La Voce n. 11


Alcuni passi nella direzione giusta?

 

A proposito del Comunicato delle nuove BR-PCC

 

INDICE:

Avvertenze

1. Introduzione

2. Perché è necessario confutare le concezioni dei militaristi

3. La via all'instaurazione del socialismo

4. Il campo della borghesia imperialista

5. La relazione tra i due campi

6. Il campo della classe operaia

7. Il bilancio del movimento comunista secondo le nuove BR-PCC

8. Conclusione

Note


 

 

NOTE

1. Ciò che distingue l'eclettismo dalla dialettica è che l'eclettico ammette elementi contrastanti, che si escludono a vicenda, ma non indica la relazione che si svolge tra loro e le priorità. Il pressappochista addirittura li ammette senza rendersi conto che l'uno esclude l'altro.

 

2. In questo contesto il soggettivismo è inteso come non ricercare le leggi secondo cui di fatto una determinata società si trasforma, ma partire da un modello di società, da una idea, da un pregiudizio e cercare di tradurlo nella realtà; non partire con la propria riflessione da ciò che è, ma da ciò che secondo noi deve essere.

 

3. Odiare la borghesia è per ogni membro delle masse popolari una manifestazione di benessere mentale e psicologico. Evita di odiare il vicino e se stessi per le condizioni di merda in cui si vive, individua in modo giusto la causa e il bersaglio da eliminare per porvi fine. Per i membri delle masse popolari in questo periodo è la misura fondamentale di igiene mentale.

4. Nel nostro paese il "conflitto di classe" oppone alla borghesia imperialista, sulla base dei loro interessi oggettivi, 7 milioni di operai veri e propri più altri 8 milioni di proletari (lavoratori dipendenti da aziende non capitaliste). In totale 15 milioni di proletari (di cui circa 4 milioni lavorano in imprese con più di 250 dipendenti) che con le loro famiglie e i pensionati relativi costituiscono circa il 65% della popolazione. Se a questi si aggiungono i circa 6 milioni di lavoratori autonomi (sfruttati economicamente dalla borghesia imperialista attraverso imposte, interessi, usura, racket, assicurazioni, diritti, prezzi di monopolio, riduzione dei servizi gratuiti e altre angherie) con le famiglie e i pensionati, si arriva a più del 90% della popolazione italiana (vedasi Progetto di Manifesto Programma, pag. 89 - 93). Queste sono le dimensioni del campo che noi comunisti dobbiamo mobilitare, organizzare e condurre in battaglia contro la borghesia imperialista.

 

5. "È giunta l'ora di assumersi tutta la responsabilità delle parole che si lanciano in mezzo al popolo. I socialisti hanno finora attuato la politica del dottor Grillo: come il dottor Grillo distribuiva ricette a destra e a manca, augurando ai suoi clienti: "Che Dio ve la mandi buona!", così i capi socialisti lanciano manifesti demagogici, senza preoccuparsi delle loro conseguenze reali e dei loro risultati pratici. Non si lotta senza un programma preciso e senza una tattica adeguata al programma proposto come fine della lotta. Non si invitano alla lotta le grandi masse popolari senza un piano preciso per il loro inquadramento permanente, per la massima utilizzazione delle energie che vengono in tal modo scatenate. Signori del partito socialista e della Confederazione generale del lavoro, dovete parlar chiaro. A nessun costo i comunisti vi permetteranno di trascinare il proletariato in un'avventura che ripeta l'avventura dell'occupazione delle fabbriche. La posta è troppo grave. La posta è la vita stessa degli operai. Se le canaglie massimaliste credono di potersi rifare una verginità rivoluzionaria speculando demagogicamente sull'ultimo quarto d'ora di potere di cui ancora sentono di poter disporre, troveranno chi saprà affrontarli e saprà, senza paure di impopolarità, strappar loro la maschera dalla faccia." (A. Gramsci, Bisogna parlar chiaro in L'Ordine Nuovo, 29 ottobre 1921).

 

6. Forme Antitetiche dell'Unità Sociale: istituzioni e istituti che impersonano l'unità economica della società nel quadro di rapporti sociali capitalisti che sono l'antitesi dell'unità sociale, che la escludono, che dividono la società in tanti enti indipendenti quanti sono gli adulti che la compongono. Esempi di FAUS: monopoli, interventi dello Stato nell'economia, politica economica, capitalismo monopolistico di Stato, moneta fiduciaria, sistemi previdenziali pubblici, ammortizzatori sociali, politiche educative, politiche familiari e demografiche, legislazione del lavoro, ecc.

 

7. La relazione tra le concezioni delle vecchie BR e la Scuola di Francoforte sono state chiaramente mostrate da Pippo Assan nello scritto Cristoforo Colombo del 1988. Essa è richiamata anche in Martin Lutero. Entrambi gli scritti sono reperibili nella pagina web della CP.

8. La trasformazione del capitalismo è stata però il suo avvicinamento al socialismo, è stata la creazione delle basi materiali e intellettuali del socialismo. A conferma che il trionfo della rivoluzione socialista è inevitabile, è ciò verso cui la società attuale in realtà sta andando, sia pure per una via tortuosa e tormentosa. Come una malattia che cessa solo raggiungendo il massimo delle sue possibilità.

 

9. Il finanziamento dei grandi sindacati di regime è avvolto da un alone di mistero, come tutti gli affari nella società borghese. Grossomodo le grandi fonti legali sono 1. le quote degli iscritti, 2. le vendite di stampati e affini, 3. i proventi dei Patronati e dei Centri di Assistenza Fiscale, 4. gli Istituti di formazione (solo per CISL e UIL), 5. i Fondi pensione, 6. i funzionari distaccati e le aspettative. Le prime due voci sono direttamente legate al consenso degli iscritti e per i tre sindacati ammontano a circa 1 miliardo di euro l'anno. Le altre fanno dei sindacati delle "agenzie statali" di tipo particolare. Il rapporto tra l'ammontare delle due prime voci e l'ammontare del resto (diverso da sindacato a sindacato) è grossomodo un indice di quanto un sindacato è un'associazione di lavoratori e quanto è invece agenzia governativa e padronale di controrivoluzione preventiva.

 

10. I lavoratori attivi (quindi esclusi i pensionati) iscritti ai tre grandi sindacati erano 5.872.000 a fine 1990, erano scesi a 5.142.000 a fine 1997, ma sono risaliti a 5.512.000 a fine 2001 (a partire dalla fine della concertazione).

11. Senza il suo consenso e la sua collaborazione, prima come governatore della Banca d'Italia, poi come capo del governo e ministro del Tesoro, il salvataggio finanziario di Mediaset sarebbe stato impossibile. Berlusconi sarebbe finito come Michele Sindona. Ma Ciampi non operò in solitudine: D'Alema e altri furono complici attivi nel salvataggio.

 

12. Occorre avere presente che la CISL e la UIL sono sorte da operazioni di controrivoluzione preventiva, promosse principalmente la prima dall'Amministrazione USA e dal Vaticano, la seconda dall'Amministrazione USA e dalla Massoneria. Al contrario la CGIL è nata come carne e sangue dei lavoratori.

 

13. Secondo la scienza del modo di produzione capitalista elaborata da Marx, la società borghese è per sua natura non governabile su grande scala (nel suo complesso e a lungo) secondo un progetto o un piano. Per sua natura è una società che non può svilupparsi secondo un piano consapevolmente stabilito. I rapporti sociali si presentano ad ogni attore come forze naturali (le leggi dell'economia, ecc.) ed esistono solo in questa loro forma oggettivata. Per comandare il lavoro di una persona devi avere il denaro per pagare la sua prestazione, ecc. Nonostante lo sviluppo delle FAUS, la società borghese resta vincolata a questa corda che la soffoca. Non è possibile unificare interessi per loro natura conflittuali ("capitale unico", "superimperialismo", ecc.). Le nuove BR-PCC con il "governo della crisi" se ne dimenticano, ma i fatti hanno la testa dura.

14. In realtà la teoria dell'imperialismo che le nuove BR-PCC esprimono nell'attuale Comunicato, come in quello del '99, contrasta con la teoria dell'imperialismo espressa da Lenin. Essa è piuttosto la teoria del "superimperialismo", enunciata da un avversario di Lenin, Karl Kautsky, il "rinnegato Kautsky". Le nuove BR-PCC la chiamano "integrazione della catena imperialista intorno al capitale statunitense e all'alleanza NATO", ma la sostanza non cambia. Lenin ha sempre criticato la teoria del superimperialismo come un occultamento delle concrete tendenze dell'imperialismo alla guerra interimperialista. Le nuove BR-PCC sostengono che la borghesia imperialista tende sì alla guerra (anzi, più esattamente, che vuole e progetta la guerra), ma non alla guerra interimperialista, bensì alla guerra lungo l'asse Est-Ovest, per occupare e integrare nella propria sfera d'influenza l'Asia. Una concezione derivata dalle teorie geopolitiche in voga nelle università dei paesi imperialisti, ma che nel Comunicato resta campata in aria. Perché per sfruttare economicamente l'Asia dovrebbero fare una guerra, quando il crollo del campo socialista l'ha già aperta al loro sfruttamento economico? Non mi soffermo su questo aspetto, già trattato nel Martin Lutero e sul quale il nuovo Comunicato non aggiunge nulla a quanto già detto nel '99.

 

15. Quanto agli apporti di Lenin al movimento comunista, che vanno sotto il nome di leninismo, rinvio a Stalin, Principi del leninismo (1924), nel vol. 6 delle Opere di Stalin, Edizioni Rapporti Sociali, di prossima pubblicazione.

16. Una critica parziale da parte di esponenti delle vecchie BR è stata esposta nell'opuscolo Politica e rivoluzione di Coi, Gallinari, Piccioni, Seghetti, 1983, Giuseppe Maj Editore.

 

17. Corporativismo: misure e istituzioni che tendono a soffocare le espressioni del contrasto tra salariati e capitalisti e a sviluppare il legame tra salariati e capitalisti di una stessa azienda, di uno stesso settore produttivo, di una stessa zona, di uno stesso paese, mettendoli di conseguenza in contrasto con altre aziende, settori, zone e paesi, nell'accaparrarsi migliori condizioni di mercato, i favori delle pubbliche autorità, l'accesso a risorse naturali, privilegi, protezioni e monopoli.

 

18. "Il periodo della Seconda Internazionale (fondata nel 1889) fu principalmente il periodo della formazione e della istruzione degli eserciti proletari, in una situazione di sviluppo più o meno pacifico." (Stalin, Principi del leninismo - 1924).


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