti, che fanno della linea di massa un sinonimo di codismo. Il partito compie il movimento dalle masse alle masse usando e facendo valere la ricchezza del movimento comunista e tenendo fede ai doveri che gli derivano dall’essere 1. depositario dell’esperienza e del patrimonio teorico del movimento comunista e 2. sezione nazionale del movimento comunista internazionale: la rivoluzione socialista del nostro paese è parte e fattore della rivoluzione proletaria mondiale. Il partito riesce a svolgere il suo ruolo solo se è presente a ognuno dei livelli sopra indicati con organismi composti in larga misura di membri del collettivo in questione e se nell’organismo del partito comunista vi sono gli operai più maturi, più attivi, più stimati e più influenti del collettivo.

Ogni cellula e comitato per  i suoi legami, per la sua autorevolezza, per la giustezza della sua linea e per il prestigio e l’azione complessiva del partito, sarà capace di condurre tutta la classe operaia della sua zona di operazione (o la stragrande maggioranza di essa) a svolgere un’attività politica e a dirigere il resto del proletariato e delle masse popolari affinché si organizzino, gestiscano ad ogni livello le attività politiche (la repressione delle forze borghesi e la prevenzione delle attività controrivoluzionarie della borghesia imperialista), le attività economiche (la produzione, i rifornimenti, la distribuzione e la ripartizione), le attività della pubblica amministrazione, le attività dei servizi pubblici e tutte le attività culturali, ricreative, spirituali. La direzione della classe operaia sul resto delle masse popolari si esercita in questo modo. La struttura organizzativa di questa direzione è costituita dalle organizzazioni delle masse generate e non generate dal partito che via via si costituiranno.

I compagni più adulti ricorderanno ancora il ruolo di direzione che negli anni tra il ‘68 e il ‘78 i Consigli di alcune fabbriche svolgevano all’esterno delle aziende: ecco, questo è la cosa più simile, più vicina a noi e che meglio ci può dare l’idea di come avverrà la direzione della classe operaia su tutte le masse popolari. I proletari non operai (vedasi PMP pag. 92) avranno ovviamente in questo il ruolo che compete ai più stretti alleati della classe operaia.

Il nostro compito (la costituzione del partito) nei prossimi anni consiste nel tessere dalla clandestinità e nella clandestinità questa rete, annodando ad essa quanto di compatibile con essa esiste già. Questo ovviamente è il lavoro di costruzione complessiva del partito, quello che lo metterà in grado di guidare la classe operaia alla vittoria e che guiderà l’azione della classe operaia dopo la vittoria, nel socialismo. È la condizione indispensabile per la vittoria. È un’illusione pensare di poter vincere finché questa rete 1. non esiste almeno in una certa misura e 2. non è temprata dall’esperienza di lotta. Su questo l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria non lascia dubbi.

D’altra parte questa rete non nasce di colpo, non sorge tutta intera e pronta. Nasce e si sviluppa, come ogni organismo sociale. Noi stiamo costituendo ora le prime maglie e la trama generale (le organizzazioni di partito) e nello stesso tempo definendo i principi generali che ne guideranno la vita per un lungo periodo (il Manifesto Programma e lo Statuto).

Siamo all’inizio di un grande percorso. Ma anche la più lunga marcia incomincia con un semplice passo.

 

Tonia N.