La Voce 17 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno VI - luglio 2004

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Ancora sui Comitati di Partito

La costruzione di Comitati di Partito (CdP) clandestini è il secondo lato del piano in due punti per la ricostruzione del partito che la CP sta promuovendo. La costruzione di CdP è in corso oramai da cinque anni. Essa prosegue e proseguirà al ritmo della maturazione che il partito già esistente con la sua azione e l'esperienza della lotta di classe determinano tra i comunisti (delle FSRS e "cani sciolti") e tra i lavoratori avanzati, nel corso di un'aspra lotta ideologica contro le deviazioni morali e intellettuali che il lungo periodo di dominio dei revisionisti moderni ha radicato nel movimento comunista e nei comportamenti e nella cultura popolare e della lotta politica e ideologica contro le perniciose influenze morali e intellettuali della borghesia sulle masse popolari e gli ostacoli che essa e il suo ordinamento sociale oppongono alla ricostruzione del partito.

I CdP svolgono oramai da tempo la loro opera in varie parti del paese. L'influenza che essi esercitano nella classe operaia e sul resto delle masse popolari è oramai diventata un fattore della lotta di classe nel nostro paese, anche se purtroppo non abbiamo ancora indici generali che misurino oggettivamente questa influenza. La crescita del loro numero, del livello della loro azione e del collegamento che si viene stabilendo tra essi tramite la CP e i suoi fiduciari, segna il progresso della ricostruzione del partito comunista e costituisce il rafforzamento e l'azione del partito oggi esistente. Bando alle attese messianiche che la tenuta del congresso di fondazione del partito risolva i problemi che non affrontiamo ora nel corso di quel triplice processo di crescita quantitativa che ho appena indicato. Il congresso di fondazione del partito è il risultato qualitativo di questo processo di crescita quantitativa e segnerà un salto di qualità in esso.

La parole d'ordine "costruire comitati clandestini del partito in ogni azienda, in ogni zona di abitazione e in ogni organizzazione di massa" vale ora e varrà, sia pure in modo un po' diverso, anche dopo il congresso di fondazione. Essa definisce una linea di lavoro strategico del partito. Nello stesso tempo è, in generale, in contraddizione con quello che è avvenuto finora e che sta avvenendo ancora oggi. La maggior parte dei CdP costituiti finora infatti non sono a livello di azienda, zona di abitazione o organizzazione di massa. Sono piuttosto comitati in cui comunisti già esistenti, raggruppati o no in FSRS, si sono uniti per partecipare alla ricostruzione del partito. I compagni si conoscono da tempo solo o principalmente proprio grazie all'attività politica che da tempo svolgono, arrivano alla conclusione di fare un salto avanti, costituiscono un CdP e si danno quindi un programma di formazione e di attività corrispondente alle loro forze. Questi CdP non sono radicati in un'aggregazione omogenea di masse popolari quali sono l'azienda, la zona di abitazione o l'organizzazione di massa. Essi corrispondono più a quelli che nel futuro saranno comitati di livello intermedio (regionale, provinciale, di grande città o di grande azienda, di settore) tra il Comitato Centrale e gli organismi di base del partito.

I comitati costituiti sulla base dell'azienda (o del reparto, se si tratta di una grande azienda), della zona d'abitazione (piccolo quartiere, caseggiato, paese, cittadina, valle, ecc.), dell'organizzazione di massa hanno invece le caratteristiche degli organismi di base del partito. Sono in grado di essere la voce e gli occhi del partito, i terminali del partito che raccolgono dalle masse quello che il partito ha bisogno di ricevere dalle masse e trasmettono alle masse quello che le masse hanno bisogno di ricevere dal partito. Ognuno di essi si riferisce a un aggregato sociale che è inutile suddividere ulteriormente, perché l'organismo di partito è in grado di raggiungere nella misura necessaria, per raccogliere e per dare, tutti i suoi membri. Radicato in una frazione di masse i cui membri sono uniti tra loro dalle relazioni della vita corrente, il comitato di base è in grado di svolgere nei suoi confronti tutti i ruoli del partito: inchiesta, orientamento, organizzazione, direzione, raccolta di contributi e collaborazioni. La situazione ideale per il lavoro del partito si ha quando il comitato di partito nel suo insieme conosce grosso modo tutti i membri dell'aggregazione in cui opera.

Gli attuali CdP devono quindi porre tra i loro compiti anche quello di promuovere la formazione di CdP di base. Ognuno dei CdP esistenti deve studiare collettivamente le aggregazioni di massa (l'azienda in cui lavora, la zona in cui abita, le organizzazioni di cui fa parte) in cui ognuno dei suoi membri è già inserito e stabilire in quali casi e quali dei suoi membri possono e devono assumersi l'incarico di creare ognuno un comitato di base nell'aggregazione in cui è presente. A questo punto ognuno dei compagni incaricati deve studiare a fondo la situazione in cui deve operare e che già spontaneamente in qualche misura conosce, definire un piano per la costruzione (quali elementi avanzati avvicinare e per ognuno il come), darsi dei tempi che ovviamente soprattutto all'inizio saranno ipotesi in gran parte arbitrarie, verificare periodicamente lo stato di avanzamento della costruzione, i problemi che essa pone e come risolverli.

Come si vede ritorna anche qui la questione degli elementi avanzati che esistono nell'aggregato in cui si vuole costruire il CdP di base. Più a monte ancora però si pone il problema dell'aggregato stesso: esiste e in che modo esiste?

La borghesia ha fatto e sta facendo uno sforzo notevole per rompere e "individualizzare" gli aggregati sociali, per disfare il tessuto della società, per ridurre ogni individuo a "pensare a se stesso", a scavarsi la sua strada individualmente nella società come è (che egli quindi non concepisce neanche di mettere in questione). La sconfitta del movimento comunista, la ripresa della borghesia e lo sviluppo della seconda crisi generale del capitalismo comportano un degrado sociale che è anche distruzione dell'esistente tessuto di relazioni a livello locale (d'azienda, di zona d'abitazione, associative) o la loro trasformazione in una aggregazione rivolta contro le altre aggregazioni dello stesso genere e livello, in una aggregazione corporativa: i lavoratori di un'azienda contro quelli di un'altra, gli abitanti di un quartiere contro quelli di un altro, i genitori di una scuola contro quelli di un'altra, ecc. (mobilitazione reazionaria). Il risultato è che molte persone vivono o lavorano l'una accanto all'altra anche per anni senza conoscersi, senza coalizzarsi, senza agire come collettivo: come se fossero estranee l'una all'altra. La cultura borghese, la scuola (la riforma Moratti lo mostra chiaramente) e la repressione lavorano con particolare tenacia e scienza a questo scopo. I contratti diversificati, gli appalti e subappalti, il lavoro interinale, le varie forme di contratto precario, gli orari elastici, i turni, le rotazioni, lo sminuzzamento delle aziende, il contenuto stesso di alcune attività che costituiscono oramai settori di lavoro a se stanti particolarmente nei servizi, l'ordinamento dei condomini, ecc. sono studiati in modo da ridurre al minimo le situazioni e le attività che di per sé comportano la creazione di un rapporto tra le persone. In alcune aziende la situazione è tale che solo l'ufficio personale o il capo reparto conosce tutti i lavoratori. O il delegato sindacale: un buon motivo per farlo.

Nei quartieri, nei paesi, ecc. l'unica espressione dell'unità sociale è l'autorità statale o amministrativa, o il prete. La borghesia fa di tutto perché l'aggregato sociale, che non può evitare, non si traduca in vita associativa tra i suoi membri, in un collettivo: perché resti un mero accostamento fisico delle persone, senza comunicazione e conoscenza, nell'indifferenza e nell'ignoranza reciproca. Tutti facciamo le stesse cose, abbiamo le stesse necessità, subiamo le stesse costrizioni, trarremmo vantaggio da una intesa e da un'azione collettiva, ma restiamo l'uno indifferente ed estraneo all'altro. La solitudine nella folla. Questa situazione è all'opposto di quella "riforma" (o ricomposizione a un livello superiore) della società che noi comunisti vogliamo creare: la società socialista può esistere solo come federazione di aggregati sociali elementari. È all'opposto della "associazione consapevole" di cui hanno bisogno individui che vivono e lavorano l'uno accanto all'altro, l'uno dipendente dall'altro.

L'individualizzazione giova al capitalista, che è individualmente una forza sociale (in ragione del capitale che possiede e della massa di individui e di risorse che grazie ad esso egli individualmente può mobilitare).

L'individualizzazione nuoce al proletario che individualmente è privo di ogni forza sociale: la sua forza sociale è direttamente proporzionale all'organizzazione. Costruire CdP di base vuol dire anzitutto rompere questa situazione di individualizzazione.

È molto facile romperla. Ogni lettore avrà probabilmente già fatto l'esperienza che basta una lotta qualsiasi per unire, per creare conoscenza e associazione. Basta una iniziativa qualsiasi, basta cogliere al volo un evento qualsiasi per creare aggregazione. A volte è la borghesia stessa o elementi succubi o influenzati dalla borghesia che rompono l'individualizzazione, danno inizio all'attività che creerà un aggregato. La borghesia incarna in sé la contraddizione. Il suo ruolo reazionario è in contrasto con le esigenze pratiche, oggettive della società che essa ha creato, che si sforza di tenere in pugno, che non può cancellare perché l'alta produttività del lavoro è direttamente legata al carattere collettivo delle forze produttive. Per tenere in pugno questa sua società, la borghesia deve trovare mediazioni tra le due esigenze. Essa (nella persona del prete, dell'intellettuale influente, dell'arrampicatore sociale, ecc.) promuove aggregazioni corporative e comunque di collaborazione con il capitalista, di complemento e sostegno all'attuale ordinamento sociale. Ma l'aggregato corporativo è in grande misura formato dagli stessi individui che possono formare e che la loro condizione oggettiva spinge a formare l'aggregato di lotta contro la borghesia e il suo ordinamento sociale. È la sua direzione morale, intellettuale e organizzativa che è in contrasto con quella di un collettivo popolare anticapitalista. Esso è quindi terreno d'azione oggi per chi vuole costruire il CdP e domani per il CdP stesso.

Dove l'individualizzazione domina, creare l'aggregato sociale, l'associazione degli individui è il primo passo per conoscere gli elementi avanzati e anche per creare l'ambiente in cui il CdP può poi esercitare la sua opera di orientamento, mobilitazione, organizzazione, direzione: l'ambiente senza il quale il CdP non può fare pressoché nulla e senza il quale nessuna società socialista è possibile. Quindi in questi casi i comunisti devono iniziare facendo gli animatori sociali. Organizzando attività sociali., momenti di ritrovo, iniziative collettive, lotte: tutto ciò che mette in contatto tra loro gli individui, rompe l'isolamento, l'indifferenza, l'ignoranza reciproca, l'estraneità di un individuo all'altro che fa a pugni con il bisogno di azione collettiva che la vita l'uno a ridosso dell'altro crea e che ognuno sente ad ogni passo. Una volta fatto questo lavoro, diventa relativamente semplice individuare gli elementi avanzati e scegliere quelli su cui iniziare il lavoro di reclutamento al partito, per creare il CdP di base.

Salvaguardando le regole della compartimentazione (solo il compagno incaricato della costruzione conosce su quali persone sta lavorando per il reclutamento), le caratteristiche degli elementi avanzati su cui il compagno imposta il lavoro, i motivi e criteri della scelta, i progressi, i successi e gli insuccessi, le difficoltà del lavoro di costruzione, i risultati dell'inchiesta che il lavoro di costruzione di fatto comunque comporta: tutto ciò deve essere discusso collettivamente nell'attuale CdP. D'altra parte il collettivo deve sostenere il compagno nel suo lavoro. Il collettivo può svolgere un ruolo importante nel creare l'aggregato associativo locale. Il collettivo inoltre in generale si fa carico della propaganda della necessità del partito, della propaganda della concezione e della linea del partito, della propaganda della necessità del carattere clandestino del partita e di altre attività del genere che sono rivolte a tutto l'aggregato e influenzano il lavoro di reclutamento che il compagno sta facendo su singoli individui. Far sentire a tutto l'aggregato la presenza del partito (ad esempio tramite scritte murali o altro del genere) può darsi ad esempio che serva al lavoro svolto dal compagno all'interno.

Nel campo della costruzione del CdP di base è importante costruire esempi-tipo, esperienze-tipo. Quindi è importante che i compagni che compiono le prime esperienze di questo genere o le hanno già compiute, mandino corrispondenze alla rivista, certo omettendo i riferimenti che farebbero identificare i luoghi e le persone. La loro lettura ispirerà altri compagni.

Reclutare al partito non vuol dire per forza mobilitare in questa o quella lotta rivendicativa. Il partito non è un'associazione di lotta rivendicativa. È un'associazione per cambiare il mondo costituita da persone che già oggi condividono la concezione del mondo e la linea del partito. Anche se ovviamente il CdP deve promuovere ogni mobilitazione delle masse su cui opera e fare di ogni mobilitazione una scuola di comunismo. Le masse popolari fanno la storia. Le idee, una volta assimilate dalle masse popolari, diventano una forza materiale che cambia il mondo. La guerra popolare rivoluzionaria (GPR) si distingue dalla lotta armata dei militaristi, anche dalla più partecipata e sostenuta azione dalle masse popolari, proprio per questo: perché mobilita le masse popolari a combattere. Quindi inizia creando le premesse di questa mobilitazione: unendo, orientando e organizzando le masse popolari e mobilitandole affinché per propria esperienza e guidate dal partito combattano contro la borghesia in unità col resto delle masse popolari. Quindi in particolare il CdP e il compagno che costituisce il CdP non lanciano "lotte avanzate" se le masse con cui ha a che fare hanno ancora aspirazioni modeste. Parte dalla loro pratica e le spinge avanti. Non dobbiamo lasciare le masse arretrate nelle mani della borghesia. Dobbiamo bensì organizzarle noi comunisti sulla base delle loro attuali modeste aspirazioni e poi procedere col metodo dell'uno che si divide in due: condurre le masse a separare nel corso della loro attività e sulla base della loro esperienza ciò che è loro favorevole da ciò che è loro di ostacolo o addirittura è favorevole all'ordinamento sociale che le opprime. Così si costruisce il nuovo potere. Quanto più un partito è avanzato, tanto meglio sa mobilitare anche le masse arretrate e portarle passo dopo passo a partecipare alla rivoluzione. I partiti della prima Internazionale Comunista hanno condotto in questo campo un'attività che per molti versi ci è di esempio, pur con i limiti derivanti dal fatto che nella loro attività essi non applicavano consapevolmente la strategia della GPR di LD. I successi che hanno raggiunto sono la conferma pratica che la nostra linea di instaurazione del nuovo potere è realizzabile, è conforme alle leggi di movimento della società. il fatto che non praticassero consapevolmente la strategia della GPR ha solo impedito che essi facessero di quei successi le basi per un ulteriore avanzamento. Ha limitato il loro lavoro e ha lasciata aperta successivamente la strada alla direzione dei revisionisti moderni e alla distruzione anche dei successi raggiunti.

Costruire CdP clandestini di base è contribuire alla prima fase della guerra popolare rivoluzionaria installando il nuovo potere nella forma in cui esso deve e può iniziare ad esistere oggi.

Anna M.