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Presentazione (n)PCI dell’intervista ad Annie Lacroix-Riz

24 aprile 2022

I redattori del sito www.nuovopci.it rendono disponibile la traduzione italiana di un'intervista realizzata dal canale informativo in lingua francese Investig'action (www.investigaction.net) alla storica Annie Lacroix-Riz. In italiano quest'intervista è già stata pubblicata nel n. 818 di Nuove Resistenti del 31.03.2022 (reperibile al link https://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custmc30-025058.htm) ma in una traduzione a nostro parere insoddisfacente.

Il (n)PCI ha deciso di tradurla nuovamente perché è un'accurata ricostruzione storica delle ostilità dei paesi imperialisti nei confronti prima dell'URSS (vedi Churchill e il suo "soffocare il bambino finché è ancora nella culla", riferendosi al bolscevismo), poi nei confronti della Federazione Russa che, nonostante il regime di oligarchi costituitosi nel 1991 quando la corrosione dell’URSS (promossa da Kruscev-Breznev) arrivò al suo culmine e una volta estromesso il gruppo oligarchico di Eltsin (1999), resiste ancora all’invadenza economica, militare e politica della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti UE, USA e sionisti.

L’intervista mostra chiaramente che la Comunità Internazionale in contesti diversi aggredisce, sabota, boicotta, assolda assassini, spioni e agenti di diversione per destabilizzare e distruggere quei paesi e relativi sistemi di relazioni sociali che resistono alle sue scorribande. In merito alle guerre di aggressione militari e ibride contro l’URSS, rimandiamo all’Avviso ai Naviganti 120.

Infine, l’intervista è utile in termini di alfabetizzazione storica per i nostri compagni, poiché dà informazioni circostanziate 1. sulla nascita del nazionalismo ucraino e la sua subalternità con gli imperi europei della prima metà del Novecento (germanico e austro-ungarico) e 2. sul ruolo del Vaticano e degli USA fiancheggiatori dei nazisti e dei collaborazionisti di Stepan Bandera, dal 2014 celebrato come “eroe” in Ucraina dopo il colpo di Stato di Euromaidan.

Tutte le note tra parentesi quadre e corpo 9 sono del (n)PCI.
Buona lettura!

***

"C’è un contesto che spiega che la Russia era messa all'angolo"

Fonte: https://www.investigaction.net/fr/annie-lacroix-riz-il-y-a-un-contexte-historique-qui-explique-que-la-russie-etait-acculee/


28 marzo 2022

di Robin Delobel


Professoressa emerita di storia contemporanea all'Università Paris VII-Denis Diderot, Annie Lacroix-Riz ha scritto diversi libri sulle due guerre mondiali e sulle dominazioni politiche ed economiche. Presta attenzione alla situazione in Ucraina alla luce della storia degli imperialismi dall'inizio del XX secolo e della loro prosecuzione. Quello che ci viene raccontato troppo spesso dai media non ci permette di capire il conflitto e quindi di cercare una soluzione per la pace. In questa intervista, Annie Lacroix-Riz getta uno sguardo sul passato utile per comprendere gli eventi e la storia recente della regione.


Nei media abbiamo l'impressione che la guerra in Ucraina sia venuta fuori dal nulla. Cosa può dirci del suo contesto storico?

Prima di tutto, gli elementi storici sono quasi assenti da quella che possiamo difficilmente definire come una "analisi" della situazione. Tuttavia, ci sono due aspetti importanti da prendere in considerazione negli eventi attuali. In primo luogo, c'è una situazione generale, cioè l'aggressione della NATO contro la Russia. In secondo luogo, c'è una sorta di ossessione contro la Russia e anche contro la Cina. Questa ossessione non è nuova e quindi permette di relativizzare l'attuale furia anti-Putin. Il succo della presunta "analisi occidentale" è che Putin è un pazzo paranoico e/o un nuovo Hitler. Ma l'odio per la Russia e il fatto di non sopportare che la Russia ha un ruolo globale risalgono a tanto lontano quanto l'imperialismo americano.


Come spiega lei quest’ossessione?

È un'ossessione caratteristica di un imperialismo dominante che è stato egemone per quasi tutto il XX secolo. Questo imperialismo non vuole perdere la sua egemonia che, invece, sta perdendo. In effetti, oggi non siamo più nella stessa situazione degli anni '50, quando gli Stati Uniti rappresentavano il 50% della produzione mondiale. La Cina si sta avvicinando al primo posto [nell’economia] mondiale e agli Stati Uniti non piace. Negli ultimi anni abbiamo raggiunto un momento particolarmente acuto dello scontro, segnato da una serie di aggressioni sconvolgenti.

Anche la Russia viene presa di mira. Abbiamo l'impressione che ci sia una sorta di rancore contro i bolscevichi, ma bisogna capire che questa russofobia dell'imperialismo americano è iniziata in epoca zarista ed è continuata successivamente, anche dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Gli impegni presi dagli Stati Uniti di non avanzare militarmente nell'ex zona sovietica sono stati tutti violati. Dal 1991 al febbraio 2022, siamo quindi arrivati a un momento in cui la prospettiva che la Russia veda la Nato alle sue porte e l'Ucraina dotata di armi nucleari è diventata una realtà concreta.


Qual è il ruolo dell'Ucraina negli scontri tra le potenze imperialiste?

L'Ucraina è inseparabile dalla storia della Russia fin dall'alto Medioevo. La Russia con tutte le sue ricchezze naturali è una caverna di Alì Babà e l'Ucraina è stata il suo più grande gioiello: è una fonte straordinaria di carbone, ferro e tante altre risorse minerali e un formidabile granaio per il frumento e altri cereali. Questo ha attirato da tanto tempo l’avidità [delle potenze occidentali].

Se ci atteniamo all’epoca imperialista (dagli anni ‘80 del XIX secolo), possiamo dire che la Germania è stata inizialmente interessata all'Ucraina. Prima della guerra del 1914, per controllare l'Impero russo il Reich tedesco decise di assicurarsi il controllo delle sue "marche" [regioni, nota del traduttore] più sviluppate, l'Ucraina e gli Stati baltici. Durante il conflitto, la Germania trasformò questi Stati e l'Ucraina in una roccaforte militare, la base per il suo assalto all'Impero russo. Durante la Prima Guerra Mondiale, mentre la Germania fallì sul fronte occidentale già a partire dal 1917, lo stesso non si può dire del fronte orientale, dove dominò fino alla sua sconfitta. E anche se dal gennaio 1918 la Russia da poco diventata sovietica era sottoposta all'ulteriore aggressione da parte di tutte le altre potenze imperialiste (14 paesi la invasero senza una dichiarazione di guerra), Berlino riuscì a imporle nel marzo 1918 il trattato di Brest-Litovsk, che confiscò l'Ucraina alla Russia. Alla sconfitta della Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale non è seguita la restituzione dell’Ucraina, vista la guerra condotta sul suo territorio dagli "Alleati", sostenuti da tutti gli elementi anti-bolscevichi, russi e ucraini.


L'Ucraina ha poi goduto di un breve periodo di indipendenza...

Dal 1918 al 1920, ci fu effettivamente un breve periodo di "indipendenza" folcloristica, sullo sfondo dell'aggressione delle armate bianche (fautrici di pogrom) di Denikin e del fautore di pogrom Petliura, ufficialmente "indipendentista" e alleato della Polonia (che aveva gli occhi puntati su tutta l'Ucraina occidentale). L'Ucraina rimase l'obiettivo del Reich che aveva preso il posto dell'Impero austriaco - poi "austro-ungarico" governato dagli Asburgo, proprietari della Galizia orientale, nell'ovest dell'Ucraina - dopo le spartizioni della Polonia. Dal tempo degli Asburgo, questa tutela germanica fornì una base preziosa per l'indebolimento della Russia e dello slavismo ortodosso con l'uniatismo, guidato dal Vaticano, come strumento principale.


Che ruolo ha avuto il Vaticano?

L'uniatismo cattolico, supporto ideologico della conquista germanica, aveva sedotto una parte della popolazione ucraina occidentale, grazie al suo aspetto formale molto vicino all'ortodossia. Questo strumento di conquista austriaco fu ripreso dalla Germania in epoca imperialista: il Vaticano, capendo che non poteva più contare sul morente Impero cattolico [austriaco], si sottomise definitivamente al potente Reich protestante all'inizio del XX secolo, anche in Ucraina.

Nel periodo tra le due guerre, l'Ucraina giocò quindi un ruolo decisivo nell'alleanza tra la Germania e il Vaticano, al quale Berlino affidò lo spionaggio militare attraverso i chierici uniati. Possiamo vedere come fu organizzato il tentativo di conquistare l'Ucraina in quel momento, consacrato dalla firma del Concordato del Reich del luglio 1933. Uno dei suoi due articoli segreti stabiliva che la Germania e il Vaticano si sarebbero alleati nella presa dell'Ucraina, che era uno dei principali obiettivi di guerra della Germania, sia nella Prima Guerra Mondiale che nella Seconda. L'assalto militare, l'occupazione e lo sfruttamento economico sarebbero spettati alla Germania, la "ricristianizzazione" cattolica al Vaticano.


Anche gli Stati Uniti erano interessati…

L'Ucraina è una questione importante in sé, ma è anche la porta d'accesso al Caucaso molto ricco di petrolio. Gli Stati Uniti si sono uniti all'imperialismo tedesco per penetrare in Russia e specialmente in Ucraina dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Nel 1930, tutti gli imperialismi sognavano di rimpinzarsi con la ricca Ucraina. Nel mio libro Aux origines du carcan européen [Alle origini della camicia di forza europea, Editions Delga, 2014], ho mostrato come Roman Dmovski, un politico polacco di estrema destra, aveva analizzato perfettamente la "questione ucraina" nel 1930.

Ha scritto che i grandi imperialismi volevano tutti mangiarsi l'Ucraina, con i due più freneticamente impegnati nel compito: quello tedesco e quello americano. Ha anche detto che se l'Ucraina fosse stata strappata alla Russia, questa sarebbe diventata un paese puramente "consumatore", costretto a comprare i suoi prodotti finiti altrove. Dmovski aggiunse che la Russia non avrebbe mai potuto sostenere una tale perdita.


Non ha funzionato, l'Ucraina è rimasta nell'Unione Sovietica. Ma c'era ancora il nazionalismo ucraino, giusto?

Il nazionalismo ucraino è stato prima tedesco e poi americano (o meglio entrambi), perché non aveva una reale capacità di indipendenza: il Reich lo ha finanziato prima del 1914 e da allora non ha mai smesso. Infatti, coloro che sostenevano di volere l'Ucraina "indipendente" (Bandera più di alcuni dei suoi seguaci, che non pretendevano nemmeno di rivendicarla "subito") appartenevano tutti all'uniatismo che, nel periodo tra le due guerre e per tutta la Seconda Guerra Mondiale, fu confuso con il nazismo.

È difficile non fare il collegamento con questi movimenti che ci ritroviamo oggi: il battaglione Azov, Pravy Sektor, ecc. Essi sono gli eredi diretti e rivendicati del movimento autonomista ucraino del periodo tra le due guerre che vide la creazione, già nel 1929, del movimento banderista. Chiamata "Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini" (OUN), fu interamente finanziata dal Reich [Repubblica, 1918-1933] di Weimar e poi di Hitler, dopo che l'"autonomismo" era stato sovvenzionato dal Reich guglielmino.


Come si è sviluppato questo movimento?

Il movimento di Stepan Bandera, ora "eroe nazionale" ufficiale dell'Ucraina come Stato [indipendente] e al quale il battaglione Azov e altri raggruppamenti filonazisti rendono costantemente omaggio, si diffuse a partire dal 1929 nell'Ucraina polacca e slovacca. Non era presente nell'Ucraina sovietica e ortodossa. I "banderisti", come altre correnti del "nazionalismo ucraino", erano anti-ebrei, anti-russi e anche violentemente anti-polacchi. Hanno anche attaccato radicalmente gli ucraini non autonomisti e quelli che erano rimasti vicini alla Russia.

Queste bande di ausiliari della polizia tedesca, dal 1939 nella Polonia occupata, poi dal 22 giugno 1941 nell'URSS occupata, formarono un cosiddetto "Esercito Insurrezionale Ucraino", l'UPA. Questi 150-200.000 criminali di guerra massacrarono indiscriminatamente centinaia di migliaia di loro "nemici": ebrei, ucraini fedeli al regime sovietico, russi e polacchi, che odiavano tanto quanto gli altri. Per citare solo l'esempio dei polacchi, tra 70.000 e 100.000 civili furono uccisi dalle milizie banderiste durante la guerra. La tesi propagandistica in voga secondo la quale lo Stato polacco ha accolto calorosamente gli ucraini "vicini", sentimentalmente molto legati è assurda, alla luce di questa lunga storia criminale (che inizia prima della guerra).

Nel 1944, quando l'Unione Sovietica riprese il controllo di tutta l'Ucraina, compresa Lvov (in luglio), 120.000 di questi criminali di guerra fuggirono in Germania. Gli Stati Uniti li hanno usati quando sono arrivati nella primavera del 1945.

Un libro sull'argomento disponibile online in inglese, Hitlers Shadow, è stato pubblicato da due storici americani. È tanto più interessante perché i suoi due autori sono storici approvati dal Dipartimento di Stato, con il quale lavorano ufficialmente alla storia dello sterminio degli ebrei: Richard Breitman e Norman J.W. Goda. Essi hanno mostrato come gli Stati Uniti, appena arrivati in Germania nella primavera del 1945, avevano recuperato tutti i criminali di guerra, tedeschi e non. Una parte dei banderisti rimase in Germania nelle zone occidentali, soprattutto nella zona [di occupazione] americana, con un grande raggruppamento a Monaco. Un’altra è stata accolta a braccia aperte negli Stati Uniti tramite la CIA in barba alle leggi sull'immigrazione e un’altra ancora è rimasta nell'Ucraina occidentale.

Quest'ultimo gruppo, forte di decine di migliaia di persone, ha condotto una guerra incessante contro l'Unione Sovietica: tra l'estate del 1944 e l'inizio degli anni '50, ha assassinato 35.000 funzionari civili e militari, con il sostegno finanziario tedesco e statunitense, in particolare dal 1947-1948. Un eccellente storico tedesco-polacco, Grzegorz Rossolinski-Liebe, ha dimostrato che il banderismo rimane ancora oggi un'inestinguibile vivaio filonazista: i molti eredi di Bandera nutrono lo stesso odio per polacchi, russi, ebrei e ucraini che non sono fascisti. Inutile dire che questo ricercatore ha avuto grossi problemi di censura dalla rivoluzione arancione del 2004 e ancora di più dal periodo di Maidan, soprattutto perché la sua tesi ha studiato come dal 1943 i banderisti avevano creato una leggenda tanto di "resistenza ai nazisti" quanto ai comunisti e agli ebrei. Una leggenda molto utile per figurare nella lista dei gruppi "democratici" sostenuti da Washington.


Quali sono state le conseguenze di questa collusione?

Tra i criminali di guerra accolti calorosamente negli Stati Uniti, gli intellettuali contavano molto. Dal 1948, sono stati reclutati in gran numero dalle università americane, guidate da quelle della Ivy League, tra cui Harvard e Columbia. Nei "centri di ricerca sulla Russia", proliferati dal 1946-1947, essi hanno partecipato insieme ai loro colleghi americani prestigiosi perché erano ipocriti a una furiosa guerra ideologica contro la Russia. Fu in questo contesto che si diffuse la leggenda dell'"Holodomor", i cui eventi hanno poi segnato le tappe decisive della conquista dell'Ucraina. Questa "ricerca" e questo "insegnamento", dispiegati da più di 70 anni e diffusi in massa con l'aiuto dei mezzi di comunicazione di massa nel corso dei decenni nell'Europa dominata dagli USA, hanno letteralmente "imputridito" le conoscenze "occidentali" della storia dell'Ucraina (e, più in generale, dell'URSS).

L’appoggio politico degli USA all’Euromaidan, una variante delle innumerevoli rivoluzioni colorate degli ultimi vent'anni, è stato la sua spina dorsale dal 2014, in combutta con gli oligarchi che avevano monopolizzato tutta la ricchezza dell'Ucraina dal 1991. Va notato che questo tipo di saccheggio non è tipico della Russia di Putin, ma può essere osservato in quasi tutti i paesi derivati dall'Unione Sovietica. In Ucraina, gli oligarchi hanno fatto affidamento su questi eredi del banderismo. Lo Stato ucraino di Poroshenko e dei suoi successori dal 2014 si appoggia apertamente su questi movimenti nazisti che gli USA hanno alimentato al loro interno, senza tregua dal 1944-1945.

Effettivamente, gli Stati Uniti avevano come programma esplicito, codificato nel giugno 1948 nel quadro della CIA, di liquidare semplicemente non solo la zona d'influenza sovietica ma lo stesso Stato sovietico. Sotto l'amministrazione democratica [con Harry Truman presidente] fu messa in atto la politica del respingimento o "rollback" per schiacciare il comunismo ovunque si fosse stabilito (e per impedire che si stabilisse ovunque nella zona d'influenza americana). Come tutta una serie di libri di storia hanno dimostrato, compresi i libri di ricercatori americani con forti legami con l'apparato statale e parecchio anti-sovietici, questo programma è stato sicuramente attuato con il supporto della CIA, fin dalla sua nascita nel luglio 1947.

Possiamo cogliere tutta la portata di questo programma nel testo del febbraio 1952 di Armand Bérard, un diplomatico francese di stanza a Bonn, che cito per esteso in Aux origines du carcan européen. Bérard profetizzava che la Russia, così indebolita dalla guerra di logoramento tedesca condotta contro di essa dal 1941 al 1945 (27-30 milioni di morti, la parte europea dell’URSS devastata) avrebbe capitolato sotto i colpi di maglio degli Stati Uniti e della Germania di Adenauer, ufficialmente perdonata per i suoi crimini e riarmata fino ai denti. Mosca avrebbe infine ceduto tutta l'Europa centrale e orientale, che costituiva la sua "zona di influenza" e che aveva subito "cambiamenti fondamentali, in particolare di natura democratica che, dal 1940, hanno avuto luogo nell'Europa orientale". Sono proprio le parole di questo diplomatico molto "occidentale". La data del 1940 si riferisce all'allora sovietizzazione degli Stati baltici e di parti della Romania e della Polonia, uno Stato più fascista dell’altro.


Ci sono voluti alcuni anni, però.

Dopo il 1945, questo tipo di progetto ha richiesto tempo, poiché il governo sovietico era meno indifferente al proprio popolo e ai popoli circostanti di quanto la storia della propaganda "occidentale" sostiene. Ma è stato portato avanti con notevole continuità e con enormi risorse finanziarie. L'intera popolazione fu presa di mira, ma un'attenzione particolare fu data alle élite statali e intellettuali del paese, le quali prioritariamente dovevano essere separate dallo Stato sovietico. Lo sforzo ha subito un'accelerazione notevole dopo la vittoria americana nel 1989 ed è stato attuato con maggiore efficienza quando la Russia ha attraversato un decennio di completa decadenza. Bisogna ricordare che sotto Eltsin le potenze straniere, in primo luogo gli Stati Uniti, hanno governato il paese, l'economia è stata messa all'asta [sul libero mercato], la popolazione è diminuita dello 0,5% all'anno (in forma drammatica in Siberia e nell'Estremo Oriente) e l'aspettativa di vita della popolazione russa era scesa drasticamente nel 1994 (di quasi dieci anni per gli uomini).

Durante questi anni, il lavoro di distruzione lenta e occulta dei tedeschi e degli americani che Breitman e Goda hanno descritto per gli anni 1945-1990 (perché i tedeschi erano strettamente coinvolti) si è ovviamente intensificato. È vero che la National Endowment for Democracy (NED) [organizzazione non governativa legata alla CIA], cara a Victoria Nuland, eminenza delle amministrazioni Bush e poi di tutti i suoi successori democratici, Biden compreso, ha appena cancellato dal suo sito la sua documentazione sul finanziamento, fino ad allora pubblico almeno in parte, della separazione dell'Ucraina [concetto non chiaro a partire dall’originale francese] e poi del suo inserimento nell'apparato di aggressione alla Russia. Ma il sito del Dipartimento di Stato non ha censurato l'ammissione del 13 dicembre 2013 del sottosegretario di Stato Nuland - la signora delle opere di bene di Maidan presente a Kiev nel febbraio 2014 - davanti al Congresso: ha dichiarato con orgoglio che dalla caduta dell'URSS (1991), gli Stati Uniti hanno investito più di 5 miliardi di dollari per assistere l'Ucraina. Lo scopo era certamente quello di assicurarsi il controllo definitivo sul bottino agricolo e industriale dell'Ucraina, l'obiettivo finale di questa lunga crociata. Ma era anche per portare il paese nella NATO, di cui quasi tutti i paesi dell'ex zona d'influenza sovietica e molte delle ex repubbliche sovietiche sono già membri. Questo è stato riconosciuto da molti anni. È stato chiaramente riaffermato dalla "Carta di partenariato strategico USA-Ucraina firmata il 10 novembre 2021 dal segretario di Stato americano Antony Blinken e dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba": questa è la dicitura orgogliosamente esibita dal Parlamento europeo di Strasburgo nella sua "Risoluzione del 16 dicembre 2021 sulla situazione al confine ucraino e nei territori occupati dalla Russia in Ucraina".

Da quel momento in poi, bisognava porre al più presto Mosca a distanza di cinque minuti dalle bombe atomiche conservate fin dalle origini del Patto Atlantico (in alcuni casi fin dai primi anni '50) negli Stati membri della NATO. Significava esacerbare la causa delle sofferenze inflitte dall'Ucraina di Maidan alle popolazioni del Donbass, in chiara violazione degli accordi di Minsk. La propaganda occidentale ha taciuto dal 2014 al febbraio 2022 su queste sofferenze e su questa violazione degli accordi di cui Parigi e Berlino erano "garanti".

La lunga congiuntura storica e gli sviluppi avvenuti dal 1989, seriamente aggravati dal 2014, hanno messo all'angolo la Russia. Tutti gli osservatori ragionevoli sottolineano che la Russia ha lanciato la guerra contro l'Ucraina il 24 febbraio 2022, spinta al limite. Questo passo ricorda quello compiuto dall'Unione Sovietica alla fine del 1939.


Che cosa intende con questo?

Questo è un elemento essenziale. Alla fine del 1939, l'Unione Sovietica fece un sincero tentativo di negoziare con la Finlandia, presentata dagli archivi storici e militari come un puro e semplice alleato della Germania nazista. Dal 1935, la Germania aveva installato una serie di campi d'aviazione militare in Finlandia, che erano di fatto basi d'attacco contro l’URSS cedute alla Germania, che furono effettivamente utilizzate durante la guerra per l'aggressione tedesca contro l'URSS. Per settimane Mosca ha discusso invano con la Finlandia, una volta parte dell'Impero russo ma che era diventata un paese chiave nel "cordone sanitario" anti-bolscevico nel 1918-1919. I sovietici chiesero alla Finlandia di scambiare parte del suo territorio per creare una forte zona cuscinetto difensiva intorno a Leningrado con un territorio (sovietico) più grande. Le trattative fallirono, sotto la pressione della Germania e di tutti i paesi "democratici" che, come dichiarò all'epoca un diplomatico fascista italiano, sognavano una "Santa Alleanza" generale contro i sovietici.

L'URSS invase la Finlandia il 30 novembre 1939. Ha dovuto affrontare una propaganda del tipo di quella ora diffusa e delle sanzioni (compresa l'espulsione dalla Società delle Nazioni, ottenuta all'unanimità il 14 dicembre). Si trattava solo del mostro sovietico contro la povera piccola Finlandia e il Vaticano del filo-nazista Pio XII si era capovolto come l'attuale papa sui "fiumi di sangue" ucraini. La "guerra d'inverno", in un paese chiave del "cordone sanitario" dove la popolazione era stata "scaldata" contro il comunismo e l'URSS per oltre vent'anni, fu terribile.

Faticosamente, alla fine l'Armata Rossa sconfisse la Finlandia. Il 12 marzo 1940, l'accordo siglato diede a Helsinki ciò che Mosca aveva già offerto nel 1939, né più né meno, senza dubbio proteggendo Leningrado dall'invasione. È significativo che l'attuale campagna di propaganda mette alla gogna il lungo periodo di neutralità che la Finlandia del dopoguerra ha osservato, dopo che la Finlandia filonazista aveva prevedibilmente condotto la guerra dalla parte della Germania.


Quindi questo le ricorda l'attuale situazione in Ucraina?

Sì, se ci atteniamo ai fatti storici e non ci limitiamo a dire che siamo di fronte a un mostro pazzo. Leggo oggi nelle raccolte firme o nei giornali di prim’ordine che Putin sta mettendo a ferro e a fuoco l'Europa, che prima era calma e tranquilla. Ma non abbiamo sentito questi intellettuali, reclutati in massa dalla stampa mainstream e scatenati contro il "nuovo Hitler", protestare e manifestare contro le centinaia di migliaia di morti causati dai bombardamenti americani ed europei in Iraq, Libia, Afghanistan e Siria. Le stesse persone che maledicono Putin hanno trovato straordinari i 78 giorni di bombardamenti contro Belgrado e il "nuovo Hitler" Milosevic. Il paragone, va notato, è stato applicato a tutti i "nemici" che l'Occidente si è creato da quando Nasser ha nazionalizzato il canale di Suez [1956].

Non ricordo neppure la sonora indignazione di questi nuovi anti-nazisti per i 500.000 bambini morti in Iraq per mancanza di cibo e cure mediche come conseguenza immediata del blocco anglo-americano, bambini il cui sacrificio "valeva la pena" secondo l'ex segretaria di Stato democratica Madeleine Albright, recentemente scomparsa. Cos'è questo sistematico due pesi due misure, applicato anche alle popolazioni martoriate del Donbass, che Putin è accusato di aver strumentalizzato per otto anni contro la tanto simpatica Ucraina?

Questa guerra, per quanto deplorevole, è stata annunciata molto tempo fa e le voci ragionevoli di militari, diplomatici e accademici in Occidente, la cui voce non ha accesso a nessun grande organo di "informazione" privato o statale, sono categoriche sulle responsabilità esclusive e di lunga data degli Stati Uniti nello scoppio del conflitto che essi hanno reso inevitabile.


A suo parere come stanno andando le cose?

Non faccio commenti sul futuro, perché gli storici non dovrebbero svolgere il ruolo di addetti alle previsioni, soprattutto vista la pessima informazione attualmente disponibile. Ma ho il diritto di dire che gli Stati Uniti sono la potenza imperialista le cui guerre di aggressione hanno, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, accumulato milioni di morti. Raccomando il libro tradotto di William Blum, un ex funzionario della CIA (sono i migliori analisti), che ha stabilito una rigorosa cronologia dei crimini degli Stati Uniti contro una serie di Stati cosiddetti "canaglia".

La Russia non è sempre stata vista come tale dall'"Occidente", ai tempi della "Grande Alleanza" e dello "zio Joe" (Josif Stalin). Fino agli ultimi decenni di propaganda unilaterale "occidentale" sulla liberazione dell'Europa attraverso il solo sbarco americano nel giugno 1944, era ampiamente riconosciuto che solo l'Armata Rossa aveva sconfitto la Wehrmacht e a quale prezzo! Secondo stime recenti, gli Stati Uniti hanno subito meno di 300.000 morti totali nella Seconda Guerra Mondiale sui fronti del Pacifico e dell’Europa, tutti militari. Ho ricordato sopra il mostruoso bilancio di morti sovietici: 10 milioni di vittime militari, da 17 a 20 milioni di vittime civili.

Finora la Russia, sovietica o no, non ha seminato rovine in guerre all’estero. È stata oggetto di aggressioni ininterrotte da parte delle grandi potenze imperialiste dal gennaio 1918. Non lo dico perché sono una sostenitrice di Putin. Tutti i documenti d'archivio vanno in questa direzione, i diplomatici e i militari occidentali sono i primi a saperlo e ad ammetterlo nella loro corrispondenza non destinata alla pubblicazione. Questo è il tipo di documentazione che ho analizzato minuziosamente da più di cinquant'anni. Sto solo facendo il mio lavoro di storica, facendo ricerche e dando un giudizio sulla situazione attuale.