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Gli imperialisti USA sono i principali nemici di tutta l’umanità

Il movimento comunista cosciente e organizzato ha attraversato un lungo periodo di decadenza: esso non aveva saputo far buon uso dei favorevoli rapporti di forza raggiunti con l’eroica lotta contro il nazifascismo e la vittoria nella seconda guerra mondiale e di conseguenza era finito sotto la direzione dei revisionisti moderni. A causa della nostra decadenza il mondo si è sviluppato in modo che oggi la rivoluzione democratica antimperialista dei paesi arabi e musulmani è diretta da forze reazionarie. Pare che gran parte dei suoi dirigenti siano membri del clero o comunque autorevoli esponenti della gerarchia feudale: ma tutto questo è in realtà da verificare, perché non abbiamo una conoscenza affidabile, le nostre forze sono ancora troppo limitate. Comunque sarebbe una situazione che si è già presentata altre volte, quella di movimenti rivoluzionari per il compito che svolgono, ma guidati da forze reazionarie: dal movimento contadino nell’Italia del secolo XIX alle prime rivolte anticoloniali, dai Boxer in Cina ai Mau Mau in Kenia.

L’aggressione di gruppi e Stati imperialisti contro alcuni paesi arabi e musulmani, il potere (sempre più diretto, con proconsoli e basi militari) che esercitano in altri, la “guerra contro il terrorismo” che conducono a livello internazionale e che ha come bersaglio diretto anche gli immigrati dei paesi imperialisti: dal 2 al 10% della popolazione - in gran parte appartenente al proletariato più povero e più oppresso. Ecco gli aspetti principali della lotta dell’imperialismo contro la rivoluzione democratica antimperialista dei paesi arabi e musulmani.

Nei paesi arabi e musulmani è in corso una rivoluzione democratica antimperialista. Essa ha come contenuto (oggetto, ruolo, bersaglio) l’eliminazione dell’oppressione imperialista e dei rapporti di dipendenza personale - patriarcali, schiavistici, feudali, religiosi, ecc. “Ma come, direte: eliminazione dei rapporti di dipendenza personale - patriarcali, schiavistici, feudali e religiosi? La resistenza è diretta da preti, signori della guerra e altri esponenti della gerarchia feudale!”. Questi non dirigono in quanto preti, signori, ecc. Dirigono in quanto fautori e promotori della resistenza antimperialista. Il prete non comanda perché è prete. Comanda perché è fautore e promotore della resistenza antimperialista. L’essere prete gli è servito e gli serve a promuovere la resistenza. La sua vecchia autorità è al servizio dei nuovi compiti, la vecchia forma serve il contenuto nuovo. Tanto vero che i preti che sono contro la resistenza antimperialista, non comandano, sono bersaglio della resistenza. Quelli che restano estranei alla resistenza antimperialista, perdono prestigio. Nuovi compiti dividono le vecchie classi dominanti.

Riusciranno preti e signori che oggi dirigono la resistenza antimperialista a portarla alla vittoria? Dipende dall’evoluzione di fattori che essi non controllano. Ferme restando le altre cose, è improbabile. Perché per la loro natura sociale e per le loro concezioni del mondo sono arretrati. La rivoluzione democratica antimperialista è diretta anche contro il loro ruolo sociale, afferma ed esige costumi e relazioni a loro estranei (vedasi ad esempio il ruolo che assumono le donne nella rivoluzione palestinese), promuove nuovi capi. Non riusciranno a mobilitare abbastanza a fondo le masse popolari del loro paese (per questo il paragone con il Vietnam vale solo in una certa misura). Non promuovono né propongono un ordinamento sociale più avanzato di quello capitalista: anzi ne propongono uno più arretrato. Non sono in grado di mobilitare a loro favore i loro potenziali alleati nei paesi imperialisti e negli altri paesi oppressi dall’imperialismo: anzi con i loro metodi di guerra se li alienano.

Nei paesi imperialisti la borghesia cerca e cercherà di approfittare dei limiti della resistenza dei popoli arabi e musulmani e di altri popoli oppressi per promuovere la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Il Vaticano e la sua Chiesa sono già all’opera contro gli immigrati musulmani, distolgono le comunità cristiane dei paesi arabi dalla resistenza e gridano alla persecuzione religiosa. La guerra contro i popoli arabi e musulmani e gli immigrati è il tema su cui i gruppi imperialisti promuovono la mobilitazione reazionaria. La criminalizzazione e la demonizzazione dell’arabo e del musulmano e degli immigrati e la guerra contro di loro sono ciò su cui i gruppi imperialisti cercano di deviare il malessere, il malcontento, l’indignazione, l’irritazione e la rivolta delle masse popolari dei paesi imperialisti. “Perché state male? Chi ci impedisce di continuare a vivere come vivevamo, di godere dei risultati che avevamo raggiunto? Chi fa rincarare la benzina e il petrolio? Chi rende insicure le nostre strade? Chi fa stragi in casa nostra? Chi porta tra noi crimini, sporcizia, malattie, costumi d’altri tempi?”. A queste e simili domande, in ogni paese i gruppi imperialisti che dirigono la musica e guidano la danza rispondono: gli arabi, i musulmani, i neri, gli immigrati, i cinesi, i lazzaroni che non hanno voglia di lavorare. La realtà è diversa: la fonte sta nella nuova crisi generale del capitalismo e nella debolezza del movimento comunista. Ci sono solo due vie realiste: la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. I gruppi imperialisti hanno su noi comunisti il vantaggio che essi hanno già i mezzi per mobilitare le masse popolari: il potere, il denaro, il prestigio, l’audience, gli intellettuali e le concezioni organiche, i metodi, le abitudini, ecc. La Chiesa Cattolica mostra bene quali e quanti sono i vantaggi dei reazionari. Noi comunisti abbiamo il vantaggio della realtà e della verità che però è tutto da esplicitare e strutturare a partire dall’esperienza organizzativa e dalla coscienza progressista che la prima ondata della rivoluzione proletaria ha sedimentato nelle larghe masse popolari.

Varie sono le operazioni da compiere per far valere i nostri vantaggi e arrivare a creare rapporti di forza a noi favorevoli, per far prevalere la mobilitazione rivoluzionaria sulla mobilitazione reazionaria. L’operazione decisiva e conclusiva è il consolidamento e rafforzamento del partito comunista: l’elaborazione della sua concezione del mondo e la sua incarnazione in una organizzazione che comprenda tutti o almeno gran parte degli operai avanzati. Questa operazione decisiva necessita però di tante operazioni collaterali, ausiliarie, strumentali, preparatorie.

Contrastare la demonizzazione dei popoli oppressi, della loro resistenza, delle organizzazioni che gli imperialisti dichiarano terroriste, degli immigrati è una di queste. È il sistema delle relazioni internazionali che costringe all’emigrazione. Sono i gruppi imperialisti che sfruttano, opprimono, sconvolgono i paesi oppressi e rendono lì la vita impossibile. Gli imperialisti fanno nei paesi oppressi “stragi tecnologiche” che uccidono migliaia di persone e ad esse la resistenza antimperialista risponde con armi artigianali che nei paesi imperialisti ne uccidono decine. Sono i capitalisti qui da noi che fanno dell’immigrato un concorrente imbattibile, un mendicante o un delinquente.

Solo scendendo in lotta per creare un nuovo ordine sociale qui, potremmo uscire dal marasma attuale, nei singoli paesi e nelle relazioni internazionali, e anche contribuire a far sì che la direzione della rivoluzione democratica antimperialista dei popoli arabi e musulmani sia assunta da forze progressiste capaci di condurle alla vittoria: cioè dai comunisti marxisti-leninisti-maoisti fautori della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata come strategia di una rivoluzione di nuova democrazia. I comunisti vietnamiti si formarono alla scuola del movimento comunista internazionale e non viceversa: dove fece la sua scuola Ho Chi Minh? Giustamente Mao disse che furono i cannoni dell’incrociatore Aurora a risvegliare il popolo cinese e l’Unione Sovietica a indicare la via ai rivoluzionari cinesi.

Ai comunisti e ai progressisti dei popoli oppressi noi diciamo che in ogni paese i veri comunisti e i veri rivoluzionari si mettono alla testa della lotta contro l’imperialismo. Oggi i gruppi imperialisti USA sono alla testa di tutti i gruppi imperialisti. Essi e il loro Stato hanno alleati, complici, agenti, imitatori, allievi e concorrenti, satelliti e manutengoli in ogni paese. Il Vaticano e la sua Chiesa sono un loro puntello. Essi sono i principali nemici dell’umanità. Sono in ogni paese del mondo i sostenitori, i protettori, i promotori e il rifugio della feccia più reazionaria e antipopolare. Ogni paese aggredito, occupato, minacciato, insidiato, boicottato, sanzionato, governato o ricattato dai gruppi imperialisti USA e dai loro alleati, satelliti o concorrenti, deve resistere. I veri comunisti devono essere comunque alla testa della resistenza popolare, anche se il regime del loro paese è arretrato, tirannico e corrotto: un regime di oppressori indegno di governare. Ricordiamo cosa fecero i comunisti cinesi quando i militaristi giapponesi invasero la Cina governata dalla cricca di Chiang Kai-shek! Proprio perché indegno, quel regime non sarà capace di guidare con successo la resistenza popolare all’aggressione o al ricatto. I suoi esponenti finiranno prima o poi per capitolare o scappare. Proprio nella resistenza un simile regime perderà il credito e l’appoggio popolare, perderà il sostegno delle masse popolari, diventerà il bersaglio del loro disprezzo e della loro collera. Il suo seguito si dileguerà a vantaggio delle vere forze della resistenza. I veri rivoluzionari prenderanno la direzione delle masse popolari del paese. Come avvenne in Cina, in Jugoslavia, ecc. contro l’invasione giapponese, nazista, fascista. Chi si allea con i gruppi imperialisti USA perché “vengono a portare la democrazia” contro un regime veramente tirannico e corrotto, si mette dalla parte sbagliata, quali che siano le sue buone ragioni. Farà la fine che hanno fatto tutti i gruppi, partiti, movimenti e personaggi dei paesi coloniali e semicoloniali che, quando i nazifascisti e i gruppi militaristi giapponesi hanno attaccato i gruppi imperialisti inglesi, francesi e americani e invaso le loro colonie, si sono alleati con gli aggressori anziché approfittare dell’aggressione per mettersi alla testa della resistenza delle masse popolari del proprio paese. È nella resistenza ai gruppi imperialisti USA e ai loro alleati e soci che i veri rivoluzionari fanno oggi valere le loro ragioni, mostrano e mettono a frutto la superiorità della propria concezione del mondo e dei valori, delle aspirazioni, degli interessi, dei sentimenti e delle proposte di cui essi sono portatori.

Nei paesi imperialisti noi comunisti ci impegniamo a mobilitare le masse popolari locali e gli immigrati contro l’ordine sociale imperialista e contro il suo sistema di relazioni internazionali. L’emigrazione è uno sconvolgimento e una calamità sociale prodotti dal sistema imperialista di relazioni internazionali ed aggravati dall’ordine sociale capitalista del nostro paese.

Quando avremo instaurato il socialismo, l’immigrazione per noi non sarà più un problema: anzi! Gli immigrati non saranno più concorrenti dei lavoratori locali in nessun campo e non alimenteranno più né le sacche di miseria né i comparti di delinquenza della società borghese. Non ci saranno più né padroni di aziende, né padroni di case, né altri sfruttatori che trasformano gli immigrati in concorrenti dei lavoratori locali, che costringono una parte di essi al livello della base più miserabile della società borghese e inducono un’altra parte a confluire nella feccia criminale che è parte costitutiva di ogni società borghese: con questa scompariranno anche le sue sacche di miseria, i suoi comparti criminali e la concorrenza tra lavoratori.

Noi accoglieremo gli immigrati come fratelli di sventura e di lotta, vittime dello stesso sistema imperialista che noi combattiamo in casa nostra e nel mondo. Li assisteremo e li istruiremo all’emancipazione, alla libertà e alla lotta. Alcuni ritorneranno nel loro paese a combattere lì l’oppressione e l’aggressione imperialista e il regime fantoccio degli imperialisti, per costruire nel loro paese una nuova società degna del nostro tempo. Altri contribuiranno alla trasformazione socialista del mondo qui nel nostro paese. L’immigrazione diventerà un veicolo e un’opportunità per la trasformazione del mondo di cui tutti gli oppressi e gli sfruttati hanno bisogno, che è per tutti noi la via per uscire dal marasma attuale.

Rosa L.