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Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 20/2022
19 agosto 2022

Dare al nostro paese un Parlamento ostile all’Agenda Draghi!

Osare lottare per realizzare il nostro sogno!

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Comunicato CC 21/2022 - 31 agosto 2022



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Ai comunisti e a tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose:

ci sono imprese che non affrontiamo perché ci sembrano impossibili, ma in realtà ci sembrano impossibili solo perché non osiamo affrontarle!


Dalla Wartsila di Trieste alla GKN di Firenze alla Whirlpool di Varese, Ascoli Piceno, Siena, Caserta e Napoli, dalla Val di Susa a Piombino alla Marcia per la giustizia climatica di Venezia, da Niscemi a Coltano a Ghedi: sfruttare le elezioni del 25 settembre per dare maggiore forza alla mobilitazione delle masse popolari che con dimostrazioni, occupazioni, picchetti, sit-in, scioperi, non pagamento di bollette (fatturate al prezzo fissato dagli speculatori) e tasse, “spese proletarie”, scioperi alla rovescia e imposizione alla Pubblica Amministrazione (comunale, regionale o statale) di misure appropriate dovunque c’è già la forza per farlo, rendono l’Italia ingovernabile ai fautori dell’agenda Draghi e ai loro padrini USA-NATO e UE!


Agli elettori che sconvolti o indignati per il corso disastroso delle cose già nel 2018 si sono astenuti

e a quelli che l’inconcludenza del M5S e la crescente confluenza della Lega di Salvini e di Fratelli d’Italia di Meloni sulle posizioni di Draghi spingono all’astensione:

votare e far confluire i voti su una sola delle liste anti Larghe Intese per rendere il Parlamento ingestibile anche come ufficio di registrazione delle misure dell’agenda Draghi! Dal 1948 i vertici della Repubblica Pontificia violano la Costituzione, ma fanno ancora avallare dal Parlamento le loro decisioni.


Ai capi politici delle liste anti agenda Draghi consapevoli del carattere straordinario della situazione e decisi a mettere al primo posto la lotta per cambiare il paese anziché la cura del proprio orticello:

accordarsi per convogliare i rispettivi elettori a votare la lista che ha maggiori possibilità di superare le barriere poste all’elezione dei suoi candidati!


I capi politici delle liste anti agenda Draghi devono accordarsi tutti per convogliare i rispettivi elettori a votare la lista che ha maggiori possibilità di superare le barriere poste all’elezione dei suoi candidati. Premesse dell’accordo sono

1. l’impegno dichiarato e comune a sottomettere alle masse, a elezioni avvenute, le soluzioni sui temi controversi (è l’impegno che in Francia lo scorso giugno ha portato al successo elettorale la lista NUPES di Jean-Luc Mélenchon),

2. l’autocritica di quelli che sul Green Pass hanno avallato la gestione criminale della pandemia fatta dai governi Conte 2 e Draghi: entrambi i governi, succubi di loschi interessi, hanno di fatto imposto l’obbligo del vaccino senza assumersi la responsabilità degli effetti avversi, hanno contrabbandato per vaccini prodotti che nel migliore dei casi attenuano le manifestazioni del Covid-19 in modo da non riempire gli ospedali e mascherare gli effetti della distruzione e privatizzazione del sistema sanitario, hanno portato alla sospensione dal lavoro e dal salario i lavoratori e alla discriminazione gli studenti e ragazzi che rifiutavano gli pseudovaccini e hanno represso quelli che protestavano.

Delle liste anti Larghe Intese quella che ha maggiori possibilità di superare le barriere all’elezione dei propri candidati è UNIONE POPOLARE, come abbiamo mostrato nel Comunicato CC del 12 agosto e nel Comunicato CC del 19 agosto. Quindi è responsabilità principalmente del suo capo politico, Luigi de Magistris, proporre l’accordo alle altre liste e promuovere l’autocritica. Sarà anche la dimostrazione che è la volontà di cambiare il corso catastrofico fatto di smantellamento di aziende, crisi ambientale, miseria, abbrutimento e guerra che guida i promotori e i candidati della lista UP e non l’aspirazione a ottenere qualche posto in un Parlamento ridotto a ufficio di registrazione delle decisioni della banda Mattarella-Draghi e dei loro mandanti.


Le liste anti agenda Draghi sono almeno cinque: Unione Popolare e Italia Sovrana e Popolare le principali, Partito Comunista Italiano (cui va riconosciuto il merito di presentare nella elezioni il glorioso simbolo del movimento comunista, la falce e martello), Italexit per l’Italia, Vita e altre minori. È responsabilità dei loro capi politici e promotori farle convergere a eleggere un Parlamento che la banda Mattarella-Draghi non riesca a usare come ufficio di registrazione delle decisioni dettate da USA-NATO e UE.

Gli astenuti per rifiuto del corso delle cose imposto dai vertici della Repubblica Pontificia (USA-NATO e UE, il Vaticano, le Organizzazioni Criminali e le Associazioni padronali) sono tra 20 e 25 milioni su 50 milioni di elettori, stando ai risultati delle elezioni 2018 e ai sondaggi. Quindi un grande successo dell’iniziativa a cui chiamiamo capi politici e promotori delle liste anti agenda Draghi è possibile: dipende dalla loro volontà di vincere e porre fine al catastrofico corso delle cose.


Noi non siamo ritornati all’elettoralismo della “via democratica e parlamentare al socialismo” con la quale Togliatti ha portato il vecchio PCI dalla vittoria della Resistenza alla sconfitta del 1948 e poi, riparatosi con Berlinguer “sotto l’ombrello della NATO”, alla dissoluzione nel 1991. Non è con elezioni indette e gestite da borghesia e clero dominanti nell’economia e nelle relazioni sociali che si cambia il corso delle cose. Il catastrofico corso delle cose in cui siamo immersi è dovuto alla crisi generale della società dominata dalla borghesia, che ha la sua fonte nella sovrapproduzione assoluta di capitale. Da questa crisi, dalla decadenza (a causa dell’avvento al potere nel 1956 di Kruscev e dei suoi successori) dell’Unione Sovietica fino alla dissoluzione nel 1991, dall’esaurimento della prima ondata mondiale di rivoluzioni proletarie è venuta l’epoca di nera e sfrenata reazione che viviamo da più di 30 anni. Solo la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, la creazione di Organizzazioni Operaie e Popolari nelle aziende capitaliste e pubbliche e nei territori e il loro crescente coordinamento e rafforzamento fino a costituire un loro governo d’emergenza daranno inizio in Italia a un corso diverso delle cose. A questo fine bisogna sfruttare anche le elezioni del 25 settembre.


Per capire e intervenire con successo, dobbiamo inserire ogni avvenimento nel suo contesto. In tutto il mondo le masse popolari si mobilitano contro la Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei. Molte sono le contraddizioni all’interno della stessa CI e molti sono i paesi che resistono all’occupazione militare e politica e alla guerra con cui i gruppi imperialisti USA cercano di far fronte alla decadenza del loro dominio economico, monetario e finanziario nel mondo.

La Rivoluzione d’Ottobre del 1917, la creazione dell’Internazionale Comunista nel 1919 e la costituzione dell’Unione Sovietica nel 1922 hanno sollevato nel mondo la prima ondata di rivoluzioni proletarie (socialiste o di nuova democrazia) che ha posto fine al vecchio sistema coloniale, ha portato alla vittoria del 1945 contro il nazifascismo, ha creato i primi paesi socialisti in Europa Orientale, in Asia (Corea, Repubblica Popolare Cinese, Vietnam e Laos), in America (Cuba), ha portato nei paesi imperialisti (e in Italia tra essi) le masse popolari a strappare alla borghesia imperialista le grandi conquiste di civiltà e benessere del periodo del capitalismo dal volto umano (1945-1975). Nonostante la decadenza fino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica (1956-1991), l’integrazione nella NATO delle Democrazie Popolari dell’Europa Orientale (1999-2020), la sconfitta della Grande Rivoluzione Culturale del Popolo Cinese (1966-1976) e l’esaurimento della prima ondata mondiale delle rivoluzioni proletarie, le forze della rivoluzione socialista sono ancora grandi nel mondo: la resistenza delle masse popolari alla borghesia cresce in ogni paese imperialista compresi gli USA (la vicenda Trump lo conferma), in alcuni dei primi paesi socialisti, primo tra tutti la Repubblica Popolare Cinese, la lotta tra la via del socialismo e l’instaurazione del capitalismo è del tutto aperta e che il socialismo prevalga è possibile, molti paesi (dall’Iran, alla Federazione Russa, al Venezuela, alla Siria e altri dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa) non si rassegnano alla dominazione politica e militare con la quale i gruppi imperialisti USA cercano di compensare la loro decadenza in campo economico, monetario e finanziario.

La cancellazione delle conquiste di civiltà e benessere strappate e l’eliminazione del settore pubblico dell’economia, in Italia iniziata negli anni ’80 da Prodi, Ciampi, Amato e loro complici, hanno dato luogo all’attuale disastroso corso delle cose anche nel nostro paese, coinvolto inoltre nella crisi ambientale generata dal perdurare del capitalismo in tanta parte del mondo nonostante il grande sviluppo delle forze produttive e l’elevato dominio della specie umana sulla natura.

È a questo corso delle cose che dobbiamo porre fine. Questo è l’obiettivo che dobbiamo mettere in primo piano anche nelle elezioni del 25 settembre: il frutto avvelenato con il quale la banda Mattarella-Draghi ha cercato di uscire dall’impasse. Ma gli astenuti vecchi e quelli in via di diventarlo la faranno cadere in una trappola, se lavoriamo bene.


Un Parlamento con un gran numero di nemici dichiarati dell’agenda Draghi e collegato con organismi aziendali come il Collettivo di Fabbrica della GKN e quello della Wartsila che fanno delle aziende minacciate di delocalizzazione, chiusura, ristrutturazione altrettanti centri promotori della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese e come il CALP di Genova che bloccano i porti italiani al traffico di armi, con organismi territoriali come i NOTAV della Val di Susa che impediscono o boicottano la realizzazione di grandi opere speculative di devastazione del territorio, con organismi tematici come Friday For Future ed Extinction Rebellion, come i Comitati contro i rigassificatori, i Comitati per l’Acqua Pubblica, i comitati per la casa e altri, coordinati tra loro e orientati a costituire un governo d’emergenza di loro fiducia: in questo modo renderemo ingovernabile il paese dai vertici della Repubblica Pontificia fino a costringerli a ingoiare (provvisoriamente nei loro propositi) un governo d’emergenza.


Tutti gli esponenti delle liste anti Draghi riconoscono che la situazione è grave, è d’emergenza: vuol dire che occorrono iniziative radicali, metodi di lotta fuori dall’ordinario e obiettivi all’altezza della situazione.

Non si tratta di condizionare in senso favorevole alle masse popolari l’azione dei governi e delle altre autorità borghesi con le buone (mandando qualche portavoce delle rivendicazioni popolari in Parlamento oppure cercando di convincere i caporioni della classe dominante e delle sue istituzioni che stanno sbagliando) o con le cattive (organizzando mobilitazioni, scioperi, proteste sempre più combattive).

Non si tratta di imporre le questioni del lavoro e dei diritti che avevamo conquistato, dell’ambiente, della pace, della giustizia, ecc. al centro dell’agenda del governo Draghi o di un altro governo dell’uno o dell’altro dei poli delle Larghe Intese, dei loro mandanti (i vertici della Repubblica Pontificia e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti) e dei loro fiancheggiatori (i partiti e gruppi del teatrino politico e i sindacati di regime).

Sono proprio questi che impongono l’attuale corso delle cose. Sono i responsabili e autori del massacro sociale, i titolari dell’occupazione militare della Val di Susa e della repressione, i servi degli imperialisti USA che hanno coperto il nostro paese di basi militari e vogliono estendere la NATO all’Ucraina e ancora più a Oriente, i complici degli imperialisti europei che hanno eliminato o sconvolto il settore pubblico dell’economia, dato in pasto aziende e interi comparti produttivi a grandi capitalisti e fondi finanziari che li hanno spolpati e hanno cosparso il nostro paese di fabbriche abbandonate. Dobbiamo rendergli impossibile governare il paese. Dobbiamo solo cacciarli!

Combattere a modo nostro fino a vincere! Osare sognare!

Osare lottare per realizzare il nostro sogno! Osare vincere!

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Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

I membri del (n)PCI si occupano di mobilitare le masse popolari a fare la rivoluzione che culmina nell’instaurazione del socialismo, lo sbocco positivo all’attuale crisi generale del capitalismo. Dobbiamo fissare con scienza e coscienza quali sono le tattiche che dobbiamo mettere in opera per la costruzione del partito, nell’attività con gli organismi, i gruppi e gli esponenti del Movimento Comunista Cosciente e Organizzato (MCCO), verso i lavoratori avanzati e le masse popolari, nei confronti di amministratori e tecnici progressisti (i tre serbatoi) per avanzare verso la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Noi comunisti dobbiamo aiutare ogni lavoratore ad avere fiducia in sé e negli altri lavoratori, a osare combattere, osare vincere e instaurare il socialismo nel proprio paese. In questo modo contribuiamo anche alla rinascita del MCCO negli altri paesi!

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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 71 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!