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 W la gloriosa e grande Rivoluzione d’Ottobre

La celebrazione del 90° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre non è solo l’occasione per ricordare e rendere omaggio a Lenin, a Stalin e agli altri grandi e meno grandi, innumerevoli comunisti e proletari che hanno osato togliere il potere alla borghesia, al clero e alle altre classi dominanti e instaurare una società governata dagli operai e dagli altri lavoratori e hanno così mostrato a tutti gli oppressi che era possibile. Essi hanno risvegliato il mondo, come ben disse Mao parlando dell’effetto che la vittoria dell’Ottobre e la creazione del paese dei Soviet ebbe sulle masse popolari cinesi oppresse dai feudatari e dagli imperialisti.

Celebrare l’anniversario è anche un’importante manifestazione politica del tutto attuale. La creazione dell’Unione Sovietica e sulla sua scia, nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, degli altri paesi socialisti ha lasciato una traccia indelebile nell’esperienza dell’umanità, un’esperienza di cui oggi abbiamo assolutamente bisogno per lottare con successo contro la borghesia imperialista, il clero e le altre classi dominanti e vincerli.

1. Ovunque nel mondo hanno lasciato una cultura, una coscienza e una capacità organizzativa sedimentate nella classe operaia e nelle altre classi sfruttate e nei popoli oppressi, che si tramandano di generazione in generazione nel riprodursi delle lotte dei lavoratori, degli emarginati e degli oppressi e nei movimenti progressisti e rivoluzionari.

2. I lavoratori e le masse popolari dei paesi imperialisti sono ancora oggi forti per le conquiste che hanno strappato alla borghesia, al clero e alle altre classi dominanti, certo grazie alle loro lotte, che erano però potenziate dalla minaccia di perdere tutto che la vittoria dell’Ottobre e i primi paesi socialisti per tutto il periodo della loro esistenza hanno fatto gravare sui capitalisti, sul clero e sui loro complici.

3. L’esperienza di costruzione in ogni campo della vita sociale compiuta dai primi paesi socialisti, per quanto arretrata fosse la base da cui sono partiti, costituisce un patrimonio indispensabile per la rinascita del movimento comunista e la lotta che le classi e i popoli oppressi devono condurre per porre fine al marasma sociale in cui la borghesia, il clero e le altre classi dominanti ci hanno condotto e ogni giorno ci affondano un po’ di più: contro la guerra, contro la devastazione dell’ambiente, contro la distruzione della coesione sociale, contro l’eliminazione delle conquiste di civiltà e di benessere, contro la ricolonizzazione dei paesi oppressi.

Chi oggi denigra o disprezza l’esperienza dei primi paesi socialisti, chi rifiuta di imparare da essa, anche se si dichiara comunista, ha nella lotta di oggi il ruolo che ebbero nella prima metà del secolo scorso i partiti e i personaggi che allora si dichiaravano socialisti e persino comunisti ma non presero posizione a fianco dell’Unione Sovietica e della prima Internazionale Comunista: oggettivamente lavorano per gli oppressori.

Uno dei grandi indispensabili apporti del maoismo e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria (1966-1976) è di averci insegnato a fare il bilancio dell’esperienza storica dei primi paesi socialisti. Ci hanno insegnato che la nuova borghesia specifica dei paesi socialisti, che se prevale li porta alla rovina, era costituita da quei dirigenti del Partito, dello Stato e delle altre istituzioni socialiste che si opponevano all’eliminazione delle differenze tra lavoratori intellettuali e manuali, tra dirigenti e diretti, tra uomini e donne, tra adulti e giovani, tra città e campagna, tra paesi, zone e settori avanzati e paesi, zone e settori arretrati: si opponevano ad avanzare lungo la strada che la vittoria dell’Ottobre aveva aperto e su cui si era avviata una parte crescente dell’umanità.

Celebrare e inneggiare alla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e ai primi paesi socialisti è rafforzare il fronte delle classi e dei popoli oppressi che oggi lottano contro la borghesia, il clero e le altre classi dominanti, per instaurare un nuovo mondo socialista.