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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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L'anno dell'offensiva!
Comunicato CC - 6 gennaio 2012

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Comunicato CC 02/12 - 9 gennaio 2012

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Per trovare la via d’uscita dalla crisi, guardiamoci
bene dall’influenza e ancora più dalla direzione di simili “comunisti”!

Valentino Parlato al nostro soccorso!

 

Nel primo Comunicato di quest’anno del CC del (n)PCI [http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2012/com.12.01.06.html], rivolgendoci ai compagni della Carovana del (n)PCI, ai suoi simpatizzanti, ai membri delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, ai lavoratori avanzati, agli altri esponenti avanzati delle masse popolari e ai sinceri democratici, insomma a tutti i lettori dei nostri Comunicati e alla cerchia delle persone da esse mobilitare, organizzate o anche solo influenzate, li abbiamo messi in guardia dalla sinistra borghese. Proprio il manifesto di ieri domenica 8 gennaio pubblica un editoriale con cui Valentino Parlato è venuto in nostro aiuto e ha mostrato “sul campo” quanto la nostra messa in guardia è necessaria.

Perché i nostri lettori apprezzino nella sua giusta misura l’aiuto che ci dà Valentino Parlato, premettiamo che Valentino Parlato è uno dei portavoce della sinistra borghese più abili e più vicini al movimento comunista e in generale alle masse popolari che lottano per emanciparsi dalla borghesia imperialista, dal clero e dal resto dei vertici della Repubblica Pontificia.

Dopo la manifestazione del 15 ottobre scorso non si è unito al cento per cento alla canea degli aspiranti collaboratori di polizia, a quelle persone in qualche misura influenti nel campo delle masse popolari che, lungi dall’indicare e organizzare la strada per passare da forme salutari ma primitive di rivolta a forme superiori e più efficaci, hanno rafforzato per quanto in loro potere il perbenismo, il legalitarismo e le altre catene che intralciano la lotta delle masse popolari e si sono unite a quei dirigenti dei sindacati e delle altre organizzazioni di massa del regime che fanno delle manifestazioni di piazza cerimonie rituali per dare sfogo all’indignazione delle masse popolari e smorzarne la combattività, per dividerle e per ribadire la loro direzione.

Ancora più significativo della posizione di Valentino Parlato è che anche nei lontani anni ’70 e ’80 non si è unito al cento per cento ai promotori della caccia ai “terroristi”. Certo, già allora si è ben guardato dal mettersi alla testa del vasto movimento di lotta per ricostruire il partito comunista e per tracciare una via per l’instaurazione del socialismo i cui esponenti più avanzati avevano perfino impugnato le armi, mettersi alla testa e impedire che finisse risucchiato e schiacciato nelle spire del militarismo. Ma neanche allora si era allineato al cento per cento con l’asse DC-PCI contro le Brigate Rosse, nonostante le forti pressioni che ricevette essendo già allora eminente il suo ruolo in un organo autorevole come il manifesto.

In conclusione Valentino Parlato ha le carte in regola per rappresentare moralmente e intellettualmente il meglio della sinistra borghese.

 Invitiamo quindi i nostri lettori a leggere con attenzione l’editoriale di Valentino Parlato che il manifesto di domenica 8 gennaio ha pubblicato.

 

Elogio del debito

La Germania preme per l'approvazione di norme più stringenti sul bilancio degli Stati europei. Ci sarà un incontro tecnico il 12 gennaio, poi la riunione dei ministri finanziari il 23 e infine il Consiglio dei capi di Stato e di governo il 30 gennaio. E c'è ovviamente dissenso sull'obbligo di mantenere in pareggio i bilanci pubblici. In apparenza sembrerebbe ovvio questo rifiuto del deficit, ma in concreto, e molto ragionevolmente, c'è scontro. E - credo io - molto ragionevolmente perché del debito nella vita delle persone e anche degli Stati non si può fare a meno. È certamente vero che quando si dice che uno è pieno di debiti si dà un giudizio molto negativo. Ma il debito nella vita è utile e talvolta necessario.

Come farebbero tanti cittadini ad acquistare la casa d'abitazione senza fare un mutuo, cioè un debito? La stessa condizione vale per gli Stati, tanto che molti già premono perché la spesa per investimenti sia esclusa dal divieto di far debiti. Insomma c'è debito e debito. C'è il debito per continuare a vivere al di sopra delle proprie condizioni materiali e c'è il debito per migliorare la propria vita. E, aggiungerei, ove escludessimo il debito dalla nostra vita che cosa ci sarebbero a fare le banche? Senza il debito non ci sarebbero iniziative imprenditoriali, non ci sarebbe sviluppo. E questo vale fortemente per gli Stati: investimenti e piani di sviluppo difficilmente si potrebbero fare senza ricorrere al debito e anche i buoni del tesoro (oggi così cari per lo Stato italiano) non sono altro che la legittimazione del debito pubblico.

Non si tratta, ovviamente, di fare l'apologia del debito, ma di evitare (come accade oggi, nell'attuale crisi) la demonizzazione del debito. Mettere il divieto di debito pubblico in Costituzione è stato assolutamente autolesionista, interpretarlo rigidamente porterebbe alla paralisi dell'iniziativa pubblica. Certo oggi nell'attuale situazione di crisi la virtuosa Germania vorrebbe imporre una severa disciplina a tutti gli Stati dissoluti e debitori, ma - ripeto - sarebbe un vincolo autolesionista e inaccettabile. 

Ripeto, non si tratta di fare l'apologia del debito, ma di evitare che, pur motivati dall'attuale crisi, si stronchi l'iniziativa pubblica. Non è proprio il caso di promuovere le banche e il debito privato e di maledire il debito pubblico. E tutto questo solo a favore della virtuosa Germania. 

Se in Italia vogliamo veramente la crescita - come l'attuale governo promette - ricorrere al debito pubblico sarà necessario, anche se siamo piuttosto indebitati.

 

In che senso con questo editoriale Valentino Parlato rafforza la nostra messa in guardia dall’influenza e a maggior ragione dalla direzione della sinistra borghese?

La sinistra borghese è quella corrente politica i cui esponenti nelle loro analisi della realtà, nei loro progetti, nei loro piani d’attività politica e culturale, nelle loro parole d’ordine e nemmeno nei loro sogni vanno oltre le relazioni sociali entro le quali i borghesi si aggirano nella pratica, per fare i loro affari: le relazioni di scambio, le relazioni monetarie, le relazioni finanziarie; le istituzioni finanziarie, le banche e la moneta; il credito e il debito, i prezzi e gli interessi, il capitale, il profitto e la rendita. Non concepiscono un mondo senza questi feticci in nome dei quali la borghesia imperialista e i suoi agenti strangolano l’umanità, un mondo senza questa religione borghese che da regola progressista di vita quale fu fino a due secoli fa a fronte dei sistemi sociali di cui prendeva il posto, è diventata ragione di morte per il Pianeta e per l’umanità.

 Secondo la sinistra borghese il capitalismo è il punto d’arrivo definitivo e ultimo dell’evoluzione della specie umana.

Gli esponenti della sinistra borghese sono tuttavia d’accordo che una cosa è il capitalismo puro e un’altra cosa il sistema imperialista mondiale come si presenta oggi. Riconoscono che quest’ultimo ha molti difetti. Anzi il loro contributo nel denunciarli è spesso apprezzabile, perfino utile a noi comunisti data la scarsità delle nostre forze nella fase attuale. Ma gli esponenti della sinistra borghese nascondono o addirittura negano che il sistema imperialista mondiale di cui sono vittima oggi le classi sfruttate e i popoli oppressi, è la forma attuale del sistema di relazioni sociali e del sistema di relazioni internazionali che si sono formati di fatto, per un processo di storia naturale, nel corso di alcuni secoli a partire dall’Europa dalla cellula base del modo di produzione capitalista. Questa cellula è costituita dal capitalista che per aumentare il suo capitale assume proletari perché producano come merci i beni e i servizi con cui l’umanità vive.

La sinistra borghese non vede, non concepisce, rifiuta di pensare, definisce vetero-comunista, stalinista, contro-natura, totalitaria, criminale (insomma copre con i peggiori insulti della cultura borghese e della cultura clericale) l’idea che gli uomini devono o anche solo l’idea che sono in grado di costruire un sistema di relazioni sociali e un corrispondente assetto di relazioni internazionali che abbia alla sua base non quella cellula base, ma la produzione e la distribuzione di beni e servizi fatte da una rete nazionale e mondiale di aziende che funzionano, la rete e le singole aziende, secondo decisioni prese dai lavoratori organizzati ed eseguite da persone da loro incaricate che a loro rendono conto del loro operato, avendo come misura del loro operato il benessere di tutti e di ognuno, senza la mediazione di prestiti e di debiti, di banche e di istituzioni finanziarie, di capitali e di profitti. Non concepiscono un’umanità la cui produzione e distribuzione di beni e servizi e tutte le attività individuali e sociali non hanno come motore basilare l’avidità dei capitalisti di moltiplicare il loro denaro e la loro libera iniziativa, ma la decisione di esseri umani organizzati in associazioni locali, regionali, nazionali e mondiale nelle quali il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti, cioè il comunismo.

Nella pratica gli esponenti della sinistra borghese dedicano il meglio e comunque il grosso delle loro risorse intellettuali a decifrare e a descrivere le manovre che la borghesia imperialista compie per prolungare nel tempo il suo sistema di relazioni sociali nonostante la crisi generale del capitalismo, perché è da esse che loro si ripromettono la soluzione della crisi. Disputano tra loro su quale sarebbe la manovra giusta e risolutiva della crisi che le autorità del sistema imperialista mondiale dovrebbero compiere.

Quanto all’influenza che essi esercitano sulle masse popolari, gli esponenti della sinistra borghese esercitano il grosso della loro influenza a far schierare le masse popolari organizzate a sostegno dell’una o l’altra delle manovre che la borghesia imperialista dovrebbe compiere dividendosi quindi così in partiti contrapposti e a deviare la loro attenzione dalla lotta per instaurare il socialismo.

L’editoriale di Valentino Parlato esprime nel modo più puro la sostanza della sinistra borghese ed è importante perché mostra a quale livello possono scendere persino i migliori esponenti della sinistra borghese. In un momento in cui attraverso le relazioni di debito e credito la borghesia imperialista strozza l’umanità, Valentino Parlato proclama con belle parole che le relazioni di debito e credito sono un aspetto essenziale della natura umana, mostrando che in effetti sono un aspetto essenziale della società borghese moderna. Ovviamente non è neanche concepibile che si possa andare oltre la società borghese moderna. Non arriva a dire che le praticavano già anche Adamo ed Eva o gli indiani d’America, ma poco ci manca. Comunque neanche il dubbio che un altro mondo sia possibile, emerge dal discorso di Valentino Parlato. Siamo quindi grati a Valentino Parlato per la  conferma che ha dato ai nostri sforzi per chiarire ai nostri lettori l’essenza della sinistra borghese e perché le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari, cioè le masse popolari organizzate che vogliono farla finita con la crisi del capitalismo, con i suoi vari effetti perversi e con le manovre criminali con cui la borghesia imperialista prolunga la vita del suo sistema di relazioni sociali e del suo sistema di relazioni internazionali, devono decisamente e nettamente sottrarsi all’influenza della sinistra borghese.

 

Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari

Alcuni dei nostri lettori ci hanno chiesto come mai insistiamo con l’espressione Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari.

Le parole e le espressioni hanno una certa importanza per formare e per comunicare le idee. Ovviamente molte parole ed espressioni sono usate in accezioni diverse. Confondere nell’uso accezioni diverse serve a confondere le idee. Noi con l’espressione masse popolari indichiamo tutti “quelli che riescono a vivere solo se riescono a lavorare”. Esse si contrappongono all’altra parte dell’umanità costituita da “quelli che godono di tutti i privilegi senza lavorare o che, se lavorano, non lo fanno per vivere, ma per aumentare la loro ricchezza” (capitolo 2.2. del Manifesto Programma del (n)PCI [http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html]). Nei paesi imperialisti le masse popolari sono quindi l’insieme della popolazione su cui la classe operaia che lotta per instaurare il socialismo e quindi, attualmente nel nostro paese, per costituire il Governo di Blocco Popolare, può estendere la propria egemonia e che è in grado di mobilitare nella lotta per instaurare il GBP. Da qui il fatto oggettivo che le Organizzazioni Popolari, anche quelle per nulla costituite da operai, hanno un ruolo nella lotta per costituire il GBP.

La concezione comunista del mondo insegna inoltre

- che la storia dell’umanità, da millenni a questa parte e in modo assoluto nella società borghese, ha come motore principale la lotta tra le classi (rispetto 1. alla lotta contro la natura per strapparle quanto necessario per vivere - lotta che l’umanità ha già vinto e che anzi oggi deve sostituire con l’attività per proteggere e migliorare l’ambiente e 2. alla lotta per lo sviluppo della conoscenza e delle altre attività spirituali - lotta che acquisterà il ruolo di lotta principale nel futura società comunista);

- che nella società borghese, ai fini del suo sviluppo e del suo superamento tramite l’instaurazione del socialismo e la transizione al comunismo, la classe operaia ha un ruolo particolare, distinto da quello delle altre classi delle masse popolari. Si tratta di un ruolo particolare conferitole dalla sua collocazione nel processo produttivo della società borghese e che essa esercita pienamente nella misura in cui effettivamente i suoi esponenti d’avanguardia, quelli che ne dirigono l’attività rivendicativa, culturale e politica e che la organizzano, sono guidati dalla concezione comunista del mondo. Per questo i comunisti dedicano particolare cura allo sviluppo delle Organizzazioni Operaie e a che gli operai avanzati assimilino la concezione comunista del mondo e su questa base si arruolino nel Partito comunista.

Le concezioni che mettono sullo stesso piano gli operai e le altre classi delle masse popolari ostacolano l’attività per superare il capitalismo. Concezioni di questo genere sono ad esempio quelle dei seguaci della Scuola di Francoforte (che cercano il “soggetto rivoluzionario”), degli anarchici e di altre correnti che indicano come motori della storia l’opera degli individui di alte qualità intellettuali e morali (secondo canoni dedotti dalla tradizione o dalla sua negazione, comunque arbitrari).

 

 Un’indicazione bibliografica per Giorgio Cremaschi e i suoi collaboratori

Ci è stato detto che Giorgio Cremaschi, forse indispettito dalla nostra critica della sua esortazione a “fare come i Greci”, ha dichiarato pubblicamente di “non capire cosa è questo governo d’emergenza” di cui parlano quelli della carovana del (n)PCI.

Siamo convinti che si tratti della famosa sordità di chi non vuol sentire, la forma peggiore di sordità. Tuttavia, per levare ogni dubbio, rinviamo il Giorgio Cremaschi a uno dei tanti scritti in cui abbiamo esposto per esteso cosa intendiamo per governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, per Governo di Blocco Popolare: il Comunicato Per un anno di lotta e di vittorie diffuso dal CC del (n)PCI il 1° gennaio 2011 [http://www.nuovopci.it/voce/comunicati/com2011/com.11.01.01.html].

 

È sulla base di queste considerazioni che rinnoviamo per il nuovo anno a tutti i comunisti l’invito a studiare e assimilare la concezione comunista del mondo, la cui esposizione più avanzata è data nel Manifesto Programma del (n)PCI [http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html], per applicarla traducendo il generale nel particolare della zona e del settore di attività.

Bando al dogmatismo e all’economicismo!

Facciamo leva sull’adesione identitaria per studiare e assimilare la concezione comunista del mondo e passare a un livello superiore di adesione al movimento comunista!

Combattiamo con decisione nelle nostre file l’indolenza, la passività e la rassegnazione!

 

Sulla base di queste considerazioni rinnoviamo per il nuovo anno a tutti i lavoratori avanzati, in primo luogo agli operai, a tutti gli esponenti avanzati delle masse popolari, l’invito a costituire ovunque e in ogni campo Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari.

 

Ai più generosi rinnoviamo per il nuovo anno l’appello a costituire clandestinamente in ogni azienda e in ogni località Comitati di Partito.

 

Che il 2012 sia l’anno dell’offensiva delle masse popolari organizzate
per costituire il Governo di Blocco Popolare!

 

Avanti compagni! Dipende anche da ognuno di noi!

 

La lotta sarà dura, ma la vittoria è nostra! La borghesia non ha futuro!

 

Per un nuovo anno di attacco e di vittoria!

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].