La Voce del (nuovo)Partito comunista italiano

n° 1 - marzo 1999

Indice delle manchette di questo numero:

 

- Dal nostro linguaggio oscuro alla lingua parlata

 

- Commissione preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano

 

- Che fare?

 

- Le sei discriminanti

 

- La realtà e la conoscenza

 

- Cristoforo Colombo, ossia di come convinti di navigare verso le Indie approdammo in America

 

- Il partito comunista

 

- Nota degli editori

 

- I compagni che sostengono la ricostruzione del partito

 

- Il salto del 1999

 

- Saluto ai CARC

 

- Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società.


 

Dal nostro linguaggio oscuro alla lingua parlata

 

Che ogni compagno e ogni lavoratore avanzato traduca le idee giuste che la nostra rivista gli porta, nel linguaggio quotidiano dei suoi compagni di lavoro, di casa, di viaggio in modo che esse da proposizioni astratte e per qualche verso oscure si trasformino in idee che illuminano l’esperienza quotidiana, capillare, concreta e particolare delle masse e che indicano la via da imboccare per battere la borghesia imperialista.

In generale, i nostri lettori non devono ripetere alle masse le nostre frasi e i nostri discorsi, ma usarli, rielaborarli, tradurli. Questo è un aspetto del loro ruolo vivo e creativo nel comune lavoro.


 

Commissione preparatoria del congresso di fondazione del

(nuovo)Partito comunista italiano

 

La Commissione è il frutto del lavoro svolto negli anni passati per la ricostruzione del partito. La Commissione si è costituita in gennaio. Essa ha il compito di preparare il congresso di fondazione del partito. Questo compito comprende due aspetti distinti ma strettamente legati tra loro:

- la preparazione del Programma e dello Statuto del futuro partito

- la formazione di organizzazioni del futuro partito.

La Commissione farà quanto nelle sue forze per promuovere la più ampia partecipazione alla preparazione del Programma e dello Statuto che sarà sottoposto al futuro congresso di fondazione e per promuovere la costituzione di organizzazioni di partito, stabilire e rafforzare i rapporti con ognuna di esse in modo che ognuna contribuisca con tutte le sue forze alla preparazione del congresso e partecipi, con propri delegati, al congresso stesso.

La Commissione fa proprio il patrimonio che le FSRS e in particolare i CARC hanno elaborato per il futuro partito comunista in termini di programma (il Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano pubblicato dalla SN dei CARC), metodo, analisi della fase, linea generale, linee particolari, crite

ri e metodi di lavoro, risorse di ogni genere. Parte da questa base, compie un salto di qualità e svilupperà questa base al nuovo livello e per il nuovo compito, rivolgendosi ai membri di tutte le FSRS del nostro paese, agli operai avanzati e al resto della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari e facendo appello alla loro partecipazione e al loro sostegno per portare a termine il proprio compito.

 

Con la costituzione della Commissione si apre una fase in cui il nuovo partito per un aspetto esiste già (esistono organizzazioni che operano in suo nome ed elaborano metodi e regole del suo funzionamento) e per un altro aspetto non esiste ancora (non esiste ancora la direzione eletta dal congresso del partito). Il lavoro in questa fase sarà caratterizzato da questa contraddizione.

Il nuovo partito per essere all’altezza del compito che il procedere della seconda crisi generale del capitalismo e la conseguente situazione rivoluzionaria pongono ad esso e per tenere pienamente conto dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, deve essere un partito clandestino. Questa è la condizione indispensabile perché il partito sia libero dal controllo della borghesia e capace di agire nel modo necessario per raccogliere le forze della rivoluzione socialista (inizio della transizione dal capitalismo al comunismo) e dirigere la loro lotta fino alla vittoria.

La costruzione di un partito clandestino implica nuove attività che le FSRS del nostro paese non sono abituate a compiere e uno stile di lavoro nuovo. Sono cose che metteremo a punto, su cui faremo esperienza, di  cui comprenderemo e definiremo un po’ alla volta le leggi, raccogliendo l’esperienza del movimento comunista del passato e del movimento comunista presente, internazionale e del nostro paese, verificandola ed elaborandola alla luce della nostra situazione concreta, a profitto di tutte le organizzazioni del partito che via via si verranno costituendo.

La costruzione del (nuovo)Partito comunista italiano come partito clandestino procederà con successo e tanto più rapidamente quanto più esso avrà una linea giusta e una concezione e un metodo materialista dialettico, quanto più esso saprà legarsi alla classe operaia, a tutto il proletariato e al resto delle masse popolari. Partito clandestino non vuol dire partito slegato dalle masse: al contrario significa partito in condizione di legarsi strettamente alle masse popolari proprio perché libero dai vincoli e dai limiti che la borghesia imperialista impone all’attività  di un partito comunista legale e quindi in grado di rappresentare efficacemente le aspirazioni e i bisogni più profondi e generali della classe operaia, di tutto il proletariato e del resto delle masse popolari.


Che fare?

 

Ai compagni che vogliono partecipare alla costituzione del nuovo partito comunista italiano, la Commissione chiede di costituire di propria iniziativa, a livello locale, provinciale, regionale o interregionale comitati formati da compagni (membri di FSRS e lavoratori avanzati) che accettano la settima discriminante (il carattere clandestino dell’organizzazione) e sono in grado di incominciare ad operare in coerenza con essa. Ogni comitato deve essere di composizione limitata (da 2 a 4 membri) e diretto da un segretario responsabile dei contatti con la Commissione. Ogni comitato deve incominciare a imparare a funzionare clandestinamente (apprendimento della concezione e delle tecniche del funzionamento clandestino - riunioni libere, relazioni libere tra i membri: contatti telefonici, postali e incontri), studiare la rivista, collaborare alla rivista, diffondere la rivista, studiare la posizione assunta dai singoli e dalle organizzazioni di fronte alla settima discriminante posta dal primo numero di La Voce, reclutare nuovi compagni, promuovere le attività di sostegno alla costruzione del partito.

 

La Commissione stabilirà via via i rapporti con i comitati, sulla base dell’esperienza elaborerà via via indicazioni per migliorare il lavoro dei comitati e i propri rapporti con ognuno di essi. Diamo per scontato che in questa fase le organizzazioni clandestine che si formeranno saranno molto differenti per il modo di funzionare e per il lavoro che svolgeranno. L’importante è che esse rientrino nelle discriminanti poste e che migliorino. Ognuna di esse e il loro insieme verranno ristrutturate definitivamente, dall’alto verso il basso dal Comitato Centrale (eletto dal congresso di fondazione) in conformità allo Statuto del nuovo partito (approvato dallo stesso congresso).


 

Le sei discriminanti

 

Le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista sono oggi abbastanza chiaramente schierate rispetto a quattro discriminanti politiche (relative cioè ai compiti attuali) e a due discriminanti ideologiche (relative cioè alla concezione del mondo - materialismo dialettico - quale si manifesta nel bilancio della storia del movimento comunista).

1. In primo luogo tra:

- quelle che pongono come obiettivo principale di questa fase la ricostruzione del partito comunista,

- quelle che pongono come obiettivo principale di questa fase la "mobilitazione delle masse", la "creazione di un movimento di massa", la "creazione di un blocco sociale antagonista", la "ricomposizione del proletariato", la "promozione di campagne di lotte rivendicative", ecc. o pongono questi obiettivi sullo stesso piano della ricostruzione del partito comunista (v. ad es. la Confederazione dei Comunisti Autorganizzati).

2. In secondo luogo tra:

- quelle che per creare le condizioni della costituzione del nuovo partito comunista si legano alla resistenza che le masse popolari oppongono allo sviluppo della seconda crisi generale del capitalismo,

- quelle che si propongono di creare le condizioni della costituzione del nuovo partito comunista "studiando", "formando i quadri" (costituendo comitati e gruppi di studio e al massimo di propaganda - v. ad es. la "via al partito" indicata dal documento della redazione di Torino di nuova unità inviato al Convegno di Firenze del 14.03.'98, quella seguita dal Circolo Lenin di Firenze, ecc.).

3. In terzo luogo tra:

- quelle che ritengono che il partito comunista conquisterà sicuramente il riconoscimento delle masse se avrà le caratteristiche adeguate ai compiti che la situazione oggettiva pone a esso, ma lo conquisterà solo tramite una verifica che le masse faranno di esso nella pratica di una lotta relativamente lunga; quindi ritengono che l'essenziale per la costituzione del partito è avere una linea politica giusta ed essere capaci di portarla avanti,

- quelle che prima di costituire il partito vogliono "essere in tanti", "avere il riconoscimento delle masse", "avere l'adesione delle ‘avanguardie delle masse’", ecc.

4. In quarto luogo tra:

- quelle che concepiscono il nuovo partito comunista come partito libero dal controllo della borghesia,

- quelle che concepiscono il nuovo partito comunista come un partito che viva e lavori principalmente grazie alle libertà politiche conquistate con la Resistenza (1943-1945) e mai ufficialmente abrogate e di fatto non ancora completamente abrogate.

5. In quinto luogo tra:

- quelle che danno una valutazione principalmente positiva della costruzione del socialismo in URSS sotto la direzione di Stalin e dell'attività dell'Internazionale Comunista che avevano portato il movimento comunista ai grandi risultati che esso aveva raggiunto all'inizio degli anni '50 (un campo socialista che andava dall'Europa Centrale al Pacifico e un'enorme influenza tra le masse popolari del resto del mondo, in particolare anche dei paesi imperialisti),

- quelle che danno una valutazione principalmente negativa o ambigua della costruzione del socialismo in URSS sotto la direzione di Stalin e dell'attività dell'Internazionale Comunista.

6. In sesto luogo tra:

- quelle che combattono il revisionismo moderno (cosiddetto rispetto al revisionismo di Bernstein & C che fu la deviazione - la linea nera - che si manifestò nella II Internazionale di fronte all'avanzare della prima ondata della rivoluzione proletaria) come deviazione che si è manifestata nel movimento comunista di fronte ai nuovi compiti posti dalla forza da esso raggiunta nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria e dalla fine della prima crisi generale del capitalismo; deviazione che nel 1956 ha preso la direzione del PCUS e di molti altri partiti e nel 1976 anche del PCC e che nella storia dei singoli paesi socialisti distinguono nettamente il periodo della costruzione del socialismo dal periodo della erosione e corruzione dei germi di comunismo,

- quelle che nella storia dei singoli paesi socialisti non distinguono nettamente il periodo della costruzione del socialismo dal periodo in cui si è sviluppato il tentativo di restaurazione graduale e pacifica del capitalismo, che nella storia del movimento comunista non distinguono il periodo di avanzamento fino alla creazione del campo socialista dal successivo periodo di regressione (cui segue la rinascita in corso in questi anni nell'ambito della seconda crisi generale del capitalismo) e che non combattono il revisionismo moderno come linea che ha preso la direzione nel PCUS dal 1956 e ha portato alla rovina gran parte del campo socialista e alla dissoluzione una parte dei partiti comunisti costituiti dall'Internazionale Comunista.

Queste sei discriminanti sono abbastanza nette. Le FSRS sono abbastanza nettamente schierate, per ognuna di queste discriminanti, o sul primo fronte o sul secondo.

(da Rapporti Sociali n. 19, agosto 1998)


 

Pippo Assan

Cristoforo Colombo, ossia di come convinti

di navigare verso le Indie approdammo in America

Edizioni della vite, Firenze, 1988.

 

 

Il libro è un bilancio della lotta condotta dalle Brigate Rosse.

Per i comunisti, la lotta per il comunismo condotta negli anni ‘70 in Italia è stata la prova generale della prossima rivoluzione socialista. Essa ha messo in luce gli effetti che hanno in ogni classe e in ogni strato della popolazione del nostro paese lo sviluppo della lotta rivoluzionaria e le sue deviazioni. Proprio per l’importanza che quell’esperienza ha, la borghesia imperialista cerca di seppellirla sotto un cumulo di denigrazioni e di frivolezze, aiutandosi con i “ricordi” di pentiti e dissociati d’ogni specie, sfruttando gli errori e le miserie che accompagnano ogni movimento, lavorando di fantasia. Gli effetti politici di quella lotta sono ancora oggi attuali.

Ricostruirne con cura l’esperienza e studiarla è un dovere per il partito che si assume il compito di promuovere la causa del comunismo. Il “bilancio degli anni ‘70”  è una necessità. Gli insegnamenti di quella lotta, come quelli del resto dei 150 anni di storia del movimento comunista sono un patrimonio prezioso per il (nuovo)Partito comunista italiano.


 

 

La realtà e la conoscenza

 

Per migliaia di anni gli uomini hanno vissuto immersi nelle onde elettromagnetiche senza rendersi conto della loro esistenza che pur si rendeva palese in mille indizi: i fulmini, le scosse elettrostatiche, ecc. Gli uomini trascuravano questi indizi o davano di essi spiegazioni fantasiose. Noi oggi possiamo constatare che la comprensione e l’uso delle onde elettromagnetiche hanno introdotto nella nostra vita grandi cambiamenti.

Una cosa analoga vale per la comprensione dei fenomeni e delle leggi della nostra vita sociale. Mille sintomi vengono trascurati, considerati casuali, indicati come effetti di fenomeni che non hanno nulla a che fare con essi o attribuiti a cause soprannaturali e misteriose.

Il materialismo dialettico e il materialismo storico ci hanno iniziato alla comprensione scientifica della nostra vita sociale, comprensione che è indispensabile perché gli uomini passino da essere succubi delle proprie relazioni sociali a essere padroni e creatori di esse (v. in proposito Lenin, Cosa sono gli amici del popolo e come lottano contro i socialdemocratici, 1894, in Opere complete, vol. 1).

 


 

 

Il partito comunista

 

- è la parte d’avanguardia e organizzata della classe operaia, incarna la coscienza della classe operaia in lotta per il potere ed è lo strumento della sua direzione sul resto del proletariato e delle masse popolari;

- è il partito della classe operaia, nel senso che lotta per instaurare il potere della classe operaia e per il comunismo;

- è il reparto d’avanguardia della classe operaia nel senso che è la coscienza della classe operaia in lotta per il potere, è l’interprete cosciente di un processo in gran parte spontaneo, conosce le leggi della rivoluzione senza di che non sarebbe in grado di dirigere la lotta della classe operaia;

- è una parte della classe operaia, nel senso che nel partito vi sono gli elementi migliori della classe operaia, i più devoti alla causa del comunismo, i più combattivi, i più ricchi d’esperienza di lotta e d’iniziativa, i più influenti e disciplinati: nel partito possono esserci e in generale ci sono anche elementi di altre classi i quali hanno fatto propria la causa del comunismo, ma gli operai ne sono la componente indispensabile;

- è reparto organizzato nel senso che è un insieme disciplinato di organizzazioni che fanno tutte capo a un centro di cui seguono le direttive con assoluta disciplina, a cui sono legate secondo i principi del centralismo democratico;

- è la forma più alta di organizzazione della classe operaia nel senso che promuove e dirige tutte le altre organizzazioni della classe stessa ed è lo strumento della sua direzione sul resto del proletariato e delle masse popolari, promotore e dirigente delle più svariate organizzazioni delle masse che raccoglie e indirizza verso il comune obiettivo raccogliendole in fronte;

- è lo strumento della dittatura della classe operaia: per conquistare la dittatura della classe operaia prima e poi per consolidarla ed ampliarla e fare in modo che sviluppi la transizione verso il comunismo.

Tra questi caratteri del partito comunista, stante le tradizioni del nostro paese, l’esperienza del primo Partito comunista italiano e la situazione in cui si forma il nuovo partito, dobbiamo dare risalto particolare al fatto che il partito è coscienza della classe operaia in lotta per il potere, interprete cosciente di un processo spontaneo.

(Dal Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano, cap. 2, pagg. 61 e 62)

 

 


 

Nota degli editori

L’esperienza di tutta la nostra epoca, l’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie, insegna che il movimento rivoluzionario del proletariato non riesce a svilupparsi oltre i livelli iniziali se non è guidato da un partito che incarna una concezione sistematica e giusta (ossia riflesso del movimento reale nella mente umana) delle contraddizioni che determinano il movimento della società: la teoria rivoluzionaria. Quindi è parte integrante del lavoro di costruzione del partito comunista l’elaborazione della teoria rivoluzionaria, come elemento costitutivo del partito e guida della sua azione. Per l’elaborazione della teoria rivoluzionaria, per la sua comprensione e la sua assimilazione è necessario un sistema di stampa veramente libera da museruole poliziesche e da preoccupazioni legali, in cui sia possibile trattare i vari problemi e temi senza peli sulla lingua e senza riguardi per il codice penale della classe attualmente dominante: occorre un sistema di stampa clandestina. Creare questo sistema è il compito del momento perché è un mezzo indispensabile per condurre il bilancio dell’esperienza passata, per elaborare il programma e la linea unificandosi attorno ai quali gli individui impegnati nella causa del comunismo, ma ora ancora dispersi, arriveranno a costituirsi in partito.

Cosa significa creare un sistema di stampa clandestina? Inventare e impratichirsi dei metodi necessari alla sua produzione; imperare ad usarla, studiarla e farla circolare eludendo le ricerche dei poliziotti; imparare a servirsene con la libertà e la disciplina che essa comporta; usare ogni esemplare al massimo, riproducendolo e passandolo con le necessarie cautele a persone capaci di trarne giovamento; usare la circolazione e lo studio della stampa clandestina come primo elementare strumento organizzativo per selezionare gli individui decisi e capaci di lavorare per la causa, distinguendoli dai chiacchieroni; usare con le necessarie cautele e i necessari camuffamenti i temi, le argomentazioni e le notizie forniti dalla stampa clandestina per il lavoro di orientamento, di agitazione e di propaganda che il compagno svolge nel suo ambiente. Questi sono i modi in cui ogni compagno contribuisce a creare il sistema della stampa clandestina, secondo le sue forze e la sua condizione I compagni oggi sparsi che dedicheranno con intelligenza le loro energie a questo lavoro riusciranno via via a organizzare attorno a sé altri compagni e a entrare in contatto con i promotori dell’iniziativa e quindi a confluire, anche con legami diretti ma adatti al carattere clandestino dell’azione, nel processo di costituzione del partito.

A chi è diretta la stampa clandestina? In questa fase il nostro compito politico si riassume nel “condurre il bilancio delle esperienze passate per valorizzarne gli insegnamenti nella definizione della linea e del programma su cui fondare il partito”. Quindi la stampa clandestina è rivolta principalmente ai rivoluzionari, tratta principalmente i temi necessari al loro orientamento, alla elaborazione della loro esperienza per la definizione del loro “che fare”. In questa fase la stampa clandestina è strumento della battaglia che ha come obiettivo ottenere che i rivoluzionari abbiano idee giuste. La stampa clandestina non deve quindi essere distribuita al di fuori di questo ambito né si deve chiedere ai suoi redattori di trattare altri temi. Resta a ogni rivoluzionario il compito di “tradurre” quello che via via viene assimilando dalla stampa clandestina in qualcosa di adatto alla condizione concreta in cui egli svolge il suo lavoro di orientamento, agitazione e propaganda, man mano che vi sono gli elementi necessari ed egli ne diviene capace. I redattori della stampa clandestina non possono trattare direttamente delle situazioni concrete e quindi usare per il nostro compito attuale gli insegnamenti che derivano dallo studio di esse, se non nei limiti in cui riescono a conoscere quelle situazioni direttamente o per relazioni con altri rivoluzionari. Abbiamo verificato mille volte che molto raramente è possibile raccogliere dai mezzi di comunicazione borghesi, dalla cultura accademica, dalle pubblicazioni di statistica, dalle relazioni parlamentari e di associazioni professionali, materiale serio ed abbastanza completo per un’analisi scientifica di situazioni concrete. Solo man mano che il nostro lavoro avrà successo e, anche tramite il sistema della stampa clandestina, avremo creato rapporti diretti con rivoluzionari operanti in varie situazioni e potremo attingere alle loro esperienze, solo man mano che si costituirà questo sistema di canali che sarà anche un primo passo verso la costituzione di una rete di comitati di partito, potremo rendere il nostro lavoro più ricco e quindi renderlo utile anche per un’azione di proselitismo e renderlo usabile anche da un numero più vasto di compagni.

Se queste basi e con questi limiti diamo il via a queste edizioni pubblicando il primo opuscolo. Il numero di esemplari tirato è molto limitato. Sta ad ogni compagno che ne riceve uno, evitare con tutte le sue risorse che il suo esemplare finisca nelle mani della polizia. Meglio un esemplare accuratamente distrutto, che nelle mani della polizia. È impossibile tuttavia escludere che prima o poi, in un modo o nell’altro ciò succeda: e ogni compagno deve quindi dare per scontato che la polizia sia a conoscenza dell’esistenza dell’opera e ne ricerchi la presenza nelle perquisizioni. ma più tardi ciò avviene, più ampiamente può svolgersi il nostro lavoro e meno efficace è l’azione della polizia.

Ai nostri lettori auguriamo buon lavoro e rapidi progressi nell’arte della lotta rivoluzionaria nei paesi imperialisti.

 

(Da Cristoforo Colombo, ossia di come convinti di navigare verso le Indie approdammo in America, Edizioni della vite, Firenze, 1988)


 

I compagni che sostengono la ricostruzione del partito

 

Il compito che i compagni che sostengono realmente la ricostruzione del partito svolgeranno nel nuovo anno si riassume in tre punti.

1. Indirizzare tutto il lavoro corrente alla creazione delle condizioni per la ricostruzione del partito, porre questo come obiettivo di ogni lavoro.

2. Promuovere con slancio in tutte le FSRS il lavoro per l’assimilazione e il miglioramento del Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano, partecipare personalmente al dibattito e coinvolgere il numero più ampio possibile di lavoratori avanzati nella preparazione del Manifesto Programma del futuro partito, partendo dal Progetto che la SN dei CARC ha pubblicato.

3. Appoggiare la costruzione di organizzazioni di partito, di organizzazioni i cui delegati, quando la situazione sarà matura, terranno il congresso costitutivo (di fondazione) del nuovo partito che approverà e adotterà il Manifesto Programma e lo Statuto definitivi ed eleggerà il suo Comitato centrale.

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Il salto del 1999

 

 

La costituzione della Commissione preparatoria del congresso di fondazione del partito e la costituzione delle altre sue organizzazioni che parteciperanno, con propri delegati, al congresso di fondazione, è il salto verso il partito che compiremo nel 1999.

Fare questo salto non è una decisione che si prende facendo un congresso, discutendo se prenderla o meno. È il frutto e lo sbocco obbligato del lavoro di questi anni e il compito degli anni a venire. Il salto da fare quindi va propagandato, le sue ragioni vanno sostenute da tutti quelli che il corso precedente delle cose ha formato per compiere il salto. Ma soprattutto va compiuto da tutti quelli che ne capiscono la necessità e sono disposti a compierlo.

Inevitabilmente alcuni compagni che sono contrari e alcuni che semplicemente sono ancora arretrati solleveranno mille questioni di forma, non potendo i primi (ma il loro “non potere” è altamente significativo di quanto la linea che seguiamo è giusta e quanto incerta e fragile è l’opposizione ad essa, tanto che i suoi esponenti sanno che l’opposizione aperta non incontrerebbe seguito e quindi si nascondono dietro questioni di forma) e non essendo capaci i secondi (stante la loro temporanea arretratezza che saranno aiutati a superare proprio dal salto che noi faremo) di combattere apertamente la sostanza della linea giusta. “Chi lo ha deciso?” sarà la parola d’ordine degli uni e degli altri. Ma non fermerà il corso delle cose. Il congresso lo faranno dopo, a fatti compiuti, i compagni che avranno fatto propria la decisione di compiere il salto e lo avranno compiuto. Ci sono situazioni in cui una cosa per alcuni versi esiste già mentre per altri versi non esiste ancora. Sono le fasi di passaggio, in cui il nuovo sta nascendo: il nuovo non ha ancora il suo organismo e la sua sede appropriati di espressione e il vecchio già però non riesce più a contenerlo e a guidarne la nascita ed è in parte sconvolto dall’evento, come il bambino che sta nascendo e la donna che partorisce.

Mai, come in questo caso: libertà è uguale a necessità.


 

 

Saluto ai CARC

 

La Commissione centrale preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano fa proprio il patrimonio che i CARC hanno elaborato per il futuro partito comunista in termini di programma (il Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano pubblicato dalla SN dei CARC), metodo, analisi della fase, linea generale, linee particolari, criteri e metodi di lavoro. Parte da questa base, compie un salto di qualità e svilupperà questa base a un nuovo livello e per il nuovo compito. Per svolgerlo essa si rivolge in particolare ai membri dei CARC e fa appello alla loro partecipazione e al loro sostegno per portarlo a termine. Ovviamente essa si rivolge anche ai membri delle altre FSRS, agli operai avanzati e al resto della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari.

La Commissione è ben consapevole del contributo determinante che i CARC hanno dato finora alla ricostruzione del partito, adempiendo al compito per cui sono stati creati. È però chiaro che la decisione di costituire la Commissione non è stata né presa dai CARC né sottoposta alla loro approvazione. Né poteva essere diversamente. Lo stesso vale per la linea che guida il lavoro della Commissione e per la sua attuazione. Tutto ciò rientra solo nella responsabilità della Commissione e, via via, delle altre organizzazioni del partito.

La Commissione si augura che i CARC continueranno il loro lavoro per la ricostruzione del partito e che saranno anche nel futuro di esempio e di stimolo per tutte le FSRS nel porre la creazione delle condizioni per la ricostruzione del partito e il sostegno alla sua costituzione come obiettivo principale del proprio lavoro.

La Commissione fa conto anche per il futuro sul vostro contributo e auspica che, sia pure con compiti diversi, lavoreremo assieme per la causa del comunismo che ci è comune. Buon lavoro, compagni!


 

 

Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti. (K. Marx, La guerra civile in Francia, 1871)