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Lettere alla redazione

Guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, lotta armata di OCC e altro


Cari compagni,

vi scrivo perché volevo condividere con voi una delle riflessioni che ho maturato leggendo l’ultimo numero della rivista.

Nell’articolo Guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, lotta armata di OCC e altro si afferma (pag. 60) che nei paesi imperialisti la mobilitazione rivoluzionaria è sempre seguita alla mobilitazione reazionaria e alla guerra imperialista.

Probabilmente questa costituisce una delle leggi che regolano la rivoluzione proletaria nei paesi imperialisti, una di quelle leggi che via via scopriamo.

Penso però che ciò non voglia dire che bisogna “cercare la guerra” o “sostenere la guerra imperialista” per aprire così la strada alla rivoluzione. Lo fecero alcuni socialisti durante la prima guerra mondiale (Mussolini e compagnia) e la storia ha mostrato a cosa porta questa concezione.

Credo che per trasformare la mobilitazione reazionaria e la guerra imperialista in mobilitazione rivoluzionaria bisogna sviluppare fin da oggi la più ampia e determinata lotta contro di esse. Solo lottando fin da oggi con coerenza e autonomia dalla classe dominante si possono infatti creare i presupposti per una loro trasformazione in senso rivoluzionario, accumulando forze e facendo perdere egemonia alla borghesia imperialista.

Vedendo le cose da quest’ottica, emerge che una delle componenti della lotta per la trasformazione della guerra imperialista in mobilitazione rivoluzionaria è il sostegno alla resistenza dei popoli aggrediti. Maggiori sono la loro resistenza e le difficoltà che incontra la borghesia imperialista, maggiore è la perdita di egemonia della borghesia imperialista tra le masse popolari del “suo paese” e, dunque, maggiore è lo sviluppo del malcontento, della ribellione e della resistenza che le masse popolari dei paesi imperialisti opporranno alla propria borghesia.

Insomma, per fare la rivoluzione non bisogna cercare la guerra ma lottare con coerenza contro di essa. Penso che questo sia un aspetto che bisogna sottolineare con insistenza per creare e consolidare un’unità ideologica e politica sulla questione.

Saluti a pugno chiuso!

Attilio - Genova

20 aprile 2007

La legge che tu indichi non è una legge. È il risultato del fatto che i partiti comunisti o socialisti dei paesi imperialisti si sono sempre ritirati vergognosamente ogni volta che la borghesia ha minacciato di portare la lotta sul terreno della guerra civile. Essi non avevano compiuto l’accumulazione delle forze in vista di questo inevitabile sbocco della lotta e della resistenza delle masse popolari. Così fu in Francia e in Germania nel 1914, in Francia nel 1936-1937, in Italia nella seconda metà degli anni ’40 e altrove. Pienamente d’accordo invece che solo lottando contro la guerra imperialista e la mobilitazione reazionaria il movimento comunista si rende capace di trasformarle in mobilitazione rivoluzionaria.