La Voce del (nuovo)Partito comunista italiano

n° 1 - marzo 1999

 

Il partito e le FSRS

 

Il partito sarà un fattore di sviluppo del movimento già oggi in corso

 

Cosa comporterà per le varie FSRS la costituzione delle prime organizzazioni del partito comunista?

Riteniamo che per dare risposta a questa domanda, e più in generale ai fini dei compiti di questa fase, vadano distinti due gruppi di FSRS:

1. quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro legale,

2. quelle che svolgono principalmente o unicamente un lavoro segreto.

3. Conclusioni

 

Note


1.

L’aspetto positivo comune  a tutte le prime è che esse svolgono un’azione verso le masse: alcune solo di propaganda, altre anche di aggregazione, di organizzazione, di formazione e di sostegno alle lotte di difesa e in generale alle lotte rivendicative delle masse. L’aspetto negativo o il limite comune a queste FSRS è che la loro attività è contenuta nei ristretti confini imposti dalla classe dominante. Rispetto a questi confini, in alcune vi è la tendenza ad accettarli e ad “adagiarvisi” lasciando quindi spazio libero all’opportunismo; in altre vi è la tendenza ad “evadere” idealisticamente da questi confini con “discorsi rivoluzionari”: la tendenza a ripetere in qualche modo il triste spettacolo denunciato da Lenin a proposito di alcuni partiti della Seconda internazionale: “La triste esperienza della Seconda internazionale ha dimostrato a sufficienza il grave danno che deriva dall’associare di fatto alle risoluzioni rivoluzionarie “generali”, formulate con frasi generiche, una prassi riformista”.(6)

 

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Quanto a queste FSRS, la costituzione delle prime organizzazioni del partito comunista definirà anzitutto più concretamente il loro legame con l’aspetto offensivo della resistenza delle masse al procedere della seconda crisi generale del capitalismo e crea la possibilità di superare, con il rapporto con le organizzazioni di partito, il limite sopra indicato.

In cosa consiste l’aspetto offensivo della resistenza?

L’aspetto offensivo della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi è il distacco, la rottura con l’attuale regime, la disaffezione dall’attuale formazione economico-sociale, la sensazione che “così non si può andare avanti”, l’abbandono dei valori e delle abitudini che hanno retto la vita del nostro paese nei decenni che abbiamo alle spalle, la tendenza a sconvolgere l’attuale società, a combatterla e distruggerla, a realizzare la propria esistenza e trovare la propria identità fuori e contro gli attuali ordinamenti, a identificarsi con qualcosa che non esiste nell’ordinamento attuale della società, a creare una nuova società. È una tendenza che esiste e si sviluppa tumultuosamente e scompostamente sotto i nostri occhi. Alcuni sintomi: la disaffezione dai partiti del regime (nel 1985 in Italia quasi 5 milioni di persone erano iscritte ai partiti, nel 1995 lo erano solo 1.400.000), il calo della partecipazione alle elezioni, la sfiducia, la diffidenza, il disprezzo e l’ostilità crescenti attorno alle istituzioni del regime, il vandalismo contro gli edifici pubblici e la violazione “gratuita” delle norme, la diffusione di nuovi organismi sindacali (COBAS, SLAI, CUB, comitati di lotta, ecc.) dal pubblico servizio alle aziende industriali, il calo delle adesioni ai sindacati di regime, i problemi di ordine pubblico che si presentano nelle lotte di difesa (da Crotone a Napoli, a Bruxelles), la rinascita di gruppi della lotta armata, la linea “militante” che guida alcuni Centri Sociali (l’attacco alla Turkish Airlines, ecc.) in contrasto con il “dialogo” col Ministro degli Interni, gli episodi di illegalità di massa nella piccola borghesia (dalle proteste antifisco nel Veneto, alle proteste dei contrabbandieri di Napoli e Bari, alla rivolta dei contadini di Battipaglia, alle proteste degli allevatori per le quote latte, ai tumulti dei contadini nelle strade di Bruxelles), la diffusa inosservanza individuale di leggi e norme, il reclutamento di giovani nelle organizzazioni della malavita organizzata specie nel Meridione, la formazione di bande di teppisti e la “ingovernabilità delle metropoli”, la violenza gratuita e il volontariato, il rigurgito di misticismo e le spinte alla ricostruzione del partito.

È una tendenza che non ha ancora una direzione definita che sia prevalsa sulle altre, quindi è ancora aperta a svilupparsi sotto la direzione della classe operaia - mobilitazione rivoluzionaria delle masse o sotto la direzione di qualche gruppo imperialista - mobilitazione reazionaria delle masse. È una tendenza che si esprime in atti costruttivi (creazioni di gruppi, centri, ecc.) e in atti distruttivi (rivolte, vandalismi, incendi, ecc.), in azioni e comportamenti collettivi e in azioni e comportamenti individuali. È la tendenza da cui rifuggono il PRC e i gruppi economicisti che ne sono respinti e spaventati o semplicemente non ne capiscono il significato (mentre invece flirtano con i movimenti di difesa e cercano di servirsene per avere un ruolo nella società borghese).

Sviluppare il legame con l’aspetto offensivo della resistenza delle masse e far prevalere la direzione della classe operaia su di esso vuol dire in primo luogo ricostruire il partito comunista. Quindi nel prossimo futuro per le FSRS esso vorrà dire partecipare alla preparazione del programma del partito e contribuire alla costituzione delle organizzazioni del partito con uomini e risorse, ma soprattutto sviluppare nelle forme più varie il loro rapporto con esse e appoggiarne l’attività.

I riferimenti che le FSRS fanno al partito, alla sua necessità, alla sua natura, cesseranno di essere vaghi e incomprensibili. Esistendo il partito, ogni FSRS farà riferimento in positivo o in negativo a un partito reale, ben definito e ben caratterizzato. Esistendo il partito ogni FSRS potrà gettare la discriminante sulla forma della rivoluzione proletaria (e non limitarsi a dire che la via democratica e parlamentare è impossibile) e sulla natura del partito (e non limitarsi ad accenni vaghi sul bisogno che il partito sappia far fronte alla controrivoluzione preventiva).

Giovandosi del retroterra costituito dalle organizzazioni del partito, sarà più facile a ogni FSRS sviluppare l’educazione dei membri alle riunioni libere e alla vigilanza, il dibattito sulla ricostruzione del partito, sulla natura del partito e sulla forma della rivoluzione proletaria ed educare i propri membri a svolgere anche attività clandestine. Ciò a questo punto non sarà più una riedizione delle pratiche fallimentari della semiclandestinità (un’organizzazione legale che ha un apparato clandestino o comunque ha anche alcune attività clandestine a sostegno della sua attività legale), ma un preciso rapporto con le organizzazioni del partito clandestino, che è il centro dell’attività complessiva.

L’esistenza di un partito libero dalla borghesia e che la borghesia non riesce a distruggere (lo colpisce ma non lo distrugge) contribuirà ad alimentare la fiducia della classe operaia nei comunisti e in se stessa e alimenterà il discredito della borghesia imperialista. Essa creerà così un terreno più propizio anche per il lavoro legale delle FSRS. Sparirà la diffidenza che giustamente ispira in molti lavoratori un’attività legale che si vuole rivoluzionaria ma è priva di sbocco rivoluzionario e vive solo finché la borghesia ritiene conveniente e possibile tollerarla.

 

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In secondo luogo, il legame con l’aspetto difensivo e il legame con l’aspetto offensivo della resistenza non sono due lavori indipendenti, non sono due lavori paralleli, due lavori che si possono svolgere uno indipendentemente dall’altro. Come difesa e attacco si condizionano (essi si combinano e si condizionano reciprocamente: la difesa può svilupparsi, generalizzarsi, durare e vincere solo se si sviluppa l’attacco; nella difesa i comunisti mobilitano e uniscono forze per l’attacco), anche il legame delle FSRS con i due aspetti della resistenza costituisce un’unità di opposti. Quindi lo sviluppo del loro legame con l’attacco influenza anche il loro legame con la difesa.

È esperienza comune che per mobilitare le masse popolari nella difesa di ogni conquista che la borghesia imperialista vuole eliminare bisogna non avere le mani legate dalla lealtà verso lo Stato borghese ed essere decisi e capaci di dare alla difesa lo sbocco necessario per farla sviluppare e durare: l’attacco per eliminare il capitalismo e instaurare una società socialista. Oggi tutto il lavoro delle FSRS legali ha le mani legate non dalla lealtà verso lo Stato della borghesia in quanto loro attitudine, ma dalla soggezione di tutto il loro lavoro alle sue leggi e al suo controllo.

Gli aspetti illegali che a volte assumono le lotte di difesa (Crotone, Napoli) e le altre manifestazioni illegali della lotta di classe (che la borghesia dichiara reati) un’organizzazione legale non li può da sola trattare a fondo, né può ricavare a pieno gli insegnamenti che essi contengono né può propagandare adeguatamente questi insegnamenti. È significativo l’imbarazzo con cui viene maneggiata la parola d’ordine “fare di ogni lotta di difesa un problema di ordine pubblico” che pure è la parola d’ordine più scientifica nel campo della difesa: rompere l’emarginazione “azienda per azienda” che è consona alla proprietà privata capitalista (e che non a caso in periodo di crisi è quasi sempre sfavorevole ai lavoratori).

Giovandosi del retroterra costituito dalle organizzazioni del partito sarà più facile ad ogni FSRS sviluppare in modo giusto il dibattito sulle lotte di difesa, lo studio delle forme di lotta, l’elaborazione delle esperienze delle masse in questo campo e la generalizzazione delle esperienze più avanzate.

Oggi tutta la propaganda svolta dalle FSRS è imbavagliata e reticente. La propaganda che userà e doserà in modo opportuno a seconda delle circostanze le analisi e le tesi del partito (cioè una propaganda imbavagliata), diventerà invece positiva se esiste anche una propaganda libera. Infiltrarsi e operare nelle masse oggi organizzate dal nemico, diventa positivo se esiste un nostro campo, mandante e dirigente di quest’infiltrazione e di queste operazioni nelle fila del nemico.

Oggi e nei prossimi anni dobbiamo studiare con cura i comportamenti illegali di massa (i tumulti, le sommosse, le occupazioni, l’illegalità diffusa, ecc.), trarre da essi gli insegnamenti che contengono e propagandarli tra le forze soggettive e i lavoratori avanzati; compiere rispetto ad essi il normale lavoro conseguente dal nostro principale metodo di lavoro e di direzione: la linea di massa.

Oggi e nei prossimi anni dobbiamo comprendere le tendenze insite nel continuo formarsi (e sciogliersi) di gruppi armati, raccogliere nel modo giusto le potenzialità che essi impersonano ed esercitare direzione sulle tendenze.

Oggi e nei prossimi anni dobbiamo individuare e studiare le tendenze in cui si esprime l’aspetto offensivo della resistenza delle masse popolari, elaborarle, ricavarne gli insegnamenti, riportarli alle masse.

La linea di massa non è né soggezione alla spontaneità, né negazione o sottovalutazione dell’elemento cosciente; è indicazione del ruolo indispensabile dell’elemento cosciente e definizione del suo compito (raccogliere le esperienze, elaborarle, riportare i risultati).

Questo lavoro può essere condotto in modo giusto e nelle dimensioni ampie solo combinando il lavoro del partito clandestino con l’attività multiforme delle FSRS legali.

Consideriamo anche solo il lato teorico di questo lavoro.

È possibile oggi elaborare e propagandare legalmente in modo giusto, positivo, costruttivo la teoria rivoluzionaria del movimento comunista?  

Si all’80%, se esiste un’organizzazione clandestina che lo fa al 100%. Se esiste questo partito, le FSRS, spiegando nel corso della loro attività quell’80% che possono spiegare, rimandano al 100% spiegato dal partito e quindi non riducono il tutto all’80%, deformando la realtà, perché la amputano proprio della parte più contraddittoria con l’ordine esistente, quella che contiene i germi, più o meno sviluppati, dell’attacco, del futuro. Quella parte che è più importante mettere in luce, che in generale è la meno compresa (sicuramente è quella che non si legge sui giornali borghesi e nelle pubblicazioni dei gruppi economicisti, autonomi, ecc.) e che tanto meno viene mostrata nella sua necessaria connessione con l’altro 80% che a sua volta viene stravolto trattandolo separatamente dal 20%. Una metafora può forse servire a chiarire il problema. L’amore tra un uomo e una donna è combinazione di sentimenti, coscienza, economia e sesso. Un tempo i preti nei loro sermoni consideravano i primi tre elementi ma trascuravano il quarto. I materialisti volgari consideravano solo il quarto (o il terzo e il quarto) e trascuravano gli altri. Erano due deformazioni simmetriche. Non si tratta di metterle assieme. Si tratta di considerare i quattro elementi nella loro connessione. “Ma la classe dominante non ci permette di parlare dei quattro elementi”. Proprio per questo esiste un’organizzazione libera che tratta dei quattro elementi nella loro combinazione reale e un’organizzazione infiltrata nella società borghese che parla diffusamente dei primi tre elementi ma come risultano nella loro connessione col quarto (perché in questa connessione l’organizzazione libera li ha trattati) e fa quindi risaltare la parzialità, il carattere monco dell’esposizione che quindi rimanda gli ascoltatori all’esposizione completa.

 

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In terzo luogo, la costituzione delle prime organizzazioni del partito comunista darà un nuovo contenuto anche al legame di queste FSRS con l’aspetto difensivo della resistenza delle masse al procedere della seconda crisi generale del capitalismo, che è il campo in cui esse svolgono la gran parte della loro attività.

Le illusioni “democratiche” della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari italiane sono un dato di fatto che ha solide radici nella storia e nell’esperienza. Nel nostro paese la classe operaia ha vinto militarmente il nazifascismo nella Resistenza (1943-1945). Essa è stata poi vinta politicamente a causa degli errori e dei limiti della sua parte più avanzata, ma una larga parte di essa considera la repubblica borghese come uno Stato nato dalla vittoria della Resistenza anche se mal diretto. Nell’ambito di questa repubblica borghese per 30 anni (1945-1975) la classe operaia e le masse popolari hanno strappato conquiste che ne hanno cambiato la vita. Questo e l’azione dei revisionisti moderni hanno rafforzato nella classe operaia le illusioni “democratiche”. Le FSRS legali sono sorte e operano su questa base diffusa, che non cessa di esistere solo perché noi comunisti abbiamo acquisito quella visione più ampia e più profonda “delle condizioni, dell’andamento e dei risultati generali del movimento proletario” che distingue i comunisti (Manifesto del partito comunista, cap. 2). Solo l’esperienza, un movimento pratico diretto dal partito, rovescerà le illusioni delle masse sul carattere democratico e modificabile dell’attuale regime, in volontà di lotta per eliminarlo. Occorre che la classe operaia e le masse popolari sperimentino direttamente che la borghesia chiude tutte le altre vie che non siano la guerra, sperimentino che la difesa pur diventando più accanita ha risultati limitati e aleatori o non ha affatto risultati. Le FSRS legali devono accompagnare questa esperienza. Il partito deve essere un passo avanti, raccogliere la parte più avanzata e farla operare perché apra la via alla parte più arretrata, man mano che questa è in condizioni di avanzare, deve condurre passo passo le masse verso la mobilitazione rivoluzionaria, attraverso la loro esperienza diretta. Le FSRS legali concorrono a questo lavoro perché hanno la direzione di quello che concretamente le masse fanno, non lasciano la direzione dell’attività concreta delle masse, per quanto modesta e “arretrata” essa sia, ai revisionisti, agli opportunisti, agli avventurieri, alla borghesia. Attraverso esse il partito è in ogni momento dovunque possiamo essere con le masse.

Le FSRS possono tirare grande vantaggio dal lavoro del partito: linea, analisi, informazioni, metodi, sostegno pratico, retroterra. Tutte cose che metteranno le FSRS che hanno un rapporto positivo e stretto con le organizzazioni del partito su un piano superiore rispetto alle altre in cui l’economicismo, il movimentismo e l’oppotunismo detteranno ancora legge. Quindi l’esistenza e l’attività del partito daranno un possente impulso alla lotta contro l’economicismo e il movimentismo in tutte le FSRS.

Le organizzazioni del partito costituiranno di fatto il retroterra di tutte queste FSRS. Avendo un simile retroterra le FSRS che agiscono nella legalità potranno sviluppare una attività legale realmente multiforme e ampia, che abbia come regola e guida gli interessi della rivoluzione e nello stesso tempo non esiti a ricorrere alle forme più minute, più “compromettenti” e “corruttrici”, più pacifiche della lotta politica ed economica in un paese imperialista.

Senza il legame con le organizzazioni del partito una serie di forme di organizzazioni delle masse e una serie di attività (le feste, le gite, la raccolta di firme, la vendita di materiale, le elezioni) diventano inevitabilmente veicoli di corruzione, dell’influenza della borghesia sulle masse. La costituzione delle organizzazioni del partito e il rapporto con esse rendono giusti e fruttuosi i tipi più svariati di attività legale, l’essere presenti e avere l’iniziativa dovunque vi siano le masse. L’attività delle FSRS legali potrà avere uno sviluppo più multiforme e più positivo di quanto avvenga oggi: dalla raccolta delle firme, alle associazioni e aggregazioni di massa, alle feste, alle elezioni. Il rapporto con l’organizzazione clandestina del partito permette a ogni FSRS di sviluppare in ogni direzione la sua attività legale, anche la più umile ed elementare (le feste, le scuole popolari, lo sport e il tempo libero, la musica e il ballo, gli ambulatori popolari, i centri sociali, la raccolta di firme, i comitati per la ricostruzione delle zone terremotate, le petizioni, ecc.) senza che sia inevitabile che questo sviluppo porti al prevalere dell’influenza opportunista o avventurista della piccola borghesia e porti la FSRS che la pratica a trasformarsi in un velleitario e corruttore “partito rivoluzionario nei limiti della legge”.

Sarà la borghesia a cercare di tener lontane le FSRS dalle masse, ma se la linea è giusta e la FSRS svolge un’attività utile alle masse, gli operai e gli altri lavoratori saranno da noi sempre più influenzati. Sarà la borghesia a ridurre il campo d’azione delle FSRS, ma proprio l’esistenza del partito clandestino la ostacolerà: perché ogni proibizione dell’attività d’opposizione legale farà cessare o ridurre l’attività dei gruppi che rifiutano un giusto rapporto col partito, ma diventerà una propaganda pratica della giustezza della linea del partito.

 

L’esistenza di un’organizzazione libera, il partito, diventerà una protezione per l’organizzazione che opera nel margine della legalità. L’esistenza di un’organizzazione libera e di organizzazioni legali combinate con la prima in modo giusto (un modo che non è definito una volta per tutte e dipende anche dalla natura di ogni particolare FSRS), mette la borghesia in una situazione difficile: tollerare l’organizzazione legale per combattere l’organizzazione libera o dimostrare la giustezza della scelta dell’organizzazione libera colpendo l’organizzazione legale? È inevitabile che la borghesia possa colpire in mille modi le organizzazioni legali. Se colpendo un’organizzazione legale essa mette fine alla sua attività, ciò è una sconfitta per il campo della rivoluzione. Se quando la borghesia colpisce un’organizzazione legale, grazie all’organizzazione libera il suo lavoro riprende nelle forme del caso, l’azione della borghesia si ritorce contro di essa e a nostro favore. Con l’esistenza del partito clandestino ogni colpo della borghesia contro una FSRS sarà non una dimostrazione di forza della borghesia, ma propaganda per il partito. Se non colpirà le FSRS esse contribuiranno con la loro azione alla crescita del partito. Se le colpirà, darà ragione al partito che continuerà il suo lavoro e ricostruirà quanto ricostruibile anche in campo legale.

Al di là degli sviluppi dell’azione repressiva dello Stato centrale, resta in tutta la sua gravità la questione del Meridione d’Italia. La borghesia al Nord contro l’azione politica autonoma della classe operaia usa principalmente le forze repressive dello Stato e il ricatto del licenziamento.(7) Nel Meridione la borghesia imperialista, finanziaria e parassitaria, è succeduta direttamente agli agrari feudali e, stante le tradizioni storiche (continuità con l’economia feudale) e il carattere dell’economia (diffusione della piccola economia familiare, a cavallo tra il lavoro dipendente e il lavoro autonomo; la forza dei rapporti personali; la diffusione della piccola proprietà; la relativamente minore urbanizzazione; il diffuso carattere precario del lavoro; l’emigrazione; ecc.), contro l’azione politica autonoma della classe operaia usa normalmente l’arma dell’intimidazione e del terrorismo attraverso proprie strutture repressive distinte dalle forze dello Stato centrale anche se spalleggiate da queste. In questa situazione, la classe operaia, il proletariato e le masse popolari hanno bisogno di una propria struttura clandestina anche per essere in grado di sviluppare l’azione legale. Non è possibile svilupparla opponendo all’azione intimidatoria e terroristica dei padroni l’invocazione della protezione delle forze repressive dello Stato: spesso non danno protezione e quando la danno, operare grazie ad essa è la negazione dell’autonomia politica della classe operaia, è mettersi nelle mani della borghesia. I comunisti e i sindacalisti uccisi in Sicilia, i compagni come Peppino Impastato ci hanno dato molti insegnamenti sulla particolarità del movimento comunista nel Meridione.

Il partito clandestino assicura continuità al lavoro delle FSRS, quale che siano le decisioni della borghesia su come far fronte alla resistenza delle masse al procedere della crisi e farà fronte ai compiti a cui FSRS di questo tipo, che lavorano nella legalità, non possono far fronte.

Ovviamente le combinazioni del lavoro del partito clandestino con l’attività multiforme delle FSRS legali sono relative e transitorie, si avvalgono delle contraddizioni della società borghese per cui la borghesia non è in grado di proibire né tutto né subito. Prima o poi proibirà o cercherà di proibire; allora si avvolgerà in contraddizioni maggiori, si creerà anche per questa via nuovi nemici; a quel punto la situazione sarà un po’ diversa tra le masse popolari. Inoltre proibire costa alla borghesia anche sul piano dei rapporti tra i gruppi borghesi. Lo stato d’assedio, i blocchi stradali, l’obbligo di denunciare i contratti di affitto e di compravendita delle abitazioni, l’obbligo di registrare i movimenti finanziari, le intercettazioni telefoniche e ambientali, le registrazioni dei soggiorni negli alberghi, ecc. intralciano i movimenti e i traffici necessari della società borghese. Nella società borghese è inevitabile che chi ha in mano gli strumenti della proibizione e della repressione prima o poi li usi anche contro i propri concorrenti borghesi; non esiste una borghesia libera e democratica al suo interno se è impegnata a reprimere le masse popolari. Basta considerare i riflessi che la repressione contro le Brigate Rosse e contro il movimento degli anni ‘70 ha avuto e ha ancora oggi nei rapporti interni alla borghesia: Pecorelli, Dalla Chiesa, ecc. fino ai generali Mori e Delfino.

 

Stabilendo i suoi rapporti con le organizzazioni del partito, ogni FSRS può diventare una forza politica

- che mobilita e organizza le masse in qualche aspetto della loro vita e della resistenza al procedere della crisi (dalle feste, alle elezioni, all’attività sindacale) e attraverso questo porta avanti la trasformazione dell’attuale stato delle cose. Le elezioni permettono di spiegare bene il concetto. Una volta che le FSRS sono collegate al partito, sia che si presentino alle elezioni direttamente (dove vi sono le condizioni per farlo con vantaggio e in condizioni che assicurano che gli eletti lavorino poi effettivamente a favore del movimento comunista), sia che appoggino altre liste con accordi aperti di sostegno o indicando i candidati da preferire, esse compiranno un lavoro in cui le illusioni democratiche delle masse, le promesse della borghesia, le lotte di difesa e l’appoggio al partito entreranno in contrasto tra loro in modo positivo e metteranno in difficoltà la borghesia e i riformisti anziché essere in difficoltà noi, come oggi succede ad ogni elezione (quando restiamo assenti dai dibattiti elettorali, quando i lavoratori ci chiedono “per chi votate?”, “per chi devo votare?”, quando alimentiamo lo scontro tra votanti e astensionisti anziché unirli sulla comune base del disprezzo e della sfiducia nell’attuale regime);

- che attua, in quanto organizzazione legale e per quanto lo può un’organizzazione legale, la linea generale del nuovo partito comunista (“unirsi senza riserve alla resistenza.....”) e ne condivide l’obiettivo (il socialismo), pur ammettendo il proprio limite legale (ciò che la differenzia dal partito) e sostenendo il ruolo positivo e necessario della propria azione legale finché le masse sviluppano lotte legali e la borghesia non restringe la legalità fino a proibire tutte le forme di lotta (rendendole così illegali).

A questo fine le FSRS devono sostenere pubblicamente, ma nella forma consona alla natura di ognuna di esse, l’identità di obiettivi finali tra loro e il partito comunista e trarre vantaggio dalla sua stampa nel modo migliore possibile per orientarsi, per la formazione dei propri membri, per orientare l’attività delle masse.

 

Solo il rapporto col partito clandestino può permettere alle FSRS di fare bene il loro lavoro legale e raccogliere, elaborare e riportare alle masse le tendenze positive

- senza opportunismo: cioè senza trascurare né quelle espresse nelle azioni illegali di massa (es. Crotone, Pordenone, Napoli,ecc.), né quelle espresse dalla costituzione di gruppi armati, né quelle espresse dalle altre forme dell’attacco come aspetto della resistenza delle masse popolari;

- senza  avventurismo: cioè evitando che un’organizzazione legale lanci parole d’ordine “rivoluzionarie” che può lanciare solo perché la borghesia non ha interesse a incriminarla; questi atteggiamenti avventuristi diseducano e corrompono le FSRS e le masse: le abituano alla declamazione di frasi “rivoluzionarie” e le distolgono dall’azione realmente rivoluzionaria, nascondono la necessità di un lavoro e di un’organizzazione realmente rivoluzionari, del lavoro di raccolta e accumulo delle forze rivoluzionarie.

All’inizio del secolo Rosa Luxemburg giustamente denunciava (senza tirarne le conseguenze): “Bernstein e i suoi seguaci (i revisionisti) esprimono fedelmente con le loro teorie di collaborazione di classe la natura reale del partito, quello che il partito è nella realtà; Kautsky e gli altri “ortodossi” velano, mascherano con teorie marxiste rivoluzionarie l’impotenza rivoluzionaria del partito”.

 

La “collaborazione” e il “fiancheggiamento” delle FSRS con il partito clandestino le aiuteranno a salvarsi dall’adesione di chiacchieroni e opportunisti e li aiuteranno a epurarsene. È importante che nelle FSRS entrino solo compagni che amano più l’attività condotta da esse in difesa delle conquiste, di quanto temano la repressione della borghesia contro l’attività del partito. Mentre è bene che le FSRS raccolgano la simpatia e la collaborazione più o meno occasionale di molti più lavoratori. È importante crescere di numero, ma premesse alcune discriminanti. Chi inverte l’ordine di importanza delle due cose, tanto vale si iscriva al PRC e si voti al fallimento. I germi sani crescono, le piante marce muoiono.

Come nel partito, anche in ogni FSRS possono trovare posto solo i compagni già adatti al lavoro rispettivamente del partito e della FSRS. Non siamo noi a determinarne il numero; lo determina il complesso del movimento spirituale e materiale delle masse di cui la nostra azione è solo una componente. Dobbiamo invece raccogliere e valorizzare tutte le possibilità di contatti, relazioni, aggregazione, mobilitazione di  frazioni delle masse popolari senza porre il problema del loro ingresso oggi o a tempi brevi né nel partito né nelle FSRS. Quello che noi dobbiamo fare (e che possiamo fare) è creare una struttura articolata che sia capace di raccogliere, valorizzare e spingere a migliorarsi tutte le forze che il complesso della situazione genera. Questo è l’inizio, qui, nelle condizioni concrete del nostro paese oggi, del Fronte delle classi rivoluzionarie.

È una deviazione che rovina il lavoro delle FSRS credere che recluteremmo di più e mobiliteremmo di più se abbassassimo il livello generale di tutta la nostra organizzazione fino a quello delle masse. In un certo senso è vero il contrario. Per mobilitare proficuamente tutte le forze disponibili al livello cui effettivamente lo sono, dobbiamo alzare il livello della nostra organizzazione, renderla capace di tendere tutto al massimo delle sue possibilità e di gestire organizzazioni e rapporti di svariati livelli. Finché i padroni dettano legge, finché il loro potere e la loro autorità morale sono forti, solo una minoranza di operai (e ancora meno tra gli altri lavoratori) aderirà pienamente al partito comunista e alle FSRS. Le condizioni della schiavitù salariale e i rapporti generati dalla società borghese comportano questa conseguenza. Aderiranno pienamente solo quelli che, nonostante l’educazione servile che i capitalisti e i loro lacché impartiscono in ogni circostanza ai lavoratori (“voi non dovete pensare, altri sono pagati per farlo” diceva esplicitamente Taylor), nonostante l’aura di autorevolezza, di prestigio, di successo e di forza che circonda le autorità capitaliste e i ricchi in generale, nonostante i ricatti, le minacce e le pressioni cui i padroni sottopongono i lavoratori per “evitare che si sbandino”, nonostante le ricompense e la corruzione con cui allettano i più promettenti e i più capaci perché tengano la parte del padrone e facciano carriera nell’organizzazione capitalista della società (che per sua natura è molto più aperta alla promozione sociale di quelli che collaborano con energia e intelligenza, di quanto lo fossero le società classiste che l’hanno preceduta), nonostante i luoghi comuni e i pregiudizi borghesi che circondano i lavoratori come l’aria che respirano, nonostante il ricatto del posto di lavoro e della fame, nonostante l’assillo quotidiano del lavoro e della disciplina capitalisti, nonostante i mille modi in cui la società borghese spinge le masse all’abbrutimento e alla depravazione, nonostante tutto questo sono capaci di dedicare la loro vita alla causa del socialismo. Il loro numero, rispetto al complesso della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari è determinato da varie circostanze oggettive e soggettive (cioè dipendenti dall’azione del partito e delle FSRS); comunque nessuno sforzo del partito e delle FSRS può portarlo oltre un certo limite (se non ci fosse limite non occorrerebbe la rivoluzione socialista per trasformare la società capitalista). L’importante è che ogni membro del partito, ogni membro di una FSRS sia a sua volta al centro di una rete che a maglie più o meno fitte e con legami più o meno forti raggiunge le grandi masse: da chi collabora costantemente con lui, a chi collabora saltuariamente, a chi subisce la sua influenza, a chi lo rispetta e ricorre a lui per consigli e aspetta da lui indicazioni, a chi lo stima, a chi lo conosce, a chi lo teme. Man mano che la situazione economica e politica procede, man mano che la lotta di classe si innalza di livello, questa rete si rafforzerà fino a diventare il veicolo della mobilitazione e dell’organizzazione di gran parte della classe operaia e di una parte importante delle masse popolari nella lotta, nella conquista del potere e nell’organizzazione della produzione, della distribuzione e di tutti gli altri aspetti della vita sociale, materiale e spirituale, nella nuova società.

Questa rete di relazioni attorno a ogni membro del partito e attorno a ogni organismo del partito, il legame che unisce i membri e gli organismi del partito, l’esperienza rivoluzionaria e la capacità del partito di orientarsi rapidamente (la sua padronanza della linea di massa, la sua capacità di maneggiarla), il legame delle organizzazioni del partito con le FSRS, i legami che si creano attorno a ogni FSRS e a ogni suo membro, costituiscono nel loro insieme quell’accumulazione delle forze rivoluzionarie che è necessaria perché la mobilitazione delle masse prodotta dalla crisi generale del capitalismo cresca come mobilitazione rivoluzionaria, perché la crisi del regime politico della borghesia imperialista si traduca in rivoluzione socialista vittoriosa: instaurazione del potere della classe operaia, eliminazione del potere della borghesia imperialista, soluzioni dei problemi pratici della vita sociale che avviano la trasformazione dal capitalismo al comunismo.

 

Certamente la “contiguità” con il partito porrà molti problemi a ogni FSRS. Attirerà su di lei la “benevola attenzione” delle forze della repressione e creerà problemi con alcuni borghesi che oggi simpatizzano: questi sono problemi “esterni”, che ogni FSRS dovrà trattare e imparare a trattare. Ma creerà anche problemi “interni”, creerà nuove contraddizioni nelle sue fila, la porrà di fronte a nuovi problemi da risolvere: compagni che sono d’accordo e compagni che non lo sono; rapporti con lavoratori avanzati che saranno messi a dura prova; la comprensione del nuovo ruolo che la FSRS assume. In particolare saranno messe a dura prova le abitudini all’assemblearismo, all’egualitarismo di facciata e al democraticismo simulato. La forma del lavoro del partito, i suoi criteri organizzativi, i criteri organizzativi che presiederanno ai rapporti tra le sue organizzazioni e le FSRS legali, non sono quelle predominanti nelle FSRS legali e anche nel futuro non saranno comunque eguali. È molto utile per la nostra causa che le FSRS legali sfruttino la loro condizione per sviluppare la partecipazione delle masse e degli elementi arretrati, per “aprirsi” alle masse anche sul piano organizzativo in modi e in forme che il partito potrà adottare solo dopo la vittoria della rivoluzione. Nel periodo che abbiamo davanti, la comune definizione di una linea e di un programma, la divisione dei compiti e la capacità di orientarsi con autonomia e di assumersi ognuno le proprie responsabilità nell’attuazione di un comune piano generale dovranno raggiungere un più alto livello. Alcuni compagni ancora oggi concepiscono il “lavoro collettivo” come riunirsi a ogni piè sospinto, “fare tutti tutto”, “fare tutto assieme”, discutere tutti su tutto, ecc. Il lavoro collettivo di cui ha bisogno la lotta per il socialismo consiste invece nei piani conosciuti e accettati da tutti, in una linea ampiamente discussa e propagandata, nella subordinazione agli organismi dirigenti eletti, in un’ampia pratica della critica e dell’autocritica, nella assunzione da parte di ogni compagno e organismo della responsabilità di svolgere lealmente, creativamente e con spirito di iniziativa la parte che gli è stata assegnata: in modo che tutti i mille lavori svolti, a volte inevitabilmente in condizioni di assoluto e lungo isolamento, concorrano tutti al raggiungimento del comune obiettivo. La lotta contro il soggettivismo e l’individualismo è parte essenziale della lotta per il socialismo e la collaborazione del partito e delle FSRS al comune compito della rivoluzione socialista costringerà, per necessità pratica prima che per apprendimento teorico, tutti a misurarsi a un livello superiore con l’ideologia del proletariato, con la concezione materialista dialettica del mondo, a trasformarsi.

Risolvendo questi nuovi problemi, ogni FSRS farà un passo qualitativo in avanti e anche il partito progredirà.


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