Ritorna all'indice de La Voce 27 /-/ Ritorna all'indice completo dei numeri de La Voce


Comitati di Partito

 CdP Aurora - La crisi della sinistra borghese

La sinistra borghese fa proprie e sancisce le decisioni del governo Berlusconi-Bossi-Fini. Il filo conduttore comune delle misure già prese e che sta prendendo è rafforzare economicamente e politicamente la borghesia finanziaria: dare più mezzi e più forza alle società finanziarie, alle banche, alle assicurazioni, agli speculatori e mettere ancora più l’economia in balia del gioco d’azzardo dei finanzieri; ridurre i soldi a disposizione dei lavoratori e consegnare i loro risparmi agli speculatori. La borghesia punta all’eliminazione del sistema previdenziale pubblico e a sostituire alle pensioni una rendita finanziaria per chi ce l’avrà; all’eliminazione del contratto collettivo nazionale di lavoro e a sostituire al contratto di lavoro a tempo indeterminato il lavoro precario; all’eliminazione della coesione sociale e di un sistema universale di diritti e doveri e a sostituirli con il diritto di sfruttare e di speculare su tutto e con l’universale dominio del mercato e del sistema finanziario! Non solo, con la riforma elettorale e in nome della governabilità del paese, si propongono di blindare le istituzioni dello Stato borghese per renderle impermeabili all’influenza delle masse popolari.

La lotta per l’approvazione di tutte queste misure ha reso manifesto il salto di qualità avvenuto nel mondo politico borghese nei mesi scorsi. Una parte importante della sinistra borghese (l’ala dei Democratici di Sinistra che diretta da D’Alema, Veltroni e Fassino briga per fondare con la Margherita il Partito Democratico) ha gettato la maschera del programma elettorale del circo Prodi e si è allineata apertamente sul programma comune della borghesia imperialista. Essa ha sancito la sua rottura con la sinistra borghese e si candida apertamente ad assumere, nella veste di Partito Democratico, il ruolo che la banda Berlusconi tra il 2001 e il 2006 ha mostrato di non saper svolgere. Il Partito Democratico vuole assumere apertamente su di sé il compito di dare alla borghesia imperialista italiana una struttura politica, economica e culturale all’altezza delle sue aspirazioni. Esso si propone quindi di rompere remore, indugi e finzioni e diventare la sponda politica dichiarata e riconosciuta di Montezemolo, Draghi, Monti e della borghesia imperialista in genere. I DS fautori del PD, con il circo Prodi e approfittando del fallimento della banda Berlusconi, hanno ripreso in mano il governo del paese e questa volta non intendono più lasciarlo; non molleranno il governo in nessun caso. Per questo hanno abbandonato la sinistra borghese e sono passati alla destra borghese. Ovviamente che ci riescano, è un’altra questione. I fautori del PD dovranno fare i conti da una parte con le masse popolari italiane e con il rinascente movimento comunista a cui il (n)PCI si dedica con tutte le sue forze, dall’altra con le caratteristiche e contraddizioni proprie della borghesia imperialista italiana, con quelle internazionali tra USA e UE (in cui il Vaticano ha suoi importanti interessi direttamente in gioco) e con i contrasti legati alla definizione non ancora compiuta dello stesso Partito Democratico.

L’iniziativa dei fautori del PD ha già frantumato la vecchia sinistra borghese: tra chi ci sta a formare il PD e chi non ci sta: “gli scontenti”, come li chiama uno di loro, Giorgio Cremaschi. PRC, PdCI, Verdi, Sinistra Democratica si erano autoproclamati “sinistra di alternativa” e avevano promosso i DS al rango di sinistra riformista. Vivevano nel comodo ruolo di chiedere “uno di più” di quello che la sinistra riformista proponeva. Ora che il grosso della loro “sinistra riformista” è passata alla destra borghese, sono alla ricerca di una nuova collocazione: la “Cosa rossa”. Ma di fatto nell’attività parlamentare sono a rimorchio della destra e si adattano alle decisioni dei fautori del PD. La sinistra alternativa difende il suo spazio e il suo ruolo nelle istituzioni borghesi: chi può nel Parlamento nazionale e nel governo, gli altri nelle amministrazioni comunali e provinciali, negli organismi locali e nel parlamento europeo. Essa concepisce il proprio ruolo nei confronti delle masse popolari come un fare sponda nelle istituzioni borghesi e dare visibilità nell’opinione pubblica borghese ai movimenti, alle aspirazioni e alle rivendicazioni popolari in cambio del voto e della claque. Insomma, l’attività politica si fa nelle istituzioni del regime: nel Parlamento nazionale, nei consigli regionali e comunali, al Parlamento europeo, nei mass media. Essere al governo è il massimo. Essa non vede alcuna alternativa fuori dal governo PAB. I fautori del PD non sono ancora pronti per combinarsi con la Casa delle Libertà padronali né per fare nuove elezioni. Lo saranno probabilmente tra un po’ e allora scaricheranno la “sinistra di alternativa” senza complimenti, come senza complimenti hanno lasciato che Mussi e i suoi soci prendessero la porta, a meno che un’accelerazione della rinascita del movimento comunista consigli alla borghesia di agire diversamente, di continuare a servirsene. I DS e i fautori del PD sono passati armi e bagagli alla destra borghese, il resto della sinistra borghese rimane al carro della borghesia. Questa è la crisi della sinistra borghese, questo è il terreno di lotta dei prossimi mesi. I comunisti devono lavorare per indurre gli operai più avanzati e gli elementi più avanzati delle altre classi delle masse popolari a impugnare la bandiera delle rinascita del movimento comunista e del consolidamento e del rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano.

Fare dell’Italia un nuovo paese socialista è la sintesi di tutte le aspirazioni delle masse popolari, la via per realizzare gli obiettivi di tutti i movimenti delle masse popolari!

Fare di ogni lotta e di ogni movimento una scuola di comunismo!

Il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista è il mezzo principale e indispensabile per rendere più efficace la lotta delle masse
popolari!

Viva la rinascita del movimento
comunista!

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino
del (n)PCI!

 

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Settembre 2007