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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Via il governo Monti!

Comunicato CC - 30 gennaio 2012

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Comunicato CC 07/12 - 5 febbraio 2012

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Che la manifestazione di sabato 11 febbraio sia un altro passo
avanti sulla via della costituzione del Governo di Blocco Popolare!

 

La salvezza non ci piove dal cielo!

La salvezza non ci verrà dalla Comunità Internazionale degli speculatori e dei guerrafondai presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma!
Non ci verrà dal governo Monti né da altri governi emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e succubi alle istituzioni del sistema imperialista mondiale!
Non ci verrà dalla Corte Pontificia né dal suo servile fattore, il presidente Giorgio Napolitano!
Non ci verrà dalle istituzioni della Unione Europea né dal governo Merkel!

La salvezza dobbiamo costruircela noi, masse popolari organizzate!

Sono le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari, i lavoratori dipendenti dai capitalisti, i lavoratori del settore pubblico e altri lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi (Movimento dei Forconi e simili), i disoccupati, gli studenti, gli immigrati, le casalinghe e i pensionati che organizzati possono costituire un governo d’emergenza e con esso far fronte subito agli effetti più gravi delle manovre della borghesia e del clero e avviare la soluzione della crisi!

Niente guerre né comandanti alla Marchionne o alla di Paola!
Né concorrenza e competitività tra aziende e paesi!
Collaborazione e solidarietà saranno le leggi del nuovo mondo!
 

La crisi del capitalismo avanza a grandi passi in tutto il mondo, si aggrava di mese in mese. Quelli che sperano che finisca per conto suo o grazie alle misure delle istituzioni del sistema imperialista, passeranno di delusione in delusione perché tra alti e bassi la crisi si aggrava.

La crisi finirà solo se ci poniamo fine noi comunisti, con le masse popolari organizzate e con il resto delle masse popolari.

La crisi imperversa nel nostro paese e negli altri. In una maniera o nell’altra rovina o addirittura distrugge la vita di milioni di persone. La rovina incombe su di noi, come su miliardi di altri esseri umani. Non solo disoccupati e precari, persone senza speranza e prospettiva. Ma bastano alcuni centimetri di neve d’inverno e qualche giorno di  pioggia d’estate, come ce ne sono da un numero incalcolabile di anni, per paralizzare il paese e uccidere. A questo ci hanno portato: hanno urbanizzato la popolazione, ma senza le strutture adeguate alla vita urbana. Le strutture e le infrastrutture del paese sono lasciate all’abbandono da una classe dominante occupata a speculare in borsa, sugli immobili e sui terreni, una combinazione di speculatori e di parassiti immersi negli agi, nei vizi, negli sprechi, nella corruzione e nel lusso.

Le loro manovre cambiano di giorno in giorno, da un paese all’altro. Ma il risultato è che interi paesi vanno in rovina. Milioni di persone sono sottoposte a un regime disumano di sfruttamento e di inquinamento. Milioni di esseri umani sono gettati ai margini della società, emarginati, disoccupati e precari, in una vortice che si aggrava di giorno in giorno, mentre minacce sempre più gravi di guerra incombono sul mondo. Le manovre dei gruppi sionisti padroni d’Israele e delle potenze imperialiste contro Iran e Siria alimentano i rischi di guerra per tutti. Gli imperialisti moltiplicano armi e basi militari in ogni area del mondo: le devono usare e le usano per districarsi dai lacci che loro stessi si sono stretti al collo, dato che il movimento comunista non si è ancora risollevato dal declino, non è ancora diventato nuovamente una potenza mondiale che si contrappone al sistema imperialista mondiale. Nei deliri dei generali della NATO e dei cardinali del Vaticano, Sigonella dovrebbe diventare la base per bombardare i paesi di mezzo mondo, in collaborazione con i gruppi sionisti che dominano in Israele.

Contemporaneamente la distruzione dei diritti e di quel poco di democrazia che le masse popolari avevano conquistato, va di pari passo con l’eliminazione di pensioni, ammortizzatori sociali e previdenza, con la riduzione dei salari dei lavoratori dipendenti e dei redditi dei lavoratori autonomi, con la rapina delle ricchezze delle classi medie. Perfino la stampa e i mezzi di comunicazione del regime sono zeppi di descrizioni della rovina che si aggrava di giorno in giorno, come sono zeppi di pregiudizi e di notizie inventate e deformate, che diffondono sistematicamente per intossicare le coscienze e distogliere l’attenzione dalla realtà, ostacolare l’iniziativa e l’unità tra le masse popolari. Ma ognuno può constatare attorno a sé la rovina materiale e morale, le mille forme di disfacimento della società. Questa esperienza diretta contrasta l’intossicazione e la diversione e nessun censore la cancella.

 

Comunque non è la denuncia che manca. Il primo principale problema nel campo delle masse popolari è la sfiducia che noi possiamo cambiare il corso delle cose, la poca fiducia che dipende da noi cambiarlo. Il secondo problema è la linea e il metodo giusti per farlo.

La crisi non è una fatalità. Dipende dal sistema di relazioni sociali in cui si svolge la nostra vita, dal sistema che abbiamo ereditato dal passato. Non è più all’altezza della situazione che esso stesso ha creato. Le classi dominanti attuali e le loro autorità non sono in grado di governare le forze materiali, morali e intellettuali di cui oggi l’umanità dispone. Il sistema di relazioni sociali e il sistema di relazioni internazionali che ereditiamo dal passato le rende impotenti. Ed esse per loro natura non ne hanno altri. La borghesia imperialista e il clero si agitano in ogni modo e senza alcun scrupolo per imporli e conservarli. Per questo si agitano, ma seguono il corso delle cose.

Le sofferenze atroci che affliggono miliardi di esseri umani, la disperazione e la mancanza di prospettive che rende amara o incerta e precaria la vita degli altri sono il risultato delle manovre e delle misure prese dalla borghesia imperialista, dal clero e dalle loro autorità per perpetuare il sistema di relazioni di cui sono gli esponenti e la personificazione, su cui si basano il loro potere e i loro privilegi. La loro natura e la natura di quel sistema sono una cosa sola. È stupido aspettarsi la salvezza da loro. Essi non concepiscono altro mondo che  questo. Non saprebbero comunque farne uno diverso. Perché il solo nuovo mondo possibile è il mondo del socialismo e del comunismo.

La crisi infatti consiste nel fatto che miliardi di esseri umani non possono più produrre e riprodurre neanche le condizioni materiali della vita quale è stata finora, finché restano schiavi del sistema di relazioni sociali e internazionali che fa capo al sistema imperialista mondiale, alla Comunità Internazionale della borghesia imperialista e del clero, alle istituzioni degli speculatori, dei generali, dei professori e dei funzionari al servizio di quella Comunità. Il capitale accumulato è talmente grande, che ha creato un ingorgo inestricabile nell’economia reale: si è quindi riversato nella speculazione finanziaria. Ma questa, arrivata a un certo livello, aggrava l’ingorgo dell’economia reale. È quello che avviene attorno a noi. Continuare a vivere alla vecchia maniera è impossibile.

 

Il socialismo e il comunismo sono la soluzione delle contraddizioni del mondo attuale e contemporaneamente conservano e mettono in valore tutte le conquiste che finora l’umanità ha fatto. Quello che nascerà non è un mondo costruito come l’attuale attorno al capitalista che vuole arricchirsi e che usa i proletari per arricchirsi. Sarà un mondo costruito attorno a strutture che funzionano secondo le decisioni dei lavoratori organizzati e che sorgono ed esistono perché i lavoratori organizzati lo vogliono. L’individuo che il capitalismo e l’economia mercantile hanno creato emancipandolo dalla comunità primitiva, ma in misura limitata e in forma caricaturale, finalmente nel mondo comunista si dispiegherà in tutte le sue crescenti potenzialità.

Il mondo del socialismo e del comunismo è il mondo in cui tutti dispongono dei beni e dei servizi necessari a una vita dignitosa, tutti devono dare il loro contributo a crearli e tutti partecipano alla gestione e alla direzione della vita sociale, alle attività, proprie della specie umana, della creazione, della conoscenza e dell’arte, ognuno al massimo delle proprie capacità. È il mondo che può esistere, di cui le masse popolari hanno bisogno, che esse possono creare e che creeranno acquisendo nuovi diritti, ma assumendo anche nuovi doveri e svolgendo nuovi compiti. I compiti da cui le classi dominanti hanno da sempre distolto le classi oppresse. La trasformazione delle masse popolari con noi comunisti in prima linea è il motore e la misura della costruzione del nuovo mondo

Non creeremo questo mondo di colpo, ma possiamo avviarne la nascita, possiamo aprire la scuola pratica dove a milioni impareremo a costruirlo, creeremo un nuovo sistema di relazioni. Il compito dei lavoratori organizzati è avviare questa scuola. Questo è il compito che ci spetta svolgere oggi. Si tratta di trovare in ogni paese la strada per incominciare.

 

Per far fronte alla crisi del capitalismo, alle sofferenze e alle rovine che la borghesia, il clero e le loro autorità provocano con le loro manovre e misure, nel nostro paese sono già sorte migliaia di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari. Cose analoghe avvengono anche negli altri paesi. In tutto il mondo le masse popolari e in particolare i lavoratori e i giovani, tutti quelli che per avere da vivere devono lavorare perché non vivono sfruttando il lavoro altrui, si agitano, tumultuano e si organizzano. I paesi che per primi faranno il salto, dove le OO e OP prenderanno in mano la direzione del paese, il potere, quei paesi saranno di esempio e apriranno la strada anche agli altri, oltre che dare immediatamente soluzioni, anche solo provvisorie, ai propri problemi, almeno ai più gravi.

Nel nostro paese il compito immediato che noi comunisti assumiamo e a cui chiamiamo tutti gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, consiste nel portare le migliaia di OO e OP già esistenti a coordinarsi tra loro e nel moltiplicarle. Bisogna portarle a darsi l’obiettivo di costituire un proprio  governo d’emergenza e che lo impongano alla borghesia, al clero e alle loro autorità rendendo il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e succube alle istituzioni del sistema imperialista mondiale.

I lavoratori avanzati, in particolare gli operai avanzati, tutti gli esponenti avanzati delle masse popolari devono organizzarsi e organizzare, a livello d’azienda, su ogni problema della vita corrente, in ogni centro abitato; devono coordinarsi a livello locale, di zona, provincia, regione e dell’intero paese e stabilire relazioni internazionali.

Bisogna in modo organizzato rompere ogni collaborazione con le autorità che impongono le manovre e le leggi della borghesia, del clero e del loro governo. Bisogna creare a ogni livello nuove autorità di propria fiducia, che agiscono secondo le indicazioni delle OO e delle OP e operano sotto il loro controllo e con il loro sostegno. Questo devono essere le Amministrazioni Comunali d’Emergenza e a ogni altro livello le Amministrazioni Locali d’Emergenza. La sospensione organizzata del pagamento delle bollette dell’acqua, del tutto illegali dopo la vittoria dei referendum di giugno 2011, è un esempio di quello che possiamo e dobbiamo fare in ogni campo. Bisogna organizzare la distribuzione dei beni e dei servizi a tutti quelli che ne sono privati a causa della crisi. Nessuno deve essere privo dei beni e dei servizi necessari a una vita dignitosa. Soprattutto bisogna costituire organismi, agenzie e commissioni per avviare in ogni campo i lavori necessari per restaurare il paese, ristabilire la produzione di beni e servizi, rianimare la vita civile e creare strumenti di coesione sociale, dare inizio allo sviluppo su larga scala delle attività specificamente umane e mobilitare i milioni di disoccupati, di persone senza lavoro, di persone sottoccupate per svolgere tutti questi compiti. C’è bisogno del lavoro di tutti. A chi si lamenta e reclama, le OO e OP devono indicare quello che lui può subito direttamente fare e che sposta la situazione nella direzione giusta. Le OO e le OP devono imparare a essere all’altezza del compito di impegnare ogni persona in un lavoro utile e dignitoso. Con il lavoro di tutti, le OO e le OP possono risolvere ogni problema. Ci sono i mezzi materiali e le conoscenze necessari per farlo. Bisogna rimettere in moto l’economia reale, secondo un piano di attività coordinate e adatte al risanamento, alla conservazione e al miglioramento dell’ambiente naturale: Guido Viale e altri espongono e dettagliano con fervore ogni giorno misure che, messe con i piedi per terra, cioè prese in mano dalle OO e OP, sono gran parte di quello che serve promuovere e organizzare. Bisogna subordinare a questo il regolamento dei problemi monetari e finanziari che ne derivano. La moneta e la finanza devono servire all’economia reale e a migliorare la produzione e la distribuzione: per il resto sono manie e abitudini storicamente sorpassate della borghesia imperialista e delle sue istituzioni, con cui regoleremo i conti. Questa deve essere la premessa da cui partire anche per regolare i problemi del passato e le relazioni internazionali. Anziché gettare nella disperazione e nel caos le masse popolari, saranno le istituzioni della borghesia e del clero a essere sconvolte.

 

I lavoratori avanzati, gli elementi avanzati delle masse popolari, le OO e OP devono mettere alla prova tutte le persone che già ora godono di prestigio e di autorità presso le masse popolari, perché a livello locale, a tutti i livelli fino al livello nazionale assumano le responsabilità che la situazione impone e che proprio per la loro attuale posizione sociale loro possono svolgere: che quindi devono svolgere.

Viviamo in tempi eccezionali, dobbiamo far fronte a una situazione d’emergenza. Molte cose che andavano più o meno bene fino a ieri, ora non sono più accettabili e lo saranno sempre meno. Bisogna cambiare. Le persone che godono di prestigio e autorità devono mettersi alla testa del movimento per costituire il Governo di Blocco  Popolare. Tre sono gli ambiti dove oggi abbondano simili persone che devono mettersi in gioco per la costituzione del GBP.

 

- 1. I sindacati sono i più grandi centri di mobilitazione di cui dispongono oggi le masse popolari del nostro paese. Gli esponenti della sinistra sindacale e dei sindacati alternativi devono smettere di cullarsi nell’idea di limitarsi a fare i buoni sindacalisti e distinguersi così dai sindacalisti complici dei padroni e corrotti. Tanto più devono smettere di fare, inascoltati, “i consulenti e consiglieri del principe”, al modo dei dirigenti dei sindacati complici. Oggi devono assumersi la responsabilità di mobilitare le masse popolari, di chiamarle a organizzarsi principalmente per un compito politico: per costituire un loro governo d’emergenza, il GBP. Gli esponenti della sinistra sindacale, a partire dalla FIOM e i dirigenti dei sindacati di base, in particolare della USB, della CUB, della Confederazione Cobas, devono assumere responsabilità di governo a ogni livello, mettersi alla testa delle OO e OP per favorirne il coordinamento e per servirle nella realizzazione dei rispettivi obiettivi. Oggi vari di questi dirigenti, nonostante il prestigio e la fiducia di cui godono e il potere di mobilitazione e di direzione di cui di conseguenza dispongono, si trastullano in discussioni e in compiti inutili o secondari, indicano obiettivi inconsistenti e comunque fuorvianti.

Maurizio Landini si è bloccato sulla Germania. La borghesia e le autorità italiane dovrebbero fare come la borghesia tedesca. Gli potremmo obiettare che la borghesia italiana non è la borghesia tedesca: la borghesia italiana è da sempre anemica a uno stadio più o meno acuto, a causa del persistente contagio proprio della Corte Pontificia, del suo clero e del loro mondo di usi, costumi e mentalità feudali da cui non si è mai liberata. Ma più facile da constatare e più gravido di conseguenze è il fatto che proprio la Germania è un paese in equilibrio molto precario, la cui rottura, se non avviene per opera del movimento comunista tedesco, sconvolgerà l’intera Europa. È un equilibrio che certamente comunque non durerà a lungo, anche se è forse impossibile dire con precisione quando si spezzerà e come, perché questo dipenderà dagli operai e dai lavoratori tedeschi e in una certa misura anche dal contesto internazionale e quindi anche da noi. Ma che si spezzerà è certo, tanto l’equilibrio è fragile. Su una popolazione di più di 80 milioni di abitanti, il governo Merkel per il 2011 ha dichiarato ufficialmente 41 milioni di lavoratori occupati e 3 milioni di disoccupati. Ma ha dichiarato anche che lungo tutto il 2011 le ore di lavoro retribuite sono state 57.5 miliardi. Vale a dire in media 30 ore a settimana per lavoratore occupato. Ossia la borghesia imperialista tedesca e il suo governo Merkel mantengono in Germania l’ordine pubblico nonostante il sistema di relazioni sociali capitaliste 1. perché milioni di lavoratori sono inquadrati da contratti aziendali e costretti a lavorare a tempo parziale, grossomodo come i cassaintegrati da noi (altrimenti i disoccupati, a secondo che si consideri tempo pieno le 35 o le 40 ore/settimana, sarebbero da 5 a 10 milioni di più dei 3 milioni ufficiali), 2. perché la borghesia tedesca esporta tanti beni nel resto d’Europa e nel mondo quanti ne esporta le Cina con una popolazione di 1.3 miliardi: è il più grande paese esportatore del mondo, a pieno titolo l’officina del mondo.

Gianni Rinaldini con Uniti per l’Alternativa fa bei discorsi su quello che devono fare i sindacati, ma manca il cappello e il quadro perché l’opera che propone sia un’alternativa al corso attuale delle cose. Un sindacato che promuove rivendicazioni, che mobilita per rivendicare salari e diritti, va bene, sarebbe un’ottima scuola di comunismo: insegnerebbe ai lavoratori a organizzarsi e farsi valere, renderebbe consapevoli dei loro diritti quelli che ancora non lo sono, quelli che sono ancora disposti a fare sacrifici per i padroni o per guadagnarsi il paradiso. Ma nella situazione attuale da chi rivendica il reddito di cittadinanza, gli aumenti salariali e tutto il resto che Gianni Rinaldini e Luca Casarini dettagliano con zelo? Dal governo Monti e simili che non solo ballano solo alla  musica del mercato finanziario, ma dipendono interamente da esso per la loro esistenza? Da padroni che non fanno che chiudere aziende, convertirsi alla finanza o delocalizzare?

Giorgio Cremaschi e i dirigenti dell’USB sono certamente più consapevoli che la chiave di volta della situazione è costituire un governo d’emergenza, ma aspettano che lo facciano altri. Sia Cremaschi che i dirigenti dell’USB oscillano tra invocare che altri facciano un governo d’emergenza ed esporre misure e rimedi che dovrebbero essere applicati da un governo compatibile con le istituzioni e le regole del mercato finanziario e con i vertici della Repubblica Pontificia.

Sta alle OO e alle OP, agli elementi avanzati e in particolare agli operai avanzati dare la sveglia a questi e ad altri dirigenti sindacali che godono della loro fiducia e hanno potere di mobilitazione e raccolta. E qui siamo sulla buona strada e l’opera diretta di noi comunisti è più feconda. Ad esempio citiamo i delegati FIOM del gruppo FIAT che hanno recentemente diffuso il comunicato che riportiamo qui appresso per intero, tanto è significativo di un orientamento che si sta affermando anche tra operai avanzati che non hanno ancora aderito al partito comunista.

“Il coordinamento nazionale dei delegati Fiom del Gruppo Fiat riunitosi in data 21 gennaio 2012, a fronte dei gravissimi attacchi che il governo sta portando avanti contro i diritti dei lavoratori (abolizione delle pensioni di anzianità, tentativo di cancellazione dell'art.18, ecc.) chiede alla Fiom che la manifestazione nazionale del 11 Febbraio sia esplicitamente anche contro il Governo Monti e di indire uno sciopero generale nazionale con corteo a Roma aventi i medesimi contenuti e finalità.

Il coordinamento ritiene di una gravità inaudita sia l'accordo separato siglato nel Gruppo Fiat, sia l'accordo per una disciplina specifica per l'auto in deroga al ccnl separato del 2009 siglato da Federmeccanica, Fim e Uilm per l'indotto.

Pertanto l'obbiettivo di tutti i delegati, militanti, iscritti e lavoratori della Fiom presenti in Fiat e nell'indotto è di portare avanti ogni azione possibile di contrasto a questi accordi: dobbiamo farli saltare rendendoli inapplicabili nei fatti!

Sia perseguendo le opportune vie legali sia portando all'esterno le ragioni della nostra lotta e coinvolgendo il resto della classe lavoratrice e della società nella sua attuazione, sia, soprattutto, attraverso la costruzione dei rapporti di forza e del conflitto negli stabilimenti.

Pertanto il coordinamento Fiat assume, come linee generali, le seguenti decisioni:

1. A fronte del raggiungimento del quorum con la raccolta di 19.058 firme, rivendichiamo che sia rispettato il volere dei lavoratori e che venga svolto il referendum abrogativo sull'accordo Fiat. Allo stesso tempo chiediamo alla Fiom di non firmare in nessun caso, a prescindere dall'esito della consultazione, tale accordo e proseguire la battaglia iniziata a Pomigliano nel giugno del 2010.

2. Per contrastare il regime reazionario ed antidemocratico instaurato, nonché l'esclusione del nostro sindacato, rivendichiamo che la politica dia attuazione legislativa a quanto previsto dalla legge di iniziativa popolare sulla democrazia promossa dalla Fiom e depositata in parlamento.

3. Creare conflitto negli stabilimenti per contrastare l'applicazione dell'intesa, partendo, per esempio, dalla proclamazione dello sciopero contro l'attuazione di tutte le 120 ore di straordinario comandato. A tal fine è necessario che l'organizzazione fornisca ai nostri compagni presenti nelle fabbriche l'adeguata copertura sindacale (come l'utilizzo della sigla di organizzazione per la proclamazione degli scioperi improvvisi, ecc).

4. Costituire coordinamenti provinciali di Gruppo che coinvolgano tutti i nostri attivisti nella elaborazione, oltre  che nell'attuazione, delle scelte che di volta in volta verranno assunte. I comitati degli iscritti debbono diventare il cuore organizzativo della nostra iniziativa.

5. Dare visibilità alla nostra iniziativa anche all'esterno seguendo l'esempio di quanto stanno portando avanti i compagni di Pomigliano e di Mirafiori (presidi permanenti con camper, volantinaggi regolari, ecc.).

Infine, a fronte di un disimpegno che si fa sempre più consistente della Fiat dall'Italia,  assume importanza improrogabile l'elaborazione di una nostra proposta strategica sul futuro dell'industria dell'auto nel nostro paese. Non possiamo gestire “stabilimento per stabilimento” le future vertenze di esuberi o chiusura di siti produttivi. In gioco c'è il destino di migliaia di lavoratori. Pertanto il coordinamento si da appuntamento tra un mese circa per porre questo tema all'ordine del giorno della nostra discussione.

Firmato: Giuseppe Violante, Salvatore De Felice (Maserati Modena); Domenico Loffredo, Ciro D'Alessio, Raffaele Manzo (Fiat Pomigliano); Vincenzo Chianese (Ergom Pomigliano); Daniele Manzini, Sauro Palazzi, Paolo Ventrella, Matteo Parlati, Elvis Fischetti, Michele Adorni, Maurizio Grillenzoni, Pasquale Marano, Santo Gioffreda, Ferdinando Parisi, Silvano Merighi, Marco Barile (Ferrari Modena/Maranello); Dino Miniscalchi, Antonio Gravinese, Martino Cosimo (SATA Melfi);  Maurizio Cocerio, Antonio Ettari, Roberto Malverti (New Holland Modena); Pasquale Loiacono (Mirafiori Torino).”

Un pronunciamento del genere spinge i dirigenti sindacali nella direzione giusta. Noi comunisti lo appoggiamo, diffonderemo e rafforzeremo l’orientamento da cui nasce.

 

- 2. In secondo luogo, dopo i sindacati, possibili componenti di un governo d’emergenza sono i sinceri democratici della società civile. Il loro numero è già grande e il loro potere crescente.

Un esempio promettente è costituito dalla appena nata (28 gennaio 2012) Rete dei Comuni per i Beni Comuni, di cui sono illustri e fervidi promotori il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il suo assessore Alberto Lucarelli. Bisogna sostenerli perché portino a fondo il loro impegno a fianco delle masse popolari, senza seguire il triste esempio della Lega Nord e fermarsi di fronte alla rottura del Patto di Stabilità imposto dal governo centrale e alla minaccia di commissariamento e perché mettano al centro della loro attività la realizzazione della parola d’ordine: un lavoro utile e dignitoso per tutti.

Un altro esempio promettente è il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che dopo la brillante mobilitazione che ha portato al successo dei referendum di giugno 2011, ora è impegnato a impedire al governo Monti di violare il risultato del referendum e a costringere le amministrazioni locali ad attuarlo.

Reti e movimenti di questo genere sono numerosi e si moltiplicheranno. I loro promotori e dirigenti, se persisteranno nei loro propositi, non potranno che confluire nel movimento per la costituzione del GBP ed è nella natura della cose che ne siano alla testa.

Noi comunisti dobbiamo appoggiare la loro candidatura, sostenerli nei loro propositi positivi e spingerli in avanti.

 

- 3. Bisogna infine chiamare a svolgere un ruolo politico conforme al loro prestigio i numerosi esponenti della sinistra borghese non accecati dal loro anticomunismo al punto da preferire sperare e invocare un nuovo Ulivo di Prodi piuttosto che unirsi al movimento per la costituzione del GBP spaventati dal fatto che per sua natura questo apre la sia alla rinascita del movimento comunista e porta all’instaurazione del socialismo.

Per sinistra borghese intendiamo quegli esponenti della attività politica borghese che nei loro progetti e nelle loro proposte non oltrepassano l’orizzonte della società borghese, non concepiscono che sia possibile un mondo che  funziona senza capitalisti, senza produzione mercantile, senza denaro, cioè il comunismo e tanto meno concepiscono le vie terra terra, contrastate e multiformi, sperimentali attraverso cui l’umanità ci arriverà. In Italia sono in larga misura gli eredi e successori dei revisionisti moderni e rifuggono dalla concezione comunista del mondo come il diavolo dall’acqua santa, anche se alcuni di loro si professano marxisti.

L’attuale sinistra borghese è un prodotto dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria. Quasi un secolo fa il Partito comunista russo, diretto prima da Lenin e poi da Stalin, ha portato la popolazione dell’immenso, variegato e complessivamente arretrato impero zarista a sviluppare un movimento rivoluzionario che ha trasformato la prima crisi generale del capitalismo nella prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, nel cui ambito il Partito comunista cinese diretto da Mao ha promosso la formazione della Repubblica Popolare cinese, si sono sviluppate le guerre di liberazione nazionale che hanno posto fine al vecchio sistema coloniale, i lavoratori e le masse popolari di tutto il mondo si sono battute contro l’opposizione feroce della borghesia imperialista e del clero guidato dalla Corte Pontificia, hanno strappato grandi conquiste di civiltà e benessere e hanno raggiunto un livello morale e intellettuale enormemente più avanzato rispetto a quello a cui le relegavano la borghesia imperialista e il clero. Né in Unione Sovietica né in Cina né negli altri paesi socialisti noi comunisti abbiamo però mai costruito società quali potevamo e potremo costruire nei paesi imperialisti, enormemente più avanzati. Invece di trovare e rimediare ai motivi per cui nei paesi imperialisti noi comunisti allora non siamo riusciti a costruire sistemi di relazioni sociali più avanzati (cioè a instaurare il socialismo, per dirla nei termini scientifici del marxismo), gli esponenti della sinistra borghese sono sconvolti dall’indignazione per i limiti (quelli effettivi e quelli inventati dagli apparati di intossicazione della borghesia e del clero) che i primi paesi socialisti non hanno superato. Il loro risentimento per i limiti dei primi paesi socialisti e della prima ondata della rivoluzione proletaria è tale che li paralizza di fatto in larga misura nella loro azione contro la borghesia imperialista e il clero che ha coinvolto l’umanità nella seconda crisi generale del capitalismo, in una distruzione di uomini, di cose e dell’intero pianeta a cui la borghesia imperialista e il clero non possono porre fine.

Ma oltre che indignati per quei limiti, gli esponenti della sinistra borghese sono anche impregnati della mentalità borghese, legalitaristi, persone perbene e pieni di soggezione verso il venerando mondo borghese, al punto che molti di loro recalcitrano a mettere in gioco le loro venerabili persone e mettere alla prova le loro idee. Sono finiti per impantanarsi nei governi Prodi, all’ombra dell’Ulivo.

Ma la sinistra borghese ha una notevole importanza nei paesi imperialisti e certamente nel nostro paese. I suoi insuccessi elettorali sono dovuti al fatto che, entrata come era inevitabile per sua natura nel teatrino della politica borghese, si è accodata alla destra moderata, cosa anch’essa inevitabile stante la debolezza del movimento comunista che è ancora all’inizio della sua rinascita. Noi comunisti dobbiamo quindi non avere preclusioni nei loro confronti, nonostante i loro trascorsi. Dobbiamo combattere in loro la tendenza diffusa a concentrare l’attenzione su quello che non fanno gli altri, anziché su quello che possono fare loro che non fanno ancora, tendenza di cui è esponente esemplare Paolo Flores d’Arcais. Ma dobbiamo cercare di fare in modo che diano il meglio che possono dare e partecipino in questo modo alla rivoluzione socialista. E non hanno altra scelta se non vogliono finire a rimorchio della destra reazionaria.

 

Gli esponenti di queste tre fonti di futuri componenti del GBP attualmente sono sempre più ricchi di iniziative. Sono in effervescenza. Reti e movimenti come Uniti per l’alternativa, No debito, Forum Italiano dei Movimenti  per l’Acqua, Rete dei Comuni per i Beni Comuni e altri sono ottimi movimenti, nel quadro della strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che noi comunisti perseguiamo. Essi contribuiranno tutti alla rivoluzione socialista, quali che siano le concezioni attuali dei loro promotori ed esponenti. Il primo passo sarà il loro contributo al movimento per costituire il GBP.

Contribuiranno se non altro perché, se persistono nei loro propositi, nessuno di questi movimenti potrà fare altro. Cosa farebbe infatti in un paese in mano a un governo che si pone come compito principale quello di soddisfare gli interessi del mercato finanziario e quindi, nella attuale effettiva situazione, sacrificare a quelli l’economia reale, gli interessi, i diritti e le conquiste di civiltà e di benessere, insomma tutto quello che, più o meno unilateralmente, è nelle aspirazioni, nei sogni e nei propositi di ognuno di questi movimenti? Ognuno di essi deve per sua natura puntare a formare un governo che si pone come compito principale la ripresa e lo sviluppo dell’economia reale ecocompatibile al servizio della massa della popolazione e solo su questa base, con questa premessa, regolare i problemi finanziari, politici e militari che il sistema imperialista mondiale certamente frapporrà all’attività del GBP. Un tale governo troverà la forza per continuare la sua attività nell’appoggio delle OO e delle OP (comprese quelle dei lavoratori autonomi, del tipo Movimento dei Forconi, dei movimenti dei pescatori, autotrasportatori, agricoltori, addetti ai distributori di benzina, artigiani, ecc. ecc.), che costituiscono la gran parte del paese reale.

Le rivendicazioni da sole, senza l’obiettivo del GBP e la lotta per costituirlo, dividono le masse popolari e offrono alla borghesia imperialista e al clero mille margini di manovra e appigli per mettere una parte delle masse popolari contro l’altra per fomentare la mobilitazione reazionaria. Difesa del posto di lavoro, creazione di nuovi posti di lavoro, difesa dei diritti dei lavoratori e del resto delle masse popolari, difesa e miglioramento dell’ambiente e mille altri obiettivi si escludono l’un l’altro nell’ambito del sistema di relazioni sociali capitalisti. Essi invece sono complementari, l’uno richiede l’altro nella nostra lotta per costituire il GBP, farlo funzionare e difenderlo. Non lotteremmo con successo, efficacemente per un obiettivo se non lottassimo anche per gli altri. Chi mette questi obiettivi, li presenta come alternativi, è una persona che rifiuta di andare, nella pratica e anche solo nel pensiero, oltre l’orizzonte della società borghese. Ma chi persegue con determinazione anche solo uno di questi obiettivi, trova la realizzazione delle sue aspirazioni nella lotta per costituire il GBP e nell’attività del GBP.

 

Ma cosa devono fare concretamente questi possibili candidati a comporre il GBP, possibili promotori della sua costituzione grazie al ruolo che già oggi hanno nell’attuale società?

Smettere di limitarsi a proclamare cosa il governo della borghesia e del clero dovrebbe fare; non limitarsi a lamentarsi che è uno scandalo che la stampa e la TV del regime non insorgano contro le malefatte dei padroni e del loro governo; non accontentarsi di deplorare che le cose vanno male perché “gli altri” non parlano e non capiscono; cessare di giustificare la propria inerzia con la scusa che le masse popolari sono poco combattive. Ma mettersi invece con decisione alla testa del movimento per costituire il GBP; dichiararsi disponibili a far parte del GBP; coalizzarsi tra loro per costituire il GBP; proporre alle OO e OP un programma come le Sei Misure Generali formulate dal (n)PCI; convocare assemblee e manifestazioni delle OO e OP su questo programma; chiamare alla disobbedienza civile e fiscale, alla sospensione del pagamento delle tariffe e delle tasse e ad altre misure analoghe: le imposte devono servire solo a finanziare attività utili alle masse popolari. Diventeranno così centri di aggregazione e promotori del movimento delle OO e delle OP per costituire il GBP: un ruolo che fa leva sulla posizione sociale che già hanno e da essa sviluppa un movimento nuovo.

 Un movimento di questo genere, una volta preso il via, riceverà alimento anche da ogni manovra antipopolare del governo Monti e di governi affini: come l’Armata Rossa Cinese si alimentava in armi attingendo proprio alle forniture che gli imperialisti USA riversavano in Cina a sostegno dei generali anticomunisti. I governi asserviti al mercato finanziario infatti non lasciano margini di manovra neanche ai sindacati complici, figuriamoci le possibilità di vita che lasciano ai lavoratori combattivi: non gli basterebbe neanche l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori! Proprio essi spingeranno sempre più lavoratori ad arruolarsi nel movimento per costituire il GBP.

 

Il governo che personalità simili costituiranno ovviamente non è né il “governo operaio” né il “governo dei lavoratori” auspicato e invocato da alcune organizzazioni (Partito Comunista dei Lavoratori, Falce Martello e altre) che si dichiarano comuniste. Al governo degli operai e dei lavoratori certamente arriveremo, perché solo instaurando il socialismo regoleremo definitivamente i conti con il capitalismo, la sua crisi e i suoi protagonisti, la borghesia imperialista e il clero. E il socialismo vuol dire costruire un mondo che cresce attorno alle strutture messe in moto e dirette dai lavoratori organizzati. Ma arriveremo al governo degli operai e dei lavoratori quando si sarà formato un numero sufficiente di operai e di lavoratori animati dalla concezione comunista del mondo e organizzati nel partito comunista, quindi capaci di mobilitare, trascinare con sé e dirigere il resto degli operai e dei lavoratori e tramite questi il resto delle masse popolari a instaurare il nuovo sistema di relazioni sociali. Quel numero di operai e di lavoratori comunisti si formerà proprio nella lotta per costituire, far funzionare e difendere il GBP che sarà però composto da personalità dei tre ambienti sopra indicati e probabilmente anche da alcuni esponenti della borghesia imperialista. Perché quando una classe va a morire e di fatto cerca di trascinare tutto il mondo nel suo tramonto, ci sono sempre individui e gruppi che se ne staccano, cercano mediazioni, cercano più o meno lealmente o con secondi fini, con risultati variabili, di aderire in qualche modo al nuovo mondo e comunque di confluirvi. Quando durante la prima ondata della rivoluzione proletaria il movimento comunista avanzava e sembrava irresistibile, perfino dall’interno della Chiesa Cattolica Romana si sviluppò un movimento di aggiornamento che aspirava a una qualche conciliazione con il nuovo mondo che avanzava. E fu il Concilio Vaticano II dai cui effetti i prelati restauratori dell’ortodossia feudale e della piena collaborazione con il sistema imperialista mondiale non sono ancora riusciti a liberarsi completamente, nonostante il sopravvenuto declino del movimento comunista. E prima ancora del Concilio Vaticano II, vari esponenti della borghesia russa, per non parlare della borghesia cinese, avevano analogamente aderito ai nuovi regimi diretti dai comunisti che si erano formati nei rispettivi paesi, con risultati che dipesero principalmente dalla direzione che i comunisti dettero all’intero processo di trasformazione sociale. La borghesia ha un grande nemico da cui non riesce a disfarsi: la sua stessa natura. Proprio essa la porta alla sconfitta sino a morirne, quando si trova a confrontarsi con un movimento antagonista dotato di una direzione abbastanza lungimirante e decisa a vincere con la stessa determinazione con cui il partito comunista diresse l’Armata Rossa a respingere le orde naziste che la borghesia imperialista e il Vaticano avevano riversato sull’Unione Sovietica.

 

Certamente alcuni compagni ci obietteranno: “Ma non è riformismo tutto questo proporre un GBP formato da personalità non comuniste? Non è alimentare illusioni irrealizzabili, disperdere energie in progetti che il movimento reale spazzerà via? Non è ripetere l’esperienza fallimentare dei governi di Fronte Popolare degli anni ’30 del secolo scorso?”.

 Certamente la parola d’ordine della costituzione del GBP è riformismo nella concezione e in parte anche nell’attività di tutti quelli che non vedono oltre il GBP. Sarà riformismo nella concezione e nell’attività di tutti quelli che non vogliono e non vorranno andare oltre il GBP. Per noi comunisti è il modo in cui la nuova società si forma usando “gli attrezzi e il materiale” della società attuale, quelli che ci sono. Non c’è altro modo: così procede la storia. In nessuna parte del mondo esiste o è mai esistito un capitalismo puro che si trasforma in un comunismo puro. La costituzione e l’attività del GBP, oltre che porre rimedi sia pure precari e provvisori agli effetti più disastrosi della crisi del capitalismo e delle manovre della borghesia, del clero e delle loro autorità, proprio grazie all’attività che le OO e OP dispiegheranno per farlo funzionare e difenderlo dagli attacchi dei nemici esterni e interni, accelererà la rinascita del movimento comunista e creerà così le condizioni per instaurare il socialismo che porterà oltre, a un livello superiore, il lavoro che il GBP per sua natura avrà solo iniziato.

 

Le OO e le OP è un fatto che ci sono e si moltiplicano, come ci sono gli esponenti dei tre ambienti sopra indicati. Costituendo il GBP le masse popolari organizzate possono porre fine rapidamente agli effetti più gravi della crisi economica e ambientale in corso, che altrimenti si aggrava di giorno in giorno. In collaborazione con gli altri paesi che hanno i nostri stessi problemi e prendono la nostra stessa strada, possono avviare l’uscita del nostro paese dal marasma politico, culturale, morale, economico e ambientale in cui la borghesia e il clero ci hanno condotto.

Ogni membro delle masse popolari può contribuire. Chi vuole compiere questa impresa deve organizzarsi con altri, in ogni fabbrica e in ogni azienda, in ogni caseggiato, quartiere e paese. Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono coordinarsi tra loro e costituire reti ad ogni livello, locale e nazionale. Le OO e le OP devono costituire un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare, che abbia come programma le Sei Misure Generali:

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

La garanzia del successo del GBP non sta principalmente nelle buone intenzioni e nella rettitudine individuale dei personaggi che lo comporranno: sta principalmente nel legame dialettico tra il GBP e le OO e le OP.

Per questo il GBP deve essere composto da persone che godono della fiducia delle OO e OP e sono decise a dare forma e forza di leggi ai provvedimenti che le OO e le OP indicano caso per caso per attuare nel caso concreto quelle Sei Misure Generali, anche se sono provvedimenti che ledono gli interessi e i privilegi della borghesia, del clero, dei ricchi e del sistema imperialista mondiale, vanno contro le loro abitudini, le loro istituzioni, le loro  aspirazioni e la loro mentalità, susciteranno la reazione rabbiosa e violenta del sistema imperialista mondiale e della sua quinta colonna interna. E proprio questa reazione precipiterà la sua rovina. La costituzione e l’attività del GBP sconvolgerà il funzionamento delle istituzioni del mercato finanziario, non solo in Europa ma nel mondo. Ma esso riuscirà a spezzare gli attacchi del sistema imperialista mondiale facendo leva sul sostegno delle OO e OP e delle masse popolari italiane, sulla rivoluzione che a vari livelli si sviluppa negli altri paesi e sulla collaborazione e la solidarietà delle autorità dei paesi che hanno un rapporto ambivalente con il sistema imperialista mondiale e che per i più vari motivi cercano di sottrarsi alle sue costrizioni: dal Venezuela all’Iran alla Cina.

Non sarà certo un pranzo di gala. Sarà una lotta acuta ma possiamo vincerla. L’alternativa è essere travolti nella crisi del capitalismo e usati dalla Comunità Internazionale della borghesia e del clero, per le sue manovre e le sue guerre.

 

Un governo come il GBP può invece adottare i provvedimenti necessari per far fronte ai ricatti, alle pressioni, ai sabotaggio e al boicottaggio del sistema imperialista mondiale e della sua quinta colonna in Italia: quindi può anche abolire il Debito Pubblico salvaguardando solo gli interessi dei piccoli risparmiatori. A quel punto il Debito Pubblico della Repubblica Pontificia non sarà più un problema per le masse popolari: sarà un problema per i suoi creditori, le istituzioni finanziarie, le banche, i ricchi e gli speculatori.

Le OO e le OP sono in grado di far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione del GBP come male minore, come rimedio provvisorio alla situazione. I vertici della Repubblica Pontificia sono sempre più divisi e in lotta tra loro. I vertici della Repubblica Pontificia non hanno soluzione per la crisi politica in cui hanno cacciato il nostro paese. Sono forti nel frenare, ma deboli nell’innovazione: sono infatti forze reazionarie, con lo sguardo e il cuore volti al passato. La sostituzione del governo Monti al governo Berlusconi è stata un colpo di mano, a cui Berlusconi si è piegato per motivi ancora oscuri combinati però certamente nel sottobosco della malavita e della criminalità in cui pascolano sia Berlusconi sia i plenipotenziari della Corte Pontificia. Ma è una soluzione precaria, non ha la forza per resistere a un’offensiva delle OO e delle OP incentrata sulla costituzione del GBP. Le OO e le OP sono la soluzione politica se rendono il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia.

Messi di fronte ad una situazione del genere, i vertici della RP ingoieranno la costituzione del GBP come male minore e come ripiegamento provvisorio. Essi non sono ancora pronti a scatenare la guerra civile per reprimere l’insubordinazione delle masse popolari. Non occorreranno neanche nuove elezioni: faranno votare il GBP dal loro attuale Parlamento tutte le volte che sarà necessario. Anche il governo Monti lo hanno installato senza nuove elezioni. Essi conteranno di riprendere la situazione in mano sabotando l’attività del GBP. Ma una volta costituito il GBP, le OO e le OP si mobiliteranno per indicare i provvedimenti particolari e concreti da prendere, per assicurare la loro scrupolosa attuazione e per reprimere ogni tentativo di sabotare o boicottare l’attività del GBP. Così facendo esse impareranno a governare il paese e a dirigersi, si renderanno capaci di far fronte vittoriosamente alla guerra civile se gli elementi più criminali della borghesia e del clero oseranno scatenarla, apriranno la strada alla rinascita su grande scala del movimento comunista e all’instaurazione del socialismo.

Il GBP pone fine al rovinoso corso attuale delle cose in cui la borghesia imperialista e il clero si agitano e apre un nuovo corso. Esso può creare una unità via via più forte e più articolata tra le masse popolari. Questa è la sola via per uscire dalla crisi. Non ce n’è un’altra. Oggi l’umanità ha nelle sue mani più possibilità di quante ne ha mai  avute. Possiamo produrre tanti beni e servizi quanti ne occorrono perché ogni essere umano faccia una vita dignitosa, acceda al massimo delle sue capacità al patrimonio culturale e morale che l’umanità ha accumulato, partecipi alla gestione della vita politica e sociale: niente più segreti e privilegi! Possiamo conservare e migliorare l’ambiente della Terra e lanciarci in nuove conquiste. Ma dobbiamo costruire un nuovo sistema di relazioni sociali, dobbiamo trasformarci. Per questo a chi si lamenta e reclama, dobbiamo indicare anzitutto cosa lui può fare direttamente per spostare la situazione nella direzione giusta.

Questa è la via aperta del progresso. Mentre i padroni negano il futuro alle nuove generazioni. Accumulano come maniaci forsennati sempre più soldi e sempre più armi di distruzione di massa. Distruggono persino quei pochi diritti e quel poco benessere che una parte dell’umanità aveva conquistato nel secolo scorso nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria e rendono nuovamente precari i lavoratori. In ogni paese e a livello internazionale schiacciano nella miseria e nell’abbrutimento la parte meno organizzata e più debole delle masse popolari. Impongono angherie di ogni sorta agli immigrati, alle donne, ai giovani, ai pensionati. Fomentano guerre in ogni angolo del mondo e trasformano decine di migliaia di giovani in mercenari criminali. Devastano, saccheggiano e inquinano l’intero pianeta. Mettono ogni parte dell’umanità “contro il resto del mondo”, come si è lasciato andare a dire Marchionne. Anche i padroni meno arroganti dicono che non possono fare diversamente, perché lo impone la mondializzazione, la globalizzazione, la crisi, la concorrenza, il mercato, cioè il loro sistema. La vita e il progresso della massa della popolazione sono incompatibili con esigenze inderogabili del capitale finanziario. Noi comunisti dobbiamo aprire una via diversa dal corso attuale delle cose, la via del progresso: anche le manovre reazionarie del governo Monti e affini spingeranno le masse popolari a imboccarla.

 

Questa è la strada per far fronte alla situazione in cui la borghesia e il clero ci hanno cacciato.

Questa è la via che noi comunisti indichiamo agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari, alle OO e OP, ai dirigenti della sinistra sindacale e dei sindacati alternativi, ai sinceri democratici, agli esponenti della sinistra borghese non completamente accecati o corrotti dal loro anticomunismo.

Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si compiranno passi decisivi per il futuro immediato del nostro paese.

La manifestazione indetta a Roma per sabato 11 febbraio, anniversario dei Patti Lateranensi tra Mussolini e il Papa, dalla FIOM e da decine di organizzazioni che si sono associate alla FIOM, deve essere una prova di unità e di forza contro il governo Monti!

Noi comunisti chiamiamo tutte le OO e OP a partecipare e a farne un passo avanti verso la costituzione del GBP, un passo che continui a un livello superiore il movimento messo in moto dalla storica manifestazione del 16 ottobre 2010!

A questo devono contribuire anche i sindacati alternativi, in particolare USB, CUB e Confederazione Cobas, battendo i calcoli di divisione e contrapposizione tra organismi sindacali concepiti dai vertici della Repubblica Pontificia e alimentati dalla destra sindacale!

A questo devono contribuire anche gli organismi e i movimenti dei lavoratori autonomi, come il Movimento dei Forconi, che sono scesi in lotta contro il governo Monti e le sue misure criminali!

Via il governo Monti!

È il governo più autorevole, più autoritario e più reazionario del governo
Berlusconi imposto dai vertici della Repubblica Pontificia e dalla Comunità
Internazionale dei re della finanza, dei guerrafondai e dei gruppi sionisti!

Che divampi in tutto il paese la protesta contro le misure criminali
del governo Monti e confluisca nel movimento per costituire
un governo d’emergenza popolare!

Che la classe operaia si metta ovunque alla testa della protesta!
Che tutta la sinistra sindacale occupi il suo posto nella protesta!
Che in ogni azienda i delegati sindacali e gli operai combattivi chiamino i
loro compagni di lavoro a organizzarsi, a resistere e a lottare!

Oggi i sindacati non devono limitarsi a fare i sindacati: se si limitano a
protestare e a rivendicare, conducono i lavoratori alla sconfitta!

Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare
rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata
che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari
in ogni angolo del mondo!

Creare in Italia le condizioni per la costituzione di un governo d’emergenza
popolare, il Governo di Blocco Popolare!
Moltiplicare ovunque Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari,
rafforzarle e orientarle a costituire un loro governo d’emergenza!

Rendere il paese ingovernabile
da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia:
con una campagna di disobbedienza, di scioperi e di proteste,
appropriandosi dei beni e dei servizi da cui una parte crescente della
popolazione è esclusa, non pagando le tasse e i ticket, creando ovunque
amministrazioni locali che rompano il Patto di Stabilità e di sudditanza
imposto dal governo centrale!

Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda
e in ogni centro abitato!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

Il 2012 può essere l’anno della riscossa e l’inizio di una nuova era
per il nostro paese: dipende da noi!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].