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Il Sulcis, Taranto, la Val di Susa
non sono casi eccezionali:
mostrano in forma concentrata

lo stato dell’intero paese!
Comunicato CC - 2 settembre 2012

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Comunicato CC 32/12 - 13 settembre 2012

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Basta con il marasma!

Prendere l’iniziativa a ogni livello e porre fine

al degrado delle condizioni delle masse popolari!

 

Imporre subito e ovunque, a partire dal livello locale, con proteste e mobilitazioni, con le buone o con le cattive, alle Amministrazioni Locali, alle aziende capitaliste e non capitaliste e alle altre istituzioni esistenti sul territorio e a quelle che si possono creare di assumere e impiegare subito tutti gli adulti disponibili in lavori utili per il benessere delle masse popolari e la rinascita e salvaguardia del paese!

 

Basta con produzioni inutili e nocive! Basta di lavorare per il lusso e il piacere dei ricchi!

Il Sulcis, Taranto, la Val di Susa non sono casi eccezionali: mostrano in forma concentrata lo stato a cui i vertici della Repubblica Pontificia hanno ridotto l’intero nostro paese!

 

Che i milioni di giovani disoccupati e precari si organizzino e si trasformino in una forza rivoluzionaria!

 

Per porre fine al degrado delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, bisogna che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza che prenda in mano la sorte del nostro paese: la sua forza starà principalmente nel seguito che le masse popolari daranno alle sue direttive che a loro volta seguiranno caso per caso le indicazioni delle OO e OP!

 

Che il 2012 sia l’anno della riscossa e l’inizio di una nuova era!

 Dipende principalmente da noi!

 

Giorno dopo giorno si aggrava la catastrofe in cui i vertici della Repubblica Pontificia e le istituzioni del sistema imperialista europeo e americano precipitano il nostro paese.

La catastrofe non è il Debito Pubblico, la crisi delle banche e delle altre istituzioni finanziarie né il differenziale tra il saggio di interesse dei titoli poliennali del Debito Pubblico della Repubblica Pontificia e quello dei titoli decennali della Repubblica Federale Tedesca (lo spread). Se si trattasse solo di questo, se si trattasse solo della crisi finanziaria, sarebbe una questione principalmente tra le classi dominanti e i loro governi, tra ricchi, banchieri, speculatori e le loro corti. Se fosse solo che il prezzo delle azioni, delle obbligazioni e dei titoli di Stato scendono o salgono, la cosa riguarderebbe principalmente speculatori, finanzieri, banchieri e altri giocatori di Borsa.

Ma la crisi finanziaria è declamata ogni giorno per terrorizzare le masse popolari e nascondere e far subire la catastrofe reale che già colpisce duramente milioni e milioni di lavoratori, di giovani, di casalinghe, di immigrati, di pensionati e di bambini.

La catastrofe reale è la disoccupazione, la precarietà, la riduzione e l’impoverimento dell’istruzione, della sanità e dei servizi pubblici, la crisi culturale, intellettuale e morale, l’abbrutimento e la disgregazione sociale, l’inquinamento dell’ambiente e la devastazione del territorio, l’eliminazione dei diritti conquistati dalle masse popolari, la distruzione della dignità di milioni di esseri umani, il segreto che circonda le attività del governo,  della pubblica amministrazione, delle aziende, dei ricchi e del clero. Le misure che i vertici della Repubblica Pontificia e le istituzioni del sistema imperialista europeo e americano prendono per far fronte alla crisi finanziaria, per tener in vita le Borse, le banche e le altre istituzioni del mercato finanziario, ultime la tanto celebrata decisione della Banca Centrale Europea proclamata il 6 settembre da Mario Draghi e la banale decisione della Corte Costituzionale Tedesca del 12 settembre più attesa del Giudizio Finale, aggravano la catastrofe reale che colpisce le masse popolari. Le loro misure non solo conferiscono sempre più denaro ai banchieri, ai finanzieri e agli speculatori, ma deprimono l’economia reale, riducono i servizi pubblici tagliando la spesa pubblica, impoveriscono le università, gli istituti di ricerca, le attività culturali, le scuole.

I titoli di Borsa e lo spread vanno un giorno su e un giorno giù, ma l’occupazione continua a calare, le spese pubbliche per i servizi, l’istruzione, la sanità, la ricerca, la manutenzione del territorio e delle infrastrutture continuano a scendere, le spese militari e il lusso dei ricchi continuano ad aumentare, l’abbrutimento generale e la disgregazione sociale continuano ad aggravarsi e diffondersi.

I ricchi si arricchiscono, i lavoratori e i ceti medi si impoveriscono. Al di là delle chiacchiere, dei buoni propositi, dei convegni e delle relazioni, la devastazione del territorio, il saccheggio delle risorse e l’inquinamento dell’ambiente aumentano. Tutto il nostro paese è Taranto, Sulcis, Val di Susa. Prosegue la corsa forsennata al riarmo, aumentano il numero e la crudeltà delle guerre locali, si espande la criminalità pubblica, promossa dagli Stati e gruppi imperialisti con in testa gli USA e i sionisti d’Israele, che si combina con la criminalità privata e si alimentano a vicenda.

Tutto questo mentre l’umanità dispone dei mezzi, delle conoscenze e delle condizioni intellettuali e morali per creare un sistema di relazioni sociali dove ogni adulto dà come servizio sociale il suo contributo alla produzione dei beni e servizi utili per una vita civile, ogni essere umano dispone del tempo e delle risorse necessari per partecipare alla gestione della vita sociale e alle attività creative proprie della specie umana, la relazione tra la specie umana e il resto della natura è da noi regolata in modo da assicurare un progresso illimitato: un sistema di relazioni sociali che si chiama comunismo.

 

Le masse popolari organizzate possono realizzare questo nuovo sistema di relazioni sociali, possono avanzare passo dopo passo verso di esso, possono imporlo ai ricchi e al clero con le buone o con le cattive. Il pessimismo e il disfattismo è veleno diffuso dalla borghesia imperialista e dal clero per distogliere le masse popolari dalla lotta per realizzarlo. Non c’è niente di fatale in quello che giorno dopo giorno la borghesia e il clero ci impongono. È solo veleno che promana da un passato che non vuole morire. Sta a noi eliminarlo, possiamo eliminarlo se solo facciamo noi lo sforzo necessario.

Sta in primo luogo a noi comunisti e agli altri elementi avanzati delle masse popolari scuoterci di dosso e combattere in ogni terreno e su grande scala le tendenze e le posizioni disfattiste e pessimiste.

Sta in primo luogo a noi comunisti e agli altri elementi avanzati delle masse popolari organizzarci, appropriarci della concezione comunista del mondo e usarla per mobilitare passo dopo passo tutte le forze attive e farle confluire a compiere il primo salto verso la nuova società: la costituzione di un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, il Governo di Blocco Popolare.

La borghesia e il clero, i vertici della Repubblica Pontificia e le istituzioni del sistema imperialista europeo e americano non sono forti per loro natura: la loro forza è principalmente fatta dalla nostra arretratezza e della  nostra disorganizzazione, che sta a noi superare. Noi quindi possiamo distruggere la loro forza! Ogni paese che avanza in questo compito storico, apre la via anche agli altri paesi!

 

Bisogna che gli individui che hanno una qualche autorità costituiscano subito un Comitato di Salvezza Nazionale che dichiari apertamente una guerra irriducibile alla giunta Monti-Napolitano, come 70 anni fa il CNL dichiarò guerra alla Repubblica di Salò e ai suoi protettori nazisti. Chi mantiene la sua opposizione alla giunta Monti-Napolitano nell’ambito delle forme e procedure costituzionali che ogni giorno la giunta Monti-Napolitano viola, manipola e manovra a suo piacimento, si vota all’impotenza e alla sconfitta, segue la via fallimentare seguita dagli oppositori borghesi del fascismo nel periodo 1922-1926. Monti è già diventato il nuovo “uomo della Provvidenza”: “non si può fare a meno di lui”, giurano banchieri, finanzieri e altri capitalisti riuniti a Cernobbio, si deve andare verso il Monti bis! Questo non è periodo di opposizione costituzionale, non ci sono regole comuni tra la giunta Monti-Napolitano e chi vuole porre fine alla catastrofe in cui essa ci sprofonda: è il periodo di misure d’emergenza, bisogna instaurare un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari: questo è quello di cui hanno bisogno e che le masse popolati organizzate possono fare.

La giunta Monti-Napolitano non è uno dei normali governi della Repubblica Pontificia che dal 1948 a oggi hanno malgovernato il nostro paese. L’imposizione della giunta Monti-Napolitano ha rotto con la prassi a cui la Repubblica Pontificia si era attenuta nei decenni passati. È il governo d’emergenza dei vertici della Repubblica Pontificia e delle istituzioni del sistema imperialista europeo e americano. È un governo non solo illegittimo, ma illegale. Lo hanno imposto calpestando sia la sostanza che la forma della Costituzione. Nessuna obbedienza è dovuta a simile governo. Chi danneggia le masse popolari inutilmente si coprirà dietro gli ordini ricevuti da simile governo illegale e illegittimo: pagherà per le sue azioni.

Bisogna che i membri più avanzati delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, i dirigenti della sinistra sindacale, gli esponenti progressisti della società civile e gli uomini politici della sinistra borghese si uniscano e costituiscano da subito un Comitato di Salvezza Nazionale (CSN) per arrivare al Governo di Blocco Popolare (GBP). Che instaurino da subito nel paese tramite la costituzione del CSN un vero dualismo di potere con un centro, il CSN, che dichiara illegittime e illegali le autorità attuali della Repubblica Pontificia ed esercita, nei limiti delle sue forze ma superando invece i limiti dettati dal senso di mancanza di legittimazione democratica, dal nostro legalitarismo, dalla nostra soggezione alle autorità della Repubblica Pontificia, tutte le funzioni di un reale governo: mobilitando uomini (anche gli esponenti della borghesia imperialista e del clero preoccupati del degrado del paese e della dissoluzione del tessuto industriale), indicando linee d’azione, incitando a fare, elaborando ed emanando direttive, preannunciando punizioni per chi per attenersi alle direttive delle autorità illegittime della Repubblica Pontificia nuoce alle masse popolari. La giunta Monti-Napolitano nella sua opera viola sistematicamente la Costituzione. Il CSN deve quindi porsi anche come difensore della legalità costituzionale, dichiarando fuorilegge la giunta Monti-Napolitano.

 

La situazione attuale offre a noi ampi spazi per mobilitare le masse popolari. La giunta Monti-Napolitano si occupa solo della sovrastruttura finanziaria. Ma la sovrastruttura finanziaria non sostiene l’economia reale, anzi la soffoca. L’economia reale diretta dalla borghesia imperialista distrugge la salute della popolazione e devasta l’ambiente: Taranto è l’esempio. Sta a noi prendere l’iniziativa nella difesa e ricostruzione di un’economia reale al servizio della popolazione e coinvolgere le ampie masse nel nuovo corso. Bisogna mettere a contribuzione le  amministrazioni comunali e tutte le amministrazioni locali, tutte le aziende capitaliste, tutte le unità produttive, le cooperative e gli enti senza fine di lucro e tutta l’amministrazione pubblica: i lavoratori non sono le “risorse umane” delle aziende e delle amministrazioni al pari delle risorse energetiche e altro. Sono le aziende e le amministrazioni che sono al servizio degli esseri umani: dobbiamo farlo valere ad ogni costo.

Il problema che oggi deve risolvere ogni governo è quello di fare in modo che beni (di consumo e strumentali) e servizi siano prodotti (o importati) in misura sufficiente a soddisfare i bisogni per un livello di vita civile della popolazione e per gli investimenti e che siano distribuiti a individui, famiglie, unità produttive e usi sociali secondo criteri accettati dalla gran parte della popolazione, che il tutto si svolga nel rispetto della salute dei lavoratori e di tutta la popolazione e in forme compatibili con la salvaguardia del territorio e delle sue risorse, che la società intera esplichi il massimo sforzo per stimolare ed educare tutti a dedicare il tempo libero dal lavoro obbligatorio a partecipare alla gestione della cosa pubblica, a istruirsi e ad attività creative. Marchionne & C aboliscono le pause e allungano l’orario di lavoro, ma oggi il tempo di lavoro obbligatorio può essere ridotto subito alla metà e forse anche a un terzo dell’attuale tempo di lavoro contrattuale, se tutti gli adulti partecipano al lavoro e se la produzione di beni e servizi viene ridotta ai quantitativi effettivamente necessari a una vita civile. Il socialismo sarà un simile corso delle cose condotto sistematicamente e su larga scala. Ma il passaggio al socialismo nel nostro paese non può essere realizzato immediatamente. Infatti passaggio al socialismo vuol dire in estrema sintesi

1. che la produzione di beni e servizi è affidata ad aziende pubbliche in misura tale (la quantità fa la qualità) da determinare l’attività di tutto il resto dell’apparato produttivo (lavoratori autonomi, cooperative e altri enti privati senza fine di lucro, residue aziende capitaliste);

2. che il potere è esercitato da un governo centrale e da governi locali fondati su OO e OP (costituiti da persone di loro fiducia, che rispondono ad esse del loro operato e sono da esse in ogni momento revocabili).

La rinascita del movimento comunista (cioè di una rete di organismi operai e popolari aggregati attorno al partito comunista e decisi a instaurare il socialismo) non è ancora arrivata al livello sufficiente per porre questo assetto all’ordine del giorno, né può arrivarci di colpo. In prospettiva il passaggio al socialismo è assolutamente necessario ma diventerà realizzabile come risultato della lotta per costituire il GBP, difendere la sua esistenza (dalle iniziative ostili e dai sabotaggi e boicottaggi provenienti dall’interno e dall’estero) e sostenere la sua attività. Diventerà anzi una necessità per non perdere anche quello che si sarà conquistato.

Nell’immediato bisogna che le OO e OP e le associazioni, i gruppi e i personaggi progressisti della società civile e della sinistra borghese si mobilitino per realizzare capillarmente, su grande scala e per iniziativa delle stesse masse popolari organizzate, la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”. Bisogna mobilitare e conquistare la collaborazione persino di quegli esponenti della borghesia e del clero che non si arrendono di fronte all’evidenza della catastrofe che si aggrava. Bisogna sollecitare la loro collaborazione, senza temere che per questa via riprendano la direzione in mano. Non solo la nostra concezione del mondo, ma anche la crisi generale del capitalismo lo impedirà. Ricordiamo che la Repubblica Pontificia riuscì a consolidarsi anche perché la crisi generale del capitalismo ebbe trenta anni di tregua.

In concreto bisogna, con le buone o con le cattive, costringere aziende, enti, amministrazioni pubbliche ad assumere subito tutti gli adulti disposti a lavorare, incominciando ai livelli locali e da dove abbiamo la forza per costringerle. Dobbiamo dare attuazione della parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”. Sarà una riedizione nelle condizioni di oggi dello “imponibile di manodopera” che nel nostro paese abbiamo già  sperimentato nei primi anni dopo la vittoria della Resistenza. Ma ora non nel senso di un ammortizzatore sociale, di una misura presa per giustificare un salario, per mantenere l’ordine pubblico. Ma nel senso di una misura atta a sprigionare la ricchezza del paese, di una misura che pone le basi di un futuro luminoso. Il lavoro utile e dignitoso per tutti deve infatti accompagnarsi con l’impegno su larga scala di tutti i lavoratori disposti a impegnarsi e ad imparare, nell’amministrazione e nella gestione della società e nel lancio di programmi di istruzione e formazione (come le “150 ore” di alcuni decenni fa, ma ora fatte su grande scala e con una prospettiva lungimirante) per permettere e stimolare l’accesso universale alle attività specificamente umane. Solo così è possibile che ogni adulto partecipi con senso di responsabilità, con creatività e spirito d’iniziativa alla produzione dei beni e servizi necessari per la produzione e riproduzione dell’intera società all’attuale livello di civiltà, che la produzioni nocive all’uomo, le produzioni nocive all’ambiente e le produzioni inutili (quelle che la borghesia ha promosso principalmente per distogliere dalla lotta di classe una parte delle masse popolari abbrutendole o per i lussi e gli sperperi dei ricchi) siano eliminate, che ogni adulto partecipi alla produzione con orari di lavoro che occupano solo una parte della sua vita, che ogni adulto dia il meglio che è capace di dare. La creazione di cooperative e di altre iniziative produttive locali oggi di nicchia, deve essere valorizzata per la ripresa di un’economia reale rinnovata. Al di fuori di un simile quadro l’invocazione della crescita (del PIL, della quantità di beni e servizi, ecc.) resta sulla carta e inoltre ha un senso reazionario e distruttivo.

 

Sono le masse popolari organizzate in grado di realizzare quello che abbiamo fin qui detto?

Certamente! Già oggi ogni azienda, ente e amministrazione non è solo un’unità che produce beni o servizi. È anche un centro capace di organizzare e dirigere lavoratori anche al di fuori del suo campo abituale di attività. È quello che bisogna indurre con le buone o con le cattive tutte le aziende, gli enti e le amministrazioni a fare (imponibile di manodopera). Ognuna non nel limite della convenienza dei suoi proprietari (del profitto del capitalista) né delle sue disponibilità finanziarie, ma nel limite della sua capacità organizzativa. Bisogna inoltre creare nuove unità produttive (analoghe alle aziende con capitale 1 euro che la giunta Monti-Napolitano ha lanciato per confondere le acque). Tutti quelli che hanno esperienza o comunque capacità organizzative e volontà, dobbiamo incoraggiarli a creare nuove aziende e ad assumere disoccupati disposti a lavorare, a predisporre e ad attuare piani di lavoro e di formazione, per produrre beni e servizi utili.

Quali nuove attività far svolgere a queste vecchie e nuove unità produttive?

Tutte quelle la cui produzione di beni e servizi è utile alle masse popolari, tutte quelle che possono dare luogo a iniziative di scambio, collaborazione e solidarietà con altri paesi, tutte quelle che permettono di produrre beni e servizi la cui produzione nel nostro paese è inferiore alle necessità riconosciute.

Come finanziare queste attività (remunerazione dei lavoratori, acquisto di mezzi di lavoro e di materie prime)?

Tramite due vie: 1. organizzare lo scambio via assegnazione o baratto senza intermediazione di denaro in tutti i casi in cui è possibile, 2. obbligare le banche a fornire denaro nei casi in cui non se ne può fare a meno. È prassi corrente che le banche creano denaro (facendo prestiti). Bisogna obbligare le banche a creare denaro in tutti i casi in cui ne abbiamo bisogno e nella quantità di cui abbiamo bisogno.

Nell’ambito dei regolamenti e delle procedure correnti del sistema finanziario del sistema imperialista mondiale, le banche possono creare denaro nei limiti dettati da leggi e regolamenti: ognuna per un multiplo del suo capitale, nella Unione Europea per un ammontare pari a 12.5 volte il suo capitale. Di fatto le banche hanno per i propri interessi di profitto e speculativi (da quando a partire dagli anni ’80 e in particolare ’90 il capitale finanziario ha  avuto via libera e banche e società finanziarie sono state liberate dai “lacci e laccioli”) ampiamente superato questi limiti sia nella UE sia negli USA (dove il limite legale sarebbe per ogni banca di 10 volte il capitale proprio): alcune hanno creato denaro per un ammontare pari a centinaia di volte il loro capitale, fino a rendere vaga persino la nozione di “capitale proprio” e addirittura il confine dell’azienda bancaria. Bisogna che le obblighiamo con le buone o con le cattive a continuare in questa pratica, ora però secondo i nostri bisogni.

Ovviamente le autorità della Repubblica Pontificia, della UE e del sistema imperialista mondiale si opporranno in ogni modo a che le banche obbediscano alle richieste di OO, OP, coordinamenti di OO e OP, amministrazioni comunali e altre amministrazioni locali, GBP. Noi ci opporremo alle misure delle autorità della Repubblica Pontificia, della UE e del sistema imperialista mondiale. Saranno le autorità della Repubblica Pontificia, della UE e del sistema imperialista mondiale che annasperanno come annaspano oggi, dovranno cercare vie e metodi per opporsi alle iniziative delle OO, OP, amministrazioni comunali e altre amministrazioni locali, GBP. Sarà uno scontro analogo a quello che oggi è creato dalla speculazione contro i debiti pubblici, dalle intemperanze delle banche e delle altre istituzioni finanziarie che hanno creato denaro in misura centinaia di volte superiore a quella loro consentita da leggi e regolamenti, dalle misure antipopolari delle autorità della Repubblica Pontifica e delle istituzioni del sistema imperialista europeo e americano. Ma sarà uno scontro in cui noi avremo l’iniziativa in mano e nel corso del quale conquisteremo la partecipazione e l’appoggio di una parte crescente delle masse popolari.

Questa è la strada per far fronte alla situazione in cui la borghesia e il clero ci hanno cacciato.

Questa è la via che noi comunisti indichiamo agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, alle OO e OP, ai dirigenti della sinistra sindacale e dei sindacati alternativi, ai sinceri democratici, agli esponenti della sinistra borghese non completamente accecati o corrotti dal loro anticomunismo.

Per porre fine alla catastrofe reale imposta dalla borghesia e dal clero alle masse popolari, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi bisogna compiere passi decisivi per il futuro immediato del nostro paese.

 

Non dare tregua alla giunta Monti-Napolitano che traballa!

 

Che divampi in tutto il paese la protesta contro le misure criminali

del governo Monti e confluisca nel movimento per costituire

un governo d’emergenza popolare!

 

Che la classe operaia si metta ovunque alla testa della protesta!

Che tutta la sinistra sindacale occupi il suo posto nella protesta!

Che in ogni azienda i delegati sindacali e gli operai combattivi chiamino i loro compagni di lavoro a organizzarsi, a resistere e a lottare!

 

Oggi i sindacati non devono limitarsi a fare i sindacati: se si limitano a protestare e a rivendicare, conducono i lavoratori alla sconfitta!

 

Creare in Italia le condizioni per la costituzione di un governo d’emergenza popolare, il Governo di Blocco Popolare!

 

Moltiplicare ovunque Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari, rafforzarle e orientarle a costituire un loro governo d’emergenza!

 

Rendere il paese ingovernabile

da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia:

con una campagna di disobbedienza, di scioperi e di proteste, appropriandosi dei beni e dei servizi da cui una parte crescente della popolazione è esclusa, non pagando le tasse e i ticket, creando ovunque Amministrazioni Locali che rompano il Patto di Stabilità e di sudditanza imposto dal governo centrale e spezzino la catena dei vincoli finanziari!

 

Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

 

Questa è la guerra popolare rivoluzionaria che noi comunisti chiamiamo le masse popolari a contrapporre alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari in ogni angolo del mondo!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].