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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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La campagna elettorale
deve servire

principalmente a promuovere il rafforzamento e la moltiplicazione delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari,

in secondo luogo a rendere difficile ai vertici della Repubblica Pontificia dare copertura parlamentare al loro governo!
Comunicato CC - 29 novembre 2012

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Comunicato CC 43/12 - 13 dicembre 2012

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Non dare tregua alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti

europei, americani e sionisti!

Attaccare su tutti i fronti i vertici della Repubblica Pontificia!

Unire tutte le organizzazioni operaie e popolari nei Comitati di Salvezza Nazionale!

 

I vertici della Repubblica Pontificia in combutta con le istituzioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti hanno lanciato le grandi manovre per la successione alla giunta Monti-Napolitano e la prosecuzione della sua opera di macelleria sociale, di inquinamento dell’ambiente e di devastazione del territorio. Essi sono però fortemente divisi al loro interno tra un governo Monti-bis e un governo Bersani, tra un governo di maggiore integrazione nell’Unione Europea e un governo che prenda le distanze dall’UE e si metta ancora più al seguito dell’imperialismo USA. Una variante di questa ultima soluzione è la ricomparsa di Berlusconi patrocinata da quella parte della Corte Pontificia che si contrappone alla linea Bagnasco, ossia alla linea del Convegno di Todi (ottobre 2011) che consacrò Monti come successore di Berlusconi.

I vertici della Repubblica Pontificia non hanno ancora trovato neanche il modo sicuro di far approvare da un nuovo Parlamento la loro futura soluzione di governo: per questo né le dimissioni della giunta Monti-Napolitano né le elezioni politiche sono ancora un fatto scontato. Drammatizzare la crisi finanziaria della Repubblica Pontificia potrebbe essere una via per rinviare dimissioni ed elezioni.

In questo contesto si inseriscono anche le manovre per integrare nel teatrino della politica borghese gruppi più o meno numerosi della sinistra borghese (PdCI, SEL, IdV, Arancioni, PRC e altri) o parti di essi (oppositori di Grillo nel M5S) e le manovre per far fare a Bersani la fine che fece Occhetto: “il fiasco del 27 marzo 1994”. La sinistra borghese, i suoi aggregati e i suoi singoli personaggi, i dirigenti della sinistra sindacale e dei sindacati di base e gli esponenti democratici della società civile e delle amministrazioni locali sono di fronte al dilemma: brigare per entrare a far parte del teatrino della politica borghese al servizio della Corte Pontificia e del resto dei vertici della Repubblica Pontificia, o impegnarsi nell’impresa di costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate?

 

Grande è la divisione nei vertici della Repubblica Pontificia, ma quello che è certo è che faranno approvare dal loro Parlamento la Legge di Stabilità, il Decreto SalvaRiva & complici (molti e autorevoli), la riforma delle Forze Armate e altri analoghi provvedimenti. L’opera di macelleria sociale, di inquinamento dell’ambiente e di devastazione del territorio è necessaria per salvaguardare, nonostante la crisi del capitalismo, gli interessi e i privilegi della borghesia imperialista e del clero. Elezioni o non elezioni e comunque vadano le elezioni, quell’opera quindi si aggraverà ulteriormente proprio perché la crisi del capitalismo prosegue e si aggrava. Quale che sia la sua composizione, ogni nuovo governo che opererà in accordo con i vertici della Repubblica Pontificia proseguirà e aggraverà, per adeguarla alla crescente gravità della crisi del capitalismo, l’opera della giunta Monti-Napolitano, come questa giunta ha proseguito e aggravato l’opera dei governi Prodi e dei governi Berlusconi che negli ultimi vent’anni si sono alternati nel guidare la devastazione del nostro paese. È sbagliato attribuire la responsabilità dello stato attuale del nostro paese a  Monti più che a Berlusconi o a Berlusconi più che a Prodi. Lo stato del nostro paese è il risultato dello sforzo della borghesia e del clero di prolungare l’esistenza del sistema di relazioni sociali borghesi nonostante la crisi del capitalismo. È quindi sbagliato anche pensare di liberarsi della crisi o anche solo di attenuarla liberandosi di Monti, di Berlusconi o di Bersani, il successore di Prodi o associandosi a loro con il proposito di “condizionarli”.

 

Solo una lotta accanita e prolungata delle masse popolari organizzate per prendere esse stesse in mano il governo del paese può porre fine alla crisi attuale. Noi possiamo vincere questa lotta. Il nostro nemico è intrinsecamente debole: la crisi del capitalismo restringe i suoi margini di manovra, nelle masse popolari crescono l’indignazione e il rancore. Il nostro nemico è forte solo nella misura in cui le masse popolari sono disorganizzate, prive di un programma e di un centro dirigente: noi possiamo quindi prendere l’iniziativa in mano. Possiamo vincere anche se sarà una guerra accanita e prolungata contro i vertici della Repubblica Pontificia e contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti di cui i vertici della Repubblica Pontificia sono parte integrante. In particolare, la Corte Pontificia con la sua gerarchia ecclesiastica è uno dei suoi pilastri a livello mondiale.

Man mano che le masse popolari del nostro paese condurranno questa guerra, esse con la loro lotta e con il loro esempio mobiliteranno anche le masse popolari degli altri paesi, in particolare dei paesi europei. In questo consiste il carattere internazionale della nostra lotta, non nel fatto che le masse popolari scendono in lotta simultaneamente in tutti i paesi sulla base di una preliminare convergenza organizzativa o anche solo programmatica.

Quando in uno dei paesi europei le masse popolari scateneranno una efficace lotta capace di far fronte agli effetti della crisi del capitalismo, questo mobiliterà le masse popolari non solo di paesi come la Spagna, la Grecia o il Portogallo, ma anche della Francia e perfino della Germania che molti esponenti della sinistra borghese e anche della sinistra sindacale (vedi Landini) oggi presentano come un paese immune dalla crisi del capitalismo o addirittura beneficiario della crisi. Questo è travisare la realtà. La verità è che la borghesia imperialista tedesca è riuscita a imporre condizioni da schiavi alle masse popolari tedesche e in particolare agli operai. Con il governo del socialdemocratico Gerhard Schröder (1998-2005) da dieci anni a questa parte essa ha ridotto gli operai tedeschi alla condizione di appendici del suo apparato produttivo. Oggi in Germania la disoccupazione è inferiore a quella del nostro paese, della Francia, della Spagna e di altri paesi, per motivi analoghi, pur nelle mutate forme, a quelli per cui nel 1938 la disoccupazione nella Germania di Hitler e nell’Italia di Mussolini era inferiore a quella della Francia, dell’Inghilterra e degli USA. La disoccupazione è minore perché in Germania gli operai sono più che in altri paesi ridotti alla condizione di appendice delle macchine, lavoratori su chiamata a disposizione dei padroni quando i padroni ne hanno bisogno.

A chi ha una qualche conoscenza della situazione è chiaro che anche le masse popolari degli altri paesi subiscono costrizioni e imposizioni analoghe a quelle che subiscono le masse popolari del nostro paese. In ogni paese le masse popolari sono pervase di indignazione e di rancore anche se per motivi diversi. I mali del nostro paese non derivano da un contrasto di interessi e di condizioni tra l’Italia e altri paesi. In tutti i paesi le classi dominanti impongono o hanno imposto operazioni di macelleria sociale alle masse popolari, anche se in ogni paese agiscono in conformità con le condizioni specifiche del paese, le sue tradizioni e la sua collocazione internazionale. Il primo paese in cui le masse popolari riusciranno a organizzarsi e sviluppare su grande scala la lotta contro la propria classe dominante, darà il via alla lotta anche negli altri paesi.

 

Per questo chi vuole veramente porre fine alla macelleria sociale, all’inquinamento dell’ambiente e alla devastazione del territorio, deve fare quanto necessario alla costituzione di un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate. Deve quindi promuovere l’organizzazione crescente delle masse popolari, l’unione in un Comitato di Salvezza Nazionale di tutte le forze decise a promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari e in particolare  della classe operaia fino a far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Solo con un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate potremo dare piena attuazione dalla parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”, rilanciare nel nostro paese l’economia reale che soddisfi le esigenze di tutta la popolazione all’attuale livello di civiltà e su basi adeguate alla salvaguardia e al miglioramento dell’ambiente e del territorio, aprire alla massa della popolazione in misura crescente l’accesso alle attività specificamente umane della cultura, dell’arte, della scienza e delle relazioni sociali, porre fine alle avventure militari riconvertendo tutte le industrie e l’apparato militare, far fronte ai ricatti finanziari e commerciali della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, avviare la fine della crisi morale e intellettuale che pervade il nostro paese, porre fine alla criminalità organizzata che ha nella Corte Pontificia e nella sua Chiesa il suo baluardo maggiore, diventare promotori di un sistema di relazioni internazionali basate sulla solidarietà, sulla collaborazione e gli scambi con i paesi di tutto il mondo.

Niente di tutto questo è possibile realizzare se non si è decisi a violare gli accordi, le regole e i procedimenti delle istituzioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Tutto questo invece le masse popolari lo possono realizzare se si danno un governo deciso a rompere con quella Comunità e a resistere ai suoi ricatti, ricattando a nostra volta la comunità dei finanzieri, dei banchieri e degli speculatori. L’Italia è un paese troppo grande e troppo grande è il debito pubblico accumulato dai governi della Repubblica Pontificia, troppo profonda l’integrazione dell’Italia nel sistema finanziario, bancario, monetario, commerciale e produttivo perché la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti possa dare realmente seguito alla sua minaccia di isolarla. Le sue minacce sono efficaci solo finché sono assecondate dai governi emanazione della borghesia imperialista e del clero italiani, dei vertici della Repubblica Pontificia e della stessa Comunità Internazionale, succube ai loro desideri e alle loro regole, che si adatta a sacrificare le masse popolari agli interessi di quella Comunità.

  

Avanti quindi! Possiamo vincere la guerra contro i vertici della Repubblica Pontificia e contro
la Comunità Internazionale degli speculatori, degli uomini della finanza e dei banchieri!

Avanti verso la costituzione del Governo di Blocco popolare!

 

Il Governo di Blocco Popolare sarà un balzo sulla via per instaurare il socialismo!

 

Le masse popolari organizzate possono porre fine al capitalismo e alla sua crisi!

In nessun paese esiste il capitalismo puro che si trasforma in comunismo puro!

Nessun progresso è possibile per chi rifiuta di andare verso il socialismo!

 

Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

 

Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare rivoluzionaria e
contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata

che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari

in ogni angolo del mondo, fino a instaurare il socialismo!

  

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].