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Dedichiamo questo Manifesto Programma

a tutti gli eroi

della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

 

Istruzioni

(*). L’annotazione sta ad indicare che nel contesto usiamo una categoria, un concetto che nella nostra concezione ha un significato ben definito che il lettore non può dedurre dal significato corrente dei termini. Il significato sarà spiegato nel Manifesto Programma stesso, più avanti. Nell’indice analitico del MP, per ogni termine o espressione del genere, tra le varie pagine in cui si incontra, viene indicata in grassetto la pagina dove il suo significato è spiegato.

 

 

 

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

del (nuovo)Partito comunista italiano

sito: http://www.nuovopci.it

email: lavocenpci40@yahoo.com

 

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)

email: delegazionecpnpci@yahoo.it

 

 

 

 

Prima edizione: marzo 2008

 

Stampato in proprio

Edizioni del vento – Via Ca’ Selvatica 125 – 40123 Bologna

 

Premessa

 

Il mondo in cui viviamo è scosso da un capo all’altro da forti convulsioni. Sono le convulsioni della morte del vecchio e della nascita del nuovo mondo, della scissione del vecchio mondo in due: una parte che va a morire e l’altra che darà vita alla società comunista, una nuova fase della storia dell’umanità.

La borghesia ha approfittato del periodo di decadenza che il movimento comunista cosciente e organizzato(*) ha attraversato nella seconda metà del secolo scorso. È riuscita ad uccidere in molti lavoratori la fiducia di essere capaci di conoscere la verità e la fiducia di essere capaci di cambiare il mondo, di costruire un mondo a misura dei loro bisogni, delle loro migliori aspirazioni e dei loro migliori sentimenti. Ma non è riuscita a ucciderla in tutti. Noi comunisti siamo vivi, milioni di lavoratori conservano quella fiducia. E gli altri, quelli in cui quella fiducia è morta, hanno bisogno che il nostro contagio la rianimi, perché è l’unico modo in cui possono uscire dal marasma e dall’incubo in cui la borghesia li ha cacciati e ogni giorno più li affonda.

La nuova crisi generale del capitalismo,(*) iniziata negli anni ‘70 del secolo scorso, induce la borghesia ad allargare e rendere più feroce la guerra di sterminio(*) non dichiarata che essa conduce contro le masse popolari ovunque, in ogni angolo del mondo, anche nei paesi imperialisti, anche dove la sua guerra non si è ancora tradotta in aggressioni militari né in guerre civili dispiegate. La crisi materiale, morale, intellettuale e ambientale che affligge l’umanità intera e spaventa tante persone, sia tra le masse popolari sia nella borghesia imperialista, conferma con la sua gravità la profondità della trasformazione che l’umanità deve compiere.

Le condizioni che la borghesia imperialista impone alle masse popolari sono talmente feroci e insopportabili, che la lotta contro la borghesia imperialista esplode in mille forme, soprattutto nei paesi oppressi. Dove i comunisti non sono ancora in grado di esserne la direzione, sono forze politiche di altre classi che la dirigono, con i limiti e nelle forme dettati dalla loro natura.

Ma nella lotta per far fronte agli effetti devastanti delle contraddizioni del capitalismo, rese nuovamente laceranti in tutti i paesi dal procedere della sua seconda crisi generale, in ogni angolo del mondo rinasce il movimento comunista. Esso rinasce sulla base del marxismo-leninismo-maoismo(*): la concezione del mondo e il metodo di azione e di conoscenza elaborati dall’esperienza del movimento comunista e in particolare dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

Il (nuovo)Partito comunista italiano è una componente del nuovo movimento comunista internazionale.

In questo Manifesto Programma noi comunisti dichiariamo la concezione del mondo che ci guida, il bilancio che traiamo dai primi 160 anni del movimento comunista, i metodi con cui operiamo e gli obiettivi che perseguiamo per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

Questo Manifesto Programma è la base ideologica dell’unità del (nuovo)Partito comunista italiano.

 

Capitolo I

 

La lotta di classe durante i primi 160 anni del movimento comunista e le condizioni attuali

Introduzione

 

Su incarico della Lega dei comunisti, il primo partito comunista della storia, Marx ed Engels 160 anni fa, nel 1848, hanno esposto per la prima volta, nel Manifesto del partito comunista, la concezione del mondo, il metodo di azione e di conoscenza, gli obiettivi e la linea generale dei comunisti.(1)

Essi elaborarono l’esperienza degli operai che lottavano contro la borghesia e per primi raggiunsero anche una comprensione scientifica della storia passata. Questa è un processo di storia naturale:(2) una successione di modi di produzione con cui la specie umana ha via via affrontato e risolto i problemi della sua sopravvivenza e ciò facendo ha trasformato se stessa e il mondo. Solo alla luce della storia dei modi di produzione(*) è possibile ricostruire scientificamente la storia degli altri aspetti della società e la storia della natura umana.(3)

In particolare essi mostrarono che gli uomini e le donne non erano stati sempre divisi in classi di sfruttati e sfruttatori, di oppressi e di oppressori.(4) La divisione in classi è sorta solo a un determinato grado di sviluppo delle forze produttive, in circostanze che la rendevano vantaggiosa per la sopravvivenza e lo sviluppo della specie umana.(5) Le società divise in classi prevalsero sulle società primitive perché, a quello stadio dello sviluppo della specie umana e delle sue forze produttive, costituivano un contesto più favorevole alla produzione, all’ulteriore sviluppo delle forze produttive e al progresso intellettuale e morale.(6) Il capitalismo però ha creato le condizioni che rendono possibile e necessaria la scomparsa della divisione degli uomini e delle donne in classi e, con essa, l’estinzione dello Stato.(7) Questo è infatti, essenzialmente, uno strumento con cui la classe sfruttatrice impone e conserva il suo ordinamento sociale. In breve, il capitalismo ha creato le condizioni che rendono possibile e necessario un nuovo ordinamento sociale, il comunismo.

Essi mostrarono che per sua natura la borghesia deve sviluppare la produttività del lavoro.(8) Per fare questo, essa rende sempre più collettive le forze produttive.(9) Proprio questo rende sempre più precaria la sopravvivenza del modo di produzione capitalista. I rapporti di produzione capitalisti e il resto dei rapporti sociali, le concezioni, i sentimenti e i comportamenti ad essi connessi, per tutta una fase storica sono stati fattori favorevoli alla soluzione dei problemi dell’esistenza della specie umana, allo sviluppo delle sue forze produttive materiali, intellettuali e morali e al suo progresso generale. Essi sono oramai diventati un ostacolo: le sue attuali forze produttive possono essere per l’umanità strumento di ulteriore progresso solo grazie a una partecipazione attiva, cosciente e organizzata della massa dei lavoratori. La specie umana può progredire solo tramite un accesso pieno della massa della popolazione alle attività specificamente umane.(*) (2) Simile partecipazione non è compatibile con gli antagonismi di interessi propri del modo di produzione capitalista. Questi antagonismi anzi rendono le stesse forze produttive un fattore di distruzione della civiltà umana e del suo ambiente. Questa contraddizione, il loro istinto di sopravvivenza e l’attività cosciente e organizzata del movimento comunista condurranno gli uomini e le donne a superare il modo di produzione capitalista e ad andare oltre la società borghese. Ciò è facilitato dal fatto che la creazione di forze produttive collettive crea anche di per sé condizioni favorevoli alla crescita della coscienza e dell’organizzazione dei lavoratori.

Gli operai già lottavano spontaneamente contro la borghesia per migliorare la propria condizione. Marx ed Engels mostrarono che, per ottenere risultati duraturi e su larga scala, gli operai dovevano non limitarsi a questo. Dovevano soprattutto lottare per la propria emancipazione dalla borghesia. Compito specifico dei comunisti è far diventare la lotta degli operai una lotta cosciente e organizzata per superare il modo di produzione capitalista e tutti i rapporti sociali, le concezioni, i sentimenti e i comportamenti ad esso  connessi. La lotta della classe operaia contro la borghesia impersona quindi la lotta tra il carattere collettivo delle forze produttive che il modo di produzione capitalista per sua natura senza sosta incrementa e i rapporti di produzione capitalisti, tra il livello di civiltà generale che con il capitalismo la specie umana ha raggiunto e il capitalismo stesso. È inevitabile che in questa lotta la classe operaia trionfi. Essa impersona il cammino che tutta l’umanità per sopravvivere e progredire ha bisogno di compiere. Essa sostituirà alla società capitalista la società comunista: una società senza più divisione in classi e senza più sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nelle società finora esistite, la costrizione della maggioranza degli uomini e delle donne e la loro esclusione dal patrimonio intellettuale e morale della società e dalla sua ricchezza sono state la condizione necessaria del libero sviluppo di pochi e dell’accumulazione di quel patrimonio e di quella ricchezza. A queste società la classe operaia sostituirà “una associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti”.

I presupposti del comunismo, le condizioni oggettive e soggettive necessarie per il suo avvento, si formano quindi nella società capitalista, nonostante la direzione della borghesia.(10) Ad un certo punto, la classe operaia instaurerà il socialismo: questo sarà la fase della transizione dalla società capitalista alla società comunista sotto la direzione della classe operaia, una fase specifica della storia dell’umanità. Questa fase inizierà con la conquista del potere politico da parte della classe operaia. La forma politica di questa fase sarà la dittatura del proletariato.(*)(11) I primi passi nel socialismo consisteranno nell’usare nel modo più ragionevole che si conosca le forze produttive già esistenti, al servizio del benessere individuale e sociale e nell’organizzare le attività lavorative nel modo più rispettoso dell’integrità e della dignità di chi le svolge. Durante il socialismo si concluderà la parte barbarica della storia dell’umanità. Per gradi si estinguerà la divisione dell’umanità in classi di dominati e di dominatori, di oppressi e di oppressori, di sfruttati e di sfruttatori. Verrà eliminata la divisione degli uomini tra dirigenti e diretti e tra lavoratori intellettuali e lavoratori manuali. Verranno eliminate le disuguaglianze economiche e culturali tra uomini e donne, tra adulti e giovani, tra città e campagna, tra settori, regioni e paesi avanzati e settori, regioni e paesi arretrati. Verrà gradualmente meno anche la sottomissione più o meno cieca degli uomini alla natura e ai rapporti sociali da loro stessi inconsapevolmente creati.(12) Con ciò l’umanità porrà su nuove basi le relazioni tra la propria attività economica (la struttura delle vecchie società) e le altre sue attività (la sovrastruttura delle vecchie società) e le relazioni tra se stessa e l’ambiente in cui vive. Il socialismo sarà il passaggio degli uomini e delle donne dal regno della necessità al regno della libertà. Sarà l’inizio di una nuova fase della storia dell’umanità. Le forze produttive oggi già coinvolgono, riguardano, legano e uniscono persone di ogni angolo della terra, di ogni regione e paese. Queste forze produttive cesseranno di essere gestite, create e dirette come affari privati di singoli individui (i capitalisti) o di loro associazioni. Esse saranno gestite, create e dirette come un affare comune di tutti gli uomini e di tutte le donne, come istituzioni sociali. In questo modo i rapporti di produzione si adegueranno al carattere già collettivo delle forze produttive. Le aziende cesseranno di essere patrimonio, proprietà, possesso e creature di individui o di gruppi di individui che tramite le aziende producono merci. Esse diventeranno collettivi di lavoratori incaricati si svolgere un determinato servizio per la società. Ogni collettivo riceverà dalla società quanto è necessario per svolgere l’attività di cui è incaricato. Ognuno dei membri del collettivo disporrà a suo giudizio di una quota del prodotto sociale destinato all’uso individuale. Il lavoro necessario sarà distribuito tra tutti i membri della società e diventerà per ognuno di essi una frazione secondaria della sua attività.

Il comunismo era già il movimento pratico in atto di trasformazione della società capitalista in società comunista. Grazie all’opera di Marx e di Engels esso divenne anche l’obiettivo perseguito consapevolmente dal partito comunista. Divenne la coscienza della classe operaia in lotta per il potere. Divenne lo strumento della sua direzione sul resto del proletariato e delle masse popolari.(13) Il marxismo divenne la concezione del mondo del partito comunista e il suo metodo di azione e di conoscenza.

 

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