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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Bando a ogni fiducia nella Giunta Monti-Napolitano!
Comunicato CC - 21 luglio 2012

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Comunicato CC 27/12 - 26 luglio 2012

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Un aspetto indispensabile della nostra lotta per costituire il Governo di Blocco popolare
 

 Nel marasma in cui la borghesia e il clero precipitano l’umanità, la concezione comunista
del mondo indica la via della salvezza e della rinascita e il metodo per avanzare!
 

 Conquistare alla concezione comunista del mondo i membri più avanzati delle OO e OP!

Conquistare al nuovo movimento comunista quanti oggi ancora si richiamano
onestamente al vecchio movimento comunista!

La crisi del capitalismo si aggrava di giorno in giorno. La borghesia, il clero e le loro istituzioni (dei singoli paesi, dell’Unione Europea e del sistema imperialista mondiale) prendono giorno dopo giorno misure con il pretesto di porre fine alla crisi. Ma in realtà sono misure che peggiorano in ogni campo le condizioni delle masse popolari senza porre fine alla crisi del capitalismo, né potrebbero porvi fine perché ognuna delle loro misure è solo la cura immediata e diretta dell’uno o dell’altro dei sintomi della crisi. Oltre a peggiorare le condizioni delle masse popolari, il risultato reale di queste misure è quello di prolungare la vita del sistema imperialista mondiale e del sistema di relazioni sociali ereditato dal passato, di cui borghesia e clero sono amministratori e beneficiari, da cui provengono i loro privilegi e il loro potere. In definitiva la borghesia e il clero guadagnano tempo ma aggravano la malattia.

Questa è la situazione vista dal lato delle attività messe in campo dalle classi dominanti. Ma qual è la situazione vista dal lato delle attività messe in campo dalle classi oppresse?

Noi comunisti siamo portatori della soluzione della crisi del capitalismo. Essa consiste nell’eliminazione del capitalismo stesso: è la sostituzione, nei modi, nelle forme e con i tempi dettati dalle condizioni concrete di ogni paese, della produzione di beni e servizi fatta da aziende capitaliste con la produzione fatta da agenzie pubbliche che svolgono ognuna i compiti che le istituzioni a ciò preposte le affidano nel contesto di un piano socialmente approvato (cosa qualitativamente diversa sia dall’intervento dello Stato nell’economia capitalista sia dallo sviluppo di un settore pubblico dell’economia in un contesto ancora dominato dalle aziende capitaliste). È quindi una soluzione che le masse popolari possono benissimo attuare se si organizzano e si mobilitano attorno a un governo comunista. A che punto siamo oggi su questa via?

Noi comunisti siamo protagonisti di un movimento internazionale, perché oramai il sistema di relazioni internazionali creato dalla borghesia ha legato la vita di ogni paese alla vita del resto del mondo in misura tale che le sorti del nostro paese sono inscindibili da quelle del resto del mondo. Ma proprio grazie a questo legame, nel piccolo del nostro paese si riflette il complesso delle relazioni mondiali: quindi possiamo comprendere in dettaglio queste ultime studiando le relazioni tra classi, gruppi e individui del nostro paese. Più ancora: proprio grazie a questo legame il primo dei paesi imperialisti che imboccherà la strada giusta nella cura della crisi attuale del capitalismo, aprirà la strada anche agli altri. Infatti come è inevitabile che ogni paese imbocchi questa strada  in tempi e circostanze e in forme sue proprie, quindi non tutti insieme né nella stessa forma, è anche impossibile che un paese la percorra fino in fondo da solo.

Principalmente per questo il (nuovo) Partito comunista italiano concentra l’attenzione e gli forzi sulla rivoluzione socialista nel nostro paese. Quindi, a che punto siamo oggi in Italia quanto alla via sopra indicata?

 

Per quanto riguarda il nostro paese, la giunta Monti-Napolitano è il governo più a destra, più autoritario e più reazionario che finora la Repubblica Pontificia si è data. Di fronte alla crisi che si aggrava e a questo governo presuntuoso, reazionario e impotente, incapace persino di raggiungere gli obiettivi che proclama (oggi lo spread e la disoccupazione sono più alti che a metà novembre 2011, alla fine del governo Berlusconi), nel campo delle masse popolari si manifesta un fermento crescente, ma fatto di movimenti scoordinati e che in una certa misura persino si paralizzano tra loro (come ad esempio i movimenti contro la devastazione ambiente e le lotte per difendere i posti di lavoro), anziché esaltarsi e rafforzarsi reciprocamente fino a comporre un movimento potente che attacca alla radice la malattia che distrugge il nostro paese e il resto del mondo.

Perché nel nostro paese il movimento delle masse popolari è ancora a questo stadio?

L’ostacolo principale allo sviluppo di un movimento largo, possente e vittorioso, l’ostacolo senza rimuovere il quale i nostri sforzi per porre fine alla crisi restano impotenti, è la debolezza del partito comunista in campo politico (cioè in termini di linee particolari e di iniziative concrete) e organizzativo (cioè in termini di numero di uomini arruolati nelle file del Partito e di numero e livello dei suoi organismi).

Noi fondatori del (nuovo) Partito comunista italiano, abbiamo promosso la ricostruzione del partito comunista dopo che l’opera pluridecennale di corruzione e corrosione condotta gradualmente (a partire dalla fine degli anni ’40) dai revisionisti moderni aveva definitivamente snaturato il vecchio PCI, che nel 1989-1991 venne infine dissolto. Nel 2004 abbiamo fondato il nuovo PCI, sulla base della concezione comunista del mondo e del bilancio dell’esperienza del movimento comunista, concezione e bilancio che sono esposti nel nostro Manifesto Programma. Allora abbiamo aperto la fase del consolidamento e rafforzamento del Partito e siamo ben consapevoli che il compimento di questa fase condiziona il progresso e l’efficacia del movimento delle masse popolari. Noi non siamo né egualitari al modo dei democratici borghesi (a loro basta proclamare l’eguaglianza e nella pratica continuare a usare e manipolare le masse popolari come massa di manovra per le proprie operazioni) né movimentisti al modo degli anarchici dichiarati o di fatto che, proprio per l’impresa più difficile che l’umanità deve compiere e che per sua natura consiste principalmente nella trasformazione delle classi oppresse in masse coscienti e organizzate protagoniste della propria storia, rifiutano l’opera organizzata e cosciente dei suoi promotori. Uno dei punti fermi acquisiti dal bilancio dell’esperienza del movimento comunista è che la rivoluzione socialista non scoppia, ma è una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, promossa e diretta dal partito comunista.

Qual è l’ostacolo principale a che il nuovo Partito comunista italiano diventi un partito non solo avanzato ideologicamente (cioè sul piano della concezione del mondo che lo guida) ma anche avanzato politicamente e forte organizzativamente?

L’ostacolo principale è l’arretratezza ideologica 1. di gran parte dei promotori e dirigenti delle OO (organizzazioni operaie) e delle OP (organizzazioni popolari) e 2. delle svariate decine di migliaia di individui che nel nostro paese vogliono essere comunisti, si dichiarano comunisti e sono convinti di essere comunisti (perché lo sono al modo in cui i revisionisti moderni hanno presentato il comunismo e insegnato a essere  comunisti): un numeroso assieme di individui più o meno o per nulla organizzati che qui di seguito indichiamo con l’unica denominazione di “aspiranti comunisti” (in proposito rimandiamo a L’unità dei comunisti in La Voce n. 41). In che senso gli uni e gli altri sono ideologicamente arretrati?

L’arretratezza ideologica di gran parte dei promotori e dirigenti di OO e OP e degli “aspiranti comunisti” consiste nel fatto che attualmente ognuno di essi, chi con maggiore e chi con minore originalità e autonomia individuali, escogita, immagina e persegue per la crisi attuale soluzioni dettate dal senso comune, cioè da una delle varianti della mentalità corrente che è sostanzialmente dettata dalla borghesia e dal clero. Sono cioè nella situazione che esisteva prima che, più di 160 anni fa, K. Marx e F. Engels fondassero il movimento comunista.

Più di 160 anni fa è avvenuta quella che F. Engels ha chiamato “l’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza”. K. Marx e F. Engels indicarono allora (Manifesto del partito comunista, 1848) l’obiettivo che il movimento comunista cosciente e organizzato doveva perseguire deducendolo 1. dalla comprensione dell’evoluzione compiuta dalla specie umana, evoluzione che era infine approdata in Europa alla società borghese come suo stadio provvisorio e 2. dalla comprensione dei presupposti per il suo superamento che si venivano formando nella società borghese stessa. La specie umana avrebbe superato la società borghese, ma non sulla base di soluzioni arbitrarie e fantasiose, ma a partire dalle contraddizioni dello stadio che aveva raggiunto e giovandosi degli strumenti nella società borghese stessa formati: in breve e detto in astratto, combinando libertà e necessità. La concezione comunista del mondo era la dottrina frutto di questa comprensione più avanzata della storia umana.

Da allora divenne “storicamente superato” (nel senso indicato in La Voce n. 41, pag. 27) il ruolo di nobili, preti, borghesi, intellettuali e altri uomini di maggiore o minore ingegno e buona volontà che si piegavano commossi e preoccupati sulla miseria e sulle condizioni sociali indegne del suo livello di civiltà, in cui la società borghese relegava gli operai (ma in altre forme la cosa valeva anche per i popoli delle colonie, per le donne e per altri gruppi oppressi) ed escogitavano, propagandavano e in alcuni casi persino cercavano di attuare sistemi e soluzioni (dalla legislazione del lavoro alle cooperative) che nelle loro intenzioni avrebbero dovuto attenuare la miseria e migliorare le condizioni sociali degli operai. Da quando venne fondato il movimento comunista, l’emancipazione degli operai dai capitalisti, il superamento della società borghese e il passaggio al comunismo divennero sempre più l’obiettivo apertamente dichiarato attorno a cui si organizzarono e combatterono milioni e milioni di lavoratori dei paesi capitalisti capeggiati dai partiti comunisti: un movimento potente a cui si sono uniti la parte più avanzata dei popoli delle colonie, delle donne e di altri gruppi oppressi dal sistema imperialista mondiale e i fautori di tutte le cause progressiste.

Questo movimento ha portato alla prima ondata della rivoluzione proletaria che nella prima parte del secolo scorso ha coinvolto tutto il mondo e acceso in ogni angolo della terra le speranze, animato l’intelligenza e infiammato le volontà di tutte le classi e di tutti i popoli oppressi dal sistema imperialista mondiale.

L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria sfociato nel disfacimento dell’Unione Sovietica e delle democrazie popolari e nell’integrazione (per quanto conflittuale con i vecchi paesi imperialisti, USA in testa) della Repubblica Popolare Cinese nel sistema imperialista mondiale, non solo ha lasciato nuovamente campo libero alla borghesia e al clero, ma ha ridato alla sinistra borghese l’egemonia sulle masse popolari organizzate, ha ridato spazio alle fantasticherie e ai rimedi escogitati da persone di genio chiuse però nell’orizzonte della società borghese o di società più arretrate. In un certo senso la lotta di classe (come per altri versi la lotta dei popoli oppressi) è regredita al livello precedente la fondazione del movimento comunista, come se il movimento comunista avesse effettivamente mostrato il proprio fallimento e il comunismo fosse  effettivamente morto. L’ampia formazione di OO e OP è l’eredità positiva della prima ondata e un patrimonio su cui far leva, mentre l’orientamento dei loro promotori e dirigenti (come degli “aspiranti comunisti”), la loro sudditanza di fatto (anche se “tutti” protesteranno di fronte a questa amara verità) alla concezione borghese o clericale del mondo, il loro ritorno a fantasticherie e utopie, sono i risultati del suo esaurimento. Essi anziché porsi l’obiettivo del comunismo che è anche soluzione della crisi in cui siamo immersi e che di giorno in giorno si aggrava, disperdono le loro forze e quelle delle OO e OP in mille soluzioni e aspirazioni dettate dal senso comune, cioè in larga misura dalle concezioni borghese o clericale del mondo.

Da qui il problema dell’arretratezza ideologica di gran parte dei promotori e dirigenti delle OO e OP e degli “aspiranti comunisti”, un problema che oggi noi comunisti dobbiamo risolvere per consolidare e rafforzare il partito comunista. Far fronte a questa arretratezza, portare almeno una parte dei promotori e dei dirigenti di OO e OP e degli “aspiranti comunisti” ad assimilare la concezione comunista del mondo e ad arruolarsi nelle file del partito comunista, non è tutto il lavoro ma è una parte importante del lavoro che noi comunisti dobbiamo oggi compiere per creare le condizioni della costituzione del Governo di Blocco Popolare: portare effettivamente le OO e OP a porre ognuna la costituzione del GBP come obiettivo comune, in cui ognuna inquadra il suo obiettivo particolare, fondante e costitutivo, moltiplicare il numero di OO e OP (organizzazione delle masse popolari, ampliamento dell’area delle masse popolari organizzate), sviluppare il coordinamento con le altre OO e OP a livello territoriale e tematico, promuovere l’ingovernabilità dal basso (quella dall’alto avanza per conto suo: vedi le difficoltà della giunta Monti-Napolitano, lo scoppio dello scandalo del ruolo svolto da Napolitano nelle “trattative Stato-Mafia” dei primi anni ‘90, la dissidenza della Confindustria dalla giunta Monti-Napolitano, le contraddizioni tra istituzioni della Repubblica Pontificia, ecc.), sviluppare e rafforzare la pressione delle OO e OP sui dirigenti della sinistra sindacale e sugli esponenti della società civile e della sinistra borghese perché si costituiscano in governo ombra e si propongano per costituire il GBP.

 

Superare l’arretratezza ideologica di gran parte dei promotori e dirigenti di OO e OP e degli “aspiranti comunisti” è compito di noi comunisti. Se noi comunisti non dedicassimo in misura adeguata energie e risorse a questa parte del nostro lavoro, non riusciremmo a svolgere il nostro ruolo.

Per svolgere con efficacia il lavoro teso al consolidamento e rafforzamento del Partito, dobbiamo combinare la dimostrazione nella pratica, data con generosità nella misura consentita dalle nostre poche forze attuali, dell’efficacia della concezione comunista del mondo come metodo di conoscenza e trasformazione della realtà (lavoro politico verso le OO e OP, verso la sinistra sindacale, verso la parte in rivolta della società civile, verso la sinistra borghese e in generale verso tutti i gruppi e gli individui in rottura con le istituzioni, gli ordinamenti e le leggi della Repubblica Pontificia), con la lotta in campo teorico, la propaganda, la formazione, ecc. Il rafforzamento della formazione nelle nostre stesse file, la campagna per lo studio, l’assimilazione e la diffusione della concezione comunista del mondo (propaganda e corsi di formazione), il lavoro operaio (vedi La Voce n. 36), la formazione dei CdP (Comitati di Partito) clandestini nelle aziende, nei reparti, sul territorio (vedi La Voce n. 40, pagg. 19-21) sono altrettanti settori di questo lavoro.

 

La rinascita del movimento comunista sulla base della concezione comunista del mondo, del socialismo scientifico e quindi oggi del marxismo-leninismo-maoismo è condizione necessaria perché il movimento delle  masse popolari diventi un movimento largo e possente, capace di compiere il passaggio che oggi sta di fronte all’umanità.

A questo compito il CC chiama ogni organismo e membro della carovana del (n)PCI, ognuno degli organismi e compagni che vogliono essere comunisti e si propongono di “ricostruire il partito comunista”, ogni singolo esponente delle masse popolari, in particolare ogni promotore e dirigente di OO e OP deciso a trovare la soluzione del problema che le masse popolari devono risolvere.

 

L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria

Per svolgere con successo questo lavoro, noi comunisti dobbiamo tener conto che l’argomento principe portato contro il comunismo dalla sinistra borghese in questi anni, la “prova provata” che tutta la borghesia e il clero capillarmente propagandano contro il movimento comunista, è il crollo dell’Unione Sovietica (1991). La sinistra borghese, al seguito della borghesia e del clero lo presentano come fallimento del comunismo, come morte del comunismo.

In realtà il crollo dell’Unione Sovietica, la trasformazione della Repubblica Popolare Cinese e l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria confermano invece la concezione comunista del mondo, sia pure al modo in cui conferma la “scienza delle costruzioni” il crollo di un edificio la cui costruzione da un certo punto in poi è stata proseguita in violazione di quella scienza. In realtà né la Russia, né la Cina, né alcun altro dei paesi dove la società borghese non si era ancora affermata poteva diventare direttamente e tanto meno per conto suo un paese comunista né restare indefinitamente all’avanguardia nella marcia dell’umanità verso il comunismo, senza che si sviluppasse e trionfasse la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.

L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria non mostra la morte del comunismo e il fallimento del movimento comunista, ma

1. manifesta la mancanza di determinazione e l’incapacità (i limiti e gli errori) dei gruppi dirigenti dei partiti comunisti sorti nei paesi imperialisti ad opera della prima Internazionale Comunista e sulla scia della Rivoluzione d’Ottobre: 1. da nessuno di questi gruppi dirigenti (con l’eccezione gloriosa di Antonio Gramsci, ma nelle ben note condizioni di isolamento personale imposte dal fascismo) è venuto un contributo sostanziale alla traduzione del marxismo-leninismo nelle condizioni concrete dei propri paesi e 2. l’eroismo delle masse che quei partiti hanno mobilitato si è sviluppato nell’esecuzione di compiti indicati dal partito comunista sovietico e dall’Internazionale Comunista nel limiti imposti dalla loro estraneità al contesto concreto;

2. conferma la deviazione filoborghese dei revisionisti moderni sovietici (da Krusciov in poi) e dei revisionisti moderni dei paesi imperialisti (Togliatti, Thorez e compagnia): i primi hanno caricato l’Unione Sovietica del compito impossibile di far prevalere nel mondo il socialismo tramite il suo proprio sviluppo economico, culturale e sociale; i secondi hanno aperto la strada al ritorno nella lotta di classe dei rispettivi paesi della supremazia della sinistra borghese e delle sue utopie al posto del socialismo scientifico.

 

L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria ha confermato che il comunismo è uno stadio dell’evoluzione della specie umana (cioè della civiltà umana) superiore allo stadio borghese e che può affermarsi solo come superamento della società borghese. Non gli uomini che si rivoltano contro società schiaviste, feudali o clericali, ma gli individui di cui la società borghese ha promosso universalmente la formazione possono fare della società umana “un’associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti”.

 In che senso il comunismo è uno stadio dell’evoluzione della specie umana superiore a quello borghese?

Detto in sintesi, superiore nel senso che comporta un ruolo delle attività specificamente umane maggiore, più largo e più profondo, che nel passato e la partecipazione in massa della popolazione a questa attività da cui le classi dominanti hanno sempre escluso e ancora escludono le classi oppresse, cioè la massa della popolazione. Quindi comporta un ruolo maggiore delle attività legate alle facoltà che distinguono la specie umana dalle altre specie animali. Si tratta delle attività legate all’intelligenza, ai sentimenti e alla vita sociale degli individui, in breve al lato dell’uomo che distinguiamo dal lato più strettamente fisico e chimico (comune a tutte le specie animali) e indichiamo con il termine spirituale. Perché queste attività assumano il ruolo che nel comunismo sarà loro proprio, occorre evidentemente che gli uomini abbiano sviluppato in massa le facoltà relative. Questo sviluppo fa un balzo nella società borghese. Per questo il comunismo è uno stadio successivo al capitalismo. Il comunismo, come lo intendiamo noi comunisti, è concepibile solo sui presupposti creati dalla società borghese.

Infatti per sua natura questa è caratterizzata, rispetto alle società che l’hanno preceduta, dalle attività degli uomini per trasformare l’ambiente naturale. Fa compiere un salto qualitativo alla capacità degli uomini di adattare la natura alle proprie necessità e ai propri usi, di riprodurre in essa in quantità potenzialmente illimitata le combinazioni chimiche e fisiche e le specie vegetali e animali già esistenti e di crearne di nuove fino a trasformare anche se stessi sia sul piano fisico e chimico, sia sul piano spirituale. I fondatori della concezione comunista del mondo, Marx ed Engels, scoprirono questo percorso che la specie umana aveva fatto per un tratto, stava facendo ai loro tempi per un altro tratto e avrebbe potuto fare per un ulteriore tratto. Lo scoprirono studiando l’esperienza storica della specie umana e avvalendosi degli studi, delle elaborazioni e delle scoperte che avevano fatto altri scienziati e filosofi del loro tempo e del passato (ricordiamo ad esempio Hegel, Ricardo, Darwin).

 

La principale forza produttiva umana è costituita dal patrimonio scientifico e filosofico accumulato, dalla capacità di svilupparlo illimitatamente con la ricerca, dalle relazioni sociali con i connessi strumenti, istituti, istituzioni e procedure. Quando per la prima volta, all’incirca tremila anni fa se restiamo all’Europa, gli uomini si domandarono da dove venivano le loro idee, alcuni (detti idealisti) risposero che esse erano la riproduzione o il riflesso negli uomini delle idee degli dei o che gli uomini le prendevano da qualche altro posto dove comunque esse esistevano già belle fatte e compiute, altri (detti materialisti) risposero che esse erano la ricostruzione fatta dal cervello umano di cose, avvenimenti e relazioni che si producevano nel mondo dove gli uomini vivevano, erano ricostruzioni che grazie al loro cervello gli uomini facevano di quanto si produceva attorno ad essi e in essi. Riscrivendo e raffigurando in modo via via più dettagliato e più profondo nel proprio cervello (come propria coscienza) le cose, gli avvenimenti e le relazioni, gli uomini ricostruivano nel loro cervello un mondo a immagine di quello in cui vivevano e operavano. In questo loro mondo i concetti e le categorie erano immagini di cose, avvenimenti e relazioni. Compiendo questa attività mentale essi venivano inoltre sviluppando attività proprie della coscienza che ne derivava: legami logici tra le loro immagini, i loro concetti e le loro categorie che riproducevano i legami reali, al punto da riuscire in vari casi e in una certa misura a precedere con la loro mente l’esperienza pratica e a capire quello che con i loro sensi non percepivano. Le cose che i nostri sensi percepivano erano scomponibili in parti più piccole e facevano parte di complessi più grandi: parti più piccole e complessi più grandi via via più lontani dalla percezione immediata e diretta dei nostri sensi, ma altrettanto reali quanto quello che percepivamo con i sensi. Una cosa analoga avveniva per gli avvenimenti e le relazioni della nostra vita  individuale e sociale e per le cose del lontano passato e dell’avvenire. Tutte cose non percepite dai loro sensi, ma che gli uomini via via arrivavano a raffigurare nella coscienza che avevano costruito grazie alle cose percepite con i loro sensi. Per questa via gli uomini divenivano infine capaci di guidare la loro attività sul mondo esterno e su se stessi, superando il livello primitivo e istintivo di essa in modo da renderla più efficace per conseguire gli obiettivi perseguiti.

La lotta per instaurare il socialismo e la transizione dal capitalismo al comunismo sono gli obiettivi da perseguire per porre fine al capitalismo e alla crisi a cui l’umanità è approdata e che la direzione della borghesia e del clero aggrava. Noi comunisti siamo saldamente sul terreno del materialismo. Il comunismo è un livello della civiltà umana che gli uomini stessi devono costruire e, guardando le cose in linea generale, lo possono costruire solo grazie ai presupposti materiali e spirituali creati durante la fase borghese della loro storia.

 

Quando ai fondatori della concezione comunista del mondo venne posto il quesito se a loro giudizio era possibile che, stante le conquiste realizzate dalla società borghese in Europa e nei paesi d’America da essa derivati e lo sviluppo in corso del movimento comunista in questi paesi, in altri paesi gli uomini facessero direttamente il salto da società più primitive della società borghese al comunismo (il quesito venne posto dai rivoluzionari russi a proposito del loro paese), essi risposero (vedi ad esempio la Presentazione dell’edizione russa del 1882 del Manifesto del partito comunista) che per quanto ad essi era possibile capire, se la rivoluzione antifeudale che stava maturando in Russia si fosse combinata con una contemporanea rivoluzione socialista in Europa e nei paesi assimilabili, non era da escludere che le popolazioni della Russia passassero direttamente dalle forme più primitive di organizzazione sociale e di vita alle forme proprie della società comunista che si venivano profilando nella lotta del movimento comunista.

La combinazione ventilata da Marx ed Engels parve realizzarsi nel corso della prima crisi generale del capitalismo, nella prima parte del XX secolo. Ma di fatto quella combinazione non si è realizzata perché, per motivi propri della storia dei paesi imperialisti (che abbiamo esaminato in dettaglio in altri scritti, tra cui il nostro Manifesto Programma), quindi non attinenti al movimento comunista in Unione Sovietica ma interni al movimento comunista dei paesi imperialisti (in sostanza dell’Europa e degli USA), questo non ha compiuto la rivoluzione socialista in nessun paese imperialista. L’Unione Sovietica insieme alla Repubblica Popolare Cinese e agli altri paesi che si erano nel frattempo aggiunti all’Unione Sovietica, hanno per alcuni decenni svolto il ruolo di base rossa (esempio che le masse erano capaci di fare cose di cui secondo la borghesia e il clero non erano capaci, fonte di aiuto e ispirazione per ogni movimento rivoluzionario o anche solo progressista di ogni parte del mondo) della rivoluzione proletaria (combinazione di rivoluzione socialista nei paesi capitalisti e di rivoluzione antifeudale e antimperialista nei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale), finché la loro capacità di persistere in quel ruolo non si è gradualmente esaurita. Ma che esse non potessero procedere indefinitamente nella rivoluzione socialista e portarla alla vittoria definitiva a livello mondiale era ben chiaro nella concezione comunista del mondo e solo buffoni astuti alla Kruscev e opportunisti smaliziati alla Togliatti potevano credere o fingere di credere il contrario, pur dichiarandosi comunisti.

 

Con l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e lo sviluppo della seconda crisi generale del capitalismo in un certo senso la storia della specie umana è ritornata al punto in cui si trovava un secolo fa, benché con una nuova crisi generale del capitalismo più grave della precedente, con una maggiore unificazione  mondiale della specie umana, con una crisi ecologica che colpisce per la prima volta l’intera umanità e ad un livello superiore di sviluppo delle forze produttive umane.

 

Il comunismo è l’abolizione del capitalismo ed è anche l’unica soluzione che gli uomini possono dare alla crisi attuale. Solo grazie alla concezione comunista del mondo oggi possiamo individuare giorno per giorno, situazione per situazione i passi da compiere e il metodo per mobilitare e guidare le masse popolari a compierli. È a questo compito, a rendersi capaci di svolgere questo compito che noi pochi comunisti dobbiamo conquistare i promotori e i dirigenti di OO e OP e gli “aspiranti comunisti” (questo è il consolidamento e rafforzamento del Partito). Solo così riusciremo a portare le OO e OP a costituire il Governo di Blocco Popolare che a sua volta sarà il punto di partenza per una fase più sviluppata della guerra popolare rivoluzionaria che farà dell’Italia un nuovo paese socialista, nell’ambito della seconda ondata della rivoluzione proletaria che instaurerà definitivamente il socialismo.

 

Sono le masse popolari che organizzandosi fanno la loro storia!
Chi ha una concezione comunista del mondo è in prima fila alla loro testa!

Formare Organizzazioni Operaie in ogni azienda e Organizzazioni Popolari in ogni zona e quartiere!

Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!
 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].