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Comunicato CC 8/2019
22 aprile 2019

Dal 25 Aprile, al Primo Maggio e avanti, nella Rossa Primavera!

Solo con la moltiplicazione del numero di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari che agiscono da nuove autorità pubbliche possiamo porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono anche nel nostro paese!

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Comunicato CC 9/2019 - 27 aprile 2019, 82° anniversario della morte di Antonio Gramsci

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Con la breccia aperta nel sistema delle Larghe Intese, si avvia alla fine anche l’antifascismo padronale.

Avanti nella Rossa Primavera!


Tra perdigiorno e imbroglioni che popolano gli ambienti dell’antifascismo padronale ferve un grande dibattito e anche qualche onesto compagno ne è contagiato: il fascismo ha fatto solo cose cattive o ha fatto anche cose buone? Una questione tipicamente da antifascisti ideologici, da antifascisti “dal punto di vista della democrazia borghese”, da antifascisti padronali. Quando nel 1945 i proletari con i comunisti alla loro testa e grazie al sostegno dell’Unione Sovietica di Stalin prevalsero sul nazifascismo, essi non riuscirono a instaurare il socialismo, stante i limiti del movimento comunista italiano. Alla testa di questo si installarono Palmiro Togliatti e i suoi complici (Giorgio Napolitano fu uno dei suoi “giovani leoni”), predicatori della “via pacifica e democratica al socialismo”, in pratica fautori della soggezione dei lavoratori alla borghesia e al clero. Per imbrogliare le masse popolari borghesia e clero lasciarono però cadere le divise fasciste e si travestirono anche loro da antifascisti e celebrarono gli anniversari in compagnia di Palmiro Togliatti, di Enrico Berlinguer e dei loro complici. Mascherati con l’antifascismo padronale, gli sfruttatori delle masse popolari continuarono nel loro ruolo, per un po’ di anni cedendo il meno possibile ai lavoratori e poi, a partire dalla fine degli anni ’70 circa, riprendendosi quanto più possibile man mano che in tutto il mondo il movimento comunista si indeboliva.

Ora questo corso delle cose è finito anche in Italia e gli intellettuali dell’antifascismo padronale cercano di tenersi stretto qualche seguito tra le masse popolari e menano il can per l’aia: il fascismo ha fatto anche cose buone o solo cose cattive? Non se ne distaccano, anche se fanno un passo nella direzione giusta, neanche quelli che si chiedono: cose buone per chi, cattive per chi? È ovvio che in una società divisa in classi antagoniste, molte cose che sono buone per una classe, sono cattive per l’altra: l’aumento del salario è buona cosa per il proletario, è cattiva cosa per il capitalista (i suoi profitti diminuiscono). Per di più la società capitalista, per sua natura, mette in molte circostanze un individuo anche contro un altro della stessa classe e quindi quello che è buono per uno, è cattivo per altri: riservare i posti di lavoro agli abitanti della zona è cosa buona per i locali, cosa cattiva per quelli degli altri paesi, in particolare finché c’è un ordinamento sociale che non assicura ovunque un lavoro utile e dignitoso a ogni adulto e le condizioni per una vita dignitosa a ogni individuo e a ogni nucleo familiare.

Lasciamo quindi che perdigiorno e imbroglioni discutano. Non solo noi comunisti, ma tutti quelli che aspirano a costruire una società libera dalle contraddizioni, dalle arretratezze e dai mali della società borghese e dalle catastrofi incombenti, di fronte al fascismo le questioni che ci poniamo sono:

- cosa è stato il fascismo? Ha soffocato e contenuto per un po’ di anni la ribellione diffusa dei lavoratori, operai e contadini, contro l’ordine dei capitalisti e del clero. W. Churchill si congratulava con Benito Mussolini che “riusciva a far contribuire al bene della Patria masse per loro natura dedite solo ai piaceri del ventre e del sesso” e F.D. Roosevelt mandava suoi ministri a studiare i metodi del Duce. Per farlo il fascismo ha combinato la violenza contro proletari e contadini ribelli e in particolare contro i comunisti (Gramsci lo fecero morire giusto 82 anni fa a soli 46 anni, imprigionandolo e privandolo di assistenza sanitaria), con promesse demagogiche, parate, riti, cerimonie e parole d’ordine, con la creazione di un settore industriale e finanziario pubblico, di istituzioni previdenziali, scolastiche e assistenziali, del settore dei lavori pubblici e dell’industria militare e con guerre. Non a caso il termine fascismo è entrato in tutte le lingue del mondo a indicare il successo dei padroni nel soffocare la ribellione delle masse popolari;

- perché i capitalisti e il clero hanno optato per il fascismo e perché sono riusciti a imporlo per venti anni? La carneficina e le sofferenze della Grande Guerra e la propaganda dei socialisti avevano portato operai e contadini a ribellarsi su larga scala alla borghesia e al clero, ma prima il PSI e dopo il PCI non diedero agli operai e ai contadini la direzione di cui avevano bisogno per instaurare il socialismo;

- che cosa dobbiamo imparare dall’esperienza del fascismo e dalla lotta contro il fascismo, culminata nella Resistenza vittoriosa contro i nazifascisti, ma che non ha instaurato il socialismo e ha dato inizio a un corso delle cose per cui nel 74° anniversario dell’Insurrezione del 25 Aprile ci troviamo nel marasma attuale?

Queste e altre analoghe sono le domande che oggi deve porsi e a cui deve rispondere ogni persona di buon senso, alle quali rispondono il nostro Manifesto Programma e la nostra propaganda. Per questo denunciamo scritti e discorsi di persone pur dichiaratamente antifasciste, come l’articolo 10 fake news oggi diffuse sul fascismo. Viva il 25 aprile di Giorgio Cremaschi (Contropiano, 25 aprile 2019) e, molto peggio, l’articolo di Diego Pretini 25 aprile, le bufale del fascismo: pensioni, bonifiche, case, pensioni. Le cose buone che Mussolini non ha mai fatto (sito il Fatto Quotidiano , 25 aprile 2019), apologia dell’opuscolo pur dichiaratamente antifascista dal titolo volutamente provocatorio Mussolini ha fatto anche cose buone di Francesco Filippi (Bollati Boringhieri).

Agli scimmiottatori moderni del fascismo del secolo scorso (alla bande parastatali e paraclericali CasaPound, Forza Nuova, Militia Christi e simili) e ai promotori della ben più importante deriva antioperaia, antimmigrati, antifemminista e antipopolare della borghesia imperialista, dobbiamo opporre non chiacchiere e divagazioni, ma la rivoluzione socialista, la costruzione del nuovo potere delle masse popolari organizzate che sfocerà nella costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Per questo dobbiamo imparare dall’esperienza. Matteo Salvini con la sua Lega dà spazio alle bande degli scimmiottatori del fascismo perché, come sola alternativa a speculare da criminale con esse contro gli immigrati, ha il ritornare pienamente in seno alle Larghe Intese dove Berlusconi è pronto ad accoglierlo, un ritorno che però sarebbe anche la fine della sua carriera politica. Nonostante le provocazioni dei Matteo Salvini e degli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso, diminuiscono di anno in anno i membri delle masse popolari che il 25 Aprile sfilano con i portavoce dell’“antifascismo padronale da 25 aprile”, i capi del PD e affini, i brutti ceffi dello sfruttamento: quelli che hanno abolito tanti diritti che i lavoratori avevano strappato ai padroni, compromesso le pensioni e il sistema sanitario nazionale, i fautori delle privatizzazioni dei servizi pubblici e dell’economia, gli eredi delle riforme Dini e Treu, delle privatizzazioni Prodi, delle riforme Sacconi e Fornero, del Jobs Act. Sono gli epigoni dei capitalisti alla Agnelli e alla Pirelli e dei prelati alla Pacelli e alla Schuster che, dopo il 1945, avendo dovuto ripudiare le divise e le bandiere fasciste, si sono mascherati da antifascisti e hanno collaborato con i predicatori della “via pacifica e democratica al socialismo”, i Palmiro Togliatti, gli Enrico Berlinguer e gli altri praticanti reali della soggezione dei lavoratori e delle masse popolari italiane alla Repubblica Pontificia, alla NATO e infine all’UE.

Mascherati con l’antifascismo padronale gli sfruttatori delle masse popolari continuarono dopo il 1945 nel loro ruolo. Ma questo corso delle cose è finito anche in Italia. Il regime delle Larghe Intese tra i partiti padronali (PD e Berlusconi) è a pezzi: le elezioni del 4 marzo 2018 hanno aperto una breccia insanabile. Il tentativo del M5S di porre fine al catastrofico corso delle cose restando nell’ambito del capitalismo e praticando su larga scala ammortizzatori sociali, non ha futuro. I capitalisti si aggirano nel mondo come bestie feroci in cerca di profitti. In nessun paese hanno la velleità e la possibilità di fare una rivoluzione passiva (una trasformazione profonda del sistema di relazioni sociali mantenendo le masse popolari escluse dal potere e dal sapere) come la fecero il fascismo in Italia, il nazismo in Germania, il New Deal negli USA e altri movimenti in altri paesi. Questi la fecero dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, quando i comunisti di Lenin e di Stalin costruivano l’Unione Sovietica che svolgeva il ruolo di base rossa mondiale della rivoluzione proletaria e i comunisti di Mao Tse-tung facevano avanzare la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che nel 1949 avrebbe portato alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Molte cose sono mutate e soprattutto manca oggi ai gruppi imperialisti uno stimolo e una fonte antagonista di ispirazione come fu l’Unione Sovietica: senza rivoluzione attiva (una rivoluzione in cui le masse popolari sono protagoniste) non può esistere rivoluzione passiva. Negli ultimi quaranta anni la borghesia ha eliminato le istituzioni, quelle che Marx ha chiamato Forme Antitetiche dell’Unità Sociale (FAUS), con cui, approfittando dei limiti del movimento comunista nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe, ha fatto fronte con successo alla prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976). Quelle FAUS erano divenute “lacci e lacciuoli” che impedivano le mosse scomposte con cui da quaranta anni a questa parte la borghesia imperialista ha prolungato la sua agonia a fronte della nuova crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale che la tormenta, la agita e la corrode.

Solo l’avanzata impetuosa della seconda ondata della rivoluzione proletaria potrà forse ispirarla e indurla a ristabilirne. Il marasma attuale, internazionale e in ogni paese, è il risultato della lentezza con cui procedono la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e la seconda ondata della rivoluzione proletaria in cui esso si manifesterà. La Repubblica Popolare Cinese ha rinunciato ad assumere il ruolo di base rossa internazionale della rivoluzione proletaria e ha lanciato (alla Kruscev e alla Breznev, ma imparando dalla loro triste fine) la competizione economica pacifica con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, che per difendere il loro diritto a sfruttare il mondo si fanno forti del dispositivo militare NATO - Israele capeggiato dagli USA. Tutte le contraddizioni che indeboliscono e disgregano questa Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti capeggiati dagli USA offrono brecce e appigli al movimento rivoluzionario. Ma solo il movimento comunista cosciente e organizzato è in grado di porre fine al ricatto militare che essa fa gravare sul mondo e di porre fine alle guerre e alle manovre sovversive che essa deve diffondere nel mondo intero per protrarre la durata del suo primato economico e del suo sistema finanziario e monetario e far valere il suo diritto a sfruttare il mondo intero. Essa ha però il suo tallone d’Achille: sono le masse popolari dei paesi imperialisti. Il primo paese imperialista che spezzerà le catene del sistema imperialista mondiale mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi di tutto il mondo.

È in questo contesto internazionale che noi comunisti italiani dobbiamo far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese, creando le condizioni necessarie per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, quindi anzitutto moltiplicando il numero delle organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste e delle organizzazioni popolari nelle aziende dei servizi pubblici, nelle scuole e nei quartieri. Le OO e OP sono i centri locali del nuovo potere delle masse popolari organizzate, base del futuro Stato della dittatura del proletariato.

Approfittiamo di ogni appiglio offerto dalla breccia che le masse popolari hanno aperto nel sistema politico della Repubblica Pontificia. La questione non è se il governo M5S-Lega è buono o cattivo: la nostra questione principale è sfruttare gli appigli che la sua attività offre ai promotori della rivoluzione socialista in corso, in primo luogo alla costituzione e al rafforzamento di OO e OP.

Avanti quindi compagni!

Approfittiamo di ogni mobilitazione e di ogni evento, a partire dall’imminente Primo Maggio!

Possiamo vincere! Vinceremo!

Il tempo dipende da quanti compagni conquistiamo a frequentare la scuola del Partito, a imparare a lavorare con scienza e coscienza alla mobilitazione, all’orientamento e all’organizzazione delle masse popolari!