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(nuovo)Partito
comunista italiano
Commissione
Provvisoria del Comitato Centrale
siti: www.nuovopci.it;
http://lavoce-npci.samizdat.net
e.mail:
lavocenpci40@yahoo.com
Comunicato 12 marzo
2006
Un’altra
ondata della persecuzione del (nuovo)Partito comunista italiano
Resistere
è soprattutto assicurare la continuità dell’attività del
partito
La
nostra forza è la mobilitazione degli operai e delle masse popolari
La procura di Bologna ha
da poco
concluso tre anni di indagini e manovre,
ha raccolto i
risultati delle manovre delle Procure di Napoli e di altre città, dei
ROS, del
SISMI e della DIGOS e ha proposto il suo piano per una nuova ondata
della
persecuzione contro il (n)PCI. Con ciò le Autorità Italiane riprendono
in mano
direttamente le fila della persecuzione contro il (n)PCI che per tre
anni avevano delegato alle Autorità
Francesi. Lanciano
in prima persona un nuovo attacco colpendo membri del Partito, compagni
sospettati di esserlo, sostenitori e simpatizzanti del Partito,
in primo
luogo dirigenti e membri del Partito dei CARC.
Contro questi
ultimi
Questa nuova ondata della
persecuzione conferma però principalmente che la borghesia imperialista
non
vuole e non può tollerare l’esistenza e l’attività di un vero partito
comunista: la sua sola esistenza rende più precario il potere della
borghesia,
amplifica, rafforza e prolunga l’effetto di ogni
atto
di insubordinazione degli operai e delle masse popolari.
Già più volte la borghesia
imperialista ha approfittato del monopolio statale della violenza per
aggredire
la carovana da cui è sorto il (n)PCI. A cominciare dal 1981 essa ha
cercato più
volte di stroncare e disperdere quella carovana con ondate di
intimidazioni, perquisizioni, sequestri, interrogatori, fermi e
arresti.
Nessuno di quegli attacchi ha però avuto successo. Grazie al nostro
giusto
orientamento, alla resistenza della maggior parte dei compagni,
all’appoggio di altre forze soggettive
della rivoluzione socialista (FSRS)
e di sinceri democratici e soprattutto alla solidarietà della classe
operaia e
del resto delle masse popolari, diffusa benché ancora dispersa e
minuta,
abbiamo respinto ogni attacco e ne siamo usciti rafforzati
nell’esperienza,
moralmente e organizzativamente, per gravi e dolorose che fossero le
ferite che
la borghesia ci aveva inferto. Per gli stessi motivi usciremo
vittoriosi e
rafforzati anche da questo nuovo scontro.
Quale è il carattere specifico
di questo
nuovo attacco?
La
rinascita
del movimento comunista ha fatto importanti passi avanti nel nostro
paese, in
Europa e nel mondo. Questo fatto si riflette anche nel carattere
specifico
dell’attacco di oggi contro il (n)PCI
rispetto ai
precedenti. Marx più di 150 anni fa ci ha insegnato che i progressi
della
rivoluzione proletaria non si misurano principalmente dai risultati
parziali
già conseguiti. Essi si misurano principalmente dalla potenza e ferocia
della
controrivoluzione che quei progressi hanno suscitato. Solo combattendo
contro
questa controrivoluzione potente e feroce il movimento comunista compie
progressi reali e acquista la maturità di un partito capace di guidare
la
classe operaia e il resto delle masse popolari a
instaurare un paese socialista.
La controrivoluzione in
Europa e nel
nostro paese è diventata più potente e più feroce. Il maltrattamento
degno di
nazisti degli immigrati, le torture, le prigioni segrete e
l’internamento
amministrativo degli esponenti della rivoluzione democratica
antimperialista dei popoli arabi e
musulmani, la mobilitazione e l’allarme
antiterrorismo, i massacri compiuti nei paesi oppressi lo confermano.
Persino
il Vaticano e il clero, usi a sfruttare il loro ruolo di moderatori e
consolatori, gettano la maschera e sempre più apertamente si schierano
a difesa
della loro “Europa cristiana” e della loro “civiltà cristiana”
della proprietà privata, del privilegio, della prostituzione, della
disoccupazione, dell’ignoranza, del colonialismo e dello sfruttamento.
Bombardano e massacrano quotidianamente con i mezzi più raffinati e
potenti
della civiltà la popolazione civile in Iraq, in Palestina, in
Afghanistan e in
altri paesi in rivolta, ma gridano allo scandalo e chiamano alla
crociata
contro i barbari quando
In questa crescente orgia
controrivoluzionaria, la borghesia abbandona sempre più i suoi
travestimenti
democratici. L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa lo scorso
25
gennaio ha approvato
Ecco il quadro europeo in
cui si inserisce il carattere specifico
del nuovo attacco
lanciato dalla borghesia imperialista contro il (n)PCI. Dietro la banda
Berlusconi e dietro la sua versione moderata, il suo
surrogato (il circo Prodi) vi è la “Europa cristiana” delle polizie e
del
riarmo contro i popoli oppressi e contro i lavoratori europei;
l’“Europa
cristiana” che affoga e fucila gli immigrati clandestini, l’“Europa
cristiana”
che sfrutta senza pietà e lavoratori stranieri e cerca di ridurre al
loro
livello i lavoratori europei, l’“Europa cristiana” del lusso e dello
spreco,
della sopraffazione e della morte, del privilegio e dell’anticomunismo.
Negli attacchi precedenti
contro il
(n)PCI la borghesia imperialista ha cercato di contenere la solidarietà
delle
masse popolari nei nostri confronti, di far accettare alle masse
popolari la
sua lotta contro la rinascita del movimento comunista e la
ricostruzione del
partito comunista, mascherandola dietro
l’accusa di
legami misteriosi, occulti e tortuosi del (n)PCI con le OCC
(Organizzazioni
Comuniste Combattenti) e in particolare prima con le vecchie e poi con
le nuove
Brigate Rosse. Ma essa già troppe volte ha
invano
abusato di questa maschera. Troppe volte è stata smascherata. Quella
maschera
non funziona più. La borghesia ora nasconde quella sua lotta dietro
l’accusa al
(n)PCI di praticare o preparare una sua lotta armata. Essa si fa forte del famigerato articolo 270 del Codice Penale
fascista e
accusa il (n)PCI di costruire in segreto un suo esercito. Accusa
insomma il
(n)PCI di essere esso stesso una OCC.
Questa
accusa
può sembrare verosimile agli ingenui, a quelli che non hanno assimilato
né
l’insegnamento delle rivoluzioni vittoriose della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (
Ma perché la borghesia ha
bisogno di
mascherare la sua lotta di fronte alle masse popolari? Perché
essa è politicamente debole. Non può presentarsi apertamente.
Proprio
per questo il suo attacco può essere battuto. Non solo la carovana del
(n)PCI, ma ogni FSRS, ogni sincero
democratico, ogni esponente
avanzato della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari
può
dare un importante contributo a batterlo, con un lavoro semplice e alla
portata
di tutti: conoscendo la verità e diffondendola.
Il (n)PCI non ha e non può
avere una
concezione, una strategia e una linea segrete: l’essenza della sua
attività è
l’orientamento, la mobilitazione, l’organizzazione delle masse popolari
e la
direzione della loro attività. Questo per sua natura esclude ogni trama
segreta.
È la borghesia che nasconde alle masse popolari la sua attività. Ha una attività pubblica, nel teatrino della
politica borghese
e nelle prediche domenicali dei suoi preti, che nasconde una attività
che i
suoi membri ed esponenti conducono dietro le quinte.
Il (n)PCI ha detto e dice
apertamente, propaganda addirittura, che il suo compito è mobilitare la
classe
operaia e il resto delle masse popolari per eliminare l’attuale
ordinamento
della società italiana e per instaurare un nuovo ordinamento sociale, cioè per fare dell'Italia un nuovo paese
socialista. Quale
lavoratore, quale persona con un minimo di
coscienza e
di dignità è soddisfatta dell’attuale ordinamento sociale,
dell’ordinamento del
privilegio, dei ricchi, del lusso, dello spreco, dei fascisti, degli
speculatori, della miseria, della precarietà e della morte? La grande maggioranza delle masse popolari non è
ancora
convinta delle nostre proposte e non segue l’orientamento del (n)PCI,
non è
ancora legata al (n)PCI. Ma è indubbio che
sarebbe felice
di eliminare l’attuale ordinamento sociale. Non sa ancora con cosa
sostituirlo
e come, ma non sarà l’articolo 270 del Codice Penale fascista a fargli
cambiare
idea.
Il (n)PCI ha detto e dice apertamente che la forza che sovvertirà
l’attuale
marcio, ingiusto, antiquato, soffocante e mortifero ordinamento
sociale, che
porterà il movimento comunista alla vittoria e instaurerà in Italia un
nuovo
ordinamento sociale è la mobilitazione delle masse popolari guidate
dalla
classe operaia diretta dal suo partito comunista. Questa è una cosa
chiara ed è
avvenimento del tutto possibile da realizzare. Al di fuori di questo,
le
gesticolazioni militari di individui o di
gruppi
possono essere manifestazione di generosità d’animo, di una giusta e
profonda
indignazione di fronte al marasma sociale e alle nefandezze prodotti
dall’ordinamento sociale che la borghesia impone al nostro paese. Ma sono contemporaneamente anche manifestazione
dell’arretratezza del movimento comunista, della sfiducia di singoli o
di
gruppi nella capacità rivoluzionaria della classe operaia e del resto
delle
masse popolari, della rinuncia, rifiuto o resistenza di singoli o di
gruppi a
diventare animatori e organizzatori della forza rivoluzionaria della
classe
operaia e del resto delle masse popolari. Per
questo quelle
gesticolazioni militari sono sterili, inutili, un enorme spreco
di
energie e risorse, a volte persino ridicole e strumentalizzate dal
nemico.
Il (n)PCI ha detto e dice apertamente che non cederà mai a nessuna
forma di
repressione e a nessuna minaccia di repressione. Non cederà mai alla
minaccia
delle armi che la borghesia accumula e agita di fronte a
ogni movimento delle masse popolari. Non cederà mai di fronte
all’apparato di
repressione e di controrivoluzione, di controllo e di
intimidazione
che la borghesia rafforza senza limiti. Non cederà mai al ricatto della
guerra
civile con cui la borghesia imperialista più volte ha cercato e a volte è riuscita a disperdere e soffocare la
mobilitazione
della classe operaia e del resto delle masse popolari, come ad esempio
nel
nostro paese nel periodo 1945-1950.
Ma il (n)PCI non si è
accontentato e
non si accontenta di un impegno a parole per quanto sincero, perché i
fatti
hanno la testa dura e possono costringere, e più volte hanno costretto
gli sprovveduti
a venir meno anche a impegni assunti
onestamente o a
sacrificarsi individualmente e senza risultati apprezzabili per le
masse
popolari. Coerentemente con il suo impegno il
(n)PCI
ha sostenuto e sostiene apertamente che i membri del Partito e gli
esponenti
avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari
devono
già oggi essere educati, preparati e attrezzati a far fronte al ricatto
della
guerra civile che la borghesia minaccerà di scatenare quando
l’insubordinazione
delle masse popolari crescerà e diventerà movimento per fare
dell'Italia un
nuovo paese socialista. Devono educarsi, prepararsi già oggi e
attrezzarsi a
far fronte alla guerra civile che allora, come già fece negli anni
1919-1922,
la borghesia imperialista concretamente scatenerà se vedrà anche solo
la minima
possibilità di vincere, con le sue forze o con l’aiuto straniero. Solo
così
l’impegno a lottare fino alla vittoria, fino a fare dell'Italia un
nuovo paese
socialista, l’impegno a non cedere al ricatto della
guerra
civile agitato dalla borghesia, l’impegno a trasformare la
guerra civile
scatenata dalla borghesia nel passaggio dalla prima alla seconda fase
della
guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, l’impegno a resistere
alla
repressione, sono impegni seri, pratici, reali: non un inganno,
un’illusione o
una truffa, retorica avventurista.
La borghesia teme questo
nostro serio
impegno, lo considera un reato: proprio perché ha già oggi l’intenzione
di
ricorrere alla guerra civile, come confermano i suoi preparativi: il
continuo
riarmo, l’apprestamento di strutture, di dispositivi, di corpi
militari, il
loro addestramento alla guerra civile che varie FSRS fingono
di non vedere, le risorse illimitate che a livello nazionale e
internazionale
la borghesia imperialista dedica a questi e ad altri preparativi.
Ovviamente non vogliamo
con questo dire che i membri della
borghesia imperialista si sono
segretamente radunati, hanno discusso, hanno votato per la guerra
civile
prossima ventura, hanno fissato un piano e distribuito i compiti.
Un’idea del
genere sarebbe una caricatura, buona solo a nascondere la realtà, a
distogliere
l’attenzione dal processo realmente in corso. Gli stati d’animo, i
sentimenti e
le idee di una classe, tanto più quelli di una classe come la borghesia
composta di individui ognuno intento
principalmente a
valorizzare (accrescere) il suo capitale e in concorrenza tra loro, non
sono
mai il frutto di un complotto dei suoi membri. Sono quelli verso cui i
loro
interessi li spingono, che i loro ideologi
esprimono,
che i loro esponenti politici traducono in programmi politici e attuano
come
linea politica della loro classe, con il concorso, il sostegno e la
solidarietà
di gran parte dei membri della classe, anche di quelli che non ne sono
entusiasti.
Con il suo nuovo attacco
al (n)PCI la
borghesia smaschera, per chi ha occhi e volontà per vedere, i suoi
propositi
per domani: la sua decisione di difendere i suoi privilegi contro la
volontà
delle masse popolari, di fare ricorso alle sue armi, alle sue
Gladio e P2, al suo squadrismo, ai suoi mille complotti, alla
sua
strategia della tensione, alle stragi, alle basi NATO e USA,
all’intervento
straniero. Tutte cose temibili, ma di dubbio
risultato se vi
è un vero partito comunista abbastanza strettamente legato alla classe
operaia
e al resto delle masse popolari. La borghesia accusa il (n)PCI
di
nascondere armi perché è già convinta che le armi e non la volontà
delle masse
popolari decideranno della sorte del nostro
paese.
Accusa il (n)PCI di prepararsi alla lotta armata perché essa ha già
deciso di
ricorrere alle armi per imporre alle masse popolari la subordinazione
al suo
regime di morte. Accusa il (n)PCI di preparare le masse popolari a far
fronte
alla guerra civile perché è già decisa a far
ricorso
alla guerra civile e vuole che le masse popolari siano impreparate,
come è già
successo molte volte, nel nostro e in altri paesi.
Il nuovo attacco contro il
(n)PCI
dunque non fa più leva su presunti collegamenti con OCC vecchie e
nuove. Fa
leva sulla concezione e sull’attività del (n)PCI. Ma
la travisa e cerca di travestire il (n)PCI da OCC per giustificare ai
termini
dell’attuale Codice Penale la repressione. Perché in Italia non ci sono ancora le condizioni politiche per mettere
apertamente,
con leggi apposite, fuorilegge il comunismo – come la borghesia fece ai
tempi
del fascismo. Appunto questo indica che la scalata reazionaria
anticomunista
oggi è ancora resistibile. Le FSRS e i sinceri democratici possono
contribuire
a fermare o almeno a rallentare la scalata reazionaria, a fare in modo
che la
borghesia non riesca a creare le condizioni politiche per mettere
apertamente
fuorilegge il comunismo.
Il
(n)PCI
resisterà con tutte le sue forze al nuovo attacco. Grazie alla sua
struttura
clandestina, grazie all’eroica dedizione dei suoi membri, grazie
all’appoggio
multiforme e diffuso della classe operaia e del resto delle masse
popolari il
(n)PCI resisterà al nuovo attacco quali che siano
le
forze che la borghesia imperialista metterà in campo e con ciò lo
trasformerà in
una nuova tappa del consolidamento e rafforzamento del Partito, della
rinascita
del movimento comunista, del rafforzamento della resistenza che le
masse
popolari oppongono al progredire della crisi generale del capitalismo.
Ma il (n)PCI si appella
anche a tutte
le FSRS e a tutti i sinceri democratici perché si oppongano a questa
scalata
reazionaria ora, subito, quando essa è ancora resistibile. Perché
manifestino, privatamente e pubblicamente, solidarietà verso ogni
compagno e
ogni organismo colpito. Perché
protestino e
manifestino. Perchè si oppongano con i mezzi migliori e più efficaci di
cui
dispongono.
Noi
non
chiediamo loro né di aderire al (n)PCI, né di diventare suoi
sostenitori.
Chiediamo solo che, in nome della comune lotta contro l’attuale
ordinamento
sociale e la criminale ostinazione con cui la borghesia imperialista lo
tutela e impone, riconoscano che la linea
del (n)PCI di
prepararsi e di preparare le masse popolari a far fronte al ricorso
della
borghesia imperialista alla guerra civile ha seri e gravi fondamenti
nella
storia e nell’attività e nei preparativi attuali della borghesia
imperialista. L’attacco di cui il (n)PCI è
bersaglio conferma anch’esso che la
linea della costruzione clandestina del Partito è necessaria. Quelli che usano l’attacco della borghesia come
dimostrazione che
la linea del (n)PCI è sbagliata, quelli che in queste persecuzioni
trovano la
conferma della loro opposizione al carattere clandestino del Partito e
alla sua
strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata e più in
generale al marxismo-leninismo-maoismo, firmando questa “dimostrazione”
firmano
il loro “certificato di povertà” rivoluzionaria. Essi confermano
che il
loro obiettivo supremo, quello su cui regolano
la loro
condotta e misurano quella degli altri, è “stare in pace con la
borghesia
imperialista”, ottenere che il nemico dei lavoratori li lasci in pace,
non
attacchi loro e la loro amata organizzazione. I comunisti non aspirano a essere lasciati in pace dalla borghesia
imperialista.
Aspirano alla vittoria della classe operaia, a fare dell'Italia un
nuovo paese
socialista. Che la borghesia imperialista attacchi il (n)PCI
non è grave, grave sarebbe se la borghesia imperialista riuscisse ad
arrestare
l’attività del Partito e, peggio ancora, a stroncarla definitivamente. Ma questo non avverrà. Che
il
nemico degli operai e delle masse popolari attacchi il (n)PCI e i suoi
simpatizzanti, è in linea di massima un voto a favore del (n)PCI. Il
contrario
sarebbe un indizio sicuro che il Partito non è sulla strada giusta. Le
organizzazioni che la borghesia imperialista lascia in pace, dovrebbero
loro,
che pur si dicono e sinceramente si credono amiche degli operai e
fautrici del
comunismo, chiedersi perché la borghesia imperialista le lascia in pace
e magari,
sottobanco, lascia persino che partecipino
alla
greppia del pubblico denaro. Oggi sta anche alle FSRS, a tutte le
organizzazioni e gruppi che si dicono e magari anche sinceramente si
credono
comuniste o anche solo democratiche, reagire a questo
attacco
che la borghesia imperialista scatena contro la rinascita del movimento
comunista e a tutto quello che questo attacco implica. In definitiva le
masse
popolari le giudicheranno da come sanno opporsi ai disegni reazionari
della
borghesia imperialista, non dalle loro parole e nemmeno dalle loro buone intenzioni.
A
noi membri e
organismi del (n)PCI spetta l’onore e l’onere di resistere, con un
comportamento degno di comunisti di fronte alla persecuzione, ma
soprattutto
assicurando con ogni mezzo e ad ogni costo
la
continuità dell’attività del Partito.
Questa
nuova
ondata della persecuzione conferma infatti
che il
consolidamento e rafforzamento del partito comunista è il nodo centrale
e
decisivo, risolutivo della lotta di classe e della lotta per la
rinascita del movimento
comunista: non il rivoluzionarismo senza partito, ma il consolidamento
e
rafforzamento del Partito! Conferma che la costruzione del suo partito
comunista è il passo decisivo che la classe operaia deve compiere e di
cui ha
bisogno anche per difendere i suoi interessi immediati con efficacia e
su larga
scala, ma ancor più per far valere i suoi interessi strategici che si
affermeranno solo quando essa guiderà le
masse
popolari a fare dell'Italia un nuovo paese socialista. Conferma che il
nuovo
partito comunista deve essere clandestino e che bisogna rafforzare
l’attuale
struttura clandestina del (n)PCI. È una condizione indispensabile per
mantenere
la continuità della sua attività a vantaggio della classe operaia e
delle masse
popolari, quali che siano gli attacchi e le
manovre a
cui la borghesia ricorre per soffocarlo e corromperlo. Senza volerlo,
contro la
sua volontà, la borghesia insegna con la forza e la brutalità della sua
violenza, quale è la strada che devono
seguire tutti
quelli che con generosità e senza riserve vogliono mettersi alla testa
del
movimento per fare dell'Italia un nuovo paese socialista.
La
repressione non passerà!
Realizzare
senza riserve il Piano Generale di Lavoro del Partito:
resistenza alla repressione, intervento sul terreno della lotta
politica
borghese, lotte rivendicative e sindacali,
aggregazione
delle masse popolari!
Assicurare
ad ogni costo la continuità dell’attività del Partito!
Solidarietà
con il Partito dei CARC, con i suoi dirigenti e i suoi
membri!
Solidarietà
con ogni lavoratore, compagno e organismo colpito dalla
repressione!
Solidarietà
con tutti i rivoluzionari prigionieri nelle carceri dei paesi
imperialisti!
Solidarietà
con i prigionieri del (nuovo)Partito comunista italiano!
Costruire
in ogni azienda, in ogni zona
d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino
del
(n)PCI!