La Voce

Indice del La Voce n. 3

La Voce

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno I  - novembre 99

Perché questa rivista

 

Questa rivista è fondata e diretta dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano.

Essa presenta il lavoro e i documenti della Commissione, i lavori e i contributi delle organizzazioni del partito che via via si costituiscono e i contributi di individui e di collettivi per il programma e lo statuto del (n)PCI.

La collaborazione alla rivista, la diffusione della rivista, la riproduzione della rivista, lo studio della rivista sono parte dei compiti fondamentali delle organizzazioni del nuovo partito

 

 

 

 

Fai conoscere, riproduci, diffondi questa rivista, studiala e organizza gruppi di studio, raccogli le opinioni e le proposte dei compagni che la leggono per trasmetterle alla redazione appena

se ne creerà la possibilità.


È dovere di tutti i dirigenti chiarire sempre più tutte le questioni teoriche, liberarsi sempre più completamente dall’influsso delle frasi fatte proprie della vecchia concezione del mondo e tenere sempre presente che il socialismo, da quando è diventato una scienza, va trattato come una scienza, cioè va studiato. Ma l’importante è poi diffondere tra le masse, con zelo accresciuto, la concezione che così si è acquisita e che sempre più si è chiarita”. (Engels, Prefazione a La guerra dei contadini in Germania, 1874)


Come iniziare, simultaneamente, da più parti, la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

Preparare il congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano vuole dire in sostanza due cose:

1. definire il Programma (e lo Statuto) del partito;

2. creare le organizzazioni del partito, i cui delegati terranno il congresso che approverà il Programma e lo Statuto ed eleggerà il comitato centrale del partito.

L’unità tra i due compiti consiste nel fatto che sono organizzazioni di partito solo quelle che collaborano alla determinazione del Manifesto Programma e che il congresso di fondazione si riunirà quando attraverso la ricerca, il dibattito, la critica e l’autocritica le organizzazioni clandestine avranno realizzato una larga convergenza su una proposta di programma e di statuto e ridotto le eventuali residue divergenze a pochi punti chiaramente definiti.

Le FSRS e i lavoratori avanzati che condividono questo progetto devono costituire organizzazioni clandestine e iniziare il lavoro seguendo le indicazioni date nel n. 1 di La Voce e le altre che darà sulla base dell’esperienza che via via raccoglierà. Non aspettare di stabilire il rapporto con la CP per iniziare il lavoro. Il rapporto si stabilirà successivamente, col tempo e nei modi opportuni, sulla base del lavoro che ogni organizzazione locale avrà iniziato a svolgere. È inevitabile che in questa fase di preparazione del congresso, quando non esiste ancora un programma, uno statuto e un’autorità comune a tutti, le organizzazioni saranno varie e i rapporti con la CP differenti e particolari. Questa situazione sarà migliorata e superata solo dopo il congresso di fondazione. È un passaggio inevitabile che ci servirà ad accumulare l’esperienza per il periodo successivo.


Combinare l’attività clandestina (libera) e l’attività legale. Sono due lavori entrambi necessari. Strategica è la loro combinazione. Tra i due lavori il lavoro clandestino è quello strategicamente, quindi in linea generale, principale.

L’attività libera è condizione necessaria per l’autonomia ideologica dalla borghesia, per l’autonomia organizzativa, per la continuità, per la fusione tra il comunismo scientifico e tutte le varie forme del movimento operaio che ne favoriscono il rafforzamento e l’estensione.

Le organizzazioni legali oggi devono

1. diffondere e difendere il programma, le analisi e la linea delle organizzazioni libere e farne conoscere nella misura opportuna l’attività,

2. combattere contro l’opportunismo e contro l’avventurismo, anzitutto nelle proprie fila,

3. diffondere la stampa libera,

4. organizzare le masse e dirigere le lotte delle masse.


Le avanguardie

Una deviazione presente in alcune FSRS è l’attendismo. Di fronte alla costituzione della CP, alla sua proposta di lavoro e all’attività che essa svolge, stanno a vedere se la cosa funziona. A ciò porta l’opportunismo. O l’empirismo: non avendo una concezione comunista del mondo e un metodo comunista di conoscenza, non può analizzare la situazione, definire una linea e perseguirla con forza e determinazione, contribuendo con tutte le sue energie al successo della nostra causa. Sta a vedere. Poi deciderà. Così non rischia di sbagliare?


Concezione del mondo e metodo di lavoro

 

Nella costituzione delle organizzazioni di partito occorre guardarsi dalle infiltrazioni, dalle provocazioni e dai tradimenti.

Quali sono le nostre armi principali in questa lotta?

1. La concezione comunista del mondo.

È impossibile per un borghese e per un poliziotto nascondere per un lungo periodo e nelle varie situazioni della nostra attività

la sua reale concezione del mondo.

2. Il nostro metodo di lavoro.

Dobbiamo organizzare il lavoro, il reclutamento, la divisione dei compiti e la compartimentazione in modo che ogni malintenzionato per infiltrarsi nelle nostre fila e per nuocerci debba dare alla nostra causa più del male che può arrecare

(riferimento: Lenin, L’estremismo - a proposito dell’infiltrato Malinovski).


 

Diffondere La Voce

Autocensura no, autocritica sì.

 

Il regime DC ha mantenuto in vita le leggi fasciste sulla stampa e la propaganda (contro la libertà di parola e di scritto). Ma in generale le applica solo in casi particolari, per perseguitare casi isolati. O in modo particolare: Andreotti contro Mino Pecorelli non è ricorso al Codice Penale!

Secondo la prassi corrente in Italia e in altri paesi imperialisti europei, una rivista come La Voce può essere messa normalmente in vendita dovunque si vendono libri e giornali. Esortiamo quindi tutti i compagni a mettere in vendita La Voce. Anche quelli che non sono d’accordo con noi. La conoscenza delle idee altrui e il confronto delle idee e delle esperienze sono ottimi mezzi per sviluppare le proprie concezioni e raggiungere concezioni più giuste. La verità non teme il contraddittorio e combatte il monopolio della comunicazione. Ci appelliamo a tutti i compagni perché non si autocensurino. Ci appelliamo a quelli che hanno fiducia nella democrazia borghese, cioè ai sinceri democratici, perché mettano la loro fiducia  alla prova dei fatti. La verità è rivoluzionaria.

Alcuni lettori sono stati tratti in inganno dalle indicazioni contenute nel pezzo di Cristoforo Colombo riportato a pag. 58 del n. 1 di La Voce.

In esso gli editori davano consigli su come impedire che la polizia venisse a conoscenza del lavoro in corso. Essi si rivolgevano a membri delle OCC che vivevano sotto apparenze legali e in relazione a un lavoro preliminare la cui esistenza doveva restare segreta.

Ci scusiamo dell’errore in cui abbiamo indotto i nostri lettori.


 

Noi comunisti non lottiamo per sostituire al governo attuale un governo amico degli operai, sensibile ai loro problemi. Un governo del genere, anche se diamo per buoni la volontà e i sentimenti dei suoi componenti, non potrebbe uscire dai limiti compatibili con gli interessi e la volontà dei capitalisti.

I capitalisti, la produzione di profitti e la produzione di merci sono

 al centro del sistema di produzione della società attuale.

Noi lottiamo per sostituire a questa società una società in cui 1. il potere politico appartiene ai consigli di lavoratori costituiti nelle unità produttive, nei quartieri e nei villaggi e ai loro delegati eletti e revocabili, 2. le unità produttive lavorano per soddisfare i bisogni materiali e spirituali della società recensiti da un’organizzazione sociale, 3. ogni persona deve dare il suo contributo di lavoro alla società secondo le sue capacità (servizio nazionale del lavoro), 4. i beni di consumo sono assegnati a ogni persona in misura corrispondente al lavoro che compie. Un sistema di questo genere non sorgerà per incanto né bell’e pronto, ma le masse popolari guidate dalla classe operaia lo possono creare sia pure con sforzi e per tentativi. Con esso le masse popolari saranno in grado di risolvere un po’ alla volta tutti i problemi che si pongono nella società attuale, sempre meglio man mano che con l’esperienza lo perfezioneranno ed esse stesse compiendo quest’opera trasformeranno le loro abitudini, le loro concezioni e i loro sentimenti.


Nel corso di una crisi generale, per occuparsi efficacemente dei propri interessi particolari e immediati, la classe operaia deve occuparsi dei suoi interessi generali e storici (cioè della conquista del potere e dell’instaurazione del socialismo)”.

(Martin Lutero, pag. 17)


La reale difficoltà che le masse popolari incontrano nella difesa delle loro conquiste, la “paralisi” delle masse di fronte all’attacco lanciato dalla borghesia imperialista contro le loro conquiste, non sono determinate dalla collaborazione dei sindacati di regime con il governo, ma dalla mancanza del partito comunista e, conseguentemente, di una ‘politica rivoluzionaria’”.

 

(Martin Lutero, pag. 16)


 

 

Per mantenere le conquiste strappate la classe operaia deve conquistare il potere e cambiare così natura alle stesse conquiste già raggiunte, facendo di esse delle premesse, degli inizi, dei puntelli della trasformazione socialista dell’intera società. Le lotte di difesa possono svilupparsi su larga scala solo nell’ambito di un movimento d’attacco, quindi l’attacco favorisce e genera la difesa. D’altra parte ogni operazione di difesa (vittoriosa o sconfitta) è una scuola di comunismo e genera forze per l’attacco (quindi la difesa a sua volta alimenta l’attacco). La classe operaia conquisterà il potere solo mettendosi alla testa delle masse popolari nella loro lotta per la difesa delle conquiste, per la difesa delle loro possibilità di vivere al livello raggiunto e di progredire, solo guidandole fuori dalla situazione tormentosa in cui la borghesia imperialista le ha cacciate e le costringe ogni giorno di più.”

 

(Martin Lutero, pag. 23)


La lotta per il socialismo e non le rivendicazioni sono l’asse portante della mobilitazione della classe operaia e il terreno unificante del movimento della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari dei paesi imperialisti e tra la classe operaia di questi paesi e le masse popolari dei paesi semicoloniali e dei paesi ex-socialisti. Attualmente la chiave per il progresso della nostra causa è la ricostruzione del partito comunista e non la ricomposizione del proletariato, la creazione di un nuovo blocco sociale, una campagna di lotte rivendicative.


Oscar Lafontaine: “La produzione di valore deve essere ottimizzata,

ma la distribuzione deve essere equa”.

Lionel Jospin: "Sì all'economia di mercato, no alla società di mercato".

I riformisti sostengono che bisogna lasciare la produzione e in generale l’attività economica in mano ai capitalisti, al libero mercato,

 alla libera iniziativa dei capitalisti, agli individui e che lo Stato borghese deve intervenire per ridistribuire il reddito.

Noi comunisti non siamo per una distribuzione meno iniqua del reddito.

Noi siamo per un diverso sistema di produzione del reddito e in generale dell’attività economica. Lasciate che siano i capitalisti a promuovere e

 dirigere l’economia e prima o poi sarete costretti ad accettare le loro regole

 anche nella distribuzione del reddito.