<<< RITORNA ALL'INDICE DEI COMUNICATI 

(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

Sito: http://www.nuovopci.it
e.mail: lavocenpci40@yahoo.com


Delegazione

BP3  4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)
e.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it

Comunicato CC 17/2018
3 ottobre 2018

Il nuovo Partito comunista italiano e il governo M5S-Lega

Oggi cade il 14° anni-versario della fondazione del nuovo Partito comunista italiano (...) con un lavoro pluriennale avevamo creato le condizioni necessarie per farlo con scienza (...)  avevamo studiato, e sottoposto (con la rivista Rapporti Sociali (...) alla critica di tutti quelli che in quegli anni erano interessati, (...)

Scaricate le istruzioni per utilizzare il sistema di criptazione PGP e TOR

Leggi La Voce 59 del (nuovo)PCI

Comunicato CC 18/2018 - 12 ottobre 2018 

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

I lavoratori devono tenere aperte le aziende!

I lavoratori devono continuare la produzione e trasformare ogni azienda in un centro di attività politica, di iniziative sociali, di manutenzione del territorio e delle strutture, di formazione culturale e morale della zona!

Non bastano gli ammortizzatori sociali!

 

La Hag-Splendid di Andezeno (TO) si aggiunge alla Bekaert di Figline Valdarno (FI), all’Embraco di Chieri (TO), alle centinaia di aziende che, da un capo all’altro della penisola, il capitalista (individuo, società per azioni o fondo di investimento che sia) smembra, delocalizza o chiude. Ogni capitalista tiene aperte le aziende e investe solo se conta di ricavarne il massimo profitto, di aumentare più di quanto può farlo in altro modo il denaro di cui dispone. Centinaia di aziende capitaliste sono minacciate di morte lenta (in primo luogo la FCA (ex FIAT) di Torino, Grugliasco, Modena, Cassino, Pratola Serra, Pomigliano e Nola, Melfi, la Magneti Marelli, la Piaggio di Pontedera, ecc.). Gli ammortizzatori sociali non bastano. I lavoratori devono tenere aperte le aziende, continuare la produzione, impedire di esternalizzare parti della lavorazione. Mobilitare le masse popolari della zona in loro favore. Indurre il governo e le autorità locali a sostenerli, approfittare della breccia aperta nel sistema politico e allargarla.

I lavoratori della Rational di Massa hanno mostrato che un gruppo di lavoratori, anche piccolo (erano una ventina), è in grado di mobilitare e aggregare a livello locale e perfino nazionale. I lavoratori della Rational non hanno vinto, non hanno riaperto l’azienda principalmente perché l’hanno lasciata chiudere, non hanno prevenuto le mosse del capitalista, non hanno lanciato la lotta subito quando capitalisti e autorità locali hanno iniziato a manovrare per la speculazione sul terreno, non hanno tenuto aperta l’azienda e continuato la produzione quando il padrone ha chiuso. Ma sia gloria ai lavoratori della Rational e impariamo e applichiamo la lezione che ci hanno dato. Sia gloria ai lavoratori che in altre aziende hanno compiuto imprese analoghe e impariamo da loro. Che loro stessi si facciano propagandisti delle lezioni positive e negative della lotta che hanno condotto.

Timidamente, con mille reticenze e tra mille resistenze anche interne, il governo M5S-Lega è entrato in lotta contro il sistema finanziario internazionale, contro le sue istituzioni (FMI, UE, BCE, ecc.) e il suo braccio armato (la NATO e le Forze Armate nominalmente nazionali ma in realtà asservite alla NATO). Esso è alle prese con il boicottaggio di gran parte dei dirigenti dell’apparato statale italiano: i Tino Boeri, i Ignazio Visco e mille altri, funzionari e magistrati, autorità dipendenti e indipendenti combinate, presidenti della Repubblica e di cento altre istituzioni. Tutta gente che si è formata e che ha fatto carriera nei 40 anni durante i quali il sistema delle Larghe Intese ha devastato l’Italia. Molti esponenti dello stesso governo M5S-Lega sono da molti fili legati al sistema delle Larghe Intese. Matteo Salvini fa con sghignazzi e schiamazzo quello che Minniti e predecessori, almeno a partire dagli autori della Legge Turco-Napolitano, facevano in religioso silenzio: non senza ragioni Berlusconi si illude di recuperarlo.

 La lotta contro il sistema finanziario internazionale per la sovranità nazionale è sacrosanta e indispensabile per la costruzione delle condizioni di una vita sana e felice e di un sistema di collaborazione internazionale tra paesi, popoli e nazioni. Essa è anche la lotta delle masse popolari e noi comunisti dobbiamo essere alla sua testa. Ben venga il governo M5S-Lega che l’ha iniziata. Ma ora si tratta di condurla al modo che si conviene e vincerla.

Questa lotta sarà vittoriosa solo se le aziende produttive esistenti resteranno aperte nonostante lo sconvolgimento del sistema finanziario e bancario che le sovrasta e nonostante la fuga dei capitalisti. Anzi sarà vittoriosa solo se le aziende produttive, che sono i più solidi centri già esistenti di aggregazione dei proletari, si rafforzeranno, se soddisferanno ai bisogni della massa della popolazione con quello che producono e con quello che sarà possibile scambiare con altri paesi aggirando le sanzioni commerciali e finanziarie che gli Stati asserviti al sistema finanziario internazionale certamente decreteranno.

I lavoratori organizzati devono tenere in funzione ogni azienda che produce beni e servizi utili, impedirne lo smembramento, l’esternalizzazione, la riduzione e la delocalizzazione, ristrutturare e destinare a nuove attività le aziende che producono cose dannose, trasformare le aziende che inquinano: ma nessuna azienda deve essere chiusa o ridimensionata. In ogni azienda i lavoratori organizzati devono assumere a tempo indeterminato i precari e i lavoratori in somministrazione e sviluppare l’attività dell’azienda. Ogni azienda deve diventare anche un centro che promuove e organizza lavori oltre i suoi tradizionali campi di attività: un centro per i lavori di manutenzione e miglioramento del territorio, delle strutture, delle infrastrutture e di messa in sicurezza e a norma degli edifici pubblici e delle abitazioni private, di recupero degli edifici vuoti e abbandonati al degrado. Deve diventare un centro che mobilita tutta la forza lavoro disponibile nella zona eliminando il degrado di quartieri e città e quindi prosciuga i serbatoi della malavita organizzata, i focolai di altre attività criminali e la fonte principale dell’insicurezza generale: quello che gli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso (e Matteo Salvini al loro seguito) credono di eliminare con più polizia, più galere, più DASPO, imitando le gesticolazioni di Minniti e dei suoi predecessori contro gli immigrati e gli emarginati.

Questo è il Piano del Lavoro da attuare oggi, questi sono i veri centri dell’impiego che assorbono e valorizzano, trasformandola, la struttura burocratica dei Centri per l’Impiego sognata da Luigi Di Maio.

Gli operai organizzati devono aprire la loro azienda alla popolazione della zona e usare i locali, le attrezzature e le capacità organizzative dell’azienda per promuovere la partecipazione della popolazione, e in primo luogo dei lavoratori dell’azienda stessa, alle attività politiche, al governo del territorio e del paese, per estendere le attività culturali e sportive, rendendo sistematiche e universali le iniziative che già esistono in alcune aziende (circoli, gruppi culturali, palestre, ecc.) e mobilitando allo scopo tutte le persone di buona volontà e cultura esistenti nel paese: il futuro lo costruiremo combinando le aziende produttive con le scuole, le università e le altre istituzioni sociali. Gli operai organizzati devono valorizzare anche gli attuali dirigenti aziendali disposti a collaborare a quest’opera.

Gli operai organizzati dispongono del grande vantaggio di un centro di aggregazione già costituito. Devono da subito mettersi alla testa non solo della resistenza e della difesa della loro azienda, ma anche della mobilitazione della popolazione della zona, farsi promotori di tutte le attività necessarie alla vita individuale e associata, della partecipazione universale all’attività politica della zona e del paese, delle attività umane superiori della cultura, dello sport e della formazione intellettuale e morale, del rinnovamento dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, della prevenzione delle malattie, dell’assistenza sociale. Le “calamità naturali” che colpiscono ripetutamente la popolazione del nostro paese, in realtà sono principalmente dovute all’incuria delle autorità per la manutenzione del territorio, delle infrastrutture, degli edifici pubblici e privati: ogni capitalista deve pensare ad aumentare il suo denaro. Anche la fonte principale dell’inquinamento sta nei criteri capitalisti che presiedono al sistema produttivo e politico del paese.

I lavoratori organizzati devono mettersi alla testa della mobilitazione universale per rendere il nostro paese sicuro e bello, per far valere il diritto a una vita felice che lo sviluppo delle forze produttive ha oramai reso possibile per tutti, un  diritto universale, per stabilire rapporti di solidarietà, di collaborazione e di scambio con tutti i popoli e paesi che via via accetteranno di stabilirli con noi. La solidarietà e collaborazione internazionale sono la combinazione di paesi ognuno con la propria sovranità nazionale. Quelli che non amministrano se stessi e la zona in cui vivono, non sono in grado di contribuire all’amministrazione del proprio paese e tanto meno all’amministrazione del mondo.

Man mano che i lavoratori organizzati di ogni azienda pubblica e privata assumeranno questo ruolo, ognuna delle attuali amministrazioni locali (comuni, consorzi, province e regioni) e delle agenzie e diramazioni governative (caserme, commissariati, questure, prefetture, ecc.) o collaboreranno o saranno travolte e trasformate. Il Fiscal Compact e altre storture del genere diventeranno un ridicolo ricordo, articoli da museo.

Questa è l’opera che le masse popolari hanno bisogno di compiere.

Questa è l’opera che solo le masse popolari possono compiere: l’illusione di cambiare il corso delle cose senza mobilitare le masse popolari, escludendo le masse popolari, operando solo dall’alto è la debolezza principale del M5S e di tutti i sinceri riformatori. Dobbiamo imparare dal passato, ma non è possibile ripetere il passato: quello che si poteva fare operando solo dall’alto, la borghesia lo ha fatto. Il risultato è il terreno su cui oggi dobbiamo lavorare e che dobbiamo trasformare.

Questa è l’opera che noi comunisti dobbiamo guidare le masse popolari a compiere. La combattività e la coscienza delle masse popolari cresceranno man mano che vedranno che la propria opera è proficua: impareranno dall’esperienza e per questa via accederanno alla cultura e alla scienza da cui le classi dominanti le hanno da sempre tenute fuori.

La nostra impresa è difficile, ma possibile e necessaria!

Avanti quindi, con coraggio e abnegazione, con scienza e coscienza!

Il nuovo Partito comunista italiano è l’associazione dei promotori di questa impresa!

**************

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghese, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ].