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Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 32/2023
31 dicembre 2023

L’augurio del (n)PCI per il nuovo anno

Avere il coraggio di portare la rivoluzione socialista alla vittoria!

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Comunicato CC 1/2024 - 18 gennaio 2024

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Onoriamo Lenin, promotore e guida della rivoluzione socialista!

Valorizziamo i suoi insegnamenti applicandoli nella situazione concreta del nostro paese!

Cento anni fa, il 21 gennaio 1924, a Gorki a nemmeno 54 anni moriva Lenin, promotore della rivoluzione socialista, guida della Rivoluzione d’Ottobre, fondatore dell’Internazionale Comunista e del primo paese socialista della storia, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. L’anniversario sarà certamente celebrato nel mondo intero da molti milioni di persone, date le dimensioni che il movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) ha nel mondo grazie soprattutto alle ex colonie e semicolonie, Cina in testa. Anche nei paesi imperialisti milioni di persone si riuniranno a ricordare gli insegnamenti di Lenin nonostante la decadenza del movimento comunista cosciente e organizzato in questi paesi a causa della mancata vittoria della rivoluzione socialista (il MCCO o avanza o arretra) e l’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) e aggravatasi con la dissoluzione nel 1991 dell’URSS, dopo che per più di 30 anni Kruscev e i suoi successori avevano corroso la grande società che l’URSS era diventata sotto la direzione di Stalin, dissoluzione decretata dagli oligarchi nonostante il voto contrario di gran parte della popolazione dell’URSS che i liquidatori dell’URSS avevano incautamente chiamato al voto.

Il 21 gennaio ricorre anche il 103° anniversario della fondazione a Livorno del primo PCI, il partito comunista di Antonio Gramsci e della Resistenza: un anniversario che verrà celebrato in tutta Italia e dovunque nel mondo vivono comunisti italiani.

Compito di ogni organismo e di ogni membro e simpatizzante della Carovana del (n) PCI è

1. promuovere celebrazioni di questi due eventi nella misura pîù ampia che le nostre attuali forze consentono,

2. approfittare di ogni riunione e altra occasione per illustrare i principali insegnamenti di Lenin ai fini della rinascita del MCCO. Dobbiamo calcare in particolare la mano sugli insegnamenti che il bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (il bilancio da cui alcuni sedicenti ricostruttori del partito comunista recalcitrano) mostra essere discriminanti perché il partito comunista che costruiamo sia all’altezza del suo compito: mobilitare e guidare le masse popolari di un paese imperialista a instaurare il socialismo.

Noi con Lenin sosteniamo che la società borghese, con l’inizio alla fine dell’Ottocento dell’epoca imperialista, ha raggiunto le condizioni oggettive che rendono l’instaurazione del socialismo possibile, attuale e necessaria nei paesi imperialisti. Quindi in questo contesto escludiamo dal discorso quelli che, come Oliviero Diliberto, già segretario nazionale del PdCI, pur dicendosi comunisti sostengono che non esistono ancora neanche nei paesi imperialisti le condizioni oggettive per l’instaurazione del socialismo. Al contrario condividiamo pienamente l’affermazione di Fidel Castro che denunciava la decadenza in corso della società borghese nei paesi imperialisti proprio a causa del ritardo nell’instaurazione del socialismo: “È davvero impressionante che porcheria di sistema è il capitalismo, che non riesce a garantire alla propria gente né un lavoro, né la salute, né un’educazione adeguata; che non può impedire che la gioventù si corrompa con droghe, gioco d’azzardo e ogni sorta di vizio”. Anzi riteniamo che la non instaurazione del socialismo se si prolungasse non solo impedirebbe all’umanità di progredire, ma comporterebbe a lungo andare la distruzione dell’ambiente in cui la specie umana esiste. L’umanità può continuare a esistere solo se instaura il socialismo. L’instaurazione del socialismo è possibile, è il compito attuale, è necessaria.

Lenin ha sistematicamente indicato già nel 1916 che nei paesi imperialisti erano maturate le condizioni oggettive per l’instaurazione del socialismo. Instaurare il socialismo era possibile e necessario: promuovere la rivoluzione socialista era compito del partito comunista e la vittoria dipendeva principalmente dal partito, se era o no all’altezza del suo compito.

Quindi chi è coerentemente leninista deve chiedersi e spiegarsi perché da quando alla fine del secolo XIX è iniziata l’epoca imperialista, nessun partito comunista dei paesi imperialisti ha instaurato il socialismo nel proprio paese, salvo il partito di Lenin. Lenin ha condotto la sua attività rivoluzionaria in un paese della catena imperialista, sia pure anello debole della catena e nelle sue opere troviamo la risposta a questa domanda, risposta che gli avvenimenti hanno sistematicamente confermato. Chi non la cerca ma parla di leninismo chiacchiera a vuoto. Questo vale ad esempio per Fosco Giannini, per vari esponenti del PC di Rizzo-Lombardo e per vari altri gruppi ed esponenti del MCCO italiano.

Lenin fin dall’inizio della sua attività rivoluzionaria ha sostenuto che il partito comunista nei paesi imperialisti deve essere clandestino e composto da rivoluzionari di professione. Abbiamo allegato all’Avviso ai naviganti 136 tre articoli, due che si riferiscono alla Russia degli anni 1912 e 1913 e uno del 1916 riferito alla Germania, che Lenin dedica a queste tesi. Esse sono ripetute anche nelle Tesi sulle condizioni d’ammissione all’Internazionale comunista, approvate il 6 agosto 1920 dal II Congresso dell’IC che Lenin diresse personalmente.

Lenin fu condotto a questa concezione dapprima dalle condizioni concrete particolari dell’Impero russo dove l’attività politica era legalmente vietata alla massa della popolazione, ma poi, man mano che conobbe l’esperienza del movimento comunista dei paesi imperialisti europei e degli USA, trovò che essa valeva per tutti i paesi imperialisti, fermo restando ovviamente che dobbiamo applicarla nelle forme dettate dalle condizioni particolari sia del paese, sia del momento (bando alla ripetizione e al dogmatismo!). Quando dopo la rivoluzione del 1905 l’Impero russo adottò istituzioni politiche affini a quelle dei paesi europei, Lenin difese questa concezione contro quelli che volevano liquidare la clandestinità del partito. Quando a partire dal 1914 gli Stati dei paesi imperialisti lanciarono le masse popolari di un paese contro quelle di un altro, Lenin non solo criticò la collaborazione dei social-traditori con la borghesia del proprio paese, ma mostrò che la debolezza dell’ala sinistra dei partiti socialdemocratici, pur fedele alla causa rivoluzionaria, derivava dalla mancata formazione alla clandestinità e alla professionalità rivoluzionaria. Contro questo, nelle Tesi sulle condizioni d’ammissione all’Internazionale comunista approvate dal II congresso (luglio-agosto 1920) venne fissato (Tesi 3) che i partiti dell’IC “sono tenuti a creare dovunque un apparato organizzativo clandestino parallelo, che al momento decisivo aiuterà il partito a compiere il suo dovere verso la rivoluzione”.

L’opposizione alla linea di Lenin a favore della clandestinità e del carattere professionale dell’attività rivoluzionaria era tuttavia radicata anche nei partiti che avevano aderito e volevano aderire all’IC e tale rimase, alacremente alimentata dalla borghesia imperialista. Neanche la persecuzione scatenata prima dal regime fascista di Benito Mussolini in Italia e poi dal regime nazista di Adolf Hitler in Germania la fecero sparire. L’attività legale (conformata secondo i principi della democrazia borghese) rimase largamente considerata come la regola, benché in tutti i paesi imperialisti, anche in quelli dove la borghesia persistette a dichiararsi democratica, di fatto il regime politico fosse diventato un regime di controrivoluzione preventiva. I casi più clamorosi di contrasto nei partiti comunisti stessi tra l’adesione dichiarata al leninismo e la pratica reale si ebbero in Spagna durante la guerra civile (1936-1939) e in Italia (1943-1947). In Spagna il partito comunista giunse ad accettare lo scioglimento delle formazioni militari rivoluzionarie, come il V Reggimento di Vittorio Vidali - Carlos Contreras, anziché fare di questo il modello per il rafforzamento dell’esercito della Repubblica Spagnola e in Italia il PCI, anziché estromettere dal governo e dalla Pubblica Amministrazione del paese gruppi ed esponenti reazionari, si lasciò estromettere esso dal governo. Questo in Spagna fu alla base della sconfitta militare della Repubblica e in Italia fu l’inizio della riduzione del primo PCI a partito delle rivendicazioni economiche e politiche e a sinistra nelle istituzioni del regime DC: la via imboccata da Palmiro Togliatti e poi da Enrico Berlinguer fino allo scioglimento del 1991 con Achille Occhetto.


Facciamo di ogni celebrazione del centenario della morte prematura di Lenin e del 103° anniversario della proclamazione del primo PCI un’occasione per affermare le caratteristiche discriminanti del partito comunista del quale abbiamo bisogno per instaurare il socialismo!


Il proletariato vincerà perché i comunisti comprendono sempre più a fondo le condizioni della lotta di classe, correggono i loro errori, superano i loro limiti e applicano le lezioni dell’esperienza nel promuovere e dirigere la rivoluzione socialista in corso.


La situazione è favorevole allo sviluppo del potere delle masse popolari organizzate. Abbiamo molto da imparare e da fare, ma la vittoria è possibile.

Con la borghesia l’umanità non ha futuro: la borghesia non può che seminare guerra, povertà, disoccupazione, abbrutimento, inquinamento, distruzione dell’ambiente in cui la specie umana è cresciuta.


Bando alla paura! Bando alla sfiducia e al disfattismo! Bando all’attesa che la rivoluzione socialista scoppi!


Fare dell’instaurazione del socialismo la propria scelta di vita!


Costituire Comitati di Partito clandestini

in ogni azienda, scuola, università, istituzione, quartiere e paese!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghese, una via consiste nell’usare TOR [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].