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La situazione politica e i nostri compiti

 Il nuovo governo Berlusconi è seduto su un barile di polvere - Anche nel campo della borghesia imperialista esso è in equilibrio precario

 

Con le elezioni del 13 aprile la Corte Pontificia, gli imperialisti USA e i gruppi sionisti d’Israele hanno condotto in porto l’operazione che avevano lanciato in gennaio, quando sfiduciarono il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti. (1) Oggi Berlusconi a ragione proclama che il suo governo gode della piena fiducia del Vaticano e Fini si vanta di essere dirigente di “una maggioranza filoamericana e filoisraeliana”, anche se sarebbe più esatto dire una maggioranza pienamente agli ordini degli americani e degli israeliani. “In Italia c’è un nuovo clima politico”, ha esultato papa Ratzinger parlando ai suoi alti prelati nella Conferenza episcopale italiana del 29 maggio. E il 6 giugno ricevendo Berlusconi in udienza speciale il papa ha ribadito la sua soddisfazione per l’esito delle elezioni e la costituzione del nuovo governo. Berlusconi gli ha fatto eco: “L’azione di governo non può che compiacere il papa e la sua chiesa”.

Resta da vedere se godere della fiducia del Vaticano, degli imperialisti USA e dei gruppi sionisti d’Israele significa anche condurre una politica che stia in piedi in Italia. Il Vaticano, gli imperialisti USA e i gruppi sionisti d’Israele vogliono ognuno delle cose dall’Italia, cose che non riguardano la soluzione dei problemi delle varie classi della popolazione italiana, neanche quelli della borghesia italiana. Cose molte delle quali peggiorano le condizioni già pessime delle masse popolari italiane.

La Corte Pontificia di papa Ratzinger vuole riaffermare la sua vacillante e declinante influenza morale e intellettuale sulla popolazione italiana. Vuole spremere dall’Italia più di quanto già spreme in termini di ricchezza (scuole ed enti culturali e scientifici vari, cliniche e ospedali, strutture di assistenza per anziani, bambini, donne, immigrati e altri emarginati, opere di beneficenza, mezzi di informazione e propaganda, mercato immobiliare, banche e assicurazioni, investimenti finanziari). Vuole avere in Italia una base sicura, in termini di libertà d’azione e di reclutamento di clero e altro personale, per la sua azione nel mondo.

Gli imperialisti USA vogliono dal governo italiano sostegno logistico, finanziario e di truppe. Vogliono poter usare liberamente (basi, infrastrutture e movimenti) l’Italia per la difesa dei loro interessi e per le loro aggressioni e manovre in Asia, in Africa e in Europa, in primo luogo contro le popolazioni arabe e musulmane la cui resistenza li tiene impantanati in Palestina e Libano, in Afghanistan, in Iraq, in Somalia e in Iran. Vogliono collaborazione contro la condotta autonoma della borghesia russa e contro le tendenze all’autonomia dei gruppi imperialisti europei.

I gruppi sionisti d’Israele vogliono potersi servire dell’Italia come retroterra militare e più in generale politico nella loro guerra contro i Palestinesi, contro gli Stati arabi limitrofi della Palestina e contro gli Stati e i movimenti che appoggiano la resistenza dei Palestinesi.

Il governo Berlusconi è pronto a soddisfare le richieste degli uni e degli altri. Quindi gode della loro piena fiducia: è il loro governo per l’Italia. Gli interessi di Vaticano, imperialisti USA e gruppi sionisti d’Israele sostanzialmente convergono: Vaticano, imperialisti USA e gruppi sionisti d’Israele costituiscono di fatto una triplice alleanza.

Si sono quindi create condizioni più favorevoli a che la lotta delle masse popolari contro il governo Berlusconi sia anche lotta contro la Corte Pontificia, contro l’imperialismo USA e il suo criminale piano di guerra infinita e contro i gruppi sionisti.

L’unità di interessi dei suoi tre principali mandatari è un punto di forza per il governo Berlusconi. Ma le cose che loro vogliono non hanno a che vedere con la soluzione dei problemi né della borghesia imperialista italiana né delle masse popolari del nostro paese. Il governo Berlusconi rassomiglia molto a un governo di avventurieri che esercitano il potere per conto di un occupante straniero (o a quello che un tempo si sarebbe detto un regime bonapartistico).

Riflette bene la poca autonomia dello Stato italiano. Ma la sua capacità di durare dipende principalmente dalle soluzioni che adotterà e dalle scelte che farà a fronte dei problemi delle varie classi della popolazione: dall’adesione della borghesia imperialista italiana da una parte e dall’altra parte dall’azione del movimento comunista, cioè nostra, dalla resistenza delle masse popolari italiane al procedere della crisi generale del sistema, dallo scontro tra mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria nelle masse popolari.

Su un fronte il governo Berlusconi è assicurato: il nuovo governo non avrà problemi da parte delle Organizzazioni Criminali (Mafia, Camorra, Ndrangheta e minori). Le OC hanno fatto i loro affari nel periodo del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti (2006-2008) come li avevano fatti con il precedente governo Berlusconi-Bossi-Fini (2001-2006) e continueranno a farli con il nuovo governo Berlusconi. Ma la banda Berlusconi ha con le OC una lunga storia di connivenza e di collaborazione. Quindi esse avranno un maggiore sostegno governativo sia per espandere i loro traffici all’interno e all’estero sia contro le masse popolari. I vari settori dell’economica criminale costituiscono oramai una parte importante dell’economia mondiale e con il nuovo governo Berlusconi l’Italia è candidata ad avervi un ruolo crescente. Sarà probabilmente il settore che darà il contributo più dinamico all’economia del paese nei prossimi anni. Il nuovo governo Berlusconi avrà nelle OC un appoggio sicuro.

Il governo Berlusconi è invece destinato ad avere problemi all’interno, di coesione della aggregazione di fascisti, razzisti, clericali e avventurieri su cui si fonda. È destinato pure ad avere problemi con il grosso della borghesia imperialista italiana.

 

Quanto alla coesione interna, tre sono i principali fattori che minano la stabilità del governo Berlusconi.

I fascisti di proprio portano al governo Berlusconi la mobilitazione di squadre in imprese vigliacche contro immigrati, omosessuali, donne e altri gruppi emarginati e deboli. Storace lo si è visto all’opera come governatore del Lazio e come Ministro della Sanità prima del 2006. Ma sono lungi dal costituire una forza armata a presidio del regime come lo furono nel ventennio di Mussolini alla conclusione di una accanita guerra di classe (1919-1925). Sono squadre di teppisti incoraggiate dalla riabilitazione del fascismo, dalla denigrazione della Resistenza e del movimento comunista condotta oramai da anni dalla destra e dalla sinistra borghesi e dalla protezione che il nuovo governo assicura. Il nuovo governo potrà giovarsi delle loro imprese squadristiche solo limitatamente e queste prima o poi entreranno in rotta di collisione col resto dell’attività governativa in quanto fattore di disturbo dell’ordine pubblico. Ciò avverrà tanto prima e tanto più, quanto più energica sarà la risposta che riceveranno a livello popolare. Infatti nella lotta contro lo squadrismo fascista si formeranno e consolideranno nuove organizzazioni comuniste e popolari.

La Lega Nord certo organizza spedizioni contro gli immigrati e altri emarginati fin quasi a confondersi con i fascisti, ma questa vigliacca attività non soddisferà a lungo le sue truppe. Anche qui il chiarimento arriverà tanto prima quanto più energica sarà la risposta popolare allo squadrismo leghista. La Lega Nord ha fatto molte promesse a quella parte delle masse popolari insofferenti del corso attuale delle cose (quindi potenzialmente nostre) che ha reclutato, ma né Bossi né Berlusconi realizzeranno gli obiettivi che hanno fatto balenare ai loro occhi. Il problema della Lega Nord è che i suoi elettori e seguaci si aspettano anche altro oltre alle spedizioni squadristiche e la Lega Nord non glielo può dare. Il partito delle autonomie locali si è già schierato contro l’autonomia locale a Vicenza e in Val di Susa dove difende gli accordi internazionali pattuiti dal governo di Roma: che partito delle autonomie locali è un partito che è favorevole all’installazione della seconda base USA a Vicenza e vuole sacrificare la Val di Susa per farne un corridoio di transito del traffico internazionale? La politica fiscale del governo Berlusconi riduce l’autonomia finanziaria dei comuni e delle regioni (ICI, addizionale IRPEF, ecc.) e quindi impedisce il “buon governo” locale di cui la Lega Nord per anni si è fatta forte contro la sinistra borghese: il buon senso terra terra contro le chiacchiere umanitarie e gli affari sporchi. (2) Il governo Berlusconi per far da spalla agli speculatori del petrolio, delle derrate alimentari, ecc. si metterà inevitabilmente in urto con i lavoratori dipendenti e autonomi: anche questo metterà in seria difficoltà la Lega Nord, soprattutto se il movimento comunista saprà sviluppare la sua attività di mobilitazione e di unità delle masse popolari. Dal Ministero degli Interni la Lega Nord ha assunto la responsabilità di imporre l’ordine pubblico di Roma in tutto il paese, proprio mentre la crescente resistenza popolare trasforma in problema di ordine pubblico le vecchie e nuove angherie padronali, governative e delle OC. L’esempio più chiaro è dato da Napoli e dalla Campania. Qui la ribellione popolare contro la pluridecennale criminale gestione dei rifiuti e contro il conseguente degrado della salute ha finalmente creato una emergenza che ha costretto le Autorità a muoversi: l’ordine pubblico. (3) Lega Nord e governo Berlusconi sono in rotta di collisione, la Lega non può perdere il suo elettorato e a evitare la collisione non basterà l’accordo segreto concluso alla fine degli anni ’90 da Bossi con Berlusconi, accordo che ha mantenuto salda nelle mani di Bossi la direzione della Lega Nord nonostante le giravolte dell’individuo.

Infine vi sono tra i clienti e avventurieri che Berlusconi ha raggruppato nella sua coalizione, un discreto numero di personaggi che cercheranno di assicurarsi un avvenire politico oltre Berlusconi. Questi non si accontenteranno di ratificare le decisioni di Berlusconi e vorranno via via crearsi una loro base elettorale. Saranno sempre più frequenti le questioni nelle quali l’azione governativa li metterà invece in urto con i loro elettori e quindi contrasterà i loro progetti. Il Parlamento è ridotto a Camera di registrazioni delle decisioni del governo, ma la maggioranza diventerà sempre più litigiosa.

 

Quanto ai rapporti tra il nuovo governo Berlusconi e il grosso della borghesia italiana, al momento la Confindustria e le altre associazioni padronali (Confcommercio, Associazione Bancaria Italiana, ecc.) si sono allineate con la scelta del Vaticano, degli imperialisti USA e dei gruppi sionisti d’Israele. Cercano di trarre vantaggio dal nuovo governo sia nei loro rapporti con gli operai (in primo luogo nel campo dei contratti di lavoro e dello smantellamento di quanto ancora resta dei diritti dei lavoratori sul posto di lavoro) e con il resto delle masse popolari (i lavoratori autonomi dipendono oramai per mille vie dalla borghesia imperialista e dal suo Stato (4)), sia ai fini della concorrenza in cui le aziende capitaliste sono impegnate in Italia e nel mondo. “In questo nuovo buon clima si può fare molto e molto bene ... Ci sono le condizioni per cambiare il paese, ora o mai più”, va proclamando Emma Marcegaglia. La nuova presidente di Confindustria può assecondare il governo in una misura che sarebbe stata incompatibile con le ambizioni personali di Montezemolo. Ma deve pur sempre fare i conti con le esigenze di profitto e di concorrenza delle aziende e con i lavoratori. Su questo terreno la borghesia imperialista italiana avrà problemi crescenti con il nuovo governo Berlusconi.

La stretta sottomissione del nuovo governo agli imperialisti USA e ai sionisti non porterà alcun vantaggio economico alla borghesia italiana. In quest’epoca gli imperialisti USA chiedono molto ma danno poco o niente. La loro potenza economica è in calo, commercialmente non offrono sbocchi ma sono alla ricerca di sbocchi, sono un focolaio di crisi finanziaria e il centro mondiale della speculazione. La speculazione è diventata il cancro dell’economia mondiale. La sovrapproduzione assoluta di capitale è giunta al punto che si passa da una bolla speculativa a un’altra. Ora la bolla speculativa ha coinvolto il petrolio e le materie prime in genere, comprese molte derrate alimentari. (5) La speculazione aggrava e accelera la crisi economica e gli imperialisti USA non offrono né mercati né occasioni di investimenti. Al contrario chiedono truppe e finanziamenti per le proprie truppe, per le truppe mercenarie (come quelle che reclutano in ogni paese per l’Iraq o come le truppe etiopiche che hanno inviato in Somalia) e per gli Stati e le autorità fantoccio che mettono in piedi qua e là: Karzai dell’Afghanistan ha recentemente raccolto a Parigi promesse di 23 miliardi di dollari dagli “Stati donatori”.

Il coinvolgimento nella guerra infinita USA costringerà la borghesia italiana a rompere molti rapporti commerciali e abbandonare investimenti: tipico è il caso delle sanzioni contro l’Iran, ma domani sarà contro il Pakistan, il Sudan, il Venezuela e altri. Certo le sanzioni sviluppano il contrabbando e l’economia criminale: ma un settore che si sviluppa non compensa il settore che muore, la fortuna di uno non compensa il fallimento o le difficoltà dell’altro.

Quanto alla competitività, in primo luogo la competitività nell’epoca moderna, nella società borghese (e di competitività ha senso parlarne solo nell’ambito della società borghese e di relazioni mercantili), viaggia principalmente sulle ruote della ricerca, dell’organizzazione del lavoro, della rete commerciale, dell’innovazione di prodotto e di processo; in secondo luogo chi vuole conquistare clienti deve spesso anche proteggerli dalle ritorsioni economiche e politiche dei concorrenti scontenti. La sudditanza agli imperialisti USA limita questo secondo fattore della competitività a discrezione degli imperialisti USA. Quanto al primo fattore, la cronica e storica debolezza della borghesia italiana è direttamente connessa al ruolo che il Vaticano (e in secondo piano le OC) hanno nella storia e nella vita presente del nostro paese. L’accresciuta (rispetto ai governi passati) sudditanza del nuovo governo Berlusconi al Vaticano e i suoi legami con le OC continueranno a impedire di migliorare la situazione della borghesia italiana in tema di competitività.

L’unica arma di competitività che resta alla borghesia italiana e su cui il governo Berlusconi darà volonterosamente il suo appoggio è aumentare lo sfruttamento dei lavoratori e la devastazione dell’ambiente. “Il vostro programma è il mio”, ha già detto Berlusconi ai caporioni di Confindustria riuniti e il Ministro del lavoro, Sacconi, ha già annunciato “una deregulation chirurgica del mercato del lavoro”. Per ridurre i costi di produzione, approfittare del carovita, dell’inflazione, del lavoro precario, del lavoro nero, della eliminazione o sterilizzazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro, dell’inosservanza delle misure di sicurezza, dell’inosservanza delle misure di salvaguardia ambientale, della riduzione di norme e controlli pubblici (“nessun incentivo fiscale può compensare un disincentivo normativo”: e gli effetti si vedono già in materia di class action (6) e di norme sulla sicurezza del lavoro). Ovviamente tutto questo ridurrà anche il mercato interno: i consumi delle famiglie. La mobilitazione reazionaria delle masse popolari può trovare alimento da un simile corso delle cose (sarebbe la gara a: “Chi ci deve rimettere di più?”), ma può anche rovesciarsi nel contrario se i comunisti fanno bene la loro parte (“A stare con i padroni non ci si guadagna: tutti uniti contro il padrone e il suo governo!”). (7) L’aumento dello sfruttamento dei lavoratori (in primo luogo e direttamente i lavoratori dipendenti, ma in seconda linea anche i lavoratori autonomi) è il principale terreno su cui la borghesia italiana e il nuovo governo Berlusconi trovano la loro intesa. Ma è anche il terreno su cui i lavoratori e le masse popolari sono direttamente in campo e possono mandare a monte l’intesa conducendo con accanimento lotte rivendicative. Sviluppare la lotta per instaurare il socialismo nelle condizioni attuali è l’ambito necessario per sviluppare su larga scala, con continuità e con possibilità di successo le lotte rivendicative.

Infine peserà sulle relazioni tra la borghesia e il nuovo governo la questione della Unione Europea. Col progredire della crisi l’UE può stare in piedi solo se diventa anche una potenza politica: uno Stato che si batte contro gli altri nella lotta di tutti contro tutti che è la legge della giungla capitalista. Il Vaticano e gli imperialisti USA non vogliono assolutamente che questo si verifichi. Per motivi diversi, per loro è meglio un’Italia isolata che un’Italia parte di una Federazione Europea. Per la borghesia italiana (che ovviamente non vede oltre l’orizzonte della giungla capitalista) è meglio una Federazione Europea.

È probabilmente contando sulla contraddizione tra borghesia imperialista e nuovo governo Berlusconi che Veltroni e i suoi si preparano alla successione. Sulla base della fedeltà al programma della borghesia imperialista che li accomuna alla vecchia destra, si preparano a costituire un governo, beninteso sempre ligio alla Corte Pontificia e fedele agli imperialisti USA e ai gruppi sionisti d’Israele, ma che abbia il suo punto di forza nella consonanza con il grosso della borghesia italiana, anziché nell’asservimento assoluto ai tre mandatari principali. Un’opzione velleitaria, ma Veltroni e i suoi non ne hanno altre.

 

La conclusione di questa analisi è che la vita del nuovo governo Berlusconi sarà tormentata anche per le contraddizioni interne al campo della borghesia imperialista. Le possibilità di attacco da parte del movimento comunista saranno quindi molte. Chi è impastoiato da una concezione economicista e vede le lotte rivendicative - sindacali, territoriali, dei lavoratori autonomi - come unico o principale terreno di scontro tra la classe operaia e la borghesia imperialista, ha ragione di essere spaventato dalle prospettive. Chi ha come programma la lotta per instaurare il socialismo, avrà invece un vasto e articolato terreno di guerra, con molte possibilità di successo.

È utile precisare che le varie tendenze delineate in questa analisi sono connesse l’una all’altra e in molti casi sono contraddittorie: indicano tendenze, sono leggi di sviluppo nel senso in cui il Materialismo Dialettico intende le leggi. (8) Nessuna delle tendenze sopra indicate traccia percorsi che inevitabilmente gli avvenimenti seguiranno. Nessuno può garantire che le cose andranno in un modo piuttosto che nell’altro, perché il percorso che effettivamente gli avvenimenti seguiranno sarà determinato dall’azione che i comunisti svilupperanno, dalle forze che essi riusciranno a mobilitare e ad organizzare in primo luogo tra gli operai e in secondo luogo tra le altre classi delle masse popolari, da quanto essi svilupperanno con creatività e concretezza la guerra popolare rivoluzionaria che è la sola via per instaurare il socialismo, dallo sviluppo della resistenza delle masse popolari dei paesi oppressi e dalla rinascita del movimento comunista nel mondo, dall’atteggiamento del governo e delle varie componenti della borghesia, del Vaticano, degli imperialisti USA e dei vari altri attori del campo della borghesia imperialista. Ognuna delle tendenze sopra indicate mostra una forza in campo di cui deve tener conto e di cui può avvalersi chi vuole condurre con successo la guerra popolare di lunga durata che instaurerà il socialismo nel nostro paese.

Nicola P.

 

Note

1. Sulle origini della crisi del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, vedere Comunicato CP 25.01.08, reperibile sul sito Internet del (n)PCI.

 

2. Quanto alla realtà del “buon governo” della Lega Nord, bisogna mettere in conto l’intreccio di affari loschi e manovre finanziarie a cui la Lega Nord si è data fino al 1999. Poi Bossi fece il suo patto con Berlusconi. Questi assicurò disponibilità finanziarie illimitate a Bossi, che da allora tiene in pugno la Lega contro tutti gli oppositori e si può permettere tutte le piroette che occorrono per tenere assieme il suo elettorato e nello stesso tempo soddisfare il suo padrone.

 

3. Le condizioni sanitarie a cui la gestione criminale dei rifiuti perpetrata per anni dagli industriali, dalle Autorità, dalla Camorra e dal clero ha ridotto la popolazione della Campania sono ben riassunte nel Comunicato Pulizia, non polizia! Fatti, non ecoballe né ecopromesse! emesso dalla DN del P-CARC il 17 gennaio 2008, reperibile sul sito www.carc.it. La vera emergenza esplosa in questi mesi non è la gestione criminale dei rifiuti che dura da anni, ma l’ordine pubblico. È su questo terreno, contro le masse popolari che protestano, che finora il governo ha preso misure nuove, non per porre fine alla gestione criminale dei rifiuti.

 

4. Dal Manifesto Programma, pag. 141: “La massa dei lavoratori autonomi è in realtà composta da individui sempre meno autonomi. Molti lavoratori autonomi dipendono strettamente dai monopoli industriali e dei servizi e dalle banche per le forniture, per le vendite, per le tecnologie, per il credito e dallo Stato per i regolamenti che inquadrano le loro attività, per il regime fiscale e per i contributi pubblici al loro bilancio. Ciò apre grandi orizzonti di egemonia per il movimento comunista, una volta superate le tendenze corporative e affermato il suo ruolo di promotore della lotta di tutte le masse popolari contro la borghesia imperialista.”

 

Dal Manifesto Programma, pag. 293: “La rivoluzione in Europa non può essere altro che l’esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente – senza una tale partecipazione non è possibile una lotta
di massa, non è possibile nessuna rivoluzione – e porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasticherie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il capitale. L’avanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verità oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potrà unificarla e dirigerla, conquistare il potere, prendere le banche, espropriare i trust odiati da tutti (benché per ragioni diverse!) e attuare altre misure dittatoriali che condurranno in fin dei conti all’abbattimento della borghesia e alla vittoria del socialismo, il quale si ‘epurerà’ dalle scorie piccolo-borghesi tutt’altro che di colpo”. V. I. Lenin, Risultati della discussione sull’autodecisione (1916), in Opere vol. 22.

 

5. Nell’ultimo anno la speculazione ha investito il campo del petrolio, delle derrate alimentari e di altre materie prime e sta portando il relativo prezzo al consumo a livelli crescenti di cui è impossibile prevedere la fine. Gran parte delle bolle speculative precedenti, riguardavano titoli di proprietà di aziende: le perdite e le vincite degli speculatori colpivano direttamente soltanto i proprietari di denaro che lo scommettevano. Solo indirettamente colpivano le aziende e quindi l’economia reale (quella che produce beni e servizi, che impiega proletari, che alimenta l’attività dei lavoratori autonomi). La bolla attuale invece riguarda materie prime, derrate alimentari e semilavorati. Essa si ripercuote direttamente sui prezzi al consumo e all’investimento. Causa fame, miseria, dissesto economico, disordini e delitti di ogni specie.

Come si è creata l’attuale bolla speculativa?

I mercati delle merci oggetto della speculazione erano già monopolistici, quindi predisposti per la speculazione. La sovrapproduzione assoluta di capitale e lo scoppio della bolla precedente, quella dei mutui ipotecari USA, hanno resa attuale la bolla speculativa.

Il meccanismo della speculazione in corso a grandi linee è il seguente. Ogni derrata, materia prima o semilavorato è accaparrato per una somma h (di dollari, euro o altra moneta) in largo anticipo sulla produzione e la consegna. Nasce quindi un titolo di proprietà: un certificato che dà diritto a ritirare alla data x un quantitativo y. Il proprietario di questo titolo lo mette in vendita a un prezzo H. Il nuovo proprietario lo rivende a un prezzo H’. I passaggi possono proseguire senza limiti, alla velocità che l’organizzazione delle borse e la rete mondiale dei loro collegamenti consentono. Esistono borse specializzate per le operazioni di compravendite di questi titoli, ognuna specializzata per alcuni tipi di merci. Le principali a livello mondiale sono a New York, Chicago e Londra.

H, H’, ecc. (il corso del titolo) sono determinati dalla speculazione. Uno speculatore che è convinto che tra qualche ora, giorno o mese potrà rivendere il titolo al prezzo H”, è disposto a pagare cifre che si rapportano non al prezzo h segnato nel contratto iniziale (quello che il produttore ha percepito o percepirà) né al prezzo che la merce ha in quel momento sul mercato dei consumatori e degli investitori (capitalisti industriali, lavoratori autonomi, ecc.), ma a quello che prima o poi potrà ricavare dalla vendita del titolo.

Il prezzo del titolo (il corso del titolo) può salire al di là di ogni limite

- se gli speculatori (cioè i proprietari di somme di denaro non impiegato altrimenti: né come capitale nel ciclo produttivo di beni o servizi, né come capitale finanziario, né come tesoro, né per consumi) sono numerosi;

- se la fiducia nella crescita del prezzo è alimentata con opportune iniziative (voci su guerre in arrivo, minacce di guerre o disordini che turberebbero la produzione, previsioni di brusche variazioni della produzione o del consumo futuri, voci su determinate politiche di scorte da parte di Autorità, ecc. ecc.);

- se gli speculatori ricevono in abbondanza denaro a basso tasso di interesse dal sistema bancario (che fa capo a banche centrali e nel quale ogni banca si muove con tanta maggiore autonomia quanto maggiore è la liquidità di cui dispone e più liberali le leggi e le norme che regolano la sua attività);

- se le leggi e le norme che regolano l’attività delle borse lasciano agire ogni speculatore con molta libertà (bassi anticipi sugli acquisti a termine, scarse garanzie, possibilità di emettere titoli derivati sul corso dei titoli primari, ecc.).

Come si vede le 4 condizioni indicate sono tutte condizioni che non cadono dal cielo né sono fatali: le leggi e le regole sono stabilite da Autorità politiche o di categoria. La speculazione non potrebbe aver luogo se le Autorità volessero impedirla, anche solo con un centesimo della determinazione con cui si impegnano e collaborano a stroncare i finanziamenti delle organizzazioni da esse proscritte come terroriste.

La speculazione in corso e il carovita conseguente sono possibili perché i finanzieri dispongono di cifre enormi di denaro da giocare nelle speculazioni. Le fonti di questa disponibilità sono

- la privatizzazione delle pensioni, delle assicurazioni, della sanità: essa ha posto e pone cifre enormi a disposizione di finanzieri che devono farle fruttare;

- la sovrapproduzione di capitale e la crescente disuguaglianza dei redditi: chi percepisce alti redditi, per quanto viva nel lusso e scialacqui, non li consuma interamente in acquisto di beni e servizi e affida denaro a istituzioni finanziarie perché lo facciano fruttare - il lavoratore a basso reddito consuma tutto il denaro che riceve in spese per acquistare beni e servizi;

- la possibilità per le banche centrali e le altre di creare denaro concedendo prestiti.

Quindi, ancora una volta, se le Autorità non seguissero le linee politiche che seguono, la speculazione non sarebbe possibile. L’impotenza che le Autorità proclamano di fronte alla speculazione è un imbroglio.

Quando arriva la scadenza di un dato titolo, il signor A che lo ha in mano ritira la derrata che ha pagato H e la mette in vendita (a consumatori o investitori) alla somma P.

 

Perché nonostante i prezzi crescenti i consumi non diminuiscono e la derrata viene pagata P?

- Perché alcune domande sono incomprimibili (qualunque sacrificio o delitto piuttosto di farne a meno).

- Perché le aziende possono alzare i prezzi di vendita dei loro prodotti e quindi sono disposte a pagare a qualsiasi prezzo le merci di cui hanno bisogno.

- Perché i ricchi possono pagare qualsiasi cifra.

- Perché in alcuni paesi (Cina, India e altri) aumenta il numero dei ricchi.

- Perché i sussidi pubblici coprono una parte del prezzo e così mantengono alta la domanda.

- Perché il sistema bancario mette a disposizione dei consumatori e degli investitori nuovo denaro (acquisto a credito).

- Perché vi sono ancora vecchi risparmi da prosciugare.

Per una più vasta informazione sulla relazione tra capitale speculativo, capitale finanziario e capitale industriale, vedere Manifesto Programma, nota 42 pag. 270.

 

6. Class action è il dispositivo di legge che permette azioni giudiziarie collettive contro aziende ed enti che hanno danneggiato i loro clienti.

 

7. Dal Manifesto Programma, pag. 54: “A fronte del fallimento o dell’insufficienza della controrivoluzione preventiva, la borghesia imperialista dispone del ricorso alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Già essa trasforma normalmente ogni contraddizione tra sé e le masse, in contraddizioni tra parti delle masse: se chiude un’azienda, mette i lavoratori di una zona contro quelli di un’altra, ogni gruppo a difesa della sua azienda; analogamente fa quando licenzia, quando produce emarginati, quando produce delinquenti, ecc. Quando il suo Stato non è in grado di provvedere al benessere delle masse popolari, la borghesia deve mobilitare le masse a provvedervi o a spese di un’altra parte delle masse o aggredendo, opprimendo, rapinando e saccheggiando altri paesi, popoli e nazioni: la mobilitazione reazionaria delle masse popolari.”

 

8. Il senso che hanno le leggi naturali e sociali secondo il Materialismo Dialettico è illustrato nel Manifesto Programma, nota 37 pag. 266.