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Problemi di metodo

  Teatrino, masse popolari e comunisti

Consigliamo vivamente ai nostri lettori la lettura di questo breve opuscolo (44 pagine). L’autore racconta avvenimenti svoltisi in un ambito sociale molto ristretto, due piccoli comuni della provincia di Latina, nei Monti Lepini) e che di per sé non erano destinati ad avere eco. Ma l’autore li ha usati come materiale per verificare principi e criteri del Partito e per ricavare nuovi principi e criteri che vanno ad arricchire il bagaglio del Partito. Un lavoro minuto, condotto per così dire su scala di laboratorio, diventa campo di sperimentazione di leggi, principi e criteri generali e campo per ricavare leggi, principi e criteri generali. La piccola scala diventa a questo punto un vantaggio, perché permette di isolare alcuni fenomeni che si presentano in forma più “pura” e di studiarli con maggiore precisione. È proprio questo continuo vedere il generale nel particolare e riportare il particolare al generale uno dei pregi principali dell’opuscolo.

In secondo luogo è politicamente importante il materiale a cui l’autore applica l’analisi materialista dialettica: l’irruzione nel teatrino della politica borghese. È questo uno dei quattro fronti in cui il Partito ha diviso il complessivo lavoro di massa che occorre compiere per accumulare forze rivoluzionarie. Il regime di controrivoluzione preventiva presenta elementi di forza per la borghesia che lo ha adottato. Ma presenta in realtà punti di debolezza di cui noi comunisti possiamo e dobbiamo avvalerci per renderlo inefficace. Dobbiamo quindi anzitutto conoscerli e in secondo luogo mettere a punto metodi, principi e criteri per fare sistematicamente leva su di essi e rendere inefficace l’arma di cui la borghesia si è dotata per tenere sottomesse le masse popolari in generale e la classe operaia in particolare. L’opuscolo è un piccolo manuale in materia.

In terzo luogo l’opuscolo è un modello per analisi di questo genere che molti compagni potrebbero sicuramente fare, riferendosi al loro lavoro. La pratica cieca è uno dei difetti del nostro lavoro, che lo rendono poco efficace. La separazione tra teoria e pratica, da una parte la teoria accademica che, “libera” dai vincoli della realtà, diventa evasione e arbitrio da perdigiorno; dall’altra la pratica che si svolge ciecamente, per abitudine e pregiudizio, senza ricavarne insegnamenti per renderla più efficace e quindi elaborare una teoria: ecco una piaga che ovviamente affligge anche i comunisti che emergono da una massa che le classi dominanti hanno tenuto lontano dalla conoscenza. “Lei non è qui per ragionare. Altri sono pagati per farlo”, dice il borghese all’operaio. Dobbiamo liberarci da questa malattia nella quale le classi dominanti hanno forzato e tengono costretti i lavoratori. L’opuscolo è un buon esempio da imitare per tutti i nostri compagni.



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