(nuovo)Partito
comunista italiano Commissione Provvisoria del Comitato Centrale Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net e.mail: lavocenpci40@yahoo.com Delegazione BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia) e.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it |
|
Comunicato CP 14/09 - 23 maggio 2009
Al Partito comunista della Grecia (m-l)
A tutti i partiti e gruppi comunisti
Sulla
proposta del Partito Comunista di Grecia (m-l) di una Dichiarazione
congiunta sulle elezioni europee
(la proposta di dichiarazione è allegata in inglese)
Cari compagni,
a nostra parere è ottima la vostra iniziativa di proporre una dichiarazione comune dei partiti comunisti a proposito delle elezioni del Parlamento Europeo indette per il prossimo giugno 2009. La vostra proposta promuoverà certamente un maggior coordinamento tra i partiti comunisti, favorirà il progresso della loro azione internazionale e anche della loro concezione della rivoluzione socialista in Europa e aumenterà il prestigio dei partiti comunisti presso la classe operaia e le altre classi delle masse popolari.
Infatti la vostra proposta provocherà un dibattito franco e aperto tra i comunisti europei e gli elementi avanzati europei sulle condizioni della rivoluzione socialista in Europa e sulla linea che i partiti comunisti devono seguire per organizzarla con successo.
I gruppi imperialisti europei indicono le elezioni europee per dare una copertura democratica alle loro politiche antioperaie, antipolari, controrivoluzionarie e anticomuniste nei paesi europei, alla loro politiche di rapina e di saccheggio nei paesi oppressi e al loro appoggio allo Stato razzista e teocratico creato dai sionisti in Palestina. Ma con una accorta condotta, noi comunisti possiamo fare in modo che questa, come altre iniziative prese dagli imperialisti, si ritorca contro di loro.
Queste elezioni hanno già creato un contesto favorevole a una dichiarazione comune dei partiti comunisti, di cui voi vi siete fatti promotori, rivolta alle masse o almeno a un dibattito tra i partiti comunisti circa le condizioni della rivoluzione in Europa e la linea che i partiti comunisti devono seguire. Possiamo e dobbiamo approfittare di questo contesto.
Cosa dobbiamo dire noi comunisti alle masse popolari europee approfittando dell’attenzione che le elezioni europee creano attorno ai problemi politici, economici e sociali?
A nostro parere la dichiarazione comune deve illustrare i seguenti 7 punti.
1. La crisi in corso è lo sbocco delle contraddizioni proprie del sistema imperialista mondiale. La crisi in corso è strettamente legata alla natura del sistema capitalista, che è un sistema di sfruttamento oramai superato dalle condizioni concrete che esso stesso e la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno creato nel mondo e in particolare nei nostri paesi. Sono una truffa le tesi che riducono l’origine della crisi attuale al disfunzionamento delle istituzioni finanziarie, alle esagerazioni e agli abusi dei dirigenti delle istituzioni finanziarie, ad errori dei politici borghesi che hanno imposto la liberalizzazione e la mondializzazione. La crisi attuale è la fase terminale di una crisi che matura da più di trenta anni, una crisi che da più parti e più volte è stata annunciata e descritta.
2. La crisi economica, politica, culturale e sociale prodotta dal sistema imperialista mondiale si combina con la crisi ambientale. Anche questa è un prodotto del sistema imperialista mondiale. Per sua natura esso porta alla devastazione dell’ambiente, al saccheggio delle risorse naturali, alla distruzione del pianeta. Il capitalismo per sua natura deve aumentare senza limiti la produzione, devastando l’ambiente e senza neanche soddisfare i bisogni elementari della massa della popolazione.
3. La crisi attuale lascia all’umanità solo due vie possibili: o instaurare il socialismo (la rivoluzione socialista) o seguire i gruppi più reazionari e fascisti della borghesia e del clero in nuove avventure militari e guerre, per ricavare dall’oppressione e dal saccheggio di altri paesi un qualche sollievo agli effetti più gravi della crisi del sistema capitalista. Nessuna delle due vie è inevitabile, fatale. Dipende dalle forze politiche, dalla classe operaia e dalle masse popolari quale delle due vie prevarrà.
4. I gruppi imperialisti, il clero e le loro autorità agitano demagogicamente misure e i rimedi alla crisi che non si sognano neanche di mettere in opera. Li agitano solo per confondere le acque, guadagnare tempo e cavarsi d’impiccio. Ma anche se li mettessero in opera tutti e tanto più quelli che impongono realmente non mettono e non possono mettere fine alla crisi in corso. Se raggiungono un effetto, è quello di mobilitare in ogni paese una parte delle masse popolari contro altre parti e di mobilitare i lavoratori di un paese contro quelli di altri paesi: fomentare il nazionalismo, il razzismo e la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Nessun governo e nessuna autorità emanata dalla borghesia imperialista può mettere in opera le misure elementari necessarie per evitare le conseguenze più gravi della crisi.
5. Le misure elementari necessarie per evitare le conseguenze più gravi della crisi si riassumono nelle seguenti sei.
- Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).
- Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
- Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato).
- Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.
- Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva.
- Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
6. Certamente gli operai, i lavoratori e le masse popolari sono in grado di strappare alle classi dominanti concessioni, aumenti di salario, riduzione di prezzi e di tasse, tanto più quanto maggiore è la paura che incutono ai padroni, ai ricchi e al clero e alle autorità di perdere tutti i loro privilegi e le loro ricchezze. Ma solo un governo e delle autorità che emanano dalle organizzazioni operaie e popolari e che godono della loro fiducia e del loro sostegno attivo e militante possono mettere realmente in opera quelle misure, tradurle in un sistema organico di relazioni sociali, di ordinamenti e di regole che permettano di sfruttare per il benessere delle masse popolari le forze produttive materiali e spirituali di cui oggi l’umanità dispone.
7. I partiti comunisti firmatari di questa dichiarazione chiamano tutti i comunisti organizzati o non ancora organizzati, tutti gli operai avanzati, tutti gli elementi avanzati delle masse popolari, tutti i progressisti, tutti i sinceri democratici ad approfittare delle elezioni europee, nel modo più efficace a seconda delle condizioni concrete di ogni paese e dal livello di coscienza, di organizzazione e di mobilitazione raggiunto concretamente dalle organizzazioni e dai movimenti popolari, per denunciare la crisi causata dal sistema di relazioni interne e internazionali imposto e difeso dai gruppi imperialisti e per mostrare che la via della rivoluzione socialista è l’unica via favorevole alle masse popolari per uscire dal marasma in cui il sistema capitalista ci ha gettato e ogni giorno più ci affonda.
Noi pensiamo che la dichiarazione comune possa e debba consistere grossomodo delle tesi esposte nei 7 punti sopra indicati. La proposta che ci avete mandato, a nostro parere presenta i seguenti limiti.
1. Sostiene come posizione comune una posizione astensionista (non partecipare alle elezioni perché sono un imbroglio) che non è affatto comune ai partiti comunisti europei. Noi siamo tra quelli che la ritengono sbagliata. Infatti le elezioni europee, come tutte le elezioni in regime borghese, sono un momento in cui la borghesia stessa, per i suoi loschi motivi, è costretta a creare tra le masse popolari una certa attenzione ai problemi politici, maggiore di quella che essa normalmente consente. Dove i partiti comunisti sono in grado di sfruttare questa circostanza a proprio vantaggio, devono farlo. Non sono le intenzioni della borghesia che determinano la natura dei processi e degli avvenimenti sociali. Questa è determinata dalle condizioni concrete e dall’azione che le varie classi e forze sociali conducono, non solo dall’azione della borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie.
2. Non indica la natura e l’origine della crisi attuale: la madre di tutte le altre condizioni sociali. Oggi sull’origine e sulla natura della crisi vi è una lotta di grande importanza politica. La crisi ha origine nelle condizioni proprie del capitalismo. È la fase terminale della seconda crisi generale del capitalismo. Questa èiniziata negli anni ’70 dopo la fine della ricostruzione postbellica e la fine della fase di ripresa dell’accumulazione capitalista e di allargamento dell’apparato economico che le due guerre mondiali e la prima ondata della rivoluzione proletaria avevano determinato. La borghesia, gli organismi e i personaggi da essa ideologicamente dipendenti sostengono invece che la crisi è determinata da errori politici o da deviazioni morali, da esagerazione dei dirigenti e degli speculatori e da altre cose di questo genere, del tutto secondarie e derivate. Dobbiamo approfittare del clima elettorale per promuovere una giusta comprensione dell’origine e della natura della crisi e delle soluzioni realistiche di essa.
3. È mossa da una concezione spontaneista e determinista della rivoluzione socialista: “lo sviluppo economico porterà nel prossimo futuro a una grande mobilitazione e a grandi lotte di classe contro l’aggressione imperialista”. Per avallare simile concezione spontaneista e determinista esagera la portata delle lotte avvenute: la rivolta in Grecia, la rivolta dei giovani in Francia, gli scioperi dei lavoratori, le proteste e le dimostrazioni avvenute o in corso in vari paesi europei. In realtà sono tutti avvenimenti che avranno un seguito (cioè porteranno a lotte di livello superiore) solo se le forze politiche rivoluzionarie saranno capaci di dargliene uno.
La crisi economica, la crisi generale, il malessere economico, ecc. di per sé non generano la mobilitazione delle masse popolari contro la borghesia. Tanto meno fanno scoppiare la rivoluzione socialista. Quale via seguiranno le masse popolari dipenderà dall’azione delle forze politiche organizzate. Le masse popolari si mobiliteranno contro la borghesia imperialista fino a instaurare il socialismo solo se i comunisti formeranno partiti capaci di darsi una giusta strategia e di tradurla di fase in fase in piani tattici, in campagne, battaglie e operazioni tattiche adeguate alle situazioni particolari e concrete, in modo da determinare una crescente mobilitazione delle masse popolari sotto la direzione della classe operaia e del suo partito comunista. La rivoluzione socialista è una avvenimento altamente organizzato, richiede direzione, coscienza e organizzazione. Quali partiti comunisti europei hanno già una strategia che si basa sulle lezioni della prima ondata della rivoluzione proletaria e sull’analisi della situazione presente? Quale è questa strategia?
Nei paesi in cui i comunisti non saranno all’altezza dei loro compiti, saranno i gruppi più reazionari della borghesia e del clero che prenderanno la direzione delle masse popolari. Essi al malcontento generato tra le masse popolari dalla crisi daranno sfogo in movimenti reazionari, in aggressioni e in guerre.
In conclusione, vi chiediamo di rivedere la vostra proposta di dichiarazione comune. In tale caso saremo contenti di firmarla e di diffonderla.
Cordiali saluti comunisti.
La Commissione Provvisoria del CC del (n)PCI
Proposal of the Communist Party of Greece (marxist-leninist) for a Joint Statement on the European Parliament Elections
Introduction
Ever since Greece, as a member of the European Economic Community, took part for the first time in the election for the European Parliament (1984), the Communist Party of Greece did not participate and called the Greek people to abstention. CPG (m-l) maintained and still maintains that participating in these elections equals to legitimizing the alignment of our country in the imperialist coalition, a fact that was never decided by our people through national elections. We believe that the European Parliament is an imposed institution, aiming at creating consent for the imperialist coalition and in no way can it be regarded as an achievement, even a bourgeois one, like the bourgeois parliaments that came from mass bourgeois revolutions. CPG (m-l) propagated abstention from EU elections as an active resistance stance during the whole pre-election period and will do the same for the elections that will be held in 7/6/2009.
In this context, CPG (m-l) holds that a joint statement will help the coordination and information across Europe and it intends to publish it in Greece and Europe in late May. That is why your answer is requested before 15/5/2009.
Joint Statement on the European Parliament Elections
The coming election for the European Parliament will take place in the midst of the deepening crisis of the global capitalist-imperialist system. The crisis has burst out in the European capitalist economies and has affected the workers, the youth, the migrants and the broad people’s strata in the cities and the countryside. The European governments both individually and in coordination within the European Union context contrive and apply countless anti-popular and anti-workers measures in order to rescue the profits and the rule of the monopolies, multinationals and banks. Hundreds of thousands of workers are sacked; unemployment rates are rapidly increasing – particularly in the youth – rights and achievements are abolished and the last remnants of social welfare are swept away, while indigence along with social prohibition expands. In the near future the economic development will lead to great class confrontation and struggles against the capitalist aggression; generating opportunities and the pre-conditions for a strong resistance front against capitalist barbarism. The youth revolt in France and the recent uprising in Greece, the tide of the workers strikes, protests and demonstrations in many European countries are the prelude of future struggles.
The European Union is a reactionary construction of the capitalist-imperialist elites. Historically, it is doomed to fail. It is a reactionary coalition with internal contradictions and deadlocks, aiming at the participation of the European imperialist in the global imperialist rivalry. It is the instrument of contriving anti-workers and anti-popular policies; plundering the wealth produced by the workers and peoples of the Third World. It is a new “Holly Alliance” against the working class, against civil resistance movements and the peoples’ struggles for national and social liberation.
The European Union leads, both along with the US and other imperialist powers and individually, the defense of the rule of the capital and multinationals around the world. It supports imperialist economic and military interventions; it plunders the natural resources and manpower of the Third World countries. It has become the production laboratory for anti-workers policies. It actively supports the so called anti-terror campaign, it adopts tough anti-migrant policies, and it promotes the anti-communist hysteria and exerts pressure for the adoption and implementation of tough repression measures along with the curtailment of democratic rights.
The European Parliament and the election held in each member-country is a scheduled operation in order to provide a democratic pretext to this reactionary coalition of the European capitalist elites. It is the instrument for the disorientation and the incorporation of the popular and workers movements of resistance and overthrow. It is an institution that endorses the reactionary policies of the powerful European Commission and other summit conferences. It is a wasps’ nest that legitimizes the policies against the social and national liberation movements which also promotes anti-communism. It is an institution discredited, almost from the very first moment of its existence in the eyes of the European peoples, and that is why it has been addressed with complete debasement; and there are large percentages of low turnout in the European parliament election. The EU headquarters predict un-precedented low turnout in the elections that will take place in early June, and that is why they organized an expensive advertising and disorientating campaign addressed to the European voters, in order to save the lost prestige of the so called European institutions and hopefully increase the voters’ turnout.
We, the undersigning of this joint statement, left and communist organizations and parties from European countries, address the workers, the youth, the migrants and all progressive people and activists in the resistance movements against capitalist barbarism and imperialism to active resistance against the European Union policies, aiming at the final breakup of this reactionary coalition, we fight for the walking out of our countries from it. We call for mass voter abstinence from the farce election of the European Parliament and we struggle to turn the passive voter abstinence into a mass and militant movement against the European Union.
Athens-April 2009
Communist Party of Greece (marxist-leninist)
International Bureau
Communist Party of Greece (marxist-leninist)
Chris Mais