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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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L'anno della riscossa!
Comunicato CC - 29 dicembre 2011

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Comunicato CC 01/12 - 6 gennaio 2012

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Che il 2012 sia l’anno dell’offensiva delle masse popolari organizzate
per costituire un loro governo d’emergenza!

 

La nuova crisi generale del capitalismo dilaga nel mondo e dispiega i suoi effetti perversi in ogni paese e in ogni campo. Nell’ambito del sistema di relazioni sociali e del sistema di relazioni internazionali cresciuti sul rapporto di produzione capitalista, una parte crescente dell’umanità addirittura non riesce più neanche a produrre e riprodurre le pur miserabili condizioni materiali della sua esistenza. Le masse popolari dei paesi imperialisti stanno perdendo in misura crescente le conquiste di civiltà e di benessere che nella prima parte del secolo scorso avevano strappato alla borghesia nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Non solo il nostro paese, ma l’Europa intera è un cimitero di fabbriche abbandonate e di servizi pubblici alla deriva: quello che ancora funziona, vive col fiato sospeso, in attesa di quello che succederà. Quanto ai paesi emergenti, le loro élite svolgono un ruolo crescente nel sistema imperialista mondiale perché fanno eseguire dai lavoratori locali in condizioni da schiavi, tra sofferenze e fatiche inaudite e con grande inquinamento e devastazione dell’ambiente, le lavorazioni che il sistema imperialista delocalizza dai paesi imperialisti. Si aggrava un disastro che in forme diverse in tutti i paesi del mondo affligge e schiaccia una parte crescente della popolazione.

Non siamo in guerra? Non per caso le autorità della borghesia imperialista le guerre non le dichiarano più, le fanno. Questa è la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in tutto il mondo, anche se nella maggiora parte dei paesi la comunità internazionale presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma non usa principalmente le armi e i soldati che accumula di riserva. Ma solo ipocriti, pedanti e opportunisti negano che sta compiendo uno sterminio di massa. Certo, chi riesce cerca di vivere meglio che può: ci si svaga anche in guerra. E soprattutto continuano anche i festini e i ricevimenti, il lusso e lo sfarzo, qualcuno persino si arricchisce, una miriade di invenzioni e di perfezionamenti alimentano la vita e facilitano le operazioni di guerra e i bordelli funzionano a pieno regime: ma questo succedeva anche nelle altre guerre dell’epoca moderna. Chi vuole far fronte alla realtà, deve considerarla per quello che è, non per il nome che la classe dominante le dà e per come essa la dipinge. Essa più che in passato, ma non per caso, abbellisce ogni suo crimine e chiama interventi umanitari e operazioni chirurgiche anche i bombardamenti.

Per tirare in lungo nonostante la crisi generale del capitalismo, la borghesia imperialista ha ricreato nel mondo una situazione analoga a quella che esisteva all’inizio del secolo scorso, prima che la Rivoluzione d’Ottobre desse il via alla prima ondata della rivoluzione proletaria. La borghesia imperialista non ha altra strada su cui condurre l’umanità. Anche se alcuni suoi esponenti vedono lucidamente che sono su una strada su cui alla rovina di oggi la borghesia imperialista, le sue istituzioni e le sue autorità reagiscono solo producendo una rovina maggiore e al governo Berlusconi sostituiscono il governo Monti, questo è l’ingranaggio delle relazioni sociali di cui la  borghesia imperialista è alla testa ed essa non può cambiare il modo di funzionare che è proprio della sua natura. Essa deve continuare e continuerà nella distruzione delle conquiste materiali e spirituali che l’umanità ha fin qui accumulato. Però, non per caso, prometterà la fine della crisi alla conclusione di ogni nuova fase di distruzione che scatena, in un processo di distruzioni sempre più gravi a cui solo la nuova ondata della rivoluzione proletaria porrà fine.

 

È la fine del capitalismo. La cellula costitutiva originaria del modo di produzione capitalista, la cellula su cui nel corso di alcuni secoli a partire dall’Europa è cresciuto come sua enorme sovrastruttura il sistema imperialista mondiale, è costituita dal capitalista che per aumentare il suo capitale assume proletari perché producano come merci i beni e i servizi con cui l’umanità vive. Questo modo di produzione ha dato tutto quello che poteva dare ed è arrivato alla fine della sua storia. La sovrastruttura cresciuta su di esso non permette più alla specie umana di produrre e riprodurre le condizioni della sua esistenza.

Sta alle classi sfruttate e ai popoli oppressi del sistema imperialista mondiale chiudere questo capitolo della storia umana e fondare le relazioni sociali e il sistema di relazioni internazionali con cui l’umanità compirà la nuova fase della sua storia. Questo non vuol dire auspicare, sognare, pretendere un mondo e aziende con dirigenti meno arroganti e avidi di Marchionne e meno sguaiati di Berlusconi o meno bacchettoni di Monti e della Fornero. Vuol dire un mondo e aziende che funzionano secondo decisioni prese dai lavoratori organizzati ed eseguite da persone da loro incaricate che a loro rendono conto del loro operato, avendo come misura il benessere di tutti e di ognuno, senza la mediazione di prestiti e di debiti, di banche e di istituzioni finanziarie, di capitali e di profitti.

Chi vuole solo fare qualche aggiustamento al meccanismo attuale, si troverà impigliato in una rete tale di ragioni tutte buone ma incompatibili che o capirà la lezione o getterà la spugna. Osservate da vicino le vicende dell’Amministrazione De Magistris a Napoli e vi sarà chiaro di cosa si tratta. Un tempo si sarebbe detto che non si può mettere il vino nuovo in una botte vecchia!

Solo le masse popolari organizzate, le classi e i popoli oppressi del sistema imperialista mondiale, dirette dal movimento comunista che è la loro parte d’avanguardia, possono porre fine all’attuale sequenza di distruzioni. Le masse popolari organizzate dirette dal movimento comunista possono creare e creeranno un nuovo sistema di relazioni sociali e apriranno una nuova fase della storia dell’umanità.

Ovviamente in nessun paese esiste un capitalismo puro che si dovrebbe trasformare in un comunismo puro. Quindi in ogni paese il primo dei passi da compiere consiste nel trovare e praticare le forme concrete della transizione, la via da percorrere a partire dalle forze esistenti, in sostanza dal livello esistente di organizzazione e di coscienza delle masse popolari.

 

Le premesse per questa grande impresa esistono. Le forme concrete della sua attuazione le masse popolari organizzate devono cercarle e scoprirle paese per paese, ma l’impresa è mondiale. Ed essa oltre che necessaria è certamente possibile.

La specie umana dispone delle forze produttive materiali e intellettuali e dei sentimenti necessari perché ogni individuo abbia tutti i beni, i servizi e l’accesso alle condizioni e relazioni sociali necessari per una vita dignitosa, per il massimo sviluppo delle sue doti, per partecipare ognuno al massimo delle sue capacità alla vita sociale e agli affari pubblici, condividere il patrimonio intellettuale e morale che l’umanità ha accumulato e contribuire a farlo progredire. Perché finalmente tutti gli esseri umani partecipino in massa alle attività specificamente umane  da cui fin da quando l’umanità è divisa in classi di sfruttati e di sfruttatori, le classi dominanti hanno tenuto alla larga le classi oppresse.

È il sistema di relazioni sociali costruito sulla produzione capitalista di beni e servizi, il sistema che noi abbiamo ereditato dal passato, che impedisce di dispiegare queste potenzialità e anzi condanna ancora miliardi di esseri umani alla miseria, alla precarietà, all’emarginazione e alla dipendenza servile e oramai minaccia la sopravvivenza stessa della specie umana.

 

Dobbiamo e possiamo spazzar via e sostituire l’attuale sistema di relazioni sociali e liberare le relazioni internazionali dalle catene del sistema imperialista mondiale, dal dominio delle sue agenzie e delle sue istituzioni, dalla soggezione al mercato finanziario, alla comunità internazionale della borghesia imperialista: il branco di alcune migliaia di criminali di varie nazionalità, ma per lo più nordamericani ed europei, che dispongono di enormi quantità di denaro, sono mossi principalmente dall’avidità di procurarsene dell’altro e per questo ricattano e saccheggiano interi paesi e con furia maniacale accumulano nuove armi sempre più potenti e in quantità crescente, tanto più quanto più il terreno frana sotto i loro piedi.

La borghesia imperialista si dibatte furiosamente e ricorre a manovre di ogni genere per prolungare nel tempo questo sistema di relazioni sociali e internazionali nonostante la crisi generale del capitalismo. Le sue manovre cambiano e sono anche contraddittorie tra loro. Ma è secondario quali sono le manovre a cui via via la borghesia imperialista ricorre e come esse differiscono da paese a paese. Gli intellettuali della sinistra borghese si affannano a decifrarle e a descriverle, perché è da esse che loro si ripromettono la soluzione della crisi. Cercano e disputano quale sarebbe la manovra giusta e risolutiva della crisi. Infatti neanche nei loro sogni essi vanno oltre le relazioni entro le quali i borghesi si aggirano per fare i loro affari: le relazioni di scambio, le relazioni monetarie, le relazioni finanziarie; le istituzioni finanziarie, le banche e la moneta; il credito e il debito, i prezzi e gli interessi, il capitale, il profitto e la rendita. Non concepiscono un mondo senza questi feticci in nome dei quali la borghesia imperialista e i suoi agenti strangolano l’umanità, senza questa religione borghese che da regola di vita è diventata ragione di morte.

Dal nostro punto di vista la questione principale è che tutte le manovre che la borghesia imperialista mette in opera hanno in comune il risultato di peggiorare la sorte della massa dell’umanità e di creare condizioni che richiedono e consentono alla borghesia imperialista di mettere in opera manovre ancora più dolorose e più distruttive per la massa della popolazione e per il Pianeta. Le differenze ci serve conoscerle paese per paese e di momento in momento, solo ai fini delle tattiche con cui attuare la nostra strategia.

 

Dobbiamo andare verso l’instaurazione del socialismo!

Questo per il nostro paese significa anzitutto costituire il Governo di Blocco Popolare!

 

Dobbiamo abbandonare ogni illusione che al disastro economico, ambientale, intellettuale e morale che la crisi del capitalismo ha scatenato, sia possibile far fronte con i metodi e le relazioni che hanno prodotto la crisi e la perpetuano, guidati ancora dalla borghesia imperialista e dal clero, dai vertici della Repubblica Pontificia in lotta tra loro ma strettamente associati a difesa dell’attuale sistema di relazioni sociali.

Le soluzioni della crisi che i Guido Viale, i Felice Roberto Pizzuti e i tanti altri portavoce della sinistra borghese predicano dalle pagine di il manifesto e di Liberazione, sono discorsi campati in aria: non poggiano sugli interessi di nessuna delle classi decisive della società attuale, tanto meno servono a mobilitare, organizzare e fecondare  l’attività di alcuna di esse. Non mettiamo in dubbio la buona fede dei predicatori, ma l’effetto pratico delle loro prediche si riduce a una manovra diversiva dai compiti che in questa fase è veramente necessario svolgere. Invocano la salvezza da quelli che basano i loro interessi e privilegi e il loro potere sui metodi e sulle relazioni che hanno prodotto la crisi e la perpetuano. Non sono gli errori di teoria che portano la borghesia imperialista a prendere misure criminali contro le masse popolari, ma i suoi interessi. Quanto agli esponenti della sinistra borghese, non è con le loro dottrine, ma con il loro concorso alla costituzione del Governo di Blocco Popolare che esplicano un ruolo sociale positivo, se mai ne avranno uno.

Quanto poi alla Susanna Camusso che invoca e proclama: “Lavoro, il vero augurio per il 2012!”, una simile dirigente sindacale in realtà non fa che spargere confusione e seminare illusioni tra le masse popolari. Compito dei dirigenti della più grande organizzazione di massa dei lavoratori e dei pensionati del nostro paese non è “augurare lavoro”, come se il lavoro cadesse dal cielo o potesse venire dalla borghesia imperialista e dalle sue autorità, cioè da quelli che ogni giorno distruggono posti di lavoro e spremono le masse popolari. Compito di ogni onesto dirigente delle masse popolari, tanto più dei dirigenti delle più grandi organizzazioni di massa dei lavoratori e dei pensionati del nostro paese, è mobilitare, orientare e dirigere le masse popolari, a partire da quelle già organizzate, perché lottino con efficacia contro la borghesia imperialista e le sue autorità; indicare e organizzare le battaglie e le campagne che in una successione di livelli crescenti mobilitino via via masse più ampie e accumulino via via forze superiori fino a rovesciare il potere della borghesia imperialista e del clero e a instaurare il potere delle masse popolari organizzate: il socialismo, fase di transizione al comunismo.

I dirigenti alla Susanna Camusso che vivono alla corte dei ricchi e del clero e si diffondono in esortazioni rivolte ai caporioni del sistema imperialista a stare in guardia perché “c’è il rischio di tensioni sociali crescenti”, fanno opera di disfattismo e diffondono sfiducia tra le masse popolari, smorzano la loro combattività, indeboliscono la loro organizzazione, abbassano la loro coscienza politica. Di dirigenti di questo tipo, alla Susanna Camusso, noi comunisti dobbiamo solo imparare a servirci, finché non avremo preso direttamente noi la direzione delle masse popolari.

 

Oggi la rinascita del movimento comunista è ancora in una fase iniziale. Siamo ancora nella fase iniziale della ricostruzione della rete di organizzazioni operaie e popolari decise a instaurare il socialismo, rete che è indispensabile per instaurare il socialismo, perché solo nella propaganda denigratoria degli anticomunisti (non importa se bertinottiani o berlusconiani, papalini o liberali) il socialismo è un sistema che cospiratori criminali (giudeo-bolscevichi dicevano i nazisti) impongono alle masse popolari.

 

Siamo ancora nella fase iniziale della rinascita del movimento comunista. Bisogna quindi far fronte agli effetti perversi della crisi del capitalismo a partire dalla situazione esistente, portare avanti la rinascita del movimento comunista nel corso stesso della lotta per porre rimedi anche solo provvisori e parziali almeno agli effetti più gravi della crisi del capitalismo, in modo che ogni piccola vittoria crei condizioni favorevoli per una battaglia e una vittoria di livello superiore. Bisogna prendere coraggiosamente in mano la situazione e creare i metodi e le relazioni necessarie per salvaguardare gli interessi delle masse popolari e rimettere l’umanità sulla via del progresso. Questo significa la parola d’ordine “costituire il Governo di Blocco Popolare!” lanciata dal (n)PCI.

Questo è il compito a cui devono dedicarsi tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a partire da quelli che hanno già autorità e prestigio presso le masse popolari. Perché la salvezza può venire solo dalla mobilitazione e  organizzazione delle masse popolari.

Ogni lavoratore avanzato, ogni esponente avanzato delle masse popolari, deve organizzarsi e spingere in ogni modo altri a organizzarsi anche loro.

Ogni sincero democratico che gode di qualche seguito e prestigio presso le masse popolari, deve mettersi alla testa del movimento per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate; un governo che faccia fronte immediatamente con provvedimenti d’emergenza almeno agli effetti più gravi della crisi, anche se saranno solo rimedi provvisori e precari; un governo che in primo luogo mobiliti ogni adulto a compiere un lavoro utile dignitoso.

copertina - foto

Manifesto Programma
del (nuovo)Partito comunista italiano

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Tutti quelli che si dichiarano comunisti, che vogliono essere comunisti devono con generosità e senza riserve impegnarsi a mobilitare e organizzare le masse popolari usando la concezione comunista del mondo come guida della propria azione. Quindi devono apprenderla e assimilarla. È per ognuno di loro che il (n)PCI ha redatto il Manifesto Programma.

 

Il potere della borghesia e del clero è fragile e instabile. Per questo la borghesia nasconde quanto più può alle masse popolari le sue attività e abbellisce i suoi crimini con nomi nuovi. La crisi del capitalismo rende il suo potere ogni giorno più feroce, ma proprio per questo lo rende anche più fragile e instabile. Non è la repressione la base principale su cui nei decenni che abbiamo alle spalle si è fondato il potere dei vertici della Repubblica Pontificia. Nel nostro paese come negli altri paesi imperialisti il potere si è fondato principalmente sul regime di controrivoluzione preventiva. Il regime di controrivoluzione preventiva solo nelle semplificazioni unilaterali dei militaristi è principalmente repressione preventiva. Nella realtà è un regime che comprende istituzioni, istituti, misure generali e procedure che, combinate, sono state atte a distogliere le masse popolari dalla rivoluzione, a impedire che le aspirazioni delle masse popolari si concentrassero nell’instaurazione del socialismo, a impedire che la coscienza e l’organizzazione delle masse popolari si elevassero a un livello tale da rendere il paese ingovernabile per la borghesia imperialista e le masse popolari stesse capaci di costituire un loro governo.

La crisi generale del capitalismo indebolisce gravemente in ogni paese imperialista il regime di controrivoluzione preventiva. Questo indebolisce il potere della borghesia imperialista. Se noi comunisti sappiamo indirizzare nei punti giusti la lotta delle masse popolari, detto in altre parole: se impariamo a promuovere e condurre la guerra popolare rivoluzionaria, le masse popolari organizzate possono spazzar via il potere della borghesia imperialista e instaurare il loro proprio potere. La borghesia e il clero riescono a mantenersi al potere solo finché riescono a impedire la crescita della coscienza politica e dell’organizzazione delle masse popolari.

 

A tutti quelli che sulla base della loro esperienza e comprensione delle cose sono convinti che il sistema capitalista è in sfacelo, noi diciamo: fate un passo avanti, chiedetevi perché le masse popolari ancora lo subiscono, perché non se ne sono ancora liberate.

L’esperienza del movimento comunista fornisce la risposta a questa domanda. Le masse popolari sono per i  promotori della rivoluzione socialista un terreno fruttuoso e fertile: la quantità del raccolto dipende principalmente dalla qualità del lavoro che i comunisti vi svolgono.

La storia che hanno alle spalle e le condizioni a cui devono sottostare rendono possibile alle masse popolari emanciparsi dalla borghesia e dal clero, creare un sistema di relazioni sociali senza borghesia e clero, solo quando e dove si forma tra di esse un’avanguardia capace di progettare, promuovere, mobilitare, organizzare e dirigere le masse popolari a distruggere il sistema ereditato dalla storia e costruire il nuovo. La guerra popolare rivoluzionaria non è l’insieme di guerre che ogni individuo o gruppo conduce per conto suo. È una guerra che le masse popolari conducono sotto la direzione della loro avanguardia. Un’avanguardia interna alle masse popolari perché fa della loro emancipazione dalla borghesia e dal clero lo scopo della propria attività, ma nello stesso tempo capace di fare quello che le masse popolari non possono fare stante le condizioni in cui sono costrette dal sistema di relazioni sociali. Questa avanguardia sono i comunisti.

Per emanciparsi, le masse popolari hanno bisogno della direzione dei comunisti. Non si tratta di escludere dalla direzione persone che sono disposte ad assumere la responsabilità di dirigere. Si tratta di far valere il fatto che le masse popolari faranno la rivoluzione socialista, di cui hanno bisogno, ma la faranno solo quando e dove avranno una direzione adeguata al compito. Questo è l’insegnamento dei quasi duecento anni di lotta anticapitalista.

Bisogna quindi che si formino e si selezionino dirigenti adeguati riuniti in partito. Dobbiamo superare la situazione in cui non ci sono dirigenti adeguati. Il declino del movimento comunista e l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria nella seconda parte del secolo scorso, ci hanno lasciato precisamente in questa condizione. Questa è la china che dobbiamo rimontare.

Ma vi è di peggio. Non solo le masse popolari oggi non hanno dirigenti adeguati riuniti in partito, ma vi è addirittura una larga tendenza di idee e di sentimenti che sostiene che simili dirigenti non occorrono. Che sarebbe possibile trasformare la società attuale per opera di persone che si mobilitano di volta in volta, quando se la sentono, operando sulla base della concezione del mondo formata e inculcata dall’influenza pratica e ideologica della borghesia e del clero, nell’ambito del regime di controrivoluzione preventiva. Questa corrente oggi è l’ostacolo principale che ci ritroviamo tra le stesse file delle masse popolari organizzate. Quale che sia la buona fede dei portatori di questa tendenza, buona fede che in generale non è in discussione, faremo passi avanti solo se ridurremo il loro numero e soprattutto la loro influenza tra le masse popolari organizzate. Questa tendenza è in realtà la forma più nociva di anticomunismo, di rottura con l’esperienza storica del movimento comunista. Essa non solo è portata e gonfiata dall’appoggio multiforme della borghesia e del clero, ma si fa forte anche della sconfitta subita dal movimento comunista e dei limiti che i promotori convinti della rinascita del movimento comunista devono ancora superare e si appoggia sull’arretratezza propria delle condizioni pratiche in cui il sistema di relazioni sociali confina le masse popolari, che per sua natura esclude dall’esercizio del potere. La contraddizione tra i portatori di questa tendenza e noi, è una contraddizione interna al popolo, ma è anche la contraddizione che dobbiamo risolvere a tutti i costi.

 

L’impotenza, lo sbandamento e lo smarrimento delle masse popolari di fronte al marasma prodotto dalla borghesia imperialista e dal clero, sono dovuti principalmente allo sbandamento morale e intellettuale della vasta schiera di persone che pur si dicono comunisti, ma che non hanno assimilato la concezione comunista del mondo e tanto meno l’hanno tradotta nella linea politica conforme alla situazione particolare e la praticano.

Proprio per le condizioni in cui la borghesia imperialista e il clero relegano le classi oppresse, le masse popolari  possono mobilitarsi in una lotta crescente e vittoriosa contro la borghesia e il clero, ma solo grazie alla direzione di comunisti che applicano la concezione comunista del mondo come guida della propria azione e come metodo per conoscere in modo giusto la realtà e come metodo per trasformarla. La crescita del numero di comunisti che si impegnano senza riserve nella lotta rivoluzionaria per instaurare il socialismo, condiziona oggi tutto lo sviluppo dell’umanità, nel nostro paese e nel mondo intero. Molti di quelli che oggi si dichiarano comunisti, se si chiedono e a chi chiede loro perché le masse popolari non hanno ancora instaurato il socialismo, perché le masse popolari subiscono ancora l’aggressione della borghesia e del clero, se sono lucidi e onesti devono rispondere: “Perché migliaia di persone che pur si dicono comuniste in realtà si comportano come mi comporto io: antepongono le mille giuste esigenze della vita personale all’impegno senza riserve nella lotta rivoluzionaria per instaurare il socialismo. Vogliono essere comuniste ma nella pratica con ancora maggiore forza vogliono essere ragazzi alla moda, buoni figli, buoni padri di famiglia, buoni mariti, ecc. secondo i modelli che la borghesia o il clero impongono proprio per distogliere dalla rivoluzione, ai termini del senso comune, che è la concezione del mondo che la classe dominante impone alle masse popolari. Si dicono comuniste, ma in realtà non si sono esse stesse ancora liberate dalle condizioni con cui la borghesia imperialista e il clero distolgono le masse popolari dalla rivoluzione socialista, dai condizionamenti e dalle costrizioni del regime di controrivoluzione preventiva con cui la borghesia imperialista è riuscita a far fronte alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale!”.

 

Il nuovo Partito comunista organizza, forma e mette all’opera i comunisti che accettano questa lezione della prima ondata della rivoluzione proletaria, dei suoi grandi successi e del suo esaurimento senza aver instaurato il socialismo in alcun paese imperialista.

La crisi generale del capitalismo continua. Le manovre della borghesia e del clero contro le masse popolari per restare al potere diventano sempre più feroci. La ribellione certamente si estenderà e assumerà forme sempre più forti. Il nostro compito è fare in modo che ogni rivolta, ogni forma di ribellione rafforzi la guerra popolare rivoluzionaria in corso che porterà a instaurare il socialismo.

Il nuovo anno non deve solo essere l’anno in cui si moltiplicano proteste e rivolte. Deve essere l’anno dell’offensiva delle masse popolari organizzate, contro il governo Monti, il governo nominato dai vertici della Repubblica Pontificia e che gode della fiducia della comunità internazionale della borghesia imperialista, il governo che vuole gettare in una miseria ancora più nera le masse popolari italiane, il governo che vuole cancellare i diritti dei lavoratori italiani, il governo dell’asservimento dell’Italia alla comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai.

Il nuovo anno deve essere l’anno dell’offensiva delle masse popolari organizzate per costituire in Italia un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Tutti i fronti di lotta delle masse popolari contro la crisi del capitalismo devono fondersi nel movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Uno dei più noti personaggi di buona volontà di questo momento, Giorgio Cremaschi, presidente del CC della FIOM, ha scritto in questi giorni: “Visto che ci trattano come trattano i Greci, noi dobbiamo fare come i Greci: scioperare e lottare esplicitamente contro questo governo, senza aver paura di farlo cadere”. L’ovvia obiezione a questa esortazione, è che i lavoratori greci (anche in Grecia la popolazione è divisa in classi e il sistema imperialista mondiale ha anche in Grecia classi che sono le sue propaggini) nonostante gli scioperi e la lotta sono ancora schiacciati dal tallone della comunità internazionale della borghesia imperialista. Quindi non ci basta fare  come i lavoratori greci e certamente anche i lavoratori greci e come loro i pensionati, i giovani e le casalinghe della Grecia hanno bisogno di fare qualcosa che finora non hanno ancora fatto.

Dobbiamo passare all’offensiva per costituire il Governo di Blocco Popolare. Se passiamo all’offensiva, tutte le forme di difesa diventano utili e feconde, perché alimentano l’offensiva.

Non basta protestare contro le misure criminali del governo Monti. Non basta creare un vasto fronte di opposizione ai vertici della Repubblica Pontificia. Non basta raccogliere firme sotto proteste e petizioni. Non basta indire referendum: il governo Berlusconi prima e ora il governo Monti hanno calpestato perfino il risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2011 sull’acqua e i beni comuni. Tutto questo, ognuna di queste operazioni e battaglie è utile solo se serve a creare le condizioni dell’offensiva e a rafforzarla. Certamente tra i fautori di ognuna di esse, ci sono anche quelli che, è secondario se in buona o cattiva fede, se ne servono come manovra diversiva, sono fissati unilateralmente sulla singola battaglia. Se noi promuoviamo l’offensiva, i fautori della diversione lavorano per noi. Se non promuoviamo l’offensiva, siamo noi che lavoriamo per loro. E senza offensiva, le forme di difesa e le proteste si esaurirebbero una a una, nell’impotenza.

 

Dobbiamo costituire ovunque Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari, coordinarle tra loro e unirle nella volontà di costituire e imporre in tutto il paese un proprio governo d’emergenza.

 

Dobbiamo creare in ogni città e paese Amministrazioni Comunali d’Emergenza sostenute dalle Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari. Amministrazioni Comunali che mobilitano le masse popolari contro la crisi del capitalismo e le misure criminali del governo Monti, che rompono il Patto di Stabilità che sottomette le Amministrazioni Locali al governo centrale, che sfidano senza alcuna paura il governo degli speculatori e dei guerrafondai a commissariare quelle Amministrazioni Locali che per fare gli interessi delle masse popolari violano le misure e le regole imposte prima dal governo Prodi e dal governo Berlusconi e ora dal governo Monti!

 

Gli operai e gli elementi più avanzati delle masse popolari devono costituire clandestinamente in ogni azienda e in ogni località Comitati di Partito, che assumano il compito di promuovere, mobilitare e dirigere la lotta per costituire il Governo di Blocco Popolare, la via per accelerare la rinascita del movimento comunista e andare verso l’instaurazione del socialismo.

 

Avanti compagni! Dipende anche da ognuno di noi!

 

La lotta sarà dura, ma la vittoria è nostra! La borghesia non ha futuro!

 

Per un nuovo anno di attacco e di vittoria!

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].