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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Nel ricordo del 25 Aprile 1945,
mandiamo al macero
la Repubblica Pontificia!

Comunicato CC - 21 aprile 2012

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Comunicato CC 15/12 - 1° maggio 2012

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Per un Primo Maggio di lotta!

Cacciare la Giunta Monti-Napolitano!

Formare subito un governo ombra!

Viva il Governo di Blocco Popolare!

 

Quest’anno mentre celebriamo il Primo Maggio siamo alle prese con gli effetti della crisi del capitalismo che si aggrava e con le manovre e le contorsioni a cui senza sosta ricorrono la borghesia e il clero per prolungare, nonostante la crisi del capitalismo, la vita del loro sistema di relazioni sociali e dell’attuale sistema di relazioni internazionali.

Facciamo del 1° Maggio un’occasione

per rafforzare l’unità delle masse popolari,

per estendere la loro organizzazione,

per elevare la nostra coscienza delle caratteristiche della situazione a cui dobbiamo far fronte, della linea che dobbiamo seguire e dei compiti che dobbiamo assumere per farla finita con la borghesia e il clero, per porre fine al capitalismo e alla sua crisi.

Quale è la natura della crisi attuale? Come porci fine?

 

Per quanto l’attuale società sembri complessa e variegata, essa in ogni paese e a livello mondiale poggia su una struttura costituita da aziende create e gestite da capitalisti per accrescere il loro capitale assumendo lavoratori a produrre beni e servizi che i capitalisti vendono sul mercato. Su questa struttura è cresciuta e poggia l’attuale società con un’enorme sovrastruttura di istituzioni finanziarie e speculative, di attività e autorità politiche, culturali e religiose, di iniziative e pratiche di ogni genere: una sovrastruttura tanto grande, estesa e articolata che nasconde la struttura su cui poggia. Questa sovrastruttura è sconvolta su mille fronti e in mille aspetti, non funziona più, si inceppa in continuazione. È in preda alla crisi in ogni campo di attività, ma la sua crisi deriva dalla crisi della struttura su cui essa poggia. Alla base dell’attuale crisi finanziaria, politica, morale, culturale, intellettuale vi è la crisi della struttura capitalista su cui essa poggia. Chi cerca una soluzione alla crisi attuale operando solo nella sovrastruttura, è fuori strada: i suoi tentativi al massimo chiudono una falla aprendone un’altra. Per dare soluzione alla crisi attuale bisogna cambiare la struttura su cui poggia la società. Cosa significa questo?

 Da più di 30 anni il capitale accumulato è diventato talmente grande che i capitalisti non possono più valorizzarlo investendolo tutto in aziende che producono beni e servizi. Essi hanno quindi riversato a gara il loro capitale in altri campi d’impiego, nelle istituzioni finanziarie e nelle speculazioni, fino a ingorgare l’intera società. Hanno fatto ricorso a iniziative svariate per continuare a valorizzare il proprio capitale: finanziarizzazione, esternalizzazione, mondializzazione, globalizzazione, privatizzazione di servizi pubblici, eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari dei paesi imperialisti e in una certa misura anche quelle dei paesi oppressi avevano loro strappato nel secolo scorso sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale. La deregolamentazione dell’economia, la creazione di una enorme quantità di denaro, la speculazione selvaggia sono rimedi che i capitalisti, le loro autorità e istituzioni hanno messo in atto per continuare in qualche modo a valorizzare il capitale. Queste iniziative cresciute di numero e dimensioni si sono ingarbugliate tra loro e si paralizzano a vicenda. Da qui l’esplosione a fine 2007 della fase terminale della crisi.

Le manovre e le contorsioni con cui, in ogni paese e a livello internazionale, nonostante la crisi del capitalismo la borghesia e il clero cercano di perpetuare il sistema di relazioni su cui si basano i loro privilegi e interessi, i loro lussi e sprechi, stanno causando grandi e crescenti sofferenze di ogni tipo alle masse popolari in ogni paese, provocano un saccheggio crescente del pianeta e delle sue risorse fino a intaccare le condizioni stesse dell’esistenza dell’umanità, moltiplicano le guerre dichiarate, quelle mascherate da interventi umanitari e quelle non dichiarate affatto ma che provocano egualmente distruzioni, vittime e morti in ogni angolo della terra. Ma non porranno fine alla crisi del capitalismo.

Con le loro manovre e contorsioni la borghesia e il clero tappano buchi, colmano manifestazioni ora qui ora là, ma non intaccano la sostanza del problema, la fonte della crisi. Mettono l’uno contro l’altro i singoli paesi fomentando la concorrenza e la competizione. Accumulano senza fine armi di distruzione di massa, sempre più potenti. Fomentano e allargano guerre in tutto il mondo. Mettono in ogni paese l’una contro l’altra le singole parti delle masse popolari, come se non ci fosse posto per tutti. Additano gli immigrati e gli strati più poveri ed emarginati della popolazione, che essi stessi costringono ad arrangiarsi per sopravvivere, come la causa del disordine e dell’insicurezza, mentre ne sono le prime vittime: in nessun paese imperialista è qualche milione di persone in più che fa degenerare la situazione generale, sono la putrefazione dell’ordinamento sociale e l’impotenza del regime politico. Così facendo la borghesia e il clero aggravano le distruzioni e le sofferenze prodotte dalla crisi del capitalismo. Tutte le masse popolari devono mobilitarsi e organizzarsi per invertire questo corso delle cose.

 

Infatti sono le masse popolari organizzate che porranno fine alla crisi attuale eliminando il capitalismo. Chi ha studiato la natura della crisi attuale ne è pienamente cosciente. Esse sostituiranno, come struttura portante della società, alle unità produttive create e gestite dai capitalisti per valorizzare il proprio capitale, unità produttive create e gestite dai lavoratori organizzati che producono beni e servizi nella quantità e di qualità atte a soddisfare i bisogni della popolazione. La crisi continuerà ad aggravarsi finché troveremo il modo e creeremo le condizioni organizzative e politiche sufficienti per dare il via a questa costruzione. Creare le condizioni politiche per avviare e allargare questa sostituzione di aziende socialiste alle aziende capitaliste è l’instaurazione del socialismo. I primi paesi che daranno inizio a questo nuovo corso, apriranno la strada anche agli altri. Questo è oggi l’internazionalismo. Anche se non è la scusa per non fare niente, è comunque un’assurdità pensare di riuscire nelle condizioni attuali a intendersi e combinarsi per muoverci assieme contemporaneamente in tutti i paesi a  livello mondiale. L’unità europea (l’UE) e mondiale (FMI, OMC, Comunità Internazionale, ONU, ecc.) che si è creata tra paesi nel contesto del capitalismo si disfa sotto l’effetto della crisi. Trasformare il disfacimento dell’unità imposta dai capitalisti in una nuova unità fondata sulla collaborazione e sulla solidarietà tra le masse popolari di tutto i paesi e di tutto il mondo, iniziando a capovolgere le cose nel proprio paese: questa deve essere la nostra parola d’ordine!

 

In Italia dobbiamo creare le condizioni per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate in Organizzazioni Operaie e in Organizzazioni Popolari, il Governo di Blocco Popolare. Bisogna moltiplicare il numero delle OO e OP, bisogna promuovere la formazione di reti a livello locale e a livello nazionale. Bisogna promuovere la lotta di ogni OO e OP e di ogni rete per l’obiettivo per cui è costituita e mostrare nel corso di questa lotta, facendo leva sull’esperienza, che solo costituendo un proprio governo e liberandosi dalla Giunta Monti-Napolitano è possibile raggiungere il proprio obiettivo. Bisogna rendere il paese ingovernabile dalla Giunta Monti-Napolitano, promuovendo in ogni campo la disobbedienza ai suoi ordini, non pagando le sue imposte e tasse, i ticket e le tariffe che essa impone, trovando i modi per impedire o aggirare il carovita. Bisogna organizzare la disobbedienza, il non pagamento delle imposte, dei ticket, della tariffe in modo da paralizzare i meccanismi di repressione di cui la Giunta Monti-Napolitano dispone. Bisogna promuovere, organizzare e sostenere la rivolta e la ribellione. Quando un ordinamento sociale è ingiusto, il disordine è il primo passo per stabilire un ordinamento sociale giusto. È principalmente promuovendo, organizzando e praticando metodi di ribellione più efficaci e avanzati che si abbandonano quelli meno efficaci a arretrati. La critica giusta dei metodi di lotta arretrati, non è la condanna ma la pratica di metodi di lotta più avanzati.

Le persone e gli organismi (in primo luogo la FIOM, la sinistra dei sindacati di regime e i sindacati alternativi: USB, CUB, Cobas, ecc.) che godono già della fiducia delle masse popolari organizzate devono mettersi alla testa di questo movimento per cacciare la Giunta Monti-Napolitano e costituire il GBP. Su questo si verifica la sincerità del loro impegno, il loro coraggio e la loro capacità di guidare le masse popolari alla rivolta contro la Giunta Monti-Napolitano e a costruire il nuovo sistema di relazioni sociali necessarie per far fronte alla crisi del capitalismo.

La Giunta Monti-Napolitano si è costituita violando la Costituzione. È illegittima e illegale. I suoi ordini sono abusi. Ogni misura atta a metterla in difficoltà, a incepparne il funzionamento, è giusta e legittima. Chiunque (persona, organismo e gruppo sociale) deve mettere in opera le misure alla sua portata. Bisogna moltiplicare le proteste ad ogni livello e di ogni tipo, bisogna organizzare l’evasione fiscale, bisogna estendere la denuncia anche giudiziaria dell’illegalità della Giunta Monti-Napolitano, bisogna mettere l’una contro l’altra le istituzioni del regime, sfruttando ogni appiglio e ogni occasione, in ogni campo.

Le persone e gli organismi che godono già della fiducia delle masse popolari organizzate devono costituirsi in governo ombra, per allargare la mobilitazione delle masse popolari, per chiamare a raccolta tutte le persone di buona volontà perché elaborino, indichino e mettano in opera ad ogni livello, in ogni campo, in ogni caso concreto, in ogni azienda minacciata di chiusura, delocalizzazione o riduzione, le misure e i provvedimenti più adeguati per le masse popolari, per riattivare e migliorare la produzione di beni e sevizi, per provvedere alla salvaguardia del territorio, per rimodernare i quartieri e i paesi, per trasformare i sistemi energetici, dei trasporti, delle comunicazioni e dei servizi pubblici in modo adeguato alla salvaguardia e al miglioramento dell’ambiente e dell’igiene pubblica. Basta con speculazioni tipo TAV, Expo 2015, America’s Cup e grandi opere pubbliche.  Mobilitiamo tutti i lavoratori e tutte le forze produttive per riorganizzare la vita sociale, rimodernare il paese e salvaguardare il territorio secondo i criteri più avanzati e più favorevoli alle masse popolari.

Ogni persona, organismi, gruppo, amministrazione pubblica (comunale, provinciale e regionale), ogni funzionario, chiunque si dichiara disponibile a lavorare in questo senso, deve essere messo alla prova impegnandolo nella costituzione di organismi, nell’organizzazione della disobbedienza alla Giunta Monti-Napolitano e del rifiuto di pagare imposte, tasse e ticket, nel sostegno alla resistenza, nella solidarietà con le vittime della repressione della Giunta Monti-Napolitano e dei suoi agenti e manutengoli.

L’IMU è solo l’ultima (in ordine di tempo) estorsione escogitata ai danni delle masse popolari, come lo sono stati già l’introduzione dei contratti di lavoro precari, l’innalzamento dell’età della pensione, la riduzione dei trasferimenti ai Comuni, alle Province e alle Regioni e il Patto di Stabilità, la cancellazione del diritto alla reintegrazione dei lavoratori colpiti da licenziamenti illegittimi (art. 18), l’attacco agli ammortizzatori sociali, la tolleranza dell’introduzione del regime Marchionne nelle fabbriche e tanti altri provvedimenti presi dai governi della Repubblica Pontificia in questi anni: centro-destra e centro-sinistra, circo Prodi e banda Berlusconi a gara nell’attuare il programma comune della borghesia imperialista. La Giunta Monti-Napolitano è l’ultima espressione di questo maledetto corso delle cose.

L’imposizione dell’IMU alle masse popolari è l’alternativa escogitata dalla Giunta Monti-Napolitano per non tassare i patrimoni dei ricchi e i capitali dei magnati della finanza e del Vaticano rifugiati nella banche svizzere e nei paradisi fiscali. Bisogna organizzare il non pagamento dell’IMU in modo da paralizzare o almeno intralciare le ritorsioni della Giunta: ogni cavillo legale, ogni dimostrazione di forza, ogni astuzia vanno messi in opera, propagandati e organizzati. I magistrati e gli avvocati democratici devono dimostrare la loro buona volontà e la sincerità dei loro propositi mettendo a punto e indicando i meccanismi che intralciano il funzionamento dell’apparato repressivo. Questo significa organizzare il rifiuto del pagamento dell’imposta, oltre che denunciare l’ingiustizia del provvedimento e propagandare la disobbedienza!

Infine bisogna promuovere la solidarietà con i membri delle masse popolari bersaglio della repressione del regime. Quanto più prosegue nella sua politica antipopolare, tanto più la Repubblica Pontificia ricorre alla repressione.

Mercoledì 2 maggio a Bologna riprende l’Ottavo Procedimento Giudiziario contro il (n)PCI e le organizzazioni che in qualche modo collaborano con esso all’impresa di fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

In gennaio Giancarlo Caselli (Procura di Torino) ha lanciato una serie di arresti, obblighi di firma, comunicazioni giudiziarie e altre angherie contro il Movimento NO TAV della Val di Susa.

In aprile Giancarlo Capaldo (Procura di Roma) ha lanciato una serie di arresti, obblighi di firma, comunicazioni giudiziarie e altre angherie prendendo a motivo la giusta rivolta del 15 ottobre a Roma contro la banda Berlusconi e i suoi mandanti.

Perquisizioni, arresti in carcere o domiciliari, obblighi di firma, multe, angherie varie stanno dilagando nel paese spesso come misure preventive e intimidatorie.

Bisogna mobilitare ogni forma di solidarietà popolare verso le vittime di misure repressive.

Bisogna promuovere proteste contro la repressione dei movimenti popolari, tanto più intollerabile perché contemporaneamente la Repubblica Pontificia manifesta la massima tolleranza verso gli autori delle stragi di Stato (p.zza Fontana, Brescia, ecc.), verso i mandanti e gli esecutori delle macellerie della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto a Genova e della caserma Ranieri a Napoli, verso le Organizzazioni Criminali, verso gli  autori di omicidi bianchi e di reati e crimini finanziari e ambientali, ecc. ecc. Questa si chiama giustizia, ma è solo repressione di classe.

Bisogna mobilitare magistrati, avvocati, poliziotti e carabinieri democratici perché trovino il modo di opporsi, di prevenire, di neutralizzare e di paralizzare queste operazioni repressive: qui si misura la sincerità delle loro dichiarazioni, il loro coraggio morale e il loro senso di responsabilità sociale. La disobbedienza agli ordini ingiusti, illegali e criminali è un dovere civile!

Bisogna organizzare la ribellione a queste angherie: la violazione degli arresti domiciliari, la disobbedienza agli obblighi di firma, il non pagamento delle multe.

Bisogna trasformare ogni procedimento giudiziario in un processo di rottura.

 

Gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno mostrato chiaramente che le masse popolari già oggi rispondono generosamente ogni volta che un centro autorevole le chiama alla lotta e l’organizza. Risponderanno ancora più generosamente e con maggiore combattività man mano che si formerà un centro dirigente che si dimostrerà capace di lavorare con continuità, con iniziativa, con coerenza, con intelligenza e con efficacia per dare al paese un governo di emergenza popolare. Noi comunisti non siamo dei dottrinari. La nostra dottrina non è un dogma, ma una guida per l’azione. Per questo oggi appoggiamo la costituzione del GBP.

Bisogna denunciare la destra sindacale (Camusso & C), la sinistra borghese (Vendola, Ferrero & C) legata al PD e tutti quelli che apertamente o subdolamente collaborano con la Giunta Monti-Napolitano. Ma più importante ancora è prendere le iniziative che sono alla portata delle proprie forze, sfruttare a vantaggio del movimento di rivolta anche le mosse che la destra sindacale e la sinistra borghese collaborazionista fanno per mantenere credibilità, per ostacolare la formazione di una direzione alternativa ad esse, per deviare le masse popolari ed esaurire e soffocare la loro combattività. La denuncia è tanto più efficace quanto più prendiamo noi iniziative e costringiamo la destra sindacale e la sinistra borghese collaborazionista a rincorrere, per tenersi a galla, le nostre iniziative.

Gli operai e gli altri lavoratori devono organizzarsi in ogni azienda per gestire i problemi aziendali ed esercitare egemonia sul territorio.

Le masse popolari devono organizzarsi in ogni zona per gestire i problemi locali e concorrere a risolvere i problemi regionali e nazionali.

Gli organismi e i personaggi che già godono della fiducia e del sostegno delle masse popolari organizzate devono assumere le loro responsabilità, costituirsi in governo ombra, in comitato di salvezza nazionale e mettersi alla testa del movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Questa è la via che il Comitato No Debito, l’Alba (Manifesto per un soggetto politico nuovo), la Rete dei Comuni per i Beni Comuni, il Movimento dei Forconi, il Movimento dei Pastori Sardi e gli altri movimenti analoghi devono imboccare.

Il GBP deve dare forza e forma di legge ai provvedimenti particolari che le masse popolari organizzate indicheranno caso per caso per far fronte agli effetti della crisi, attuando il programma delle Sei Misure Generali:

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa  esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

 

Il CC del nuovo Partito Comunista Italiano si appella agli operai più avanzati e agli altri membri avanzati delle masse popolari: devono costituire clandestinamente in ogni azienda e in ogni zona Comitati di Partito per appoggiare e promuovere l’organizzazione delle masse popolari, la costituzione di OO e OP e mobilitare le persone e gli organismi più autorevoli a costituire subito un governo ombra e mettersi alla testa del movimento per costituire il GBP!

 

I personaggi che godono di fiducia e di seguito tra le masse

popolari organizzate, devono costituire subito un governo ombra,

devono costituire subito un comitato di salvezza nazionale!


Non dare tregua alla Giunta Monti-Napolitano che traballa!


Rompere con le istituzioni e le imposizioni degli speculatori,

degli uomini della finanza, dei banchieri e delle istituzioni dell’UE!


Con la mobilitazione, con le proteste, con le nostre iniziative

impediamo alla destra moderata (PD) e alla

destra sindacale (Camusso) di collaborare con il governo Monti!


È legittimo solo quello che è conforme agli interessi delle masse popolari!

Abolire il Debito Pubblico! Rimettere in moto l’economia nazionale!


Dalla Valle di Susa, alla Sicilia, alla Sardegna; da Napoli, a Roma, a Milano;

da un capo all’altro del paese un solo grido:

Governo di Blocco Popolare!

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].