La Voce n. 12


Seconda Intifada

 

W l'eroica lotta del popolo palestinese

La causa del popolo palestinese è la causa dei comunisti, dei progressisti, delle classi e dei popoli oppressi di tutto il mondo

 

Il 28 settembre è caduto il secondo anniversario della Seconda Intifada. Da due anni il popolo palestinese si batte con coraggio, intelligenza e determinazione contro i sionisti. Se si considerano solo le armi di cui i due campi dispongono, la sproporzione delle forze è enorme a sfavore dei palestinesi. I sionisti israeliani dispongono di uno degli eserciti meglio armati del mondo, dotato dei mezzi più sofisticati di informazione, di offesa e di difesa. Inoltre i sionisti contano sul completo appoggio degli imperialisti USA di cui sono l'avamposto in Medio Oriente e su un appoggio importante dei gruppi imperialisti europei. Eppure in due anni non sono riusciti a piegare il popolo palestinese. Avevamo già visto lotte vinte da chi aveva combattuto partendo da una situazione in cui le forze erano sproporzionatamente a suo sfavore. La Resistenza contro le truppe naziste e fantoccio in vari paesi d'Europa durante la seconda guerra mondiale: in Jugoslavia, in Grecia, in Albania, in Italia. Tutti i popoli del mondo hanno ammirato il popolo vietnamita che per trent'anni anni, dal 1945 al 1975, ha affrontato prima l'imperialismo francese e poi l'imperialismo USA, resistendo all'uno e all'altro finché non hanno dovuto andarsene. Molti ricordano i presidenti USA Kennedy e Johnson e il loro ministro della guerra MacNamara che con una arroganza che aveva precedenti simili solo in Hitler garantivano agli americani e al mondo che avrebbero schiacciato i vietnamiti grazie alle loro armi ad alta tecnologia. Non solo i vietnamiti costrinsero gli imperialisti USA a lasciare il Vietnam, ma la resistenza del popolo vietnamita e degli altri popoli indocinesi, del Laos e della Cambogia, produssero una grave crisi culturale e politica negli stessi USA da cui la borghesia imperialista americana si è sollevata a fatica. Infatti sulla scia della resistenza dei popoli indocinesi il movimento democratico e progressista americano raggiunse grande slancio e successi in ogni campo: dalla lotta contro il razzismo alla lotta contro il potere arbitrario, legalizzato e no, della CIA, della FBI e delle altre forze di polizia. Ma sia la Resistenza dei popoli europei contro i nazisti sia la lotta dei popoli indocinesi contro gli imperialisti francesi e americani si svolsero in un contesto internazionale più favorevole. Il movimento comunista era forte e in ascesa in tutto il mondo e i popoli in lotta godettero del sostegno morale e anche politico e diplomatico di altri popoli. La lotta del popolo palestinese invece si svolge in un contesto internazionale particolarmente sfavorevole. Il movimento comunista non si è ancora ripreso dal crollo a cui la lunga direzione dei revisionisti moderni lo ha portato pressoché in tutto il mondo. Le lotte antimperialiste dei popoli oppressi si svolgono sotto la direzione di gruppi reazionari. Il sostegno che il popolo palestinese riceve dal resto del mondo è per forza di cose ancora molto limitato.

Nonostante tutte queste condizioni sfavorevoli il popolo palestinese è riuscito a resistere per più di due anni. Ha certamente subito grandi distruzioni materiali, ha avuto 1920 caduti, circa 20.000 feriti e 5.000 prigionieri. Ma non solo i sionisti non l'hanno piegato, ma esso ha inflitto perdite considerevoli al nemico: almeno 604 morti e circa 4.500 feriti. La capacità del popolo palestinese di colpire il nemico (i sionisti israeliani e i collaborazionisti) è più che raddoppiata nel secondo anno di Intifada rispetto al primo. La sua eroica resistenza sta mobilitando nelle masse popolari israeliane l'ostilità contro i sionisti, le dimostrazioni e prese di posizione a favore della pace e contro la colonizzazione sono cresciute, il numero dei giovani che rifiutano di prestare servizio militare anche. Il sostegno a favore del popolo palestinese nel mondo è ancora poca cosa, ma va crescendo e crescerà man mano che la resistenza si protrae. I palestinesi fautori degli accordi di Oslo, della segregazione del popolo palestinese in riserve (come le riserve indiane degli USA o i bantustan instaurati in Sudafrica dai fautori dell'apartheid) in uno stato di semischiavitù e dell'acquiescenza al regime razzista e teocratico dei sionisti, hanno perso terreno tra i palestinesi e sono stati scaricati dai loro stessi protettori sionisti perché l'Intifada ha dimostrato che non erano in grado di assicurare la sottomissione del loro popolo. I protettori e mandanti più accaniti dei sionisti, i gruppi imperialisti USA, stanno perdendo terreno in ogni angolo del mondo: dall'America Latina all'Asia. Persino gli altri gruppi imperialisti sono sempre più insofferenti dei ricatti, delle pressioni e delle estorsioni dei gruppi imperialisti USA e dell'arroganza dei loro uomini politici e dei sionisti. Il rapporto di forza si sta quindi spostando sia pure lentamente a favore del popolo palestinese.

Riuscirà il popolo palestinese a resistere fino a che si saranno create condizioni favorevoli alla sua vittoria? Questo è quello che i comunisti e i progressisti di tutto il mondo si augurano e per cui devono impegnare tutte le loro forze. Il popolo palestinese ha già dato e sta dando un grande contributo alla causa delle classi e dei popoli oppressi di tutto il mondo. Il suo esempio suscita slancio e solidarietà in ogni angolo della terra e dimostra che la borghesia imperialista, anche i suoi gruppi più cinici e barbari, possono essere tenuti a bada. Esso giorno dopo giorno fa crollare il mito di onnipotenza e di invulnerabilità che la borghesia imperialista cerca di costruire attorno a sé e ai suoi sgherri. Esso smaschera agli occhi di milioni di oppressi l'ipocrisia della borghesia imperialista che si dichiara democratica, amante della libertà e dei diritti umani e mostra la barbarie del suo potere e della sua cultura. La rivoluzione palestinese è una rivoluzione democratica, per la liberazione e la dignità nazionale, contro il colonialismo, contro la discriminazione razziale e religiosa e contro l'oscurantismo clericale, per costruire una Palestina democratica. Essa tuttavia sta dando un importante contributo alla rinascita del movimento comunista: è un'influenza positiva che si diffonde tra le masse popolari, le anima alla lotta e sorregge moralmente tutti quelli che in ogni angolo del mondo lottano per ricomporre le fila del movimento che guiderà la prossima ondata della rivoluzione proletaria.

Appoggiando la lotta del popolo palestinese contro i sionisti lottiamo per la nostra causa. Ogni passo avanti che compiamo nella rinascita del movimento comunista è un aiuto che diamo anche alla causa democratica del popolo palestinese.

Rosa L.