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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 08/2021
27 febbraio 2021

Mario Draghi boia e tigre di carta

Tigri di carta e giganti dai piedi di argilla. Così Mao, nel suo scritto del 1962 Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi, definiva gli imperialisti USA in risposta al revisionista moderno Palmiro Togliatti che invece ne esaltava la forza politica e militare per giustificare la linea della “via parlamentare al socialismo” e delle “riforme di struttura”: in realtà la linea dell’abbandono della lotta per il socialismo, della rinuncia a sviluppare la prima ondata della rivoluzione proletaria che la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 aveva suscitato in tutto il mondo.

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Comunicato CC 9/2021 - 7 aprile 2021

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Saluto del CC del (nuovo)PCI ai compagni di Noi Restiamo riuniti l’11 aprile in Assemblea Nazionale a Roma che si propongono di costruire a livello nazionale un’organizzazione di giovani comunisti


Cari compagni, il vostro proposito risponde alla tensione alla costruzione del partito comunista che la deflagrazione della crisi generale del capitalismo causata dalla pandemia da Covid-19 ha suscitato negli elementi più avanzati della “base rossa”, del proletariato e in generale delle masse popolari (in particolare giovani, donne, immigrati) del nostro paese.

Siamo convinti che l’attività per realizzare il proposito dichiarato di creare un’organizzazione giovanile comunista, rompendo in qualche modo con la frammentazione territorio per territorio che finora ha caratterizzato gli organismi di Noi Restiamo, porterà a sviluppi fecondi sia per il rafforzamento e per l’elevazione del livello della resistenza che le masse popolari oppongono alla borghesia e al clero, sia per il consolidamento e il rafforzamento del movimento comunista cosciente e organizzato e del suo partito. Da parte sua il (nuovo)PCI farà il meglio di cui sarà capace perché diate il vostro contributo alla realizzazione di questi due obiettivi.

Le masse popolari oppongono anche spontaneamente resistenza pratica (rivendicazioni, proteste, boicottaggio, sabotaggio, disobbedienza, rivolte, mille manifestazioni di insofferenza e malcontento) al corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero ci impongono, ma spontaneamente operano in ordine sparso e la loro lotta non si sviluppa oltre un certo livello. Le masse popolari possono dispiegare maggiore combattività e la loro resistenza diventare più efficace solo grazie alla direzione dei comunisti: i comunisti devono fare di ogni lotta una scuola di comunismo. L’esperienza lo ha dimostrato. Con la direzione dei comunisti le masse popolari si organizzano ed elevano e diventano una forza organizzata capace di prendere il potere fino a instaurare il socialismo. In Italia i comunisti in un certo periodo hanno goduto di prestigio e seguito tra le masse popolari, ma lo hanno sprecato. Credere o aspettare che le masse popolari si aggreghino nuovamente attorno ai comunisti senza che questi abbiano corretto gli errori e superato i limiti per cui hanno fallito nell’adempiere al loro compito, è un’illusione. La lotta ideologica è indispensabile, ma indispensabile è anche la direzione del partito comunista in ogni lotta in cui elementi delle masse popolari si contrappongono alle misure particolari e concrete imposte dalla borghesia e dal clero.

L’“unità dei comunisti” oggi è molto invocata da più parti, ma non è principalmente una questione organizzativa. Non si tratta di unire quello che oggi sarebbe ancora diviso accidentalmente (per casuali eventi storici o per colpa di individui). L’unità dei comunisti è principalmente una questione ideologica e politica. Si tratta di sviluppare e rafforzare le basi su cui operano uniti quelli che sono decisi a dedicare la propria vita alla rivoluzione socialista. Queste basi sono la scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto e fanno la loro storia, la scienza fondata circa 180 anni fa da Marx ed Engels, la scienza che gli esponenti del movimento comunista, i più eminenti dei quali sono stati Lenin, Stalin e Mao, hanno ulteriormente elaborato nel secolo scorso e applicandola ne hanno anche dimostrato la verità oggettiva. La sua fecondità è stata dimostrata dalla prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, dalla resistenza vittoriosa dell’Unione Sovietica alle aggressioni di tutti gli Stati imperialisti e da questi dominati, dal grande inaudito sviluppo delle forze produttive realizzato in pochi anni in Unione Sovietica (1929-1941) nonostante il boicottaggio, il sabotaggio e le aggressioni dei gruppi imperialisti, sviluppo replicato dagli altri paesi economicamente arretrati dove la rivoluzione proletaria ha vinto, la Repubblica Popolare Cinese primo fra tutti. La sconfitta che il movimento comunista ha subito nel secolo scorso è dovuta principalmente ai limiti e agli errori di noi comunisti dei paesi imperialisti, che ci hanno portato a sprecare la forza che avevamo quando godevamo di grande prestigio e seguito tra le masse popolari. Quest’anno celebriamo il Centenario della fondazione del primo PCI, del partito di Antonio Gramsci: la sua storia è una dimostrazione su grande scala di questo. L’epoca di nera reazione che è seguita alla nostra sconfitta ha dato ulteriore conferma alla scienza che ci guida e che dobbiamo a nostra volta assimilare, sviluppare e applicare.

Come ben dite nel Documento con cui avete convocato la vostra Assemblea Nazionale, la borghesia imperialista non ha da offrire all’umanità che devastazione, guerre e morte. Anche nei paesi imperialisti essa peggiora le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, elimina le conquiste che le avevamo strappato oltre che essere dilaniata da contraddizione tra i suoi gruppi e Stati. Noi comunisti siamo eredi, depositari e sviluppatori di una scienza: la conferma che l’abbiamo realmente assimilata sta nel successo nel mobilitare le masse popolari e nello sfruttare le contraddizioni che dilaniano il campo nemico.

Proprio su questo terreno stanno i contrasti che oggi ci separano: essi apparentemente sono molteplici ma la vostra decisione di costituire a livello nazionale un’organizzazione giovanile comunista crea il terreno per la verifica nella pratica e per il dibattito franco e aperto. Per questo a nome di tutti i Comitati di Partito e i membri del (nuovo)PCI auguro pieno successo alla vostra Assemblea Nazionale di domenica 11 aprile.

I nemici della classe operaia e delle masse popolari sono rimasti delle tigri di carta: è il movimento comunista che a causa dei suoi limiti ha temporaneamente perso di forza e ammainato la sua bandiera!

Nel Centenario della fondazione del primo PCI, bando a disfattismo, attendismo, rassegnazione e fatalismo!

Assimilare gli insegnamenti del movimento comunista del secolo scorso, correggere errori e superare i limiti, tornare a issare alta la bandiera della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Per questo lotta il (nuovo)Partito Comunista Italiano, con l’onore di proseguire l’opera iniziata con la prima ondata delle rivoluzioni proletarie, con amore infinito verso la classe operaia e le masse popolari!

Compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI

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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 84 di La Voce 66 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione di guerra: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione delegazione.npci@riseup.net l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!