Indice della letteratura comunista

Indice del  MANIFESTO PROGRAMMA DEL NUOVO PARTITO COMUNISTA ITALIANO

Indice del Capitolo III

Manchettes cap. 3


1

"La storia di ogni società finora esistita è storia di lotte tra classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta".

K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista (1848), cap. 1, in Opere complete, vol. 6.


2

"I rapporti tra industria e agricoltura ... hanno in Italia una base territoriale. Nel Nord prevalgono la produzione e la popolazione industriale, nel Sud e nelle isole la produzione e la popolazione agricola. In conseguenza di ciò, tutti i contrasti inerenti alla struttura sociale del paese contengono in sé un elemento che tocca l'unità dello Stato e la mette in pericolo".

Tesi di Lione (1926), cap. 4, tesi 8.


2bis

CARC, Il punto più alto raggiunto finora nel nostro paese dalla classe operaia nella sua lotta per il potere (1995).


3

"La trasformazione dei partiti comunisti, nei quali si raccoglie l'avanguardia della classe operaia, in partiti bolscevichi, si può considerare, nel momento presente, come il compito fondamentale dell'Internazionale Comunista".

Tesi di Lione (1926), cap. 4, tesi 1.


3 bis

"Il capitalismo è l'elemento predominante nella società italiana e la forza che prevale nel determinare lo sviluppo di essa. Da questo dato fondamentale deriva la conseguenza che non esiste in Italia possibilità di una rivoluzione che non sia la rivoluzione socialista".

Tesi di Lione (1926), cap. 4, tesi 4.


3 tris

"Nonostante le origini da una lotta contro degenerazioni di destra e centriste del movimento operaio, il pericolo di deviazioni di destra è presente nel Partito comunista d'Italia. ... Il pericolo che si crei una tendenza di destra è collegato con la situazione generale del paese. La compressione stessa che il fascismo esercita tende ad alimentare l'opinione che, essendo il proletariato nell'impossibilità di rapidamente rovesciare il regime, sia miglior tattica quella che porti, se non a un blocco borghese-proletario per l'eliminazione costituzionale del fascismo, a una passività dell'avanguardia rivoluzionaria, a un non-intervento del partito comunista nella lotta politica immediata, onde permettere alla borghesia di servirsi del proletariato come massa di manovra elettorale contro il fascismo. Questo programma si presenta con la formula che il partito comunista deve essere 'l'ala sinistra" di un'opposizione composta da tutte le forze che cospirano all'abbattimento del regime fascista. Esso è espressione di un profondo pessimismo circa le capacità rivoluzionarie della classe lavoratrice".

Tesi di Lione (1926), cap. 4, tesi 26.


4

"Sebbene a nostro parere l'attuale linea del Partito comunista italiano sulla questione della rivoluzione socialista sia sbagliata, noi non abbiamo mai cercato d'interferire perché, naturalmente, si tratta di una cosa sulla quale solo i compagni italiani devono decidere. Ma ora il compagno Togliatti proclama che questa teoria delle "riforme di struttura" è una "linea comune all'intero movimento comunista internazionale" e dichiara unilateralmente che la transizione pacifica è "diventata un principio di strategia mondiale del movimento operaio e del movimento comunista". Questa questione coinvolge non solo la fondamentale teoria marxista-leninista della rivoluzione proletaria e della dittatura proletaria, ma anche il problema fondamentale dell'emancipazione del proletariato e del popolo in tutti i paesi capitalisti. Allora, come membri del movimento comunista internazionale e come marxisti-leninisti, noi non possiamo non esprimere le nostre opinioni al riguardo".

Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi (1962), in Opere di Mao Tse-tung, vol. 19.

Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi (1963), in Opere di Mao Tse-tung, vol. 19.


5

CARC, F. Engels/10, 100, 1000 CARC per la ricostruzione del partito comunista (1994).


6

"Il capitalismo è l'elemento predominante nella società italiana e la forza che prevale nel determinare lo sviluppo di essa. Da questo dato fondamentale deriva la conseguenza che non esiste in Italia possibilità di una rivoluzione che non sia la rivoluzione socialista".

Tesi di Lione (1926), cap. 4, tesi 4.


6 bis

"La rivoluzione in Europa non può essere altro che l'esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente - senza una tale partecipazione non è possibile una lotta di massa, non è possibile nessuna rivoluzione - e porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasticherie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il capitale e l'avanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verità oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potrà unificarla e dirigerla, conquistare il potere, prendere le banche, espropriare i trust odiati da tutti (benché per ragioni diverse!) e attuare altre misure dittatoriali che condurranno in fin dei conti all'abbattimento della borghesia e alla vittoria del socialismo, il quale si 'epurerà' dalle scorie piccolo-borghesi tutt'altro che di colpo".

V.I. Lenin, Risultati della discussione sull'autodecisione (1916), in Opere, vol. 22.


7

Riferimenti per l’analisi di classe della società italiana nella rivista Rapporti Sociali: n. 3 (1989), L'analisi delle classi in cui è divisa la società borghese; n. 5/6 (1990), Per un'inchiesta collettiva sulle modificazioni nel processo di produzione e riproduzione delle condizioni materiali dell'esistenza; n. 12/13 (1992), Il campo della rivoluzione socialista: classe operaia, proletariato, masse popolari; n. 14/15 (1994), Per l'analisi di classe; n. 20 (1998), La composizione di classe della società italiana.


8

"Il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti". Ciò significa che gli ordinamenti della società sono tali che ogni individuo sviluppando liberamente le sue capacità contribuisce a che tutti gli altri sviluppino anch’essi le proprie capacità. Il comunismo è un sistema sociale tale per cui il libero sviluppo di un individuo determina il libero sviluppo anche degli altri individui e il singolo è libero nella misura in cui tutti lo sono. Per fare qualche esempio: un individuo aumenta la purezza dell'aria che egli respira nella misura in cui la purezza dell'aria che tutti respirano aumenta; in una società in cui un individuo produce per lo scambio con altri individui, il singolo può attuare lo scambio se anche gli altri lo attuano; in una società in cui i beni di consumo sono distribuiti in maniera eguale tra tutti, il singolo aumenta la quantità di beni di consumo di cui dispone nella misura in cui la quantità di cui dispone ogni membro della società diventa maggiore.

Il sistema capitalista invece per sua natura è tale che la libera iniziativa economica del capitalista implica, per potersi esplicare, che vari individui non possano farlo e che si presentino a lui come venditori della loro forza-lavoro. La libertà del ricco di oziare, implica che altri debbano lavorare per lui. Il capitalista è libero di licenziare e assumere solo se l'operaio è schiavo del bisogno.

Riferimento: K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista (1848), cap. 2, in Opere complete, vol. 6.


9

Un patrimonio, quale che sia la sua natura, è fruttifero se dà o può effettivamente dare un reddito corrispondente a quello che dà un patrimonio finanziario di eguale valore. Ciò esclude dalla nostra considerazione ad es. la casa "di inestimabile valore" che un individuo possiede per eredità in una data zona, ma che per lui è un bene di consumo e non un patrimonio fruttifero. Nella nostra analisi il patrimonio è importante perché individua le persone che vivono o possono "vivere bene" anche senza lavorare loro, che possono vivere del lavoro altrui, che quindi sono effettivamente libere di decidere cosa fare nella loro vita, non sono costrette a vendere la propria forza-lavoro per vivere.


10.

Si assume grossolanamente che un individuo che ha un reddito annuo netto di 100 milioni, quale che sia la fonte da cui gli proviene (quindi anche se all'origine ci fosse una sua prestazione personale, come ad es. nel caso di un calciatore, di un professionista, ecc.), possa nel giro di alcuni anni accumulare un patrimonio per cui non è più costretto a svolgere né quella né altra attività per "vivere bene". D'altra parte un individuo che percepisce un reddito annuo netto di 100 milioni ha relazioni sociali tali da consentirgli di accumulare un patrimonio mobiliare o immobiliare che lo fa rientrare rapidamente nella borghesia imperialista.


11

Tra i familiari sono inclusi i minori (circa il 15% della popolazione ha meno di 16 anni), gli studenti, i conviventi che non ricevono un reddito personale dal lavoro che svolgono (es. le casalinghe) o che non ne svolgono alcuno: in Italia secondo fonti ufficiali almeno 3 milioni di persone, oltre i disoccupati ufficiali, vorrebbero svolgere un lavoro. I pensionati sono classificati in base alla classe cui appartenevano quando lavoravano.