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Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 10/2022
15 aprile 2022

Spezzare la trappola di Borgomeo!

La manifestazione del 26 marzo promossa a Firenze dal CdF della ex GKN ha mostrato che un organismo operaio, che alla prepotenza padronale (lettere di licenziamento del 9 luglio 2021) ha reagito occupando l’azienda e uscendo dall’azienda, è diventato un centro promotore nazionale della mobilitazione delle masse popolari contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese e contro i tanti altri attacchi della borghesia imperialista (dal carovita alla devastazione dell’ambiente e cambiamento climatico, dalla guerra alla privatizzazione e sfacelo dei servizi, ecc.).

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Comunicato CC 11/2022 - 29 aprile 2022



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Dal 25 Aprile al Primo Maggio e oltre

Osare combattere, osare vincere!


Spezzare le catene della NATO,

spezzare le catene dei gruppi imperialisti USA!


Tenere in mano l’iniziativa e avanzare fino a vincere!


Le celebrazioni del 25 Aprile hanno messo chiaramente in luce la resistenza che le masse popolari italiane con i veri comunisti alla loro testa oppongono alla borghesia. Milano è stata ancora una volta il centro della protesta contro il catastrofico corso delle cose che la borghesia e il clero vogliono imporre, in particolare contro la subordinazione del nostro paese alla NATO, la partecipazione alla guerra che, tramite il governo di Kiev e sulla pelle della popolazione ucraina, gli imperialisti USA e i loro servi NATO stanno conducendo contro la Federazione Russa, contro l’invio di armi e l’aumento della spesa militare: in sintesi contro il governo Draghi e i partiti che lo sostengono, in primis il PD. Gli organismi del movimento comunista cosciente e organizzato si rafforzano: il Partito dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo) è un esempio. Si è allargata la crepa aperta ai tempi della direzione Renzi e del referendum per rottamare la Costituzione tra il PD e le organizzazioni di massa ad esso legate (CGIL, ANPI e ARCI): nelle manifestazioni del 25 Aprile hanno sì sfilato insieme, ma su posizioni che insieme non stanno. Adesso si tratta di coalizzare la sinistra della CGIL, dell’ANPI e dell’ARCI e di portarla ad avanzare, ad agire coerentemente con le aspirazioni che incarna, gli interessi che rappresenta e gli obiettivi che proclama. Alla manifestazione di Milano “basta spese militari, aumentate i salari” era lo slogan che risuonava nello spezzone della CGIL (e che anche Landini nel comizio in piazza Duomo ha fatto proprio): adesso va tradotto in pratica (sciopero generale, rifiuto di prestarsi a inviare armi, proteste contro il carovita, disobbedienza, ecc.) facendo leva sui gruppi di lavoratori avanzati che fanno capo alla CGIL e con iniziative anche piccole ma che aprono la strada.

Le celebrazioni del 25 Aprile hanno mostrato chiaramente anche dove vanno i vertici della Repubblica Pontificia con i governi delle Larghe Intese e i loro fautori: “sotto l’ombrello della NATO” portano il nostro paese a una nuova guerra mondiale, mentre completano l’eliminazione delle conquiste che le masse popolari italiane hanno strappato alla borghesia dopo che nel 1945 l’Unione Sovietica aveva vinto le armate di Hitler fiancheggiate dai corpi di spedizione dei governi di Mussolini, di Pétain (Francia), di Franco (Spagna) e di Salazar (Portogallo) e di altri governi fascisti.

Che il Primo Maggio sviluppi e rafforzi la resistenza delle masse popolari. Che le iniziative già in programma nel mese di maggio servano a rafforzare il coordinamento tra organismi e movimenti che animano la resistenza popolare e a unirli intorno all’obiettivo di cacciare il governo della guerra e della subordinazione alla NATO, del carovita e della devastazione ambientale, dei morti sul lavoro e dello smantellamento delle aziende: dall’Assemblea Pubblica contro la guerra e la censura del 2 maggio promossa dal P. dei CARC a Napoli, allo sciopero generale della scuola del 6 maggio, allo sciopero generale del 20 maggio per fermare la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra” proclamato da CUB, SGB, SI COBAS, USI CIT, COBAS Sardegna, UNICOBAS, ADL Cobas Varese, SLS e CONUP; dalla campagna del Forum per l’acqua pubblica contro il DDL Concorrenza, alla campagna elettorale per le amministrative del 12 giugno; dalle presentazioni del dossier “Università e Guerra” da parte del movimento NO MUOS all’assemblea indetta per il 15 maggio a Firenze dal Collettivo di Fabbrica della ex GKN.

Con la manifestazione dello scorso 26 marzo il Collettivo di Fabbrica e gli operai ex GKN hanno mostrato cosa può fare un gruppo di operai anche senza il supporto delle organizzazioni sindacali del regime e anzi facendo fronte all’indifferenza se non all’ostilità della FIOM e della CGIL. La manifestazione del 26 marzo promossa a Firenze dal CdF della ex GKN ha mostrato che un organismo operaio, che alla prepotenza padronale (lettere di licenziamento del 9 luglio 2021) ha reagito occupando l’azienda e uscendo dall’azienda, è diventato un centro promotore nazionale della mobilitazione delle masse popolari contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese e contro i tanti altri attacchi della borghesia imperialista (dal carovita alla devastazione dell’ambiente e cambiamento climatico, dalla guerra alla privatizzazione e sfacelo dei servizi, ecc.). In realtà il CdF ex GKN è diventato anche un centro promotore nazionale della creazione delle quattro condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare: il CdF della GKN non si è ancora posto apertamente questo obiettivo, ma lo sta di fatto perseguendo e giungerà anche a porselo apertamente se non si arrenderà alle manovre dei vertici della Repubblica Pontificia e allo smantellamento dell’azienda che Francesco Borgomeo sta facendo.


In sintesi bisogna mobilitare su scala più ampia, sistematicamente e apertamente lavoratori avanzati e organismi operai e popolari di ogni genere a creare le condizioni e costituire un governo popolare di emergenza, il Governo di Blocco Popolare.

I contrasti e la confusione che regnano ai vertici della Repubblica Pontificia e persino nel governo Draghi sono un’ottima cosa per il campo delle masse popolari se passa all’attacco e prende la via della costituzione del Governo di Blocco Popolare. Persino ai vertici delle Forze Armate c’è opposizione al governo Draghi. La resa del M5S non è bastata.

Ed è una situazione universale di tutti i paesi imperialisti, in ogni paese in una sua forma specifica.

I fatti parlano chiaro. Di fronte alla loro decadenza economica i gruppi imperialisti USA devono estendere ulteriormente la loro rete di basi militari. La guerra in corso in Ucraina si allarga a tutti i paesi NATO. Per estendersi all’Ucraina la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei ha dovuto raccattare bassifondi nazisti da ogni parte del mondo. Per impedire che si estendesse ulteriormente nei paesi sorti dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, persino il regime di Putin installatosi nella Federazione Russa ha alla fine dovuto intervenire militarmente in Ucraina e la risposta USA-NATO-UE in termini di sanzioni già alimenta l’inflazione e il carovita in gran parte del mondo. La Repubblica Popolare Cinese è obbligata sempre più a far fronte alle misure di accerchiamento messe in opera dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. I risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia (il 24 aprile 2022 Macron è stato rieletto ma con solo 18.8 milioni di voti invece dei 20.7 milioni che aveva avuto nel 2017), i risultati delle elezioni dovunque ce ne sono state in questo periodo (dalla Serbia all’Ungheria), confermano che il malcontento e l’insofferenza delle masse popolari contro le misure prese dai gruppi imperialisti USA-NATO e UE crescono in tutti i paesi. Negli stessi USA cresce l’opposizione alla politica di guerra del presidente Biden.


Diventare nuova classe dirigente” è la parola d’ordine che il CdF ex GKN ha già lanciato agli altri gruppi operai, ai comitati studenteschi, ambientalisti, contro la guerra, ecc.: questo concretamente significa prendere in mano la direzione del paese attraverso un proprio governo d’emergenza.

Nessuna delle lotte in corso è solo una lotta rivendicativa sindacale o politica. Salvo eccezioni e risultati precari, ognuna delle lotte rivendicative oggi condotte dalle migliaia di organizzazioni operaie e popolari può avere successo solo con una soluzione che le combina tutte insieme: solo grazie a una trasformazione politica del paese, alla costituzione del Governo di Blocco Popolare!

Organizzarsi per combattere a modo nostro fino a vincere!

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!


L’emancipazione delle masse popolari è possibile! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

Costituire Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!

Il primo passo da compiere per arruolarsi è costituire un gruppo di studio del Manifesto Programma del (n)PCI.

Il secondo passo è mettersi in contatto nel modo appropriato con il Centro del Partito!

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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 70 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!