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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Caccia allo Sbirro

Una vittoria

Comunicato CC - 17 febbraio 2013

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Comunicato CC 6/2013 - 20 febbraio 2013

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La campagna elettorale e le dimissioni di Ratzinger hanno creato condizioni favorevoli per lo sviluppo di un grande movimento delle masse popolari!

Trasformare in organizzazione degli operai (OO) e delle masse popolari (OP) la fiducia e le attese che la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo ha suscitato su larga scala!

 

La campagna elettorale ha confermato la lezione della manifestazione No Monti Day del 27 ottobre 2012 e delle elezioni regionali della Sicilia del 28 ottobre: la situazione politica del nostro paese è tale che quando un centro autorevole, sia pure reso tale solo per la storia del passato e dalla posizione che è arrivato a occupare nelle vicende della Repubblica Pontificia, chiama alla lotta contro il governo dei vertici della Repubblica Pontificia, le masse popolari già oggi rispondono all’appello su larga scala. Siamo certi che la risposta delle masse popolari diventerà più ampia e più forte, più decisa e più combattiva se si formerà un centro che dimostrerà di essere determinato a persistere nella lotta e capace di condurla con efficacia per farla finita con la Repubblica Pontificia. Creare un centro del genere è il compito chiave, decisivo di questi giorni.

Far in modo che, nonostante l’attuale debolezza del movimento comunista, questo centro si costituisca e acquisti almeno una certa stabilità, è il compito che noi comunisti ci assumiamo già oggi, benché il nostro Partito sia ancora piccolo.

Per questo, mentre conduciamo il nostro lavoro strategico volto a mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari, curiamo con molta attenzione le aggregazioni che si formano nel mondo sindacale, nella società civile e nella sinistra borghese: dal Comitato No Debito, al Movimento Cinque Stelle, ad altre aggregazioni. Il nuovo Partito comunista italiano si assume il compito di contribuire a che si formi un centro efficace del movimento delle masse popolari e a rafforzarlo fino alla costituzione del Governo di Blocco Popolare. Siamo certi che la costituzione del GBP porterà poi a un livello superiore la lotta per la rinascita del movimento comunista e per l’instaurazione del socialismo.

 

La campagna elettorale del M5S ha già di per se stessa alimentato speranze e fiducia nelle masse popolari. Ha dato voce all’indignazione e al rancore diffusi. Li ha in una certa misura trasformati in fiducia di essere capaci di far fronte allo sfacelo economico, ambientale, sociale, intellettuale e morale a cui la Repubblica Pontificia e la crisi mondiale del capitalismo hanno portato il nostro paese.

I risultati delle elezioni di domenica 24 certamente renderanno ai vertici della Repubblica Pontificia difficile comporre un loro governo con cui rovinerebbero ancora più il nostro paese e imporrebbero le loro leggi di miseria e di morte: tanto più difficile quanto più numerosi saranno i voti raccolti dal Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo e alto in Parlamento il numero dei suoi eletti. Il successo elettorale del M5S-Beppe Grillo sarà olio versato sul fuoco della crisi politica della Repubblica Pontificia. Non solo acuirà i contrasti nei vertici, ma darà maggiore slancio alle lotte popolari.  Il successo elettorale del Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo nelle elezioni regionali siciliane dello scorso 28 ottobre ha dato un potente impulso alla mobilitazione popolare per impedire l’insediamento del MUOS americano a Niscemi con il conseguente grave inquinamento elettromagnetico. Persino il presidente della Regione, Rosario Crocetta (PD-UDC), almeno per il periodo delle elezioni nazionali si è scostato dall’abituale servilismo delle autorità della Repubblica Pontificia verso gli USA. Qualcosa di analogo può avvenire a livello dell’intero paese sulla solida base delle masse popolari organizzate. Faremo tutto quanto sta in noi perché avvenga e facciamo appello agli individui e agli organismi più avanzati perché contribuiscano a quest’opera. Su questo ognuno di essi verrà misurato dalle masse popolari oggi e dalle future generazioni, cioè dalla Storia.

La campagna elettorale del M5S di Beppe Grillo ha suscitato nelle masse popolari fiducia: ora si tratta di trasformare la fiducia in organizzazione, nella costituzione di organizzazioni operaie (OO) e di organizzazioni popolari (OP). Perché solo le masse popolari organizzate possono cambiare il paese.

Il successo del M5S alle elezioni nazionali del 24 febbraio avrà benefiche ripercussioni sulla mobilitazione delle masse popolari e degli operai in tutto il paese, indipendentemente dalla serietà con cui gli eletti del M5S e Beppe Grillo terranno fede alle loro dichiarazioni elettorali. Ma l’effetto sarà tanto maggiore quanto maggiore saranno l’impegno e la serietà di ogni eletto e dell’aggregazione M5S nel suo complesso: certo nell’intralciare il malgoverno della Repubblica Pontificia ma soprattutto nel promuovere l’organizzazione delle masse popolari e fare in modo che ad ogni livello le OO e OP prendano in mano il loro destino: dalla gestione di aziende, fabbriche e uffici alla gestione della distribuzione, dei servizi e della vita corrente. Compito di noi comunisti è fare in modo che l’organizzazione delle masse popolari cresca rapidamente, si diffonda e acquisti forza, fiducia, capacità ed autorità. Principalmente su questo misureremo ogni nuovo eletto e ogni aggregazione.

 

L’Italia è un paese abbastanza grande per sovvertire la cappa dell’Unione Europea e spezzare le catene dell’euro senza legare le sue sorti al declino dell’impero americano!

Il primo paese imperialista che spezzerà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e valorizzerà la lotta eroica che in varie forme e sotto varie bandiere le masse popolari conducono nei paesi oppressi e in tutti gli altri paesi del mondo!

 

Le elezioni di domenica 24 febbraio sono nate dalla crisi politica della Repubblica Pontificia e dallo scontro che si va sviluppando e acuendo nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Non a caso le elezioni anticipate si sono incrociate con le dimissioni di Papa Ratzinger, il capo di uno dei pilastri mondiali di quella losca e criminale Comunità Internazionale e con un’esplosione eccezionale di scandali sul terreno della corruzione che pure è endemica e sistemica, permanente e strutturalmente connaturata alla Repubblica Pontificia.

La crisi del capitalismo avanza e nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti si vanno formando in modo via via più netto due poli di aggregazione, destinati a contrapporsi nello sforzo disperato di sopravvivere.

Un polo è incentrato sui gruppi imperialisti USA con il governo di Washington e la sua residua forza politica e militare. La banda Berlusconi ha assunto il ruolo di rappresentanza di questo polo in Italia: esso lascerebbe la banda Berlusconi e il resto della criminalità organizzata spadroneggiare liberamente in Italia.

L’altro polo è incentrato sui gruppi imperialisti tedeschi ed europei e sulle istituzioni dell’Unione Europea: Bersani (PD) e Monti si contendono la rappresentanza di questo polo in Italia.

 La Corte Pontificia è lacerata da questo contrasto, si trova di fronte a una scelta difficile. Da una parte non potrebbe conservare i suoi privilegi attuali se l’UE si rafforzasse ed esita a contrapporsi all’imperialismo USA che ancora domina il mondo. D’altra parte esita ad appiattirsi sull’imperialismo USA. Esso domina ancora il mondo ma è in declino e usa l’Italia principalmente come base militare per la sua criminale azione internazionale: il controllo e la repressione degli Stati e delle forze che non stanno al suo ordine. Ambedue le vie comportano un declino della base principale del ruolo mondiale che la Corte Pontificia svolge: l’ascendente della religione cattolica sulle masse popolari.

 

Questi sono i conflitti interni con cui devono fare i conti i vertici della Repubblica Pontificia. Questi conflitti porterebbero alle masse popolari solo distruzione e miseria se le masse popolari non ne approfittassero per imporre la loro propria soluzione della crisi del capitalismo. Né la banda Berlusconi (USA) né la combinazione Bersani-Monti (UE) rappresentano una via di salvezza per le masse popolari del nostro paese. Sono ambedue vie di lacrime e sangue, di miseria, depravazione, degrado e morte. Mentre le masse popolari organizzate possono e devono avvalersi dei contrasti nei vertici per far trionfare la propria soluzione: la costituzione di un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare che dia forza e forma di legge alle soluzioni particolari che OO e OP individueranno e indicheranno attuando il programma delle Sei Misure Generali:

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

 

È possibile per un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate
dirigere la trasformazione dell’intero paese?

 

In Italia per compiere la trasformazione di cui le masse popolari hanno bisogno, parlando approssimativamente occorrono almeno un milione di operai organizzati (OO) e due milioni di elementi delle masse popolari organizzati (OP) decisi a dirigere l’intero paese, indirizzando il resto delle masse popolari (meno di 40 milioni di adulti), elaborando e facendo elaborare le soluzioni particolari e concrete coerenti con le Sei Misure Generali. Una simile rete di OO e OP sarebbe in grado di dirigere e controllare l’Amministrazione locale (epurandola degli elementi irriducibili), formare i propri governi regionali e quello nazionale. Un simile sistema renderebbe l’Italia capace di resistere agli attacchi esterni e agli intrighi e alle ribellioni interne dei gruppi reazionari.

Questi numeri (un milione di operai organizzati e due milioni di elementi delle masse popolari organizzati) è del tutto possibile raggiungerli rapidamente. Come individui in qualche misura mobilitati in campo politico, cioè già di loro si occupano e preoccupano dell’indirizzo politico del paese, ci sono già. Sono un lascito della prima ondata della  rivoluzione proletaria. La questione è che attualmente sono individui solo in parte organizzati e che quelli organizzati lo sono in organismi diversamente orientati e non coordinati in rete. Sono i pezzi di un esercito disperso, senza orientamento comune e senza un centro che incarni ed elabori l’orientamento comune: programma e organizzazione. Il lavoro che il Partito comunista conduce sulle OO e OP ha lo scopo di trasformare questo mare di individui in una rete di organismi con un comune orientamento incarnato da un centro: il Partito comunista che è l’organizzazione di tutti quelli che a questo compito d’avanguardia dedicano la loro vita guidati dalla concezione comunista del mondo.

Non è un’opera che richiede un tempo enorme.

La campagna elettorale condotta da Beppe Grillo e dal suo M5S è stata un ottimo passo in questa direzione, i suoi risultati (l’ingovernabilità dall’alto e nuovo grande slancio in basso a fare e costruire) creano una situazione favorevole allo sviluppo del movimento delle masse popolari. Noi comunisti dobbiamo dare prospettiva a questo movimento che oggi ne manca. Ne manca perché non ha a fondamento e a guida della sua attività la filosofia della storia, la scienza dell’evoluzione della società umana, mentre noi comunisti l’abbiamo perché il movimento comunista l’ha elaborata, l’ha verificata nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria e ci fornisce una grande patrimonio d’esperienza da cui trarre ulteriore elaborazione.

 

I comunisti e tutti gli organismi e le persone avanzate del nostro paese devono raddoppiare gli sforzi per mobilitare le masse popolari ad organizzarsi, ad approfittare della disgregazione della Repubblica Pontificia e dei contrasti nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti, a costituire un Governo di Blocco Popolare.

 

Approfittare degli effetti della campagna elettorale e dei risultati elettorali, della esplosione di scandali, degli scontri e degli intrighi della Curia Vaticana per promuovere l’organizzazione delle masse popolari a prendere in mano il loro destino: la gestione delle aziende, delle fabbriche e degli uffici, la gestione della distribuzione, dei servizi e della vita quotidiana.

 

Avanti nella mobilitazione e organizzazione della classe operaia e delle masse popolari!
Avanti nella costituzione di Comitati di Partito clandestini!
Avanti nell’assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo!
Osare lottare! Osare vincere!
 

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].